21 maggio 2012

G8: imperativo ''crescita e lavoro''. Ma la partita si gioca in Europa

''L'imperativo e' creare crescita e lavoro'' sono le parole d'ordine che appaiono nella bozza conclusiva del vertice del G8 in corso a Camp David (Usa). Un percorso che comunque non deve avvenire a danno dei conti pubblici.

Se ne e' fatto interprete, all'avvio dei lavori della seconda giornata del G8, il presidente Usa, Barack Obama. Il padrone di casa, seduto insieme agli altri leader del G8, ha speigato che ''crescita e riduzione del deficit vanno insieme'' sottolineando come serva un pacchetto complessivo di misure equilibrate.
La palla passa ai leader dell'Eurozona, l'epicentro delle nuove tensioni finanziarie che rischia di frenare una quanto mai flebile ripresa mondiale. C'e' da affrontare la crisi del debito sovrano e lo spettro dell'uscita della Grecia dall'Unione Monetaria. Il premier britannico David Cameron ha parlato di ''buoni progressi''. Il presidente del consiglio Mario Monti spera di ''portare a casa qualcosa''. La Cancelliera tedesca Angel Merkel, ha parlato di ''una solida politica di bilancio legata ad iniziaive per la crescita''.
Ma la cancelliera non ha mancato di ricordare come le esportazioni tedesche nell'Unione siano ai minimi ventennali, insomma un modo per dire che la crescita economica della Germania non avviene spese degli altri partner europei.

Ci sono da ricomporre le differenza tra i big dell'Eurozona: la Germania non vuole deroghe al Fiscal Compact che disciplina le politiche di bilancio degli stati membri, la Francia il Fiscal Compact lo vorrebbe ridiscutere, l'Italia vorrebbe che la spesa per investimenti pubblici fosse esclusa, per un certo periodo di tempo, dai vincoli del Fiscal Compact. Poi ci sono le divisioni intra-Ue, tra chi sta nell'euro e chi vuole assolutamente rimanerne fuori. Lo si e' visto nel faccia a faccia tra il presidente francese Francois Hollande e il primo ministro britannico David Cameron. Cameron ha di nuovo bocciato la proposta di Hollande di introdurre una tassa sulle transazioni finanziare per sosstenere un pacchetto di stimoli economici a favore dei 27 paesi dell'unione europea.
Il no inglese non e' e' di poco conto perche' affossa uno dei cavalli di battaglia della vittoriosa campagna elettorale che ha portato Hollande all'Eliseo. L'oppozione inglese non e' trascurabile nemmeno dal punto di vista economico, arriva infatti da un paese che sta fuori dalla moneta unica ma la cui capitale, Londra, e' il maggiore Hub finanziario. Cameron ha invece dato il proprio sostegno al presidente francese, che certamente non e' solo in questa battaglia, all'idea degli Eurobond, basta che paghi l'Eurozona.
Ora l'appuntamento si sposta al prossimo vertice europeo del 23 maggio, dove sulla crescita si dovra' passare dalle parole ai fatti e tenere insieme Unione europea ed Eurozona

13 maggio 2012

Crisi, piano da 2,3 miliardi per il Sud. Monti: "Equità in primo piano"


Il governo presenta il piano anti-povertà per il Sud. Gli interventi interessano imprese, giovani e anziani. Le risorse vengono dalla riprogrammazione dei fondi per il Mezzogiorno per un valore di 2,3 miliardi di euro. Per la competitivita' e innovazione delle imprese la fase II del piano del governo di Azione Coesione investira' circa 900 milioni di euro. L'obiettivo, si legge nel documento approvato dal Cdm, è rifocalizzare il sostegno alla crescita e migliorare la qualita' della vita in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania.
Previsti poi oltre 4,4 miliardi di euro per tagliare del 50-60% i tempi 'biblici' della giustizia civile al Sud attivando prevalentemente il processo civile telematico in tutte le 8 regioni del Mezzogiorno.
Nell'ambito dell'inclusione sociale, il governo ha deciso di investire 400 milioni per la cura dell'infanzia. I risultati attesi da questo intervento sono 18 mila nuovi posti nido entro il 2015.
Il governo sceglie quindi di puntare sui giovani e con la fase II del Piano Azione Coesione prevede alla voce "giovani" interventi per 220 milioni di euro mirati alla lotta alla dispersione scolastica, al no profit per i giovani del Mezzogiorno, allo sviluppo dell'autoimpiego e imprenditorialita', ad iniziative per l'apprendistato e per quella condizione giovanile dei "senza studio e senza lavoro".
Sulla lotta alla dispersione scolastica nel Mezzogiorno, l'iniziativa del governo che sara' coordinata dal Ministero dell'interno, riorienta circa 77 milioni di euro concentrando gli interventi in oltre 100 micro aree ad alto tasso di dispersione. Le linee d'azioni prevedono sia la costruzione di piccoli impianti sportivi che la creazione di reti fra scuola ed altri soggetti pubblici. Circa 37,6 milioni, invece, saranno ritagliati per sollecitare il "No profit dei giovani nel mezzogiorno" da attivare attraverso bandi di gara per la promozione , i sostegno e il finanziamento di iniziative promosse ed attuate da enti del Terzo Settore.
Oltre 50 milioni invece saranno riorientati invece a favore dell'apprendistato e per consentire l'uscita dalla condizione giovanile 'ne' allo studio ne' al lavoro''. Il programma si prefigge di aumentare l'effettiva opportunita' di accdere a un'esperienza lavorativa per i giovani, di aumentare l'occupazione giovanile e la parteicpaizone dei giovani al mercato del lavoro, di aumentare la consapevolezza da parte delle imprese del valore della risorsa giovani.
Il piano del governo per il Mezzogiorno prevede poi 330 milioni di euro di investimento nella 'voce' relativa all'assistenza domiciliare integrata agli anziani per l'inclusione sociale. Tra gli obiettivi dell'intervento il miglioramento dei servizi socio-assistenziali esistenti con la creazione di nuovi a complemento del raggiungimento del target del 3,5% al 2015 di anziani presi in carico.


