8 aprile 2012

Monti: mercato piu' flessibile con la riforma del lavoro

Una riforma "bilanciata" che "rende il mercato italiano più efficiente". Il premier Mario Monti torna a difendere la riforma del lavoro nel suo intervento di saluto alla cena con il presidente Shimon Peres a Gerusalemme. Rende, aggiunge, "il mercato del lavoro molto più flessibile a beneficio delle imprese e meno dualistico". "L'opinione pubblica italiana deve essere più matura di quanto si pensi - aggiunge il premier - perché stranamente il consenso è sceso gradualmente e molto lentamente, e in misura modesta. Più lentamente rispetto ad altre entità", nonostante "le dure misure prese" per far fronte alla crisi. "Il governo da me presieduto non è formato da personalità politiche ma è sostenuto dai tre maggiori partiti che prima non si parlavano e ora si parlano", nel segno di una "responsabilità nazionale" che molti all'interno e all'estero non accreditavano alla classe politica italiana. Con la riforma delle pensioni, prosegue Monti, "abbiamo elevato l'età pensionabile a 67 anni" e "secondo diversi esperti ora il sistema pensionistico italiano è strutturalmente il più solido d'Europa".
MONTI: DISMETTERE LE LENTI CORPORATIVE - Basta corporativismi. L'obiettivo del governo è quello di tutelare e promuovere i giovani, non solo con la riforma del lavoro appena varata, ma con tutta la politica finora messa in campo. Dal Libano, dove è in visita ai militari italiani, il presidente del Consiglio Mario Monti difende così l'operato dell'esecutivo, proseguendo nel confronto a distanza che negli ultimi giorni lo ha opposto al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. "L'Italia - ha detto - sta vivendo una fase di 'Strategic review', uno sforzo per riforme che comportano sì sacrifici, ma necessari per riportare il paese verso la crescita. Il lavoro per i giovani - ha assicurato - è lo scopo principale" della riforma "così come lo è tutta la politica economica del governo", ha scandito il premier proprio nel giorno in cui l'Istat ha certificato la perdita in tre anni di un milione di occupati tra i 15 e i 34 anni.