30 dicembre 2011

È MORTO MIRKO TREMAGLIA IL MINISTRO DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO

È morto all'età di 85 anni, nella sua casa di Bergamo, l'ex ministro Mirko Tremaglia.
Tremaglia, nato a Bergamo il 17 novembre del 1926, laureato in Giurisprudenza, avvocato, Segretario Generale del CTIM, già Presidente della Commissione Esteri della Camera dei deputati, era stato Ministro degli Italiani dal 2001 al 2006, nei governi Berlusconi II e III.
Storico esponente della destra italiana, ex ragazzo di Salò, esponente del Msi, poi di An, eletto con il Pdl nel 2008 era poi passato al gruppo di Futuro e Libertà.
Sua la riforma che diede il diritto di voto ai cittadini residenti fuori dall'Italia: Tremaglia verrà ricordato per essersi battuto per la causa degli italiani all’estero, per i quali il voto si concretizza a partire dalle elezioni politiche del 2006. Un iter cominciato nel 1993 quando la Camera approvò un Ddl Tremaglia per il voto per corrispondenza degli italiani all'estero e la creazione di Circoscrizioni Estere.
Alla Legge Tremaglia, l'ex ministro ha dedicato gran parte della sua attività politica. Una battaglia partita da lontano fino ad ottenere la modifica della Costituzione negli articoli 48 (istituzione della circoscrizione Estero), 56 e 57 (numero dei deputati e senatori eletti dai cittadini italiani all'estero).
"Vorrei essere ricordato - diceva di sè - come chi ha distribuito democrazia agli italiani nel mondo".

28 dicembre 2011

Istat: nel 2065 ultra 65enni saranno il 33,2% popolazione italiana

La popolazione residente in Italia e' destinata a invecchiare gradualmente. E' quanto rileva l'Istat nel suo studio sul futuro demografico del Paese.
Nello scenario centrale elaborato dall'Istituto di statistica l'eta' media aumenta da 43,5 anni nel 2011 fino a un massimo di 49,8 anni nel 2059. Dopo tale anno l'eta' media si stabilizza sul valore di 49,7 anni, a indicare una presumibile conclusione del processo di invecchiamento della popolazione.
Particolarmente accentuato entro i prossimi trenta anni e' l'aumento del numero di anziani: gli ultra 65enni, oggi pari al 20,3% del totale, nello scenario centrale aumentano fino al 2043, anno in cui oltrepassano il 32%. Dopo tale anno, tuttavia, la quota di ultra 65enni si consolida intorno al valore del 32-33%, con un massimo del 33,2% nel 2056.
La popolazione fino a 14 anni di eta', oggi pari al 14% del totale, evidenzia un trend lievemente decrescente fino al 2037, anno nel quale raggiunge un valore minimo pari al 12,4%. Dopo tale anno la percentuale di under 15enni si assesta fino a raggiungere un massimo del 12,7% nel 2065. Il margine di incertezza associato a tale stima fa comunque ritenere che nel medesimo anno tale quota potrebbe oscillare in un intervallo compreso tra l'11% e il 14%.

27 dicembre 2011

Monti in manovra: "Siamo già alla fase due".

