31 gennaio 2012

Lavoro: Damiano, dati Istat allarmanti. Serve tavolo governo-sindacati

''I dati Istat sull'occupazione sono allarmanti. Non solo aumenta la disoccupazione, ma diminuisce addirittura il tasso di attivita', vale a dire il numero di coloro che sono attualmente a lavoro''. Lo afferma Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera.
''Per quanto riguarda i giovani - continua Damiano - abbiamo un balzo nella disoccupazione dal 28 al 31%: una situazione che non si era mai vista in precedenza. Per questo assume sempre piu' importanza il tavolo di confronto fra governo e parti sociali sul mercato del lavoro. Quel che occorre al paese e' un grande patto sociale che metta a disposizione risorse per la crescita e renda piu' forti le tutele nel caso di disoccupazione o perdita del lavoro.
Ribadimo ancora una volta che per noi e' fuorviante l'idea di una modifica all'art. 18: in questa situazione rendere piu' facili i licenziamenti significa alimentare la tensione sociale''.
''Questi dati dimostrano che la cassa integrazione esercita un effetto di contenimento della disoccupazione: se i duecento tavoli di crisi del ministro Passera si trasformassero in tavoli di licenziamento ci ritroveremmo di fronte a una situazione ingovernabile. Quello che occorre e' invece un miglioramento delle indennita' di disoccupazione, che debbono essere di durata piu' lunga dell'attuale e con migliori coperture: ci auguriamo che il governo metta sul tavolo del confronto le risorse necessarie al fine di far acquisire al nostro stato sociale un profilo sempre piu' di stampo europeo'', conclude Damiano.

Istat: a dicembre disoccupazione all'8,9%. Senza lavoro a quota 2,24mln

Aumentano i senza lavoro in Italia. A dicembre, secondo i dati Istat, il tasso di disoccupazione sale all'8,9% con un aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a novembre e di 0,8 punti rispetto all'anno precedente. L'Istat rileva che a dicembre gli occupati sono 22.903 mila, un livello sostanzialmente invariato rispetto a novembre, in presenza di un calo della componente maschile e di una crescita di quella femminile. Nel confronto con l'anno precedente l'occupazione diminuisce dello 0,1% (-23 mila unita'). Il tasso di occupazione e' pari al 56,9%, stabile nel confronto congiunturale e in diminuzione in termini tendenziali di 0,1 punti percentuali. Il numero dei disoccupati, pari a 2.243 mila, aumenta dello 0,9% rispetto a novembre (20 mila unita'). L'incremento e' dovuto esclusivamente alla componente maschile. Su base annua si registra una crescita del 10,9% (221 mila unita'). Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,2% (-34 mila unita') rispetto al mese precedente. Il tasso di inattivita' si posiziona al 37,5%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,5 punti su base annua.




Entro giugno nuovo redditometro Evasione, recuperati 11,5 miliardi

Il nuovo redditometro sarà operativo entro la prima metà del 2012. Lo afferma il direttore dell'Agenzia delle entrate Attilio Befera, nel corso di un'audizione alla Camera. La sperimentazione, assicura Befera, si concluderà entro febbraio ed ''entro il primo semestre'' di quest'anno lo strumento sarà operativo. Lo scorso anno sono stati recuperati 11,5 miliardi di euro, grazie alla lotta all'evasione fiscale. Nel 2011, ricorda il direttore, sono state controllate ''40 milioni di dichiarazioni'' dei redditi che hanno portato a rimborsi per 1,7 miliardi di euro. Si è inoltre registrata un'accelerazioni dei rimborsi, che ''sono cresciuti del 60% rispetto all'anno precedente'', mentre i rimborsi Iva sono invece stati pari a 6 miliardi. Gli accertamenti assistiti da indagine finanziaria hanno raggiunto quota 11.500 e hanno portato a maggiori imposte accertate per un miliardo di euro.
Gli atti intimidatori contro Equitalia ''hanno superato 250, di cui 70 solo a gennaio''. l'Ad di Equitalia, Attilio Befera, nel corso di un'audizione alla Camera. Tali atti, sottolinea, hanno provocato ''demotivazione e paura'' tra i dipendenti con ''riflessi sui risultati''.
Intanto non si fermano le polemiche sui controlli a sopresa degli scorsi giorni in varie città. "L'Agenzia delle entrate ha tutti gli strumenti per incrociare le dichiarazioni dei redditi, gli usi di automobili e oggetti di alta opulenza. Per cui la lotta all'evasione si può fare anche senza spettacolarizzazione", ha detto oggi Renato Brunetta parlando del blitz anti evasione a Milano. "Se serve, ben venga per dare segnali, però non ci si può basare solo sulla spettacolarizzazioni", ha spiegato l'esponente del Pdl.

30 gennaio 2012

APPUNTAMENTI PER ANAGRAFE E PASSAPORTI: DA APRILE NOVITÀ AL CONSOLATO DI BUENOS AIRES

Dal prossimo aprile, gli appuntamenti per il servizio di anagrafe/stato civile/domanda passaporti al Consolato Generale di Buenos Aires saranno resi disponibili per la prenotazione con cadenza mensile.
Questo vuol dire, spiegano dal consolato, che il 15 di ogni mese sarà visualizzato il calendario dell’intero mese successivo (ad es. il 15 marzo 2012, si apriranno i turni dal 1 al 30 aprile 2012; il 15 aprile, si apriranno i turni dal 1 al 31 maggio 2012, etc).
L’apertura dei turni di mese in mese, chiariscono da Buenos Aires, consentirà una riduzione delle “assenze”- dovute alla difficoltà di programmare e mantenere un appuntamento prenotato con largo anticipo – e quindi un miglioramento del servizio, a beneficio della collettività.
Si ricorda che per l’iscrizione nello schedario consolare e gli aggiornamenti anagrafici (cambi di indirizzo, titolo di studio, professione) si potrà inviare al Consolato Generale - via posta o via fax (011 4114 4799) il relativo modulo scaricabile dal sito (http://www.consbuenosaires.esteri.it/Consolato_BuenosAires/Menu/In_linea_con_utente/Modulistica/), firmato e con copia di un documento dove compaia la firma del dichiarante (http://www.consbuenosaires.esteri.it/Consolato_BuenosAires/Menu/I_Servizi/Per_i_cittadini/Anagrafe/Anagrafe.htm).
Il connazionale con residenza e regolare iscrizione presso il Consolato e fascicolo personale in regola ed aggiornato potrà richiedere il rilascio del passaporto selezionando il servizio Domanda passaporti prioritaria (http://www.consbuenosaires.esteri.it/Consolato_BuenosAires/Archivio_News/2011_10_28.htm), le cui prenotazioni sono aperte ogni venerdì per i turni della settimana successiva.

LAVORO: ANGELETTI, VERA QUESTIONE NON E' ART.18

La ''vera questione'' non e' rappresentata dall'articolo 18, che va bene cosi' e che caso mai sembra ''un tentativo per confondere le acque'', ma dagli ammortizzatori sociali e dalla perdita di posti di lavoro causata dalla crisi e dalla recessione, dice il leader della Uil, Luigi Angeletti, in una intervista a Radio1. ''E' che cosa accade quando un'azienda deve ridurre il personale: quello e' il vero problema che abbiamo e che avremo nei prossimi mesi. Siamo in una fase nella quale rischiamo di perdere molte decine di migliaia di posti di lavoro'', afferma Angeletti. ''Ecco perche' credo che questa sia la vera questione, l'articolo 18 fa sorridere rispetto a questo problema. Sembra, come io temo, un tentativo per confondere le acque''. E rispetto alle ipotesi di non prevedere l'articolo 18 per i nuovi assunti, il segretario generale della Uil ritiene che sia ''il solito metodo di lanciare un'idea per vedere l'effetto che fa. Vedo piu' opinioni di chi scrive che del governo. E' il merito che non condividiamo. Per noi, per licenziare una persona ci deve essere un motivo e l'articolo 18 protegge proprio dal licenziamento senza alcun motivo giustificato''.

Morto Oscar Luigi Scalfaro

L'ex presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, e' morto nella notte a Roma. E' quanto viene confermato da fonti parlamentari. Nato a Novara il 9 settembre 1918, Scalfaro e' stato presidente della Repubblica dal 1992 al 1999. Ex magistrato, Scalfaro e' stato esponente di spicco della Democrazia Cristiana, nonche' ministro dell'Interno nel governo Craxi.

Tremonti,New deal per superare crisi

Per uscire dalla crisi l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, pensa sia necessario ''una cosa nuova ma antichissima: il New Deal di Roosvelt''.
''Credo che sia difficile andare avanti in questo modo - spiega Tremonti parlando a Milano in un convegno Aspenia-Ispi, a proposito dei provvedimenti internazionali per arginare la crisi - e quello che si sta decidendo serve solo a guadagnare tempo''.

