1 aprile 2012

Crisi, Cgia: nel 2011 fallite 11.615 aziende

Nel 2011 ben 11.615 aziende hanno chiuso i battenti per fallimento, un dato mai toccato in questi ultimi 4 anni di grave crisi economica. Un record che ci segnala quanto siano in difficoltà le imprese italiane, soprattutto quelle di piccole dimensioni. E' quanto evidenzia la Cgia di Mestre.
''La stretta creditizia, i ritardi nei pagamenti e il forte calo della domanda interna - segnala il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi - sono le principali cause che hanno costretto molti piccoli a portare i libri in Tribunale. Purtroppo, questo dramma non è stato vissuto solo da questi datori di lavoro, ma anche dai loro dipendenti che, secondo una nostra prima stima, in almeno 50.000 hanno perso il posto di lavoro''.
Ma, ricordano dalla Cgia, il fallimento di un imprenditore "non e' solo economico, spesso viene vissuto da queste persone come un fallimento personale che, in casi estremi, ha portato decine e decine di piccoli imprenditori a togliersi la vita".
''La sequenza di suicidi e di tentativi di suicidio avvenuta tra i piccoli imprenditori in questi ultimi mesi - prosegue Bortolussi - sembra non sia destinata a fermarsi. Solo in questa settimana, due artigiani, a Bologna e a Novara, hanno tentato di farla finita per ragioni economiche. Bisogna intervenire subito e dare una risposta emergenziale a questa situazione che rischia di esplodere. Per questo invitiamo il Governo ad istituire un fondo di solidarietà che corra in aiuto a chi si trova a corto di liquidità''.
E' la Lombardia a guidare la triste classifica dei fallimenti delle imprese nel 2011. Seguono Lazio, Veneto e Campania. In rapporto al numero di imprese attive è elevato il tasso di fallimento anche in Friuli Venezia Giulia e Marche. In totale, secondo il censimento della Cgia di Mestre, i fallimenti nel 2011 sono stati 11.615, ovvero 21,9 imprese ogni 10mila attive.