Gli interventi decisi dal governo pongono ''l'equita' in primo piano'' e aiutano a ''creare circuiti partecipativi di inclusione''. sottolinea il premier Mario Monti in conferenza stampa. "Lavoriamo per far crescere in Italia un'economia sociale di mercato altamente competitiva. Il rigore non e' certo finito, ma vogliamo dare il senso di una respirazione sociale e civile". Monti quindi spiega: "Il rigore che abbiamo chiesto al Paese non e' stato un cedimento a logiche e politiche decise da altri e in altri luoghi, ma e' esattamente l'opposto, cioe' l'invito a condividere uno scatto di orgoglio, di assunzione di responsabilita' in Italia da parte degli italiani per un futuro migliore. Ci sono molti modi nel mondo contemporaneo per diventare colonie di altri Paesi o nel sistema internazionale: noi amiamo il sistema internazionale, siamo protagonisti attivi dell'Europa, condividiamo le regole dell'Europa, ma vogliamo tenere lo stesso grado di autonomia e di decisione responsabile nel quadro europeo che hanno gli altri Paesi e che eravamo sul punto di perdere".
"Mi fa piacere leggere che il vicepresidente Rehn dica che non c'e' bisogno di una nuova manovra" afferma poi il presidente del Consiglio. E spiega: "L'obiettivo era il pareggio di bilancio in termini strutturali e tutte le misure sono state introdotte, approvate e hanno ottenuto il riconoscimento della Commissione e le stime non includono i proventi attesi dalla lotta all'evasione e da quei proventi ci aspettiamo un contributo ulteriore al consolidamento dei conti".
Il premier ribadisce che l'Europa deve agire ''per promuovere di piu' la crescita''. Ma ''l'Europa - sottolinea Monti - a saperla leggere, da' margini di crescita e lavoro che non sono utilizzati e conosciuti''.Il premier puntualizza poi che il governo "ha deciso queste cose non perche' ce le hanno chiesto i partiti ma perche' lo chiede la societa'''. Monti ha poi voluto sottolineare che il piano varato oggi ''non e' un cambio di marcia'' dell'esecutivo perche' l'attenzione alla crescita e all'equita' erano ''iscritte, incastonate anche nelle cose piu' dure che abbiamo dovuto proporre e imporre, con la lodevole e apprezzabile partecipazione dei partiti''.
Monti annuncia inoltre che l'Italia potrebbe presto negoziare un accordo bilaterale con la Svizzera, come quello intercorso tra Germania e Confederazione elvetica, per il rientro dei capitali.
Il governo quindi risponde con interventi concreti a chi chiede crescita e ripresa economica, proprio nel giorno in cui si moltiplicano e diventano sempre piu' preoccupanti gli attacchi ad Equitalia. Il premier si astiene da ogni commento e annuncia per giovedi' prossimo una visita alla sede dell'Agenzia delle Entrate. "Faro' dichiarazioni in quel momento''. "Dicono che sono freddo, ma sui problemi mi accaloro - ha affermato Monti in conferenza stampa - e sulle persone che con poverta' di mezzi in questa fase, ma con ricchezza di entusiamo, questi problemi affrontano".
Anche il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, è intervenuta per spiegare il senso degli interventi varati in Cdm. "Bisogna aiutare le regioni meridionali a spendere meglio. Spesso o non sono capaci di farlo o lo fanno male. E invece e' cruciale per lo sviluppo del Sud aiutarle a spendere meglio".
Il ministro Fornero ha voluto anche sottolineare come un maggiore affidamento ai servizi domiciliari ''aiuterebbe anche a contenere la spesa sanitaria''. Ma non solo. Un maggior ricorso a questi servizi puo' favorire il lavoro delle donne. ''Quante volte sentiamo dire che le donne non possono lavorare perche' hanno genitori anziani da curare o bambini da accudire''.
Il piano varato dal Governo prevede 50 milioni che ''dovrebbero permettere la sperimentazione su basi nuove di forme di contrasto alla poverta''' spiega ancora Fornero ricordando di ''essere favorevole, sul piano personale, al reddito minimo ma i vincoli di bilancio non lo consentono''. ''E' una sperimentazione intelligente di contrasto alla poverta' assoluta che avverra' in collaborazione con i comuni sopra i 250mila abitanti. La poverta' e' maggiore nelle aree urbane, nelle grandi citta' del Sud ma anche del Nord'', ha detto Fornero specificando, pero', che l'assistenza che viene prestata e' finalizzata a ''far trovare una strada alle persone in difficolta''.
''Ti diamo assistenza -argomenta Fornero - ma vogliamo aiutarti a trovare una strada, non ti diamo 50 euro per spenderli al supermercato come ti piace ma nell'ambito di un intervento per mettere le persone su percorsi per renderle meno poveri''.
Quello varato oggi, ha quindi puntualizzato il ministro, ''non e' un grande piano che coinvolge tutti ma un piano che coinvolge cinque Regioni''. Tuttavia, questo puo' essere ''un punto di avvio di un piano molto piu' vasto'' e che ''ci puo' avvicinare a Paesi che di questo fanno segno di civilta''.
Il ministro per la Cooperazione e l'integrazione Andrea Riccardi ricorda come le decisioni del governo abbiano "una ricaduta sul lavoro e sulla condizione della donna". "Il nostro obiettivo e' la famiglia italiana infrangilita e dentro la famiglia si nascondono poverta' nascoste".