Lavoro: governo e sindacati pronti a discutere di riforma senza art.18

La riforma del mercato del lavoro si fara' senza toccare l'articolo 18. Governo e parti sociali sono infatti praticamente d'accordo sulla necessita' di mettere mano al capitolo lavoro e, nonostante le voci di una possibile riforma della norma sulla giusta causa dei licenziamenti, in realta' le parti sono molto piu' vicine di quanto si pensi.
A condizionare certamente la trattativa e' stato l'atteggiamento del ministro del lavoro, Elsa Fornero che, forse per la natura tecnica dell'esecutivo e non per volonta' politica, ha cercato di impostare il rapporto con i sindacati senza troppo curarsi del rispetto dei ruoli. Cgil, Cisl e Uil, infatti, non hanno gradito la condotta del ministro ed hanno rispedito al mittente la disponibilta' a porre delle modifiche al testo gia' definito dallo stesso ministro.
A parte questo, pero', i sindacati forti delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Mario Monti, che ha confermato la volonta' dell'esecutivo di arrivare ad una riforma senza affrontare il tema dell'articolo 18, si dicono proponti a sedersi intorno al tavolo nel rispetto del proprio ruolo. Per Cgil, Cisl e Uil quella sull'articolo 18 e' piu' una discussione mediatica che - come sottolinea il leader della Cisl, Raffaele Bonanni - ''non risulta nella discussione col governo, anche se - aggiunge - l'esecutivo dovrebbe precisare la natura della propria proposta, in coerenza col clima che c'e' di cooperazione e anche con l'assetto parlamentare esistente''.
Uno dei nodi da affrontare sara' sicuramente quello della cassa integrazione che Cgil, Cisl e Uil continuano a chiedere. ''Vogliamo che la cig funzioni di piu' - spiega ancora Bonanni -, ha funzionato anche quella in deroga che e' l'unica che paga lo Stato e su quella si puo' trovare una soluzione attraverso il pagamento di contribuzioni assicurative come avviene per la ordinaria e la straordinaria''.
Per la leader della Cgil, Susanna Camusso sarebbe ''utile proporre un negoziato vero e non affidarsi a ricette preconfezionate il cui fallimento e' nei numeri della precarieta' e della disoccupazione. Siamo i primi - spiega Camusso - ad apprezzare che l'Italia sia tornata al tavolo dei grandi a sostenere sforzi per far ripartire il Paese, ma se ogni scelta presenta il conto solo al lavoro abbiamo il legittimo dubbio, anzi, la certezza, che si affronta il 'nuovo' con uno strumento antico e che il fine non sia far ripartire il paese ma 'salvare il soldato Ryan'. Se sara' cosi' non si salvera' l'Italia ma una sua piccola parte, che forse non ha bisogno di salvarsi, perche' lo fa gia' tra evasione, sommerso e lobbismo di ogni specie''.
Anche per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, i sindacati hanno le idee chiare. ''Abbiamo delle idee - spiega - e cercheremo di convincere il Governo che queste siano buone. Credo che l'unico cosa che il Governo debba chiarire e' se vuole fare un'intesa o meno cioe' se questa discussione e' finalizzata a trovare un accordo formale e quindi impegnativo per le parti oppure semplicemente a scambiare delle opinioni ed e' evidente che nel secondo caso non ci sarebbero vincoli ne' per il Governo ma neanche per noi''.
Per il leader della Uil ''l'argomento piu' spinoso non e' l'art.18 ma e' cosa accade quando un'azienda deve ridurre il personale, e' quello il vero problema che abbiamo e che avremo nei prossimi mesi e settimane. Siamo in una fase nella quale rischiamo di perdere molte decine di migliaia di posti di lavoro, e continuare a parlare dell'art.18 sembra un tentativo per confondere le acque''.

Camera, tagli a stipendi deputati: approvata riduzione di 1.300 euro


L'ufficio di presidenza della Camera ha deciso di "ridurre il trattamento economico dei parlamentari, tutti e 630, di 1.300 euro lordi. Il provvedimento è immediatamente operativo". Lo ha spiegato al termine dell'ufficio di presidenza il vicepresidente della Camera, Rocco Buttiglione. I deputati avranno quindi un taglio dello stipendio di circa "700 euro netti", ha aggiunto Buttiglione.L'ufficio di presidenza della Camera ha anche confermato, e reso immediatamente operativo, "il passaggio al sistema contributivo" per i deputati ed anche per i dipendenti di Montecitorio. "I parlamentari -ha chiarito Buttiglione- in questo modo percepiranno una pensione che è poco più della metà di quella attuale".
Deciso, infine, anche il taglio del 10 per cento l'indennità di carica. Si tratta di quelle indennità percepite da "figure apicali", come il presidente della Camera, i vicepresidenti, i questori e i presidenti di commissione.
Sempre sul fronte dei tagli, anche il governo accelera: il premier Mario Monti ha trasmesso al presidente del Senato, Renato Schifani, e al presidente della Camera, Gianfranco Fini, lo schema di provvedimento concernente il limite massimo retributivo dei dipendenti pubblici, previsto nel 'Salva Italia'".
''Il provvedimento -si legge nel comunicato- si fonda su due principi: 1) Il trattamento economico complessivo del primo Presidente della Corte di Cassazione diventa il parametro di riferimento per tutti i manager delle pubbliche amministrazioni. In nessun caso l'ammontare complessivo delle somme loro erogate da pubbliche amministrazioni potrà superare questo limite. 2) Per i dipendenti collocati fuori ruolo o in aspettativa retribuita, presso altre pubbliche amministrazioni, la retribuzione per l'incarico non potrà superare il 25% del loro trattamento economico fondamentale.
Oltre che per i parlamentari, il sistema contributivo pro-rata verrà applicato anche ai dipendenti di Montecitorio. "Nell'odierna riunione, l'Ufficio di Presidenza, sulla base degli indirizzi adottati lo scorso 14 dicembre in tema di riforma del trattamento pensionistico dei dipendenti della Camera dei deputati, ha deliberato che -si spiega in una nota- a decorrere dal 1° gennaio 2012 l'introduzione del sistema contributivo pro-rata, l'innalzamento a 66 anni del requisito anagrafico per l'accesso alla pensione di vecchiaia e a 67 anni a partire dal 2021, l'innalzamento a 41 anni per le donne e a 42 per gli uomini dell'anzianità contributiva per l'accesso alla pensione anticipata". "E' stato altresì deliberato -si spiega- di recepire il contributo di perequazione per le quote di pensione dei dipendenti della Camera superiori ai 200.000 euro, previsto, nella misura del 15%, dal decreto-legge n. 201 del 6 dicembre 2011 per la generalità dei pensionati. Le modalità applicative delle misure previste da tali decisioni saranno definite, secondo cadenze differenziate, entro il 15 marzo 2012".

25 gennaio 2012

L'appello di Napolitano per i giovani: "Lavorare non deve essere un privilegio"

Il lavoro non deve essere un privilegio, soprattutto per i giovani, ma una normale condizione. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della consegna dei premi Leonardo 2011.
Il capo dello Stato ha preso la parola per un breve saluto dopo la consegna dei premi. Napolitano si e' riferito ad una giovane dipendente di Gucci, Federica Giorgi che, intervenendo davanti alla platea di imprenditori riunita al Quirinale per la cerimonia, si era definita ''una privilegiata'' per il solo fatto di avere un posto di lavoro. ''Il mio auspicio -ha detto Napolitano- e' che questa ragazza non si senta piu' una privilegiata perche' ha un lavoro. E' un auspicio che rivolgo soprattutto ai giovani''.
A maggior ragione in tempo di crisi, ribadisce infine il presidente della Repubblica, è necessario investire su ricerca e sviluppo. "Credo nell'importanza dell'innovazione tecnologica e della ricerca come chiave di volta affinche' l'Italia non perda posizioni, ma ne guadagni ancora, nella competizione mondiale''.

23 gennaio 2012

I BANDO 2012 MAE – FONDAZIONE CRUI: 560 TIROCINI A ROMA E ALL’ESTERO

È in arrivo una nuova occasione per tutti i laureati e laureandi interessati a mettersi alla prova con un periodo di stage presso le sedi del Ministero degli Affari Esteri di Roma e di tutto il mondo. E' infatti online fino al 3 febbraio (ore 18) il primo "Bando MAE – Fondazione CRUI per il 2012", che mette a disposizione dei giovani delle università italiane 560 posti di tirocinio.
Il bando è rivolto ai laureati di primo livello e ai laureati e laureandi di specialistica e di vecchio ordinamento delle 67 Università che aderiscono al programma. Queste avranno il compito di curare la fase di preselezione, alla quale seguirà una valutazione da parte del Ministero degli Esteri e della Fondazione CRUI. I posti di tirocinio sono suddivisi in 426 sedi: 375 posti sono in Europa, 47 in America del Nord, 51 in America del Centro-Sud, 21 in Africa, 36 in Asia, 12 in Oceania e 18 in Medio Oriente.
Anche per questa edizione vengono riproposte le sedi in Giappone: Ambasciata a Tokyo, Istituto Italiano di Cultura a Tokyo e Consolato Generale d’Italia a Osaka.
Per la prima volta, invece, i tirocinanti saranno ospitati dall’Ambasciata d’Italia a Manila (Filippine). Lo stage avrà una durata di 3 mesi, con possibilità di proroga di un ulteriore mese, con avvio previsto per il 2 maggio 2012.
I profili richiesti sono diversi: per tutti l’obiettivo è quello di acquisire una conoscenza diretta con il mondo del lavoro ed in particolare delle attività del Ministero degli Esteri e delle dinamiche della diplomazia internazionale. Il Bando non si rivolge solo agli universitari dei corsi di laurea di stampo giuridico, economico ed umanistico ma anche a quelli provenienti da diverse facoltà scientifiche.
Il successo dei tirocini MAE – Fondazione CRUI è testimoniato dai numeri delle edizioni precedenti: dal 2001 ad oggi, infatti, più di 10mila giovani universitari e neo-laureati hanno già avuto la possibilità di mettere a frutto la propria formazione con uno stage presso le sedi nazionali ed estere del MAE.
Il "Programma di tirocinio Ministero Affari Esteri - Università Italiane" si fonda sulla collaborazione fra il Ministero Affari Esteri e le Università italiane, col supporto della Fondazione CRUI come gestore organizzativo.
Offre la possibilità di acquisire una conoscenza diretta e concreta nel mondo del lavoro in particolare presso gli uffici del Ministero Affari Esteri.
I candidati prescelti effettueranno il proprio tirocinio presso le sedi all’estero del Ministero (Ambasciate, Rappresentanze Permanenti presso Organizzazioni Internazionali, Uffici Consolari, Istituti Italiani di Cultura) oppure presso uffici del Ministero in Roma nonché uffici dei consiglieri diplomatici presso altre amministrazioni ed avranno anche il compito di elaborare studi o ricerche utili per gli uffici ospitanti e per la propria tesi o per il proprio percorso formativo (da valutare eventualmente in crediti formativi universitari).
Per maggiori informazioni e scaricare il bando: http://www.fondazionecrui.it/tirocini/Pagine/Stage-MAE/default.aspx

Liberalizzazioni: Bersani, difendiamole

''Bisogna difendere, rafforzare e accelerare le misure approvate dal governo. Sono soddisfatto che con Monti si torni a lavorare dopo anni su questo''. Cosi' il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, spiega l'impegno del Pd nell'iter in Parlamento sul decreto liberalizzazioni.

Casini, liberalizzare doloroso ma serve

''C'e' chi dice che si poteva fare di piu'. Mi limito a constatare che si e' fatto quello che non si e' fatto fino ad oggi. Liberalizzare significa piu' attenzione per il consumatore, piu' concorrenza.
E' doloroso forse per alcune categorie ma e' necessario andare avanti''. Lo ha detto Pier Ferdinando Casini.

