18 novembre 2012

Montezemolo lancia la sua sfida: ''Basta tribuna, ora in campo''

Non firmeremo mai più deleghe in bianco alla classe politica". Lo dice Luca Cordero di Montezemolo nel suo intervento alla convention 'Verso la terza Repubblica' organizzata da ItaliaFutura.  Il presidente della Ferrari ha detto che dopo "venti anni perduti" in cui "nessuno tra noi non ha provato almeno una volta vergogna per le umiliazioni subite dall'Italia" all'estero, è giunto il momento di dire "basta stare in tribuna: andiamo in campo per dare il nostro contributo".
"Mai più - ha proseguito - accetteremo di vedere l'Italia ridotta ad essere l'anello debole" sullo scenario politico ed economico internazionale.
"Dobbiamo riconoscere - ha sottolineato - che è stato Monti colui che ha saputo giocare meglio la partita dei mercati globalizzati e di recupero di credibilità dell'Italia nel mondo".
"Non gli chiediamo di guidare questo movimento ma - ha continuato - ci proponiamo di dare fondamento democratico e popolare a favore del proseguimento dell'azione del suo governo e affinché possa proseguire nella strada delle riforme anche nella prossima legislatura".
Montezemolo, che ha reso omaggio alla saggezza e all'equilibrio di Giorgio Napolitano nell'aver scelto Monti come premier, ha criticato quei politici che dopo aver contribuito con posizioni di responsabilità al governo del Paese ora criticano l'operato del'esecutivo "come se arrivassero da Marte o da un altro pianeta", ha sottolineato con trasparente riferimento a quanto affermato l'altro giorno dall'ex premier Silvio Berlusconi.
"Non esiste alcuna alternativa ad un vasto schieramento civico, economico, associativo e politico per la ricostruzione nazionale", ha detto Montezemolo. Per il presidente della Ferrari bisogna lavorare tutti insieme "alla ricostruzione economica, civile, etica" del Paese in modo da sfuggire al rischio di due alternative nefaste. Da un lato, ha detto Montezemolo "la politica con le sue vecchie e fallimentari proposte, e di là, ancora peggio, chi pensa di dover distruggere tutto".
"Questo movimento civico vuole essere centrale rispetto ai problemi senza cercare definizioni sulla base di categorie ideologiche che non esistono più", ha osservato. "Già si vedono formarsi alleanze - ha avvertito - che al loro interno contengono tutto e il contrariio di tutto, che danno peso alle componenti più ideologiche e populiste: con questo modo di fare non si va da nessuna parte".
"La prossima dovrà essere una legislatura costituente" in cui "uno Stato che rispetta i cittadini, e non li tratta da sudditi, otterrà il rispetto degli stessi cittadini", ha affermato il leader di ItaliaFutura.
Montezemolo ha sottolineato almeno tre punti come riforme da introdurre: "meno parlamentari, riforma degli enti locali e la regolazione del conflitto di interessi. E' tutta l'architettura del Paese - ha osservato - che deve essere riconsiderata".
E tutto questo dopo "vent'anni della retorica di destra e di sinistra che non ha prodotto le scelte che servono" e per questo il Paese rischia "la paralisi e il declino" una prospettiva che dopo le prossime elezioni comunque non ci possiamo permettere.
Nel suo intervento il presidente della Ferrari ha sottolineato alcune priorità come la necessità "di un meccanismo automatico che destini i proventi della lotta all'evasione fiscale a favore di una riduzione della pressione fiscale" oltre a misure volte ad alleggerire il fardello burocratico che pesa sulle piccole e medie imprese.
Per Montezemolo, inoltre, "lo Stato è coinvolto in troppe attività" molte delle quali devono essere semplicemente privatizzate a cominciare da certe municipalizzate che servono solo come "poltronificio per politici trombati".
"Sono tutte cose più che fattibili - ha assicurato - la riduzione del debito, della spesa pubblica, la lotta all'evasione e l'alleggerimento delle tasse non sono problemi irrisolvibili e bisogna respingere quella retorica secondo cui i problemi italiani derivano dallo scarso senso civico del Paese, che in realtà è un alibi per il fallimento di una classe dirigente politica ed amministrativa".
Poi, rispondendo ai giornalisti a margine della convention, ha chiarito: "Non mi candido e non chiedo niente per me". E a chi gli chiedeva se la sua proposta possa essere definita di 'rottamazione' degli ultimi vent'anni di storia politica italiana, ha risposto: ''Rottamazione è una parola che non mi piace" perché contiene una certa "mancanza di rispetto" ma "in sostanza sì".