16 marzo 2012

Partiti, intesa su lavoro e giustizia Cgil frena: sull'Art.18 così non va

Intesa raggiunta nella notte su lavoro e giustizia tra i leader di Pdl, Pd e Udc e il premier Mario Monti. Dopo oltre cinque ore di trattativa a Palazzo Chigi Pier Luigi Bersani, Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini hanno detto sì a una riforma dell'Articolo 18 sul modello tedesco.
Accordo anche su un emendamento del governo su corruzione, intercettazioni e responsabilità civile dei magistrati. Nulla di fatto sulla Rai, tema rimandato a un nuovo vertice.
oddisfatto del risultato raggiunto, si dice Casini: "Stiamo andando verso la responsabilità e la solidarietà tra partiti diversi, per difendere l'Italia e salvarla dalla catastrofe economica", afferma in via Fani al termine della cerimonia per ricordare il sequestro Moro e l'uccisione degli uomini di scorta avvenuta il 16 marzo del 1978. "Ieri si trattava di combattere insieme contro il terrorismo - ricorda Casini - oggi di unirsi per combattere contro la crisi economica e per rilanciare il Paese".
Affrontando i principali temi oggetto del vertice di Palazzo Chigi, il leader dell'Udc afferma che, per quanto riguarda in particolare le questioni legate alla giustizia, "c'è grande fiducia nell'operato del ministro Severino. Abbiamo constatato che ci sono alcuni punti da risolvere: la legge contro la corruzione, perché serve al Paese e all'economia italiana; il tema delle intercettazioni telefoniche, che già sia Prodi che Berlusconi avevano affrontato senza però riuscire a condurre in porto la legge; la responsabilità civile dei giudici, perché su questo c'è stato un voto della Camera dei deputati". Sintetizza dunque Casini: "C'è un 'pacchetto' ed è importante che lo si affronti a 360 gradi, per quanto questo sia possibile".
Anche per il segretario del Pdl Alfano "è stato fatto un buon lavoro del quale sono soddisfatto. Adesso c'è da entrare nel merito dei singoli provvedimenti".
"Sulla riforma del mercato del lavoro - sottolinea l'ex Guardasigilli - mi pare che si vada avanti verso una flessibilità, verso una riforma dell'articolo 18, ma noi abbiamo un po' di recriminazioni perché pensiamo che dieci anni fa lo stavamo facendo noi e sono state portate in piazza un milione di persone. In questo modo l'Italia ha perso dieci anni". "Vediamo se questa riforma vedrà la luce. Noi confidiamo di sì. Di una cosa siamo preoccupati: le piccole e medie imprese non possono pagare il conto della riforma". Quanto al nodo Rai "siamo dell'idea che i partiti devono fare un passo indietro", afferma Alfano. "Non devono immaginare di potere fare una riforma della Rai solo per mettere le mani sulla Rai. Le leggi che ci sono si applicano e si va avanti rispettando le leggi che si sono".
Sul nodo non sciolto della tv pubblica torna anche Bersani ribadendo la richiesta di una ''nuova governance" perché ''se non si farà così noi non partecipiamo, non ci rendiamo responsabili". Quanto alla riforma dell'articolo 18 il segretario Pd è cauto: "Non siamo entrati nel dettaglio ma credo che ci possa essere una soluzione che preserva i suoi pilastri e li renda meglio applicabil". Ma "le decisioni le prenderà il governo con le parti sociali".
Ma proprio dal maggior sindacato, la Cgil, arriva su questo punto l'altolà. "Vedremo quali proposte saranno fatte. Quelle sentite fino ad ora dal governo non ci convincono e non vanno bene", dice il segretario generale Susanna Camusso parlando a Firenze a margine di un'iniziativa sindacale.
''Non ho notizie se non quelle giornalistiche su cosa si sono detti al vertice di ieri - chiarisce la leader sindacale - . Io continuo a pensare che la trattativa vada fatta con le parti sociali: quindi vedremo cosa ci dirà il governo al tavolo, martedì'' quando, ha specificato ''ci aspettiamo delle risposte''.