Bersani, primarie danno fiducia al Pd

"I risultati delle primarie confermano che il Partito Democratico è il pilastro su cui ricostruire la fiducia nel paese". Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani commenta gli esiti delle primarie che si sono svolte ieri in molte città per la scelta dei candidati sindaci di centrosinistra alle prossime elezioni amministrative."Ovunque - continua Bersani - va segnalata la massiccia partecipazione, la correttezza e la serenità con cui si è svolta questa importante giornata di democrazia".

A Mendoza una raccolta fondi a favore degli alluvionati in Sicilia

L’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie (Usef) di Mendoza sta raccogliendo in questi giorni dei beni in vista di una lotteria organizzata per raccogliere fondi da destinarsi alle popolazioni siciliane che hanno subito gravi danni in seguito alle alluvioni dello scorso mese di novembre. L’iniziativa è promossa dall’Usef in collaborazione con il Consolato d’Italia in loco e l’Associazione bancaria.
La famiglia del pittore Angel Perez Vega ha donato per questa occasione, attraverso la nipote, appartenente ai giovani dell’Usef, una raccolta di 15 opere, litografie originali di Perez Vega. La raccolta sarà messa all’asta il prossimo 31 gennaio.

Fmi: Lagarde, Europa rafforzi difese o rischi per Italia e Spagna

L'Europa deve rafforzare le difese contro la crisi del debito sovrano altrimenti ''paesi come Italia e Spagna, fondamentale in grado di far fronte ai propri debiti, potrebbero essere esposti a una crisi di solvibilita' con enormi costi di finanziamento'' e ''effetti disastrosi sulla stabilita' del sistema''. Il numero uno del Fmi, Christine Lagarde, lancia un nuovo monito all'indirizzo dei paesi dell'area euro di agire con chiarezza e rapidita'.
Il direttore generale del Fondo Monetario esprime apprezzamento per le misure varate dal governo di mario Monti, ''vanno nella direzione delle riforme strutturali'', ma parlando a Berlino ha insistito sulla necessita' che i governi europei agiscano in fretta. L'anno da poco iniziato rappresenta un passaggio fondamentale. ''Il 2012 deve essere l'anno della guarigione - ha detto - deve essere un'opportunita'Â . Altrimenti possiamo facilmente scivolare in un momento come quello sperimentato negli anni '30 con la grande depressione''.
Il numero uno del Fmi ripete le linee di azione che deve seguire l'Europa. Maggiori risorse nell'Esfs e rendere operativo in modo chiaro e rapido l'Esm. Inoltre e' ''necessario che la Bce garantisca la liquidita' per supportare e stabilizzare il sistema bancario e il mercato del debito sovrano. ''Dobbiamo rompere il circolo vizioso in cui le banche sono condizionate dai debiti sovrani e i debiti sovrani sono condizionati dalle banche''.
Alle parole della Lagarde e' arrivata una risposta indiretta dal cancelliere tedesco Angela Merkel, la quale ha indicato che il fondo salva-Stati temporaneo, Efsf, deve diventare pienamente operativo parlando in una conferenza stampa a Berlino col premier belga Elio di Rupo. La leader tedesca ha aggiunto che la Germania e il Belgio sono anche d'accordo nel rendere operativo al piu' presto possibile il fondo permanente Esm.
Ma il monito della Lagarde non e' rivolto solo all'Europa.
L'ex ministro francese ha ribadito la necessita' che la comunita' internazionale potenzi le risorse del Fmi di almeno 500 miliardi di dollari. ''Nei prossimi anni stimiamo in mille miliardi di dollari le necessita' finanziarie globali'' e il Fondo Monetario per fare la sua parte ha bisogno di altri 500 miliardi, ha detto la Lagarde ricordando che dai paesi dell'area euro e' gia' arrivata la disponibilita' per 200 miliardi.
Nonostante i toni allarmati del Fmi, i mercati finanziari archiviano un'altra giornata positiva con indici azionari in rialzo e soprattutto la conferma di un movimento di riallineamento dei tassi di interesse sui titoli di Stato. Lo spread tra il Btp decennale e il bund tedesco e' sceso fino a 404 punti per poi chiudere a 413, il livello piu' basso da oltre 3 mesi con un rndimento del decennale poco sopra il 6%.
Un tasso ancora elevato, in rapporto con quanto paga la Germania, ma senza dubbio ben gestibile. La borsa di Milano si conferma ancora una volta la milgiore in Europa con un progresso di quasi il 2% sul traino dei bancari con Mps che mette a segno un balzo del 14% e Unicredit di oltre il 10%.
Gli investitori mostrano maggiore fiducia verso l'euro ed i paesi piu' esposti. L'Ecofin e il consiglio europeo di fine mese non hanno alibi.

Crisi: Bagnasco, mercati vogliono usurpare sovranita' cittadini

Di fronte all'incapacita' di arginare la crisi economica mondiale, sorge il ''dubbio'' che si voglia dimostrare ''l'incompetenza dell'autorita' politica rispetto ai processi economici, come se una tecnocrazia transnazionale anonima dovesse prevalere sulle forme della democrazia fino a qui conosciuta, e dove la sovranita' dei cittadini e' ormai usurpata dall'imperiosita' del mercato''. Lo ha detto il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, nella prolusione con cui ha aperto oggi pomeriggio i lavori del Consiglio Permanente della Cei.

LAVORO: ANGELETTI, ART.18 NON C'ENTRA CON LA CRISI 'CASSA INTEGRAZIONE NON SI TOCCA; STOP SUSSIDI PER CHI LICENZIA'

"L'articolo 18? E' il governo a farne un tabù. Ma non ha nulla a che vedere con la crisi. La soluzione alla crisi non sono i licenziamenti senza motivo". Intervistato da Messaggero, Mattino e Secolo XIX, il segretario confederale della Uil Luigi Angeletti spiega che l'obiettivo dell' incontro a Palazzo Chigi è "trovare soluzioni razionali ai problemi, sapendo che la riforma del mercato del lavoro potrà facilitare o meno l'occupazione ma non crearla. Quindi serve una politica della crescita". Per Angeletti, sono due i "problemi fondamentali". Il primo é "l'abuso della flessibilità che si tramuta in precarietà. E' quello che succede quando un datore di lavoro usa le partite Iva e i collaboratori a progetto perché costano meno". Il secondo problema riguarda il fatto che "per incentivare le assunzioni lo strumento c'é: i contratti di apprendistato". La proposta è quella di "far crescere progressivamente i costi dei contratti atipici e abbassare con ulteriori sgravi il costo dell' apprendistato per renderlo più conveniente". In Italia "non è la flessibilità che manca. Tra il 2009 e il 2010 hanno perso il lavoro più di 500mila persone nelle grandi, medie e piccole aziende. Cig, mobilità, uscita. E' questo il percorso", afferma Angeletti. "Sono altri i problemi delle imprese: cause troppo lunghe, anche quelle di lavoro, che fanno perdere 10 anni.". Il leader della Uil ribadisce l'importanza della cassa integrazione e propone lo stop ai sussidi per chi licenzia. "Non è così difficile immaginare che in un paese come il nostro possa accadere che un datore licenzi il lavoratore per poi riportarlo in azienda al nero, contando sul sussidio", dice. "Il sistema dei sussidi deve mantenere lo strumento della cassa integrazione, che almeno mantiene un minimo di rapporto tra lavoratori e grandi imprese, mentre nel caso delle piccole aziende gli ammortizzatori dovrebbero essere controllati da enti bilaterali che tengano insieme imprese e sindacati".

Riforma del lavoro, al via tavolo con le parti sociali. Monti: "L'articolo 18 non è tabù"

Gli interessi anche legittimi delle categorie non devono "trasformarsi in una gabbia per i nostri figli, anche per i figli di quelle categorie". Il presidente del Consiglio Mario Monti intervistato da Lucia Annunziata a 'In ½ ora' su Rai3 difende le liberalizzazioni. Quando un “insieme vasto di interessi legittimi di centinaia di categorie – evidenzia il premier - dà luogo a una gabbia, si perde la visione generale e si fa il danno dei propri figli”.
Quanto all'applicazione non c'è “nessun intento dilatorio del governo sulle liberalizzazioni”, assicura. “Io li chiamo interventi il più rapidamente possibile alle condizioni attuali”, sottolinea. "Non so se porremo o no la fiducia – afferma - ma abbiamo moltissima fiducia sul fatto che il Parlamento sappia apprezzare questo decreto". Entrando nel merito del dl il premier sottolinea che per quanto riguarda le ferrovie si è deciso di “resistere all'impulso di liberalizzazione immediata” che avrebbe favorito le aziende straniere che “avrebbero preso delle licenze e avrebbero operato su delle linee ricche facendo così perdere al gruppo Fs con un aumento della concorrenza i suoi margini e non favorito lo sviluppo delle linee locali. Ecco perché abbiamo voluto rinviare affinché sia l'Autorità per i Trasporti a creare le condizioni per la liberalizzazione del settore e in modo che anche gli stranieri possano entrare nel mercato partecipando anche agli oneri”.
Affrontando quindi il capitolo lavoro, che per Monti è strettamente legato alle liberalizzazioni, il premier ha sottolineato che “è un fattore, non l'unico” che incide sui costi delle imprese. “Più riusciamo ad agire sulle altre cose meno avremmo da agire sul lavoro che comunque rappresenta un grande costo per le imprese”. Come obiettivo, aggiunge Monti, “c'è quello della semplificazione del mercato del lavoro con una riduzione delle segmentazioni. Un'attenzione particolare sarà data ai giovani e al miglioramento qualitativo” del loro ingresso sul mercato del lavoro. In tema di articolo 18 ha chiarito: "Per come lei lo presenta sembra un tabù ma io sono contrario alle trattative che si aprono con dei tabù. Ci vuole apertura mentale totale".
Quanto alla lotta all'evasione fiscale Monti assicura che non si vuole “determinare un clima di caccia alle streghe, ma di serio contrasto”. Fino ad ora “siamo andati alcuni gradini in su. Ci aspettiamo un gettito abbastanza rilevante dagli strumenti che abbiamo introdotto per un maggiore contrasto all'evasione”.
Sul declassamento dell'Italia e sul dibattito aperto sulla validità dei giudizi della agenzie di rating il capo del governo ironizza: “Non mi piace chi critica l'arbitro quando perde la partita”. “Sono convinto - afferma Monti - che le aggressioni e che i complotti esistano. Sono anche convinto che ci sia in ogni individuo, impresa o nazione, il pensiero, quando ci sono delle difficoltà, di essere vittime di un complotto. Credo che sia saggio vigilare come se ci fossero davvero dei complotti ma credo che sia doveroso agire per migliorare se stessi e non pensare che alcune lacune possano essere individuate da altri perché di mezzo c'è un complotto”.
Monti ha anche risposto a distanza alle critiche della Lega. “Abbiamo seguito con interesse i passi iniziali della Lega. Abbiamo fatto molti sforzi che sono in linea con l'aspirazione originaria della Lega: quella di rendere l'Italia meno imbrigliata dall'eccesso di regolamentazioni e di creare più occupazione”, spiega il presidente del Consiglio. “Sono sicuro che se la Lega resta fedele ai suoi propri principi fondanti sarà meno opposta a quello che facciamo”, aggiunge Monti che evidenzia che “c'è un seme di populismo in Italia come in altri Paesi”.

