18 dicembre 2011

IRPEF, IVA, CASA E PENSIONI: ECCO I ''NUOVI'' SACRIFICI PER GLI ITALIANI

Alla fine il menu' e' stato tradizionale: aumento dell'Irpef attraverso l'addizionale regionale, aumento della benzina e del tabacco trinciato, lievitazione dell'Iva (da ottobre 2012 se, come e' probabile, i risparmi dalla delega fiscale e assistenziale non andranno in porto nei tempo stabiliti). E ancora, reintroduzione dell'Ici sulla prima casa (che si chiamera' Imu) e rivalutazione del 60% delle rendite catastali, blocco all'indicizzazione delle pensioni per il 2012-2013, garantendo l'adeguamento all'inflazione soltanto per gli assegni sotto i 1.400 euro lordi al mese.
Gli stretti vincoli europei hanno imposto al governo guidato da Mario Monti di varare una manovra urgente per ridurre con certezza il deficit e centrare l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Era necessario, come ha piu' volte spiegato il premier, 'puntellare' le manovre del precedente governo, che contenevano diversi elementi dagli esiti dubbi, in primo luogo i risparmi complessivi di 20 miliardi a regime (nel 2014) dalla delega sul fisco. Era necessario anche recuperare il differenziale di crescita economica, che nel 2012 sara' in zona negativa (-0,4% secondo le ultime stime del governo) e che ovviamente pesera' nel rapporto deficit/pil.
Il decreto 'salva-Italia' vale circa 34 miliardi lordi per il 2012-2013, di cui 21 di correzione vera e propria del disavanzo e 13 per coprire, con l'aumento dell'Iva (del 2% sulle aliquote del 10 e del 21%) la delega fiscale.
L'alternativa a quest'ultimo intervento sarebbe stata pero' una misura ancora piu' dolorosa: il taglio orizzontale di tutte le detrazioni e agevolazioni, comprese quelle a favore delle famiglie numerose.
Scampato l'incremento delle ultime due aliquote Irpef sui redditi medio-alti, l'imposta sara' un po' piu' pesante per tutti con l'aumento dell'addizionale regionale. L'aliquota di base passa dallo 0,9% all'1,23%. La modifica si applica dall'anno di imposta 2011, gettito stimato 2 miliardi, che vanno a finanziare la sanita' (al posto della compartecipazione delle regioni all'Iva).
Dall'aumento dell'accisa sui carburanti, gia' scattato dal 7 dicembre scorso (8 centesini per la benzina e 11 centesimi per il gasolio) il gettito atteso e' di 4,8 miliardi nel 2012 a cui si aggiunge 1 miliardo in piu' di Iva per effetto trascinamento.
Pesante il pacchetto 'casa', che porta un gettito di 11 miliardi in piu' l'anno di cui 3,8 vengono dall'Imu sull'abitazione. Il passaggio parlamentare ha alleggerito la tassazione a vantaggio delle famiglie numerose, avviando cosi' il criterio del 'quoziente familiare': sulla detrazione generale di 200 euro si aggiungono ulteriori 50 euro a figlio (fino ad un massimo di 400 euro). L'aliquota sulla prima casa e' dello 0,4% ma con una certa manovrabilita' dei comuni che possono variarla in piu' o in meno dello 0,2%. L'aliquota sulle seconde case e' dello 0,76% (con possibilita' di variazione dello 0,3%). La base imponibile e' la rendita catastale rivalutata del 60%.
Sacrifici alti sono richiesti ai pensionati
Nell'immediato, con lo stop all'indicizzazione per quelle sopra 1.400 euro, e in prospettiva con l'attuazione della riforma, che portera' risparmi crescenti negli anni (20 miliardi a regime nel 2018). L'abolizione dal 2012 delle pensioni di anzianita' con il sistema delle 'quote' costringera' molti lavoratori a prolungare di diversi anni la permanenza in attivita'. Si potra' andare soltanto in pensione di vecchiaia con 66 anni di eta' per gli uomini e 62 per le donne (che nel 2018 dovranno raggiungere anch'esse 66 anni). Unica eccezione i lavoratori nati intorno al 1950-52, che possono lasciare a 64 anni. Sono ammesse pensioni anticipate soltanto con 42 anni di contributi, ma i lavoratori precoci che raggiungono il requisito prima dei 62 anni incorrono in penalizzazioni (1% per ogni anno di anticipo fino a 62 e 2% per ogni anno ulteriore).