Monti: "Nel Paese forte tensione sociale"


Per l'Italia la guerra è solo un ricordo, ma il presente è segnato da forti tensioni sociali". Lo dice il premier Mario Monti a Rondine (Arezzo), sede della Cittadella della Pace, l'associazione che dal 1997 si occupa di far dialogare giovani provenienti da paesi tra loro nemici. Le tensioni sociali sono dovute "alla mancanza di lavoro, a difficoltà nel fare impresa -aggiunge Monti- ma anche a una crisi profonda, generata da rapide trasformazioni e dall'inevitabile disorientamento che queste comportano".Di fronte alla crisi comunque "non bisogna arrendersi, occorre uno sforzo comune che deve basarsi su un'equa ripartizione del carico, sulla base delle possibilità di ciascuno". Questa, afferma invitando a "reagire insieme", "è la via di uscita, sia sul piano personale che su quello della collettività".
In questo stato di cose "è inevitabile il disagio sociale" e di fatto "l'insicurezza provoca il ripiegamento su se stessi". Monti però trova parole di incoraggiamento rivolto alla platea di giovani: è vero "l'Italia ha talvolta una sfiducia ingiustificata in se stessa" ma è un paese "molto forte per quanto riguarda il soft power, un potere che rende l'Italia capace di saper parlare a tutti in modo amichevole, di saper suscitare in tutti, anche tra gli opposti nemici, caratteristiche di buon senso". E questo lo sa fare "tranne nei momenti in cui è presa da una crisi di sfiducia in se stessa, sfiducia ingiustificata", dichiara il premier.
Poi con ironia dice: "questo è un luogo per la risoluzione dei conflitti della convivenza con il nemico. A me sta capitando di fare questo nel mondo politico italiano: faccio stare a tavola forze politiche che si sono combattute e che lavorano per il bene del Paese". E aggiunge: "Sotto una crosta di animosa e legittima battaglia politica c'è un interesse per il bene del Paese. E questo sta venendo alla luce, pur con qualche difficoltà. Bisognerebbe mandare Rondine a Roma".
Riguardo all'Europa sottolinea che l'Ue "è ancora un modello di grande importanza ma sta facendo passi indietro". Il compito dell'Italia è "di contribuire, come paese fondatore e con un'opinione pubblica tendenzialmente favorevole a rimediare ai passi indietro e a fare passi avanti".
Monti parla ancora di immigrazione lanciando innanzitutto il monito a "non alimentare pregiudizi". Il punto di partenza è che "i fenomeni immigratori di vasta portata ci trovano spesso impreparati" ma "dagli esodi forzati non può nascere serenità". Il premier fa quindi riferimento a "pre allarmi di possibili aumenti degli sbarchi a seguito della situazione in Siria. Non si può pensare che cessino per miracolo gli arrivi dalla sponda sud del Mediterraneo".
E alla domanda di una studentessa indiana che gli chiedeva un commento sulla valore della parola 'tolleranza', il presidente del Consiglio risponde: "Gli altri non vanno visti come nemici ma come possibili e immediati alleati".