20 gennaio 2012

Liberalizzazioni, ecco il piano Monti: 5.000 nuove farmacie e sui taxi deciderà l'autority

Stasera presentiamo un pacchetto di riforme strutturali che mirano a rimuovere l'insufficiente concorrenza dei mercati e l'inadeguatezza infrastrutture". Lo dice il presidente del Consiglio Mario Monti, in conferenza stampa, che spiega come alcuni freni all'economia italiana siano stati "aggrediti molto piu' incisivamente che in passato". "Il pacchetto di riforme strutturali soprannominato Cresci Italia" punta a rimuovere i tre ostacoli "all'economia italiana, che e' stata per decenni frenata nella crescita economica e sociale" da mancanza di concorrenza, burocrazia e inadeguatezza infrastrutturale. "Stasera lo presenteremo per una vasta parte e la prossima settimana per la restante parte", aggiunge Monti.
"Ci saranno molti commenti su queste misure, come e' naturale, molte reazioni saranno positive ma ancora di piu' negative, perche' ognuno di noi, individui o gruppi sociali, siamo portati a preferire lo status quo piuttosto che l'evoluzione e le nuove sfide". "Ma siamo ormai convinti- aggiunge- che senza una riconsiderazione del nostro modo di stare insieme, in societa' e in economia, difficilmente possiamo trovare nuovo ritmo di speranza e di crescita per l'Italia".
"La conversione del decreto 'salva Italia' e' stata incoraggiante e ci siamo attenuti allo stesso criterio di bilanciare in modo equo i vari contributi a queste riforme strutturali. Spero che questo giudizio sia anche il vostro: abbiamo chiamato a uno sforzo di modifica e riforma pressapoco ogni categoria, credo veramente tutti. Se ci accorgeremo che manca qualcosa non manchera' l'occasione per andare avanti". Poi, sottolinea: "Non credo che nessuno potra' dire che ce la siamo presa con i piccoli e poteri deboli, lasciando stare i poteri forti". Anzi, conclude Monti, "abbiamo pensato alla categoria dei giovani e dei non ancora nati".
"Stiamo cercando di fornire agli italiani una liberazione da tasse occulte, perche' tali sono i prezzi imposti da chi ha posizioni di privilegio". Poi Monti sottolinea come i provvedimenti del governo dovrebbero portare anche a una "moderazione del costo della vita".
"Piu' concorrenza e liberalizzazioni significa che nella nostra visione occorre un po' piu' di giungla per far funzionare l'economia italiana? No, secondo noi il mercato richiede spazio a iniziative imprenditoriali, ma anche un'attenta e rigorosa attivita' di inquadramento e di regole, con l'Autorita' garante delle concorrenza sul mercato che vigili con attenzione".
Poi, aggiunge: "Per noi liberalizzazioni e apertura alla concorrenza non significano affatto privatizzazioni, ma quello che per noi e' cruciale non e' tanto se un'impresa sia di proprieta' pubblica o privata, ma cio' che e' rilevante e' se quell'impresa si muove in ambito di concorrenza o no". "Il parlamento e' ovviamente sovrano: ci sara' grande spazio per l'illustrazione e la spiegazione" dei provvedimenti adottati oggi dal Cdm."Non siamo mossi da nessun desiderio pregiudiziale ne' di innovare ne' di conservare a tutti i costi.
Anzi, andiamo a vedere esperienze passate e la' dove troviamo buone ragioni per la continuita' ne diamo volentieri atto".
TAXI - "Mi e' parso di notare questa scorsa settimana, dal mio ufficio, che il tema fosse all'ordine del giorno". Cosi' Mario Monti sulle proteste dei tassisti all'annuncio del dl liberalizzazioni. Poi, un lapsus: "Rispondera', col sui aplomb, il ministro Catricala'", che pero' e' sottosegretario.
Il governo ha "scelto di affidare l'analisi dei fabbisogni" di licenze per i taxi "all'Autorita' dei trasporti che dovra' svolgere un'attenta istruttoria, citta' per citta', sentiti i sindaci, per capire se necessario aumentare il numero delle licenze". Lo dice il sottosegretario Antonio Catricala', in conferenza stampa dopo il cdm.
Se l'Autorita' per i trasporti dovesse decidere di aumentare le licenze per i taxi, "questo aumento avverra' con compensazioni tangibili per i tassisti che hanno gia' una licenza", spiega il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Antonio Catricala', in conferenza stampa dopo il cdm.
Il pacchetto liberalizzazioni prevede inoltre "la mobilita' da una citta' all'altra. Sara' l'autorita' a dettare delle regole, con l'accordo dei sindaci, che consentiranno la mobilita' dei taxi da una citta' all'altra e lo stesso tassista- spiega il sottosegretario- potra' essere titolare di una licenza part time, che gli consenta di far lavorare un altro tassista nel momento in cui lui non utilizza il proprio mezzo".
Non ci saranno le licenze multiple per i taxi. "Abbiamo ritenuto- spiega- che piu' licenze concesse a un singolo soggetto possano portare a una situazione di dominanza.
Abbiamo eliminato una lettera dell'articolo di legge sui taxi perche' abbiamo ritenuto ragionevole dire di si' ai tassisti. Non e' nell'ottica delle concorrenza accentrare in una sola mano piu' licenze".
5.000 NUOVE FARMACIE - Le farmacie in Italia cresceranno da 18mila a 23mila. Lo annuncia il ministro della Sanita', Renato Balduzzi, in conferenza stampa al termine del Cdm: "Ci saranno oltre 5 mila nuove farmacie".
Abbiamo seguito la strada di una scelta forte per "dare aperture e respiro a un sistema molto regolamento, attraverso la decisione di fondo che e quella di dare vita a un unico grande concorso straordinario per oltre 5000 nuove farmacie".
"Ragioni di carattere tecnico ci hanno sconsigliato di seguire la strada" di dispensare farmaci di fascia C fuori dalle farmacie

Liberalizzazioni: Monti, azione economica e sociale. No a ''giungla''

Con il varo del primo pacchetto di misure per la crescita il governo da' il via ufficialmente alla fase 2. Il presidente del consiglio Mario Monti sottolineando che si tratta di un pacchetto ''corposo e incisivo'' spiega che le liberalizzazioni rappresentano ''una grande azione economica e sociale''. Il premier non dimentica il concetto di equita', un valore che rappresenta uno dei pilastri anche delle misure per accelerare la crescita non solo della manovra di correzione.
Il governo offre ai cittadini ''la moderazione del costo della vita'' attraverso la riduzione delle ''rendite di posizione, che sono tasse occulte'' afferma il premier che insiste anche sul tema dei giovani. Eliminare le rendite di posizione, favorire la concorrenza significa dare piu' spazio e opportunita' alle giovani generazioni. Ma il premier, indirettamente, sembra inviare anche un segnale alle categorie che stanno protestando. Favorire la concorrenza ''non significa che amiamo la giungla'', afferma il presidente del consiglio.
Anzi l'economia di mercato necessita di regole e autorita' che le facciano rispettare. Monti ringrazia anche le forze politiche per il sostegno e per il contributo sul tema delle liberalizzazioni nonostante qualche mugugno negli ultimi giorni. Forse anche per questo il Presidente della Repubblica oggi ha inviato un altro messaggio chiaro al parlamento oltre a definire le misure varate dal governo ''un provvedimento .
Il Consiglio dei Ministri ha varato il primo pacchetto di misure, e lo stesso premier ha annunciato per la prossima settimana altre misure che si concentreranno sulla semplificazione. Circa otto ore di riunione per licenziare il decreto legge a conferma della complessita' e vastita' degli interventi, dalle farmacie agli avvocati, dai notai ai taxisti ma anche il tema della separazione tra Eni e Snam che in passato non era mai riuscita nonostante le reiterate indicazioni in quella logica dell'autorita' per l'energia e della stessa antitrust.
Con questo pacchetto Monti rispetta anche le tappe e gli impegni in ambito europeo. Il premier aveva assicurato nei vertici con Sarkozy e la Merkel che in occasione della riunione dell'Eurogruppo avrebbe portato le prime misure della fase dedicata ad accelerare la crescita.
Anche i mercati guardano con favore. Lo spread oggi e' sceso a 432 punti ma soprattutto il differenziale tra Italia e Spagna si e' dimezzato nel giro di pochi giorni.