la Bundesbank avverte Hollande, il fiscal compact non si tocca


Mentre il cancelliere tedesco auspica un partnership robusta con la Francia del dopo sarkozy, dalla Bundesbank arriva un messaggio inequivocabile su quale sia la posizione della Germania. D'altronde il presidente della potente Buba, Jens Weidmann, e' stato il consigliere economico della Merkel fino a un anjo fa. In una intervista alla Sueddeutsche Zeitung, Weidmann lancia un chiaro monito a Francia e Grecia. A Parigi dice che il fiscal compact non si tocca mentre ad Atene ricorda l'obbligo di rispettare gli impegni altrimenti la Grecia rischia di vedersi sospendere gli aiuti.
''Qualsiasi ipotesi di modifica dello statuto della Bce sarebbe molto pericoloso'' ha detto Weidmann rispondendo alla richiesta di commentare la proposta del nuovo inquilino dell'Eliseo Francois Hollande. ''Crescita economica e dell'occupazione sono il risultato delle attivita' mentre la Bce deve contribuire alla stabilita' dei prezzi'' ha ricordato Weidmann.
Poi il dossier Grecia. ''Non c'e' nessun diktat da parte della Germania - ha detto - ma se Atene non rispetta gli impegni sara' una decisione democratica con la conseguenza pero' che verrebbero sospesi i programmi di aiuti''.
Sull'ipotesi di un ritorno dei greci alla dracma, il presidente della Bundesbank e' categorico: ''Le conseguenze sarebbero ben peggiori per i greci che per il resto dei cittadini dell'area euro''.

Sacconi, potenziare vocazione all'internazionalizzazione

''L'Italia puo'' e deve ripartire dal suo Nord Est perche' in esso, piu' che altrove, si rinvengono un ancor forte legame con i valori della tradizione e una diffusa vocazione all'internazionalizzazione, via necessaria per crescere raggiungendo consumatori emergenti lontani''. Cosi' l'onorevole Maurizio Sacconi, a margine del convegno a Trebaseleghe della fondazione Magna Carta. L'ex ministro ha ricordato come ''la nuova associazione aderente alla Fondazione Magna Carta di Gaetano Quagliariello si dedichera' al binomio tradizione-internazionalizzazione come gia' oggi ha fatto con riferimento alla leva del credito. Famiglia e comunita' territoriale costituiscono gli elementi della tradizione che possono ancora consentire la nascita di nuove imprese, la coesione sociale nelle difficolta', la proiezione internazionale attraverso una adeguata dotazione di capitale umano e un supporto finanziario fondato sulla prossimita' che consente valutazioni piu' efficaci del merito di credito''. ''In questa visione - ha concluso Sacconi- si collochera' anche il principale strumento della associazione, la ''Scuola per il Bene Comune'' rivolta alla educazione morale e professionale dei nuovi amministratori della cosa pubblica in un tempo di straordinari cambiamenti''.