18 gennaio 2012

INSIEME PER UN MERCATO UNICO: A LONDRA L’INCONTRO TRA MONTI E CAMERON

Italia e Gran Bretagna lavoreranno insieme alla creazione del mercato unico. Lo hanno confermato il Presidente del Consiglio Mario Monti e il Premier britannico David Cameron, incontratisi oggi a Londra.
"Ho rinnovato al Premier Cameron la volontà di lavorare insieme per un mercato unico che deve fare un passo in avanti per quanto riguarda i servizi", ha detto Monti in conferenza stampa, aggiungendo poi che, sui temi discussi, nazionali ed europei, Gran Bretagna e Italia "condividono valori, iniziative politiche e interesse" non solo per l'Europa, ma anche e soprattutto "per le soluzioni della crisi dell'Eurozona".
"Non credo che i paesi dell'Eurozona, che sono in difficoltà perché devono approvare importanti scadenze del debito pubblico, e tra queste anche l'Italia, abbiano niente da chiedere specificatamente alla Germania'', ha aggiunto Monti. "C'è un problema, riconosciuto da tutti e dai mercati, in primo luogo di governance dell'eurozona che non è ancora perfettamente adeguata all'altezza della sfida".
Cameron, dal canto suo, ha sostenuto che l’Europa "può essere competitiva, ma l’economia ha urgente bisogno di cure".
Quanto al Fondo monetario, il premier ha confermato che la Gran Bretagna "è aperta a un aumento delle sue risorse, ma crediamo che il Fondo debba aiutare Paesi, non valute

Monti: "La crescita dell'Italia dovrà andare pari passo con consolidamento bilancio"

La crescita dovrà andare di pari passo con il consolidamento del bilancio". Lo ha ribadito il presidente del Consiglio Mario Monti, nella sua conferenza stampa alla Borsa di Londra. Da dove ha annunciato che si andrà verso la separazione di Snam rg da Eni. Il dl sulle liberalizzazioni comprenderà, ha detto, "la separazione della rete del gas". Nel provvedimento sulle liberalizzazioni che sarà portato in Cdm venerdì prossimo, ha quindi aggiunto, saranno contenute "misure che faciliteranno o daranno incentivi alle municipalizzate per rendere il sistema più competitivo". Sul fronte del mercato del lavoro, poi, assicura: ci saranno ''sforzi per ridurre la segmentazione del mercato del lavoro'' e per favorire ''l'ingresso dei giovani''. Nessun commento al taglio di rating da parte di S&P: "Non perché irrilevante, ma perché" dal punto di vista politico "la valutazione sull'Italia rimane stabile".
Prima di parlare dalla Borsa di Londra, il presidente del Consiglio ha incontrato il premier britannico David Cameron. ''E' nell'interesse dell'Inghilterra e dell'Italia, dei due paesi, lavorare insieme per un mercato singolo, unico e credibile. Sarà uno strumento per la crescita economica'', aveva detto Monti dopo il vertice.
''Tra il Regno Unito e Italia c'è una grande cooperazione; condividiamo i valori e le iniziative politiche e l'interesse profondo per l'Europa e anche per le soluzioni della crisi dell'eurozona'', aveva sottolineato quindi Monti. Il premier evidenzia anche l'importanza di ''trasformare una difficoltà in una prospettiva migliore, per accelerare il lavoro, la crescita europea e i posti di lavoro''.
Tra Italia e Inghilterra c'è anche la stessa visione sull'Europa ''che deve innanzitutto sfruttare gli asset che ha, nei mercati e le basi di questi asset. Ecco perché - aveva spiegato Monti- abbiamo rinnovato la nostra volontà di lavorare per un mercato singolo che deve fare un passo in avanti anche per i servizi''. Un passo in avanti ''importante non solo per completare il progetto del mercato singolo sulla carta ma anche per far sì che ci sia un singolo mercato credibile, con delle prospettive''. Su questo tema, assicura il premier, ''lavoreremo insieme nel prossimo Consiglio europeo di gennaio''.
''Non credo che i paesi dell'Eurozona, che sono in difficoltà perché devono approvare importanti scadenze del debito pubblico, e tra queste anche l'Italia, abbiano niente da chiedere specificatamente alla Germania'', aveva quindi detto Monti.
Il presidente del Consiglio sottolinea quindi che ''c'è un problema, riconosciuto da tutti e dai mercati, in primo luogo di governance dell'eurozona che non è ancora perfettamente adeguata all'altezza della sfida''.
Durante la conferenza stampa, Cameron ha sottolineato come siano "grandi sostenitori dell'Fmi, ma soprattutto vogliamo una eurozona forte insieme alla sua valuta". Cameron ha anche detto come "servano nuove proposte per la crescita in Ue: se prenderemo le decisioni giuste adesso, l'Europa potrà competere e vincere" in futuro.

Liberalizzazioni: Pd, via norma su art.18? Fatto molto positivo

''Se fosse confermata la notizia sull'eliminazione della modifica all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori dalla bozza del governo sulle liberalizzazioni si tratterebbe di un fatto molto positivo''.
Lo dichiara il capogruppo del Pd nella commissione lavoro della camera, Cesare Damiano.
''Non abbiamo mai condiviso l'opinione di chi addebita all'art. 18 un freno all'aumento dell'occupazione o alla crescita della dimensione delle imprese. Liberalizzazioni a vantaggio degli utenti e ammortizzatori sociali capaci di tutelare i disoccupati in questo momento di crisi, sono la vera priorita' del paese. Sulla scelta del governo ha sicuramente pesato la determinazione e la ritrovata unita' del sindacato su questi argomenti'', conclude Damiano.

Liberalizzazioni: da bozza sparisce riferimento su art.18

Sparisce dall'ultima versione della bozza in circolazione sul decreto per le liberalizzazioni allo studio del Governo ogni riferimento all'art.18. Nel testo in circolazione oggi infatti non c'e' traccia della norma, inserita in una precedente versione della bozza, che innalzava a 50 dipendenti il tetto per l'art.18 in caso di fuisione o incorporazione di due o piu' imprese.

L.elettorale: Pd, pronti a confronto

''Noi abbiamo la nostra proposta di legge elettorale gia' depositata in Parlamento'', sottolinea il segretario del Pd Pier Luigi Bersani al termine del colloquio sulle riforme al Quirinale con il capo dello Stato. ''Siamo anche quelli - aggiunge - che vogliono essere flessibili, aperti a una discussione da fare in Parlamento con gli altri partiti''.

Pdl, Pd e Udc da Monti: "Pieno sostegno". Ue, verso mozione unitaria in Parlamento

Tre ore di vertice, tre leader a confronto con Monti. Insieme attorno ad un tavolo per parlare della gestione della crisi, aggravata dal declassamento di Standard & Poor's a mezza Europa. E il risultato è che si va verso una mozione unitaria sulla Ue in Parlamento. Mario Monti, a quanto si apprende, si dice ''molto soddisfatto'' della disponibilità mostrata dai partiti nel corso del vertice che il premier avrebbe giudicato ''molto positivo". E che ha visto per la prima volta tutti insieme attorno ad un tavolo l'inquilino di Palazzo Chigi e i leader di Pdl, Pd e Udc, partiti che lo sostengono. Finora infatti Monti aveva avuto colloqui ora con l'uno, ora con l'altro. Una novità, l'incontro allargato, che vede però cauto Pier Luigi Bersani. A chi gli chiede se il vertice di oggi sancisca la nascita di una nuova maggioranza politica a sostegno del governo Bersani risponde: "Assolutamente no". Piuttosto si tratta di una questione di 'metodo' di lavoro tra le forze politiche che sostengono il governo. "In una mia lettera di alcuni giorni fa -dice Bersani- chiedevo già agli altri partiti di darci un metodo. Sulle grandi questioni europee e internazionali credo che le forze politiche debbano prendersi direttamente la responsabilità". Mentre, aggiunge "sull'agenda di governo serve un meccanismo normale, ben oliato, con i gruppi parlamentari". "La situazione è delicatissima" e il declassamento dell'Italia da parte di Standard & Poor's non rasserena il clima, aggiunge preoccupato Bersani: "L'Italia man mano che si riafferma nello scenario europeo ha il dovere e il diritto di far valere la sua piattaforma, di questo abbiamo discusso con Monti"."Un passo deve farlo l'Italia e un passo l'Europa -conclude- ci vuole una piattaforma nazionale perchè è necessario cambiare la linea" finora dettata dalla Germania all'Ue, e "ciascuno deve fare la sua parte. Il governo fa quel che deve e quel che può ma c'è bisogno di una posizione netta della politica".
"Non un evento, ma la normalità". Così il leader Udc Pier Ferdinando Casini ha definito l'incontro. ''Ogni volta che sarà opportuno, siamo disponibili a vederci. Questo -ha aggiunto- non è un evento. E' la normalità piena. Una maggioranza non può che essere politica. E questa lo è''. Ora serve una mozione sostenuta da Pdl, Pd e Terzo Polo per un "supporto forte" al premier Monti in vista dell'appuntamento di Bruxelles di fine mese.Casini concorda con Bersani e chiede ai partiti di consentire al governo di arrivare al vertice europeo di fine mese con il "supporto forte" della maggioranza che oggi sostiene il premier, con l'auspicio che la mozione europea "abbia voti aggiuntivi" a quelli dei partiti che oggi appoggiano l'esecutivo.
Fuori dall'ordine del giorno gli altri temi caldi del momento: quello della legge elettorale da riformare, il cui referendum è inciampato nella Consulta, e la questione delle liberalizzazioni con le categorie, dai tassisti ai benzinai sul piede di guerra, invece il leader di Pdl, Pd e Udc.
Per quanto riguarda il sistema di voto è lo stesso Casini che spiega come "abbiamo parlato con Alfano e Bersani della legge elettorale a margine. Ma "credo che ci vedremo su questo". "Dobbiamo dimostrare- ha sottolineato il leader centrista- che la politica sa autoriformarsi, non solo sulla legge elettorale, ma anche sul tema della riforma dei regolamenti parlamentari e sul bicameralismo perfetto". Nessuna data, ancora, per l'incontro, ha aggiunto Casini, sottolineando che a discuterne saranno anche i responsabili dei partiti in tema di riforme.
Fuori dal vertice invece la questione delle liberalizzazioni."Abbiamo parlato solo di Europa. Alle liberalizzazioni non si è fatto alcun accenno", hanno confermato sia Pier Luigi Bersani che Pier Ferdinando Casini.

16 gennaio 2012

Ue: Bersani, serve piattaforma nazionale comune

''Serve una piattaforma nazionale'' che dia piu' forza all'Italia in Europea. ''Perche' siamo arrivati all'assurdo e cosi' non si puo' andare avanti''. Lo afferma il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, lasciando palazzo Chigi al termine del 'pranzo di lavoro' con il premier Mario Monti, il segretario del Pdl, Angelino Alfano, e il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini.
''Tocca a tutte le forze parlamentari, anche dentro le rispettive famiglie europee, - spiega Bersani - sostenere una piattaforma italiana ed europea, piu' consapevole che bisogna cambiare registro''. Il segretario del Pd riferisce che sia Alfano sia Casini hanno concordato su questa esigenza ma, specifica il segretario del Pd, non si tratta ''di un accordo solo tra noi tre. Io mi voglio rivolgere a tutte le forze che stanno in Parlamento anche a quelle che non hanno votato la fiducia a Monti''.
Quello con Monti, prosegue Bersani, ''e' stato un incontro molto buono'' e ''si e' parlato solo di Unione europea''.

Inflazione: 6 italiani su 10 cambiano carrello spesa

Oltre sei italiani su dieci (61 per cento) nel 2011 hanno modificato i propri comportamenti di acquisto confrontando con piu' attenzione i prezzi nel momento di riempire il carrello della spesa. E' quanto emerge da una indagine Coldiretti/Swg in riferimento ai dati Istat relativi all'andamento dell'inflazione nel 2011. ''Il 59 per cento degli italiani nel 2011 e' andato alla ricerca delle offerte 3 x 2 in misura maggiore rispetto al passato per effetto della crisi che di fatto - sottolinea la Coldiretti - ha allungato il tempo trascorso a fare la spesa degli italiani che tagliano gli acquisti di istinto e prestano piu' attenzione ai prodotti che mettono nel carrello. La maggioranza degli italiani (55 per cento) infatti ha aumentato quale il tempo dedicato a fare la spesa''. ''Il 57 per cento degli italiani ha peraltro ridotto lo spreco di cibo per effetto della crisi. Tra coloro che hanno ridotto lo spreco il 47 per cento lo ha fatto - sottolinea la Coldiretti - facendo la spesa in modo piu' oculato, il 31 per cento riducendo le dosi acquistate, il 24 per cento utilizzando quello che avanza per il pasto successivo e il 18 per cento guardando con piu' attenzione alla data di scadenza''. ''Complessivamente - secondo la Coldiretti - la spesa per alimentari insieme a quella per per trasporti, combustibili ed energia elettrica rappresentano oltre il 40 per cento delle spese familiari''. ''Bisogna evitare il rischio reale che - conclude la Coldiretti - le famiglie italiane per far fronte ai rincari energetici in un momento di crisi siano costrette a risparmiare con l'acquisto di cibo a basso prezzo, a cui puo' corrispondere anche bassa qualita' e rischi per la salute

Fiat-Chrysler:50% integrazione in 2012

L'integrazione tra Fiat e Chrysler, e' oggi al 20% e si prevede che possa arrivare al 50% entro fine 2012. E' quanto emerge da una presentazione agli investitori. Il gruppo Fiat-Chrysler conferma poi la guidance 2011: ricavi oltre 58 miliardi di euro, utile netto di 1,7 miliardi, utile della gestione ordinaria superiore a 2,1 miliardi, debito netto industriale tra 5 e 5,5 miliardi e una liquidita' complessiva di oltre 18 miliardi di euro.

Merkel: ''Dall'Italia misure convincenti''

La zona euro ''avrà da lottare ancora per un po'''. In un'intervista alla Deutschlandfunk, Angela Merkel ammette che ''gli investitori non hanno ancora recuperato piena fiducia''. Ma le misure adottate in Italia e in Spagna, precisa la cancelliera, ''sono convincenti sul medio periodo per i mercati''.
Il problema aperto, avverte Merkel, è quello della ''ricapitalizzazione delle banche, che dovrà avvenire entro giugno''. Le banche ora però sanno già di poter ottenere nuovi capitali.
A questo proposito, ''un'importante misura di sostegno, che ha certamente contribuito alla stabilizzazione della zona euro, e che ha mostrato il suo effetto anche nel collocamento dei bond italiani e spagnoli è stato l'intervento della Banca centrale europea''.
Quanto alla Grecia, il problema non è solo ''di liquidità, a breve termine''. Merkel precisa che ''sono talmente tanti i debiti che il paese non può uscirne con le proprie forze''. La Grecia quindi potrà ''tornare sul mercato'' solo quando il suo debito avrà raggiunto i livelli di quello italiano, al 120 per cento del pil. E per arrivare a questo traguardo, previsto nel 2020, bisogna però cancellare il 50 per cento del debito, e per farlo, sottolinea Merkel, ''ci vorrà ancora molto tempo''.
''E' vero che il problema della Grecia non è ancora definitivamente risolto'', afferma la cancelliera alla Deutschlandfunk. ''E' però urgente risolvere la crisi della Grecia, che ha un impatto sulla zona euro'', precisa, rimarcando comunque che ''ci vorrà del tempo anche prima che l'effetto delle riforme strutturali possa dare crescita''.
A intervenire è anche Nicolas Sarkozy. "La crisi può essere superata a condizione che abbiamo la volontà collettiva" e "il potere di riformare il nostro Paese" è il messaggio lanciato oggi dal presidente francese, aggiungendo, come riferisce Le Figaro, che parlerà ai francesi "alla fine del mese" per annunciare "decisioni importanti che dobbiamo prendere senza perdere tempo".

Lavoro: Censis, art.18 riguarda 1 occupato su 2, serve prima la crescita

I lavoratori italiani interessati dall'articolo 18 ammontano a oltre 10 milioni e sono pari al 45% del totale, praticamente un occupato su due. A passare al setaccio la norma sui licenziamenti e' il Censis nell'ultimo rapporto. In particolare vengono sollevati ''non pochi dubbi'' sulla possibilita' che una eventuale modifica della norma possa aumentare l'occupazione italiana, che ''ha degli unicum in tutta Europa''. Il problema, si spiega, non e' l'eccessiva rigidita' del mercato del lavoro ma il rapporto che gli italiani hanno con il lavoro. Prima di muoversi verso una maggiore mobilita' occorre quindi assicurare una maggiore crescita, altrimenti le nuove norme diventeranno un ''moltiplicatore di ansie e paure''.

15 gennaio 2012

Dal fisco all'industria, Ecodem lanciano 10 proposte per la crescita

Modernizzazione ecologica dell'industria italiana e riforma fiscale verde, politiche per la qualità del Paese e nuovo piano energetico. Ma non solo, difesa del suolo, nuovi investimenti per i servizi pubblici locali, mobilità sostenibile e città ecologiche, un'economia verde per lo sviluppo del Mezzogiorno, lotta alle ecomafie e più investimenti per green job. Sono queste le dieci proposte lanciate dagli Ecodem per la crescita del Paese.Le dieci proposte rappresentano progetti concreti per la cosiddetta 'fase due' per la ripresa dell'economia e per creare lavoro. Al primo posto gli Ecodem chiedono la modernizzazione ecologica dell'industria italiana, un programma 'Industria 2020' per la green economy mirato all'industria dell'auto, ai nuovi materiali, alla chimica verde, all'industria del riciclo, alle tecnologie per l'efficienza energetica e le rinnovabili e all'eco design.
Sul fronte fiscale, gli Ecodem propongono di alleggerire il carico sul lavoro e impresa e di spostarlo sui consumi di materia e di energia e di incentivare produzioni e consumi sostenibili. Per maggiori politiche per la qualità della vita italiana per gli Ecodem bisogna puntare sulla sfera dell'ambiente e del paesaggio, sull'agricoltura di qualità, sul turismo, sui parchi e sulla promozione del made in Italy nel mondo.
Serve, inoltre, un nuovo piano energetico e gli Ecologisti democratici propongono un programma per l'efficienza energetica nell'industria, nei servizi e nell'edilizia e di puntare ad arrivare al 50% di elettricità da rinnovabili entro il 2030.
Smart Grid e riduzione del 30% delle emissioni di gas serra entro il 2020 ma anche rendere permanente l'ecobonus del 55% sono le proposte di punta per un nuovo piano energetico italiano che arrivano dagli Ecodem.
Anche la difesa del suolo, considerata la più grande opera pubblica dell'Italia dagli Ecodem, è tra le proposte lanciate oggi. Secondo l'associazione degli Ecologisti democratici bisogna utilizzare almeno un terzo dei fondi Cipe e parte dei risparmi da rinuncia all'acquisto dei cacciabombardieri F35. Nella proposta anche deroga al patto di stabilità per i Comuni e stop al consumo di suolo.
I servizi pubblici locali sono per gli Ecodem una parte importante per la crescita della green economy che propongono di investire per acquedotti e depuratori, impianti per i rifiuti, reti di trasporto, energia e gas e di rispettare le indicazioni emerse dal referendum sull'acqua.
Nelle proposte anche una mobilità sostenibile, città più ecologiche investendo sul trasporto pubblico locale, ferrovie locali, tramvie e metropolitane. Ma per l'associazione degli ecologisti democratici, l'economia verde si gioca al Sud e quindi attraverso una priorità per lo sviluppo del Mezzogiorno che passa per più ambiente e più energie rinnovabili.
Infine, lotta alle ecomafie con l'introduzione dei reati ambientali nel Codice penale e lotta all'abusivismo, riforma dell'Ispra e del sistema dei controlli ambientali e semplificare le norme e le procedure. Dall'economia verde nasce anche una maggiore occasione di lavoro, un milione di posti di lavoro nella green economy e maggiori investimenti su formazione e ricerca sono i punti contenuti fra le dieci proposte avanzate dagli Ecodem.

Sindacati uniti al confronto con il governo: "Ma l'art. 18 non si tocca"

Tra i sindacati confederali c'e' una "posizione comune". Lo riferisce il segretario della Cgil, Susanna Camusso, dopo il vertice con i leader di Cisl e UIl, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Anche Bonanni dice che "non c'e' distinzione tra di noi. Siamo pronti tutti quanti" al confronto col governo sulla riforma del mercato del lavoro, in un "clima faticosamente costruito". Il segretario Cisl sottolinea che gli incontri finora fatti con il ministro Fornero sono andati "benino". Martedi' prossimo si riuniranno le segreterie congiunte dei tre sindacati e sara' elaborato un documento comune.
"Ci auguriamo che il governo non voglia un fallimento prima della discussione, sgomberando il campo da quello che leggiamo sui giornali e concentrandosi sul lavoro". Cosi' il segretario della Cgil, Susanna Camusso, La sindacalista conclude: "Suggeriamo sentitamente che non sia confermata" la bozza sulle liberalizzazioni che interviene sull'articolo 18. Anche Bonanni parla di quella bozza come di un "macigno" sulla strada del confronto con il governo.