10 maggio 2012

Lavoro, salario base per co.co.pro e assegno di disoccupazione

Salario di base per i cocopro e assegno di disoccupazione. Le proposte di modifica sono contenute nel pacchetto di 16 emenadmenti presentati dai relatori al ddl lavoro, Tiziano Treu (Pd) e Maurizio Castro (Udc). Il compenso dei lavoratori a progetto, si legge nell'emendamento, ''deve essere adeguato alla quantita' e qualita' del lavoro eseguito e non puo' comunque essere inferiore, in proporzioni di durata del contratto, all'importo annuale determinato periodicamente con decreto del ministero del Lavoro''. Come riferimento vengono assunti da un lato gli emolumenti minimi del lavoro autonomo e dall'altro nel settore privato, lo stipendio sara' frutto della media dei due risultati.
Per quanto riguarda l'assegno di disoccupazione i relatori spiegano che per un disoccupato che ha lavorato per 6-12 mesi l'una tantum dovrebbe aggirarsi intorno ai 6.000 euro nell'anno successivo. La misura sara' sperimentale, per il prossimo triennio. Il totale delle risorse per i cocopro, con i nuovi interventi dei relatori, dovrebbero superare i 100 milioni di euro complessivi.
''Ai cocopro che hanno visto aumentare il carico retributivo di sei punti -spiega Treu- non solo garantiamo il salario di base, per cui non ci perdano, ma e' prevista anche qualcosa se perdono lavoro. Il nostro obiettivo era arrivare subito alla mini Aspi'' dice Il relatore ''ma al momento non e' possibile e quindi ci saranno due fasi: nella prima si rafforza molto l'attuale 'una tantum', per la disoccupazione.
Con il vecchio sistema, dice Treu, ''si prevede poco ed era molto difficile'' accedere all'assegno. Con la nuova norma ''se uno lavora da sei mesi a un anno dovrebbe prendere 6.000 euro''. Alla fine dei tre anni, di sperimentazione, ''si fara' una verifica e prospettiamo la trasformazione della una tantum in mini Aspi''.
Arriva inoltre il tetto che mette al sicuro dalle false partite iva: il limite minimo viene fissato a 18.000 euro di reddito lordo annuo. ''Abbiamo lievemente emendato le misure e le caratteristiche degli indici di rischio previsti'', spiega Castro. Nella formulazione prevista dal ddl, ricorda il relatore, si prevede che le partite iva vengono considerate collaborazioni coordinate e continuative nei casi in cui sussistano sue dei tre seguenti presupposti: collaborazione con durata superiore ai sei mesi nell'arco di un anno, corrispettivo derivante dalla collaborazione superiore al 75% del reddito totale annuo, postazione di lavoro presso la sede del committente. Con la proposta di modifica si passa a otto mesi e 80%.
Inoltre, spiega il relatore, ''nel caso in cui vi sia un percorso formativo o professionale significativo, in presenza di un reddito complessivo da lavoro autonomo annuo lordo non inferiore a 18.000 euro, vengono escluse tutte le presunzioni''.
Fra le novità del ddl lavoro, tornano i voucher per le imprese commerciali e gli studi professionali. L'emendamento presentato, che ''ripristina'' la possibilita' cancellata con il disegno di legge, ''rappresenta il frutto di un'intesa raggiunta tra i partiti della maggioranza e governo, si tratta di emendamenti che non sono frutto della sola intesa politica tra partiti ma anche da parte del governo''.
Per quanto riguarda i voucher in agricoltura, invece, ''abbiamo ribadito la piena agibilita' ma precisando che non si puo' fare ricorso allo strumento nel caso in cui il titolare sia gia' un lavoratore iscritto nei relativi elenchi''. Novita' anche per il lavoro stagionale, ''con l'estensione dell'area di esonero dal contributo Aspi dell'1,4% ai lavoratori stagionali identificati come tali dalla contrattazione collettiva'' dice Castro.
E per il lavoro intermittente (call on job), ''si potra' sempre procedere all'assunzione tramite chiamata per gli under 25 e per gli over 55. ''Abbiamo inoltre previsto che la chiamata si realizzi anche tramite un sms; nel caso di prestazioni integrate fino a 30 giorni basta un solo sms per tutto il ciclo''. Le sanzioni per l'omissione della relativa comunicazione viene ridotta, passa da 1.000/6.000 attuali a 400/2.400.
Il viceministro del Lavoro, Michel Martone, assicura infine che i bonus di produttivita' saranno presto sbloccati e annuncia un emendamento che sara' presentato dal governo al ddl lavoro. Il confronto con il relatori, sottolinea Martone, ''e' stato proficuo. E' stato fatto un discorso importante, anche sulla contrattazione di secondo livello e incentivi a produttivita. Da questo punto di vista la posizione e' di ampio respiro, soprattutto in questo momento di crisi economica. Si tratta di una misura che rappresenta uno sforzo molto importante per gli incentivare il merito''.

8 maggio 2012

Boom di 'grillini' e Orlando, Verona a Tosi Napolitano: 'Riflettere sulla governabilita'