Lavoro: Cgia, disoccupazione reale ha superato il 10%

'Se per l'Istat il tasso di disoccupazione ha raggiunto a novembre la soglia dell'8,6%, quello reale, invece, ha superato il 10%''. Lo afferma il segretario della Cgia, Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, Giuseppe Bortolussi, che, assieme al suo Ufficio studi, ha ''definito'' un nuovo indicatore che misura la disoccupazione ''reale''. Chiaramente, afferma la Cgia, questo parametro e' frutto di un puro esercizio teorico che, tuttavia, da' il senso della difficolta' occupazionale che sta vivendo il Paese.
La Cgia e' giunta a stimare la disoccupazione ''reale'', aggiungendo ai disoccupati censiti dall'Istat i cosiddetti sfiduciati. ''Ovvero - osserva Bortolussi -, coloro che in questi ultimi 3 anni di crisi economica sono usciti dalle statistiche ufficiali perche' hanno deciso di non cercare piu' un nuovo posto di lavoro''. Nel novembre del 2011, secondo la rilevazione dell'Istat, le persone attivamente alla ricerca di una occupazione erano 2.142.000. A questo esercito di senza lavoro, la Cgia ha sommato 438.000 nuovi ''scoraggiati'' che, in questi ultimi 38 mesi di crisi, sono usciti dalle classifiche ufficiali ingrossando la fila degli inattivi. In pratica, i senza lavoro ''reali'' sono composti da 2.580.000 persone. Pertanto, sommando ai 2 milioni e 142 mila disoccupati questi nuovi 438 mila 'sfiduciati', il tasso di disoccupazione 'reale' (o tasso reale di marginalita' dal lavoro) si attesta al 10,1%: 1,5 punti percentuali in piu' rispetto al dato ufficiale fornito la settimana scorsa dall'Istat. ''Tra le 438.000 persone che in questi ultimi 3 anni di profonda crisi hanno deciso di non cercare piu' un lavoro - conclude Bortolussi - risiede in buona parte nelle regioni del Mezzogiorno. E' evidente che una gran parte di queste persone e' andata ad alimentare l'abusivismo ed il lavoro nero creando gravi danni a quelle aziende che, nonostante le difficolta' economiche, sono rimaste in attivita'''.
Infine, sottolinea la Cgia, si ricorda che le forze di lavoro presenti in Italia sono pari a 25.049.000, mentre gli occupati sfiorano la soglia dei 23 milioni (precisamente 22.906.000). In termini percentuali il tasso di attivita' si attesta al 62,2%, quello di occupazione al 56,9%, mentre la disoccupazione giovanile ha ormai superato il 30% (precisamente il 30,1%).

I conti che tornano: rapporto deficit-pil mai così buono dal 2008

Nei primi nove mesi del 2011 il rapporto tra deficit e Pil e' stato pari al 4,3%, inferiore dello 0,3 % rispetto allo stesso periodo del 2010 (era al 4,6%). Nel terzo trimestre 2011, il rapporto deficit/Pil e' stato pari al 2,7%. Il saldo primario e' stato pari all'1,7% del Pil nel terzo trimestre e in nove mesi allo 0,3%, dopo dieci trimestri di dati cumulati negativi. Lo comunica l'Istat diffondendo i dati grezzi sull'indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche. Si tratta del miglior dato dai primi nove mesi del 2008.

14 gennaio 2012

LAVORO: ANGELETTI, SENZA CONFRONTO GOVERNO SI IMPANTANA

''Senza confronto il governo rischia di impantanarsi sulle riforme. Non ci sara' bisogno di un voto di sfiducia, bastera' far vedere che il treno delle riforme si e' arenato''. Lo dice il leader Uil, Luigi Angeletti, nella conferenza stampa unitaria. Un rischio, quello del 'pantano' che per Angeletti, corre, a maggior ragione un governo tecnico rispetto ad un esecutivo politico. "Un governo di illuminati diventa oggetto e preda piu' facilmente di interessi forti e rischia di impantanarsi perche' le corporazioni, ma anche la politica, capiscono e si organizzano su come fermare l'attivita' dell'esecutivo", aggiunge prevedendo come: "se continua cosi' non andra' a finire bene". Trasparenza, dunque, inannzitutto, dice ancora Angeletti: il contrario "della tecnica usata oggi che e' quella delle indiscrezioni, dei documenti anonimi, salvo poi smentire a seconda delle convenienze". La "trasparenza invece e' una ricetta semplice a meno che non si pensi che l'unico modo per governare sia quella di sospendere la partecipazione e quindi anche la democrazia, che mi pare decisamente una strada inefficace", conclude.

Napolitano: ''L'Europa proceda sulla via dell'unità politica e dell'unione economica''

''La crisi economica e finanziaria globale ha trovato le istituzioni europee ancora condizionate da limiti del passato. Le profonde trasformazioni in corso su scala mondiale evidenziano l'urgenza per l''Europa di mettere in campo la più forte volontà comune nel procedere senza esitazioni sulla via dell'unità politica e dell'effettiva unione economica". Lo sottolinea il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato in occasione del convegno dal titolo "Convenzione sul ruolo dell'Italia per rilanciare l'obiettivo della Federazione Europea" al presidente nazionale del Movimento Federalista Europeo, Lucio Levi.
All'indomani del declassamento dell'Italia a BBB+ il presidente della Camera Gianfranco Fini sottolinea da parte sua: "Ci sono mille problemi di carattere economico, anche a livello europeo, e l'intera zona dell'euro è sotto attacco". "E' giusto avere fiducia nel futuro e nella comunità nazionale di realizzare gli obiettivi che si prefigge - ha aggiunto però -. L'Italia è capace di mantenere i suoi impegni".
Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha ricordato: "Questa estate siamo stati vicinissimi al baratro, lo abbiamo evitato ma siamo ancora in presenza di un tira e molla e certo quello che è accaduto ieri è una sberla che ci ributta in avanti rallentando il recupero". "Senza voler evocare il solito nemico - ha aggiunto - il declassamento è una vera sberla che rende più difficile i rapporti tra i diversi Paesi europei nel risolvere la crisi".
Il leader dell'Udc Pierferdinando Casini, commentando il taglio di rating del nostro Paese, nota: ''La strada che Monti sta facendo è giusta, i provvedimenti sono giusti e anche se difficili da sostenere, questi sono i provvedimenti che il Paese deve affrontare''. ''L'Italia - ha aggiunto - è governata non dalle agenzie di Rating ma dal presidente Monti''. ''I partiti - ha osservato - devono trarre dalla decisione di ieri una lezione chiara: bisogna rafforzare il sostegno al governo''.
Per il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri ''a prescindere dall'attendibilità di alcune agenzie di rating e della possibilità di manovre speculative in atto contro l'Europa, resta il fatto che l'Unione deve cambiare rotta. La gestione Franco-tedesca si sta rivelando fallimentare - sottolinea -. Bisogna agganciare l'euro alla Bce, rivedere le regole dell'Eba che potrebbero causare conseguenze devastante per il sistema bancario di diversi paesi, sostenere fortemente il fondo salva-stati e varare gli euro bond'', conclude.

12 gennaio 2012

L'OMAGGIO COMMOSSO DELLA CAMERA A MIRKO TREMAGLIA

Come annunciato, il Parlamento italiano ha reso omaggio oggi a Mirko Tremaglia, scomparso il 30 dicembre nella sua casa a Bergamo all'età di 85 anni. A ricordarlo il presidente Gianfranco Fini, da sempre suo compagno di viaggio, che ne ha riconosciuto l'impegno politico a tutto tondo e la lunga carriera da uomo "orgogliosamente di destra", eppure capace di conquistarsi - per il "rigore morale" e la "passione civile" da lui sempre dimostrati - la stima di politici anche di fazioni opposte.
Ma soprattutto - e non poteva essere altrimenti - Fini ha ricordato le lotte di Tremaglia per i connazionali all'estero, suggellate dal diritto di voto e di rappresentanza in Parlamento, tanto quanto, a livello simbolico, dalla nomina dello stesso Tremaglia a ministro degli Italiani nel Mondo (2001/2006).
"Mirko Tremaglia", ha detto il presidente Fini, "ha legato la sua lunga stagione politica a due obiettivi": da un lato "il raggiungimento di quella pacificazione nazionale che egli considerava doverosa" in ragione tanto della sua "personale storia politica" - l'adesione, mai rinnegata, alla Repubblica di Salò - quanto dei "principi scritti nella nostra Costituzione repubblicana"; e dall'altro la battaglia, di cui è stato "paladino" per quattro decenni, in favore della "valorizzazione" dei nostri connazionali nel mondo.Per Tremaglia, ha spiegato Gianfranco Fini, gli italiani all'estero "erano in primo luogo i discendenti dei nostri emigranti, di coloro che si erano sacrificati a Marcinelle" e che, "attraverso tanto lavoro, sacrificio e mortificazione, si erano integrati nelle società" d'accoglienza. "Tremaglia sapeva che i loro figli e nipoti desideravano mantenere il forte radicamento con la madrepatria e nel corso dei decenni, tessendo rapporti con tutte le forze politiche, ha reso possibile un autentico miracolo in termini politici. Prima", ha rammentato Fini all'Aula, "con l'approvazione, quasi all'unanimità, della legge che istituiva il censimento degli italiani all'estero", da cui è poi scaturita l'Aire, "e successivamente con l'approvazione della legge che ha consentito agli italiani residenti all'estero di esercitare il doppio diritto di elettorato attivo e passivo". E la presenza oggi a Montecitorio dei deputati eletti nella Circoscrizione Estero è "il suggello di quella nobile quanto convinta battaglia", ha osservato il presidente della Camera.
Prima di concludere un'ultima considerazione: il rammarico espresso da Mirko Tremaglia all'amico Fini poche settimane prima di morire, nella consapevolezza che "difficilmente gli sarebbe stato possibile essere ancora tra noi per continuare una battaglia che avvertiva importante in termini morali esattamente quanto quella per i nostri connazionali all'estero", ovvero "la necessità di un intervento di tipo legislativo" per far sì che "accanto alla piena integrazione" degli immigrati - "per tanti aspetti assai simili ai nostri progenitori di ieri" - "si possano garantire anche quei diritti e quei doveri che rendono possibile un nuovo concetto di cittadinanza".
La stessa commozione con cui è intervenuto, a nome del Partito Democratico, Franco Narducci che ha parlato di Tremaglia come di un "amico", un uomo "rigoroso", un politico "sicuramente di parte - e non lo nascondeva -", ma capace anche di andare "oltre gli schieramenti politici" per il bene del Paese e "soprattutto quando erano in gioco i diritti degli italiani sparsi nel mondo".
Narducci ha voluto ricordare "l'impegno straordinario che Mirko Tremaglia ha profuso in tanti anni per gli italiani residenti all'estero, che per lui e nella sua azione politica hanno rappresentato una ragione di vita"."Il voto all'estero, voluto da Tremaglia e sostenuto in maniera bipartisan, ha introdotto un elemento fortemente innovativo nel quadro dell'ordinamento nazionale, che", ha osservato Narducci, "ha segnato una svolta nella consapevolezza degli italiani circa il significato della diaspora, contribuendo al risveglio di una sana coscienza nazionale". Infatti, ha spiegato il deputato Pd, "con l'istituzione della circoscrizione Estero si è trovata la soluzione ad una questione istituzionale antica, quella della effettività dell'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani all'estero già affrontata in assemblea costituente. Un diritto che", ha osservato ancora Narducci, "contribuisce a rinsaldare l'essenziale legame tra italiani dentro e fuori i confini nazionali, a raccordare il patrimonio storico, economico e culturale con l'evoluzione della società italiana e ad operare per la salvaguardia della nostra identità culturale e della nostra lingua. E ritengo che in questo debba essere un ruolo incisivo quello degli eletti all'estero", ha aggiunto.