Verona alla Lega, con la riconferma del sindaco uscente Flavio Tosi. La Spezia con Massimo Federici, Pistoia dove è stato eletto sindaco Samuele Bertinelli e Brindisi con Cosimo Consales al centrosinistra. Il centrodestra si riconferma a Lecce, con il sindaco Paolo Perrone e a Gorizia dove è riconfermato il sindaco uscente Ettore Romoli.
Questo il quadro del primo turno delle comunali nei comuni capoluogo. Stamane è stato bloccato lo scrutinio per le elezioni a Catanzaro, dove sarà l'Ufficio centrale elettorale del Tribunale a risolvere le contestazioni che sono state sollevate in due sezioni.
"Dalle elezioni - ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano commentando con i giornalisti le elezioni comunali di ieri - escono "motivi di riflessione per le forze politiche e per i cittadini sul rapporto con la politica e sui problemi di governabilità oggi a livello locale". Sul "boom di Grillo", Napolitano replica: "Di boom ricordo solo quello degli anni Sessanta in Italia; altri boom non ne vedo".
I risultati finora vedono in vantaggio il candidato sindaco del centrodestra, Sergio Abramo, ma ovviamente i dati non sono ancora ufficiali. Al ballottaggio vanno 19 capoluoghi: Genova, Palermo, Parma, Monza, Cuneo, Piacenza, L'Aquila, Frosinone, Agrigento, Trapani, Trani, Isernia, Rieti, Lucca, Asti, Alessandria, Como, Belluno e Taranto. L'analisi del voto vede la crisi del Pdl e della Lega e il boom dei 'grillini' del Movimento Cinque Stelle che vanno addirittura al ballottaggio a Parma. A Palermo torna in grande stile Leoluca Orlando, vicino al 48%.
Al secondo turno se la vedrà con il Pd Fabrizio Ferrandelli che però ha raccolto solo il 17%. A Genova il 20 e 21 maggio il candidato del centrosinistra, Marco Doria, che ha ottenuto il 48,3% dei consensi, troverà al ballottaggio il candidato del Terzo Polo Enrico Musso, che ha ottenuto il 15%. Ma la vera sorpresa del voto genovese è il risultato del candidato del Movimento 5 Stelle, Paolo Putti, che ha ottenuto il 13,9%, superando il candidato sostenuto dal Pdl Pierluigi Vinai, fermo al 12,7%. Il Pd si conferma con il 24% primo partito della città, anche se in calo. Il movimento dei 'grillini' è il secondo partito. Infine a Parma, la città delle proteste che hanno costretto alle dimissioni l'ex sindaco Pietro Vignali, travolto dai guai giudiziari della sua Giunta e dal debito record di oltre 600 milioni di euro, il Movimento 5 Stelle sfiora il 20% con Federico Pizzarotti. Sarà lui, bancario alla prima esperienza elettorale in città, l'avversario al ballottaggio del 'collaudato' Vincenzo Bernazzoli (39,2%), l'attuale presidente della Provincia sostenuto dal centrosinistra

Crisi: Idv, unica soluzione per sopravvivenza Paese e' riduzione tasse

''I dati diffusi oggi dal gruppo Cerved, sul numero sempre piu' alto di fallimenti, registrano un vero e proprio allarme nel mondo dell'impresa italiana''.
E' quanto dice in una nota Antonio Borghesi, vicepresidente dei deputati dell'Italia dei Valori.
''E' evidente - aggiunge Borghesi - che le misure del governo Monti non sono sufficienti ad arginare la crisi ed anzi alcune di esse hanno disastrosamente aggravato la situazione delle imprese. Non si contano le proposte che Italia dei Valori ha presentato allo scopo di agevolare l'attivita' delle imprese, nel tentativo di sbloccare l'attivita' produttiva del Paese. E' ora che il governo si decida a considerarle perche' uno sgravio fiscale per le imprese rappresenta la ''conditio sine qua non' per la sopravvivenza del settore e, dunque, del Paese''

Amministrative: Di Biagio (Fli), vince sfiducia, partiti sono zavorre

''Lo scenario desolante che emerge dai voti delle amministrative mette in luce il fatto che l'unica vittoria e' quella della sfiducia italiana, ringalluzzita da una frenesia antipolitica senza precedenti, dove i partiti diventano una zavorra''. Lo dichiara in una nota Aldo Di Biagio, deputato Fli.
''L'antipolitica si trasforma in antipartitismo, - spiega - dove i programmi e le progettualita' dei singoli sono viste piu' come vincoli che opportunita' e questo approccio e' tipico del voto di protesta. L'estrema frammentazione e la dispersione di voti, alcuni catalizzati dall'antipolitica urlata, hanno determinato lo sfascio ma attraverso queste ceneri e' possibile scrutare il futuro della politica italiana''.
Di Biagio conclude: ''Di certo il futuro del Paese non sara' vincolato al partitismo della seconda repubblica ma indirizzato alla primazia di una compagine unica di moderati e riformisti di buon senso, gli unici in grado di riprendere con forza le redini del Paese''.

Comunali:Pd,in testa nei capoluoghi

 Pd ''e' avanti nella stragrande maggioranza dei Comuni capoluogo e con piu' di 15.000 abitanti e in alcuni casi si puo' vincere al primo turno''. E' la prima valutazione che il responsabile Enti locali del Pd Davide Zoggia da' in base ai risultati a disposizione del Partito Democratico.
'E' un voto a meta' strada tra la disgregazione greca e la speranza francese. Il centrosinistra emerge come unico polo politico di governo, quasi ovunque''. Lo dice in un'intervista a La7 Massimo D'Alema.
Il Pd ora secondo il presidente del Copasir si ''trovera' a essere l'unico partito nazionale, con responsabilita' di governo molto accresciute e in una situazione molto difficile''

7 maggio 2012

Amministrative, affluenza in calo Si vota in quasi mille comuni

Italia al voto per eleggere i sindaci e rinnovare i Consigli comunali di oltre 800 municipi, fra cui quelli di Palermo e Genova, le uniche città coinvolte nella tornata elettorale a superare il mezzo milione di abitanti.Le urne hanno riaperto questa mattina alle ore 7 (dopo aver chiuso ieri sera alle 22) e rimarranno aperte fino alle ore 15. Le operazioni di scrutinio avranno inizio subito dopo la chiusura della votazione e l'accertamento del numero dei votanti. In caso di ballottaggi, si voterà domenica 20 maggio, sempre dalle ore 8 alle ore 22, e lunedì 21 dalle ore 7 alle ore 15.
AFFLUENZA IN CALO. Alle 22 di ieri aveva votatoil 49.98% degli aventi diritto in calo rispetto al 54,8% della tornata precedente. A rendere noti i dati il ministero dell'Interno.
Nelle regioni a statuto ordinario sono 768 i Comuni interessati, di cui 22 capoluoghi di provincia: Alessandria, Asti, Cuneo, Como, Monza, Belluno, Verona, Genova, La Spezia, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, L'Aquila, Isernia, Brindisi, Lecce, Taranto, Trani e Catanzaro, cui vanno aggiunti, per la regione a statuto speciale della Sicilia, quelli di Palermo, Trapani e Agrigento, nonché Gorizia per il Friuli-Venezia Giulia.
In totale, dunque, i capoluoghi di provincia chiamati al voto sono 26.
I dati definitivi sul corpo elettorale sono riferiti al 15° giorno antecedente la data delle votazioni. Le elezioni nei 769 Comuni di Regioni a statuto ordinario interesseranno 7.198.326 elettori, di cui 3.464.185 maschi e 3.734.141 femmine, mentre saranno complessivamente 8.645 le sezioni elettorali

6 maggio 2012

Previdenza: le Casse di nuove generazione davanti alla riforma welfare

Affrontare il nodo delle pensioni agendo sui punti critici della previdenza ''a contributivo'', proprio mettendo a frutto l'esperienza di 15 anni di gestione. Questa la sfida che presenteranno i cinque presidenti degli Enti di previdenza dei professionisti di nuova generazione, giovedi 10 maggio alle 15:50, all'interno della Giornata nazionale organizzata a Milano a Piazza Affari.

Sergio Nunziante (Cassa Biologi), Mario Schiavon (Cassa Infermieri), Florio Bendinelli (Cassa Periti industriali), Arcangelo Pirrello (Cassa Pluricategoriale) e Angelo Arcicasa (Cassa Psicologi) mettono sul piatto della bilancia le proposte per riequilibrare la previdenza privata nata con il metodo contributivo: dalla pensione di base al miglioramento del tenore di vita nella terza eta' con una assistenza specialistica mirata; dalla gestione intelligente dei servizi alle politiche di sostegno della professione, perche' solo laddove c'e' reddito, c'e' anche spazio per un vero risparmio pensionistico.
A confrontarsi con le cinque Casse di nuove generazione Tiziano Treu (Pd), vicepresidente della Commissione lavoro e previdenza sociale al Senato, e Antonino Lo Presti (Fli), vicepresidente della Commissione bicamerale e portabandiera della miniriforma della previdenza privata per li¦aumento della adeguatezza delle pensioni.

Trionfo di Hollande, Sarkozy ko La Francia svolta a sinistra

Francois Hollande è il nuovo presidente francese. Con le urne chiuse alle 18, tranne che nelle grandi città, i primi dati non definitivi, ma su cui ormai nessuno ha più dubbi rivelano che al ballottaggio il socialista è riuscito a tenere dietro Nicolas Sarkozy. Per il socialista le proiezioni della prima ora danno la vittoria con il 52-53,3% di preferenze. Stesso verdetto dai primi exit poll delle 20 che parlano di percentuali intorno al 52%. Un dato che non lascia aperta la porta a rimonte per Sarkò. Che ha già annullato la festa con i suoi sostenitori prevista a Place de la Concorde ed ha annunciato che lascerà la guida dell'Ump: "Torno ad essere un francese fra i francesi, sono l'unico responsabile di questa sconfitta", ha detto l'ormai ex presidente salutando i suoi sostenitori nella sala della Mutualité a Parigi Tornando ai dati tutti i grandi istituti di sondaggio citati dai media belgi e svizzeri il candidato socialista Hollande sarebbe in testa con una percentuale di preferenze compresa tra il 52,5 ed il 53% dei voti.