Porcellum, i referendum non si faranno. E il Colle difende la Consulta

La Corte costituzionale ha stabilito che i due quesiti referendari per abrogare l’attuale legge elettorale non sono ammissibili. Questo il comunicato della Consulta. "La Corte costituzionale, in data 12 gennaio 2012, ha dichiarato inammissibili le due richieste di referendum abrogativo riguardanti la legge 21 dicembre 2005, n. 270 (Modifiche alle norme per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica). La sentenza sara' depositata entro i termini previsti dalla legge".
DI PIETRO: "MANCA SOLO L'OLIO DI RICINO" - "L'Italia si sta avviando, lentamente ma inesorabilmente verso una pericolosa deriva antidemocratica, ormai manca solo l'olio di ricino". Antonio Di Pietro, presidente dell'Idv, si scaglia conto la Consulta che ha bocciato i quesiti referendari. "La Corte costituzionale- dice alla Camera- è addirittura arrivata al punto di impedire al popolo italiano di scegliersi quale legge elettorale vuole: una decisione che non ha nulla di giuridico nè di costituzionale, ma e' politica e di piacere al capo dello Stato e alle forze politiche della nuova maggioranza". Per Di Pietro si tratta di "una volgarita' che rischia di diventare un regime se a breve non viene fermata dal popolo. E' tempo di scendere nelle piazze e passare a nuove forme di protesta", contro questo "scempio della democrazia".
CENSURA DEL QUIRINALE - A quanto si apprende in ambienti del Quirinale si rileva che parlare della sentenza odierna della Corte Costituzionale, come qualche esponente politico ha fatto, di "una scelta adottata per fare un piacere al Capo dello Stato" e' una insinuazione volgare e del tutto gratuita, che denota solo scorrettezza istituzionale.
BERSANI: "E ORA ATTIVI PER CAMBIARE LA LEGGE" - "Chi come noi ha dato un aiuto decisivo alla raccolta delle firme per il referendum elettorale non puo' certo gioire per la sentenza della Corte Costituzionale, ma tuttavia la rispettiamo pienamente". Cosi' Pier Luigi Bersani dopo la decisione della Consulta di bocciare i questiti referendari elettoriali.
"Leggeremo il dispositivo per farci illuminare dalle valutazioni della Corte- dice il segretario del Pd- ma ora tocca al Parlamento agire. Noi abbiamo depositato una proposta di legge e naturalmente siamo aperti a una discussione con tutte le forze in Parlamento e in dialogo con la societa'. Quel che e' certo- osserva ancora- e' che non possiamo tenerci la legge che abbiamo, perche' in una situazione gia' molto grave finiremo per vedere accresciuto il distacco tra i cittadini e le istituzioni. Noi- conclude Bersani- da domani siamo impegnatissimi a portare a buon fine la riforma".
BERLUSCONI: "LEGGE BUONA, DA MIGLIORARE" - "Io ho sempre ritenuto l'attuale legge elettorale buona: puo' essere migliorata soprattutto sul premio di maggioranza al Senato. Credo che il Parlamento dovra' fare un intervento su questo, portando il premio di maggioranza su base nazionale".

Draghi: "Previsioni dell'economia incerte, bisogna rafforzare il fondo Salva Stati"

Le previsioni dell'economia sono incerte e esposte a rischi''. Il presidente della Bce, Mario Draghi commenta così la decisione di lasciare il tasso di riferimento invariato all'1% che, spiega, "è stata presa all'unanimità". Il Consiglio direttivo dell'Eurotower, che il mese scorso ha taglio i tassi dello 0,25%, ha deciso oggi di non intervenire. Il tasso sui depositi resta allo 0,25% e quello marginale all'1,75%%I mercati "hanno apprezzato quanto realizzato in Italia". E' l'unica frase in cui il presidente della Bce, Mario Draghi cita direttamente l'Italia. In diversi passaggi, però, rispondendo alle domande, evidenzia che quanto fatto sul piano del consolidamento fiscale nei paesi a rischio dell'area euro, quindi a partire dall'Italia, "è straordinario".
L'orizzonte però potrebbe schiarirsi a breve.''Continuiamo a pensare che l'attività economica riprenderà progressivamente nella zona euro nel 2012 sostenuta dalla domanda e dalle misure prese''. Per questo, aggiunge, ''serve varare d'urgenza il nuovo trattato fiscale europeo e il rafforzamento del fondo Salva Stati''. E poi ci vuole chiarezza. Il Fiscal Compact su cui si sta discutendo in Europa, dice Draghi, deve essere ''chiaro e non ambiguo sulle regole''.
Il rigore nei conti e le riforme strutturali devono procedere "insieme" per "rafforzare le prospettive di crescita e la creazione di posti di lavoro". Le riforme sui mercato del lavoro "devono cancellare le rigidità e prevedere una maggiore flessibilità dei salari''.
''Alcuni Paesi che sono in difficoltà hanno intrapreso dei notevoli progressi nel risanamento dei conti pubblici e i mercati mostrano un certo entusiasmo e questo è incoraggiante''. Il risanamento dei conti pubblici, sottolinea Draghi, comunque, ''deve essere seguito da riforme strutturali per incoraggiare un ritorno alla fiducia e la creazione di posti di lavoro''.
A essere determinante sarà comunque "la stabilità del settore bancario" che, dice, "è un fattore chiave" per l'area euro. ''L'inflazione resterà sopra il 2% nei mesi a venire" ma, conclude Draghi, "poi scenderà''.

11 gennaio 2012

Marcegaglia: ''Art. 18 anomalia italiana''

Il reintegro esiste formalmente anche in altri paesi Ue ma non viene mai sostanzialmente usato. Ci sono anomalie sul sistema italiano come è attualmente strutturato". Lo ha detto la leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, che presenterà un dossier al ministro del Lavoro, Elsa Fornero.Un tema, quello dell'art.18, "molto ideologico" che Confindustria, però, spiega ancora Marcegaglia, "non vuole affrontare dal punto di vista ideologico". "Intendiamo infatti portare all'attenzione del ministro solo un confronto tra l'Italia ed i Paesi della Ue, similitudini e difformità". E dai dati, osserva ancora, emerge come l'utilizzo del reintegro, per i Paesi che l'hanno adottato, venga utilizzato "sopratutto per quel che riguarda i licenziamenti discriminatori". Per l'Italia, invece "ci sono anomalie nel sistema", aggiunge, spiegando come non si tratti comunque di proposte, che verranno formalizzate successivamente all'avvio della trattativa, ma di "dati che dimostrano i problemi di competitività che il Paese ha".
"A Fornero - prosegue - presenteremo quindi una serie di dati e documenti abbastanza ampi, di benchmark con i Paesi europei sulla flessibilità in entrata, sulla riforma degli ammortizzatori e sulla flessibilità in uscita. Dati che dimostrano le anomalie con l'Europa ma anche le linearità".
Nessun problema invece per quanto riguarda la flessibilità in entrata. "Siamo sostanzialmente in linea con l'Europa", dice ancora, ed in particolare con i Paesi con il maggiore sistema di welfare come la Germania, Danimarca e Francia.
''Non c'è un problema di eccesso di flessibilità in entrata nell'industria, può darsi un po' di più nella Pa e in alcuni servizi", continua, ricordando come la flessibilità in entrata abbia creato molta occupazione anche se si riscontrano alcune anomalie sopratutto sulle partite Iva.
Sul sistema degli ammortizzatori dai dati emerge che il sistema italiano "è abbastanza buono". "Le imprese infatti si sono autofinanzDi questo studio si è discusso dunque nel corso del direttivo, un 'parlamentino' "molto partecipato" al quale erano presenti oltre 50 rappresentanti delle principali imprese italiane. Tra questi l'ad di Enel Fulvio Conti, il presidente di Telecom, Franco Bernabè, il presidente dell'Eni, Giuseppe Recchi, il vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei. A dimostrazione, come spiega ancora Marcegaglia, che "il tema del mercato del lavoro è un tema molto sentito e fondamentale".
Le reazioni non si sono fatte attendere. ''Confindustria ha intenzione di far fallire la trattativa con il governo?'' si chiede Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil. ''La Confindustria - spiega il dirigente della Cgil - dice che si presenterà al confronto con il ministro senza una proposta, ma annuncia che l'articolo 18 è un'anomalia da abolire. Solo Confindustria in Italia continua a dire che non c'è eccesso di flessibilità in entrata, contro ogni evidenza''.
''Ma perché si vogliono creare le condizioni per una non riuscita del confronto?'', si chiede Fammoni, che si risponde: ''Verrebbe da dire che come altre lobby non intendono mettersi in discussione davvero per favorire le strategie per la crescita e i diritti, ma solo acquisire vantaggi in una situazione così drammatica''.