Circa 46 milioni gli elettori chiamati oggi alle urne in Francia dove le operazioni di voto sono iniziate questa mattina alle 8. Alle 17 ha votato il 71,96 per cento degli aventi diritto. La percentuale è più alta rispetto al primo turno, più bassa rispetto al 2007.
Sarkozy ha votato verso le 11.30 in un liceo del XVI arrondissement a Parigi. Al suo arrivo, accompagnato dalla moglie Carla Bruni, il presidente uscente è stato accolto calorosamente da una folla che lo ha applaudito. Più mattiniero Hollande che ha espresso il suo voto circa un'ora prima a Tulle, in Corrèze, accompagnato dalla compagna Valerie Trierweiler e accolto da un bagno di folla.
Il primo esponente politico di spicco a votare è stato tuttavia Francois Bayrou. Ha già votato anche l'ex candidato del Front de Gauche Jean-Luc Mèlenchon che ha confermato il suo sostegno ad Hollande: "Conoscete la regola? Al primo turno si sceglie, al secondo turno si elimina, sono andato ad eliminare!", ha detto ai giornalisti all'uscita dal seggio a Parigi.
Marine Le Pen, candidata del Front National, ha votato nel Pas-de-Calais ribadendo la sua scelta: "Avevo detto chiaramente che avrei votato scheda bianca, non ho l'abitudine di cambiare parere".
Bernadette Chirac ha votato per sé e per il marito Jacques Chirac a Sarran, in Corrèze. La ex 'première dame', strenua sostenitrice di Nicolas Sarkozy, ha espresso l'auspicio di vederlo "rieletto fin da stasera". "Oggi è il suo giorno. Vincerà", ha dichiarato. Più volte negli ultimi mesi era emersa l'intenzione di Jacques Chirac di appoggiare Francois Hollande.
I francesi dei territori d'Oltremare hanno votato ieri scegliendo come nuovo presidente François Hollande che risulta in testa. Secondo l'emittente belga RTBF Hollande avrebbe ottenuto il 65% a Saint-Pierre e Miquelon; 68,5 in Martinique, il 72% in Guadeloupe, il 62% nella Guyana francese e il 51 a Saint-Martin. Il quotidiano belga 'Le Soir' titola 'Hollande dato per vincitore in Martinique e Guadeloupe'.



La campagna è stata seguita anche all'estero con attenzione per l'impatto che l'esito del voto avrà all'interno dell'Unione Europea.

Casini chiede un chiarimento a Pd e Pdl Replica Bersani: "Noi non tramiamo"

Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini chiedera' un incontro a Bersani e a Berlusconi per capire se intendono sostenere il governo Monti dopo le recenti affermazioni sulle scelte di politica fiscale. "Io mi rendo conto di essere in minoranza, ma ormai e' il mio destino: ero in minoranza con Prodi, ero in minoranza con Berlusconi e restero' in minoranza anche adesso ma io le promesse e la demagogia fiscale ritengo che siano un tumore per il Paese". Di qui l'annuncio di un prossimo incontro con i leader del Pd e del Pdl. "Finiamo la campagna elettorale, poi parliamo seriamente di tutto -ha aggiunto Casini, a margine del congresso delle Acli- chiedero' un appuntamento a Bersani e a Berlusconi per sapere se vogliono sostenere il governo e se vogliono andare avanti o se ogni giorno vogliono trovare un modo per distinguersi". "Io credo che bisogna continuare a rafforzare lo sforzo di Monti, che naturalmente sa bene come tutti noi che c'e' una pressione fiscale eccessiva, forse insostenibile, ma che questo avviene a causa dei tanti che non pagano le tasse", ha spiegato Casini. "Se ci fosse meno evasione ci sarebbe una pressione fiscale piu' compatibile per tutti -ha proseguito- per cui la prima cosa e' la lotta all'evasione fiscale, la seconda e' che se dalla lotta all'evasione si fara' un extra gettito, se la ripresa dell'economia funzionera', ci sara' un alleggerimento della pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese. Ma oggi non e' il momento delle promesse demagogiche con le quali questo paese e' arrivato dove e', cioe' vicino alla Grecia non solo geograficamente". Quanto al duro attacco che arriva dalal Lega, Casini è netto. "Cosa vuole che dica della Lega? Me la ricordo venti anni fa con il cappio, adesso e' finita con Belsito".

A stretto giro arriva la replica di Pier Luigi Bersani che smentisce le indiscrezioni secondo cui il Pd sarebbe pronto ad andare ad elezioni anticipate. Il segretario del Pd avverte che certe intenzioni non vanno attribuite ai democratici e conferma che l'orizzonte resta quello della scadenza naturale della legislatura nel 2013. "Vedo che anche Casini si dedica alla pretattica. Noi -sottolinea Bersani- non partecipiamo. Noi siamo gente che non trama alle spalle. Per noi si va al 2013. Chi ha intenzioni diverse non ce le attribuisca".
Nel Pdl invece i malumori restano più evidenti. Tanto che il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto avverte: "Per salvare il salvabile e anche per dare alcune risposte ad una societa' italiana che mai come oggi e'disperata, il segretario Alfano, con grande spirito costruttivo, ha avanzato una serie di proposte sull'Imu, sulla compensabilita', sulle riforme. Finite le elezioni amministrative, bisognera' riflettere in modo serio per senso di responsabilita'".