Il Consiglio dei ministri ha approvato il milleproroghe. Lo dice il ministro per la Cooperazione e l'Integrazione, Andrea Riccardi, che lasciando Palazzo Chigi aggiunge: "Non sono mille le proroghe". Sulla durata della riunione spiega: "E' stato un lavoro serio e complesso".
La manovra e' "un decreto di estrema l'urgenza che mette in grado l'Italia di affrontare a testa alta la crisi europea". Lo dice il premier Mario Monti in aula al Senato, prima del voto sulla fiducia. Sulla manovra economica e' stato condotto un "lavoro rapido, approfondito, condotto nel rispetto e nella valorizzazione da parte del governo di questo Parlamento". "Non c'e' crescita senza disciplina finanziaria e non c'e' stabilita' se i bilanci non sono in ordine".
I paesi dell'Unione europea devono perseguire "una crescita duratura, l'occupazione e la coesione". "Per superare la crisi e' essenziale la credibilita' del sistema paese e che la nostra economia torni a crescere".
Dobbiamo "prepare un'Italia migliore per i nostri figli e credere nelle loro capacita' di renderla ancora migliore". Occorre passare "a una fase organica riforme di cui abbiamo messo semi come ad per esempio in tema liberalizzazioni".
"Voglio affermare- prosegue- che tutti i suggerimenti anche provenienti anche da studi autorevoli, sono suggerimenti su cui il governo lavorera' con attenzione. Quindi, "liberalizzazioni, ma anche agevolazioni fiscali a famiglie e imprese".
"Ci muoviamo ancora in un contesto di estrema criticita'". Certo, aggiunge, per superare questa crisi "chiediamo agli italiani sacrifici significativi ma molto inferiori a quelli che avremmo dovuto sopportare senza questa azione di contenimento della fase di emergenza".
Anche il governo condivide l'appello che viene dalle forze politiche a cambiare la politica europea: "Non vi sfugge- dice Monti ai senatori- che i meccanismi dell'Unione europea comportano la necessita' di persuadere gli altri stati membri.
Senza tutto questo- dice riferendosi alla manovra- sarebbe velleitario dire che la politica europea deve cambiare. Ma vi assicuro che opereremo molto fortemente nel senso che noi tutti auspichiamo. La vostra convinzione e' anche la mia". L'approvazione della manovra, dice Monti, e' stata una "grande prova di disciplina collettiva" dell'Italia.
"Dobbiamo guardare con fiducia ai nostri buoni del Tesoro. E' essenziale che gli italiani sottoscrivano bot e btp, dobbiamo avere fiducia in noi stessi". "I sacrifici" chiesti sono "significativi ma molto inferiori a quelli che avremmo dovuto sopportare senza questa azione di risanamento".
Le misure contenute nella manovra contro l'evasione fiscale rendono "rituale, ripetitivo e del tutto privo di fondamento lo slogan pagano i soliti noti"."La fase due nella quale ora ci inoltreremo e' gia' dentro la fase uno: perche' la gestione dell'emergenza si poteva fare in molti modi, e alcuni sarebbero stati piu' semplici da decidere, ma ci avrebbero allontanato invece che avvicinato ai percorsi della crescita". Monti precisa che "il governo ha deciso di destinare risorse importenti a sostenere l'impresa e il lavoro stabile".

Berlusconi attacca la Manovra: ''Troppe tasse, rischiamo la recessione''

L'attacco alla Manovra, che con tutte queste nuove tasse ''rischia di portarci alla recessione'' e l'assicurazione ai suoi sostenitori che lui resta ''sempre in pista''. L'ex premier Silvio Berlusconi torna a farsi sentire, intervenendo telefonicamente con la Comunità Incontro di don Gelmini.
''Noi fino all'estate scorsa abbiamo sempre tenuto i conti in ordine tagliando le spese invece di alzare le imposte. Ora invece - dice il Cavaliere - con queste nuove tasse il rischio è di comprimere i consumi e indurre in recessione l'economia. Ma la soluzione non dipende da noi né dal governo nazionale, ma dall'Europa''.
L'ex premier parla poi di un Pdl in buona salute, anzi in crescita secondo gli ultimi sondaggi a sua disposizione. ''Voglio ricordare a noi stessi - ha detto - che siamo sempre il partito di maggioranza in parlamento e che i sondaggi ci danno in forte anzi fortissima ricrescita perché gli italiani sono preoccupati''. Quindi, parlando con don Pierino Gelmini, rassicura i suoi sostenitori. ''Sai che io sono ancora impegnato a sostenere la nostra forza di libertà. E quindi sono sempre in pista''.

25 dicembre 2011

Manovra: sindacati, in piazza per dire che ''la battaglia continua''

Cgil, Cisl, Uil e Ugl di nuovo in piazza per protestare contro la manovra del governo Monti e per dire, unitariamente, che ''la battaglia continua''. La consueta conferenza stampa di fine anno dei sindacati, infatti, si e' svolta oggi in piazza Montecitorio, sede negli ultimi giorni del presidio unitario dei rappresentanti dei lavoratori.
''La partita non e' chiusa. Se il governo pensa di andare dritto trovera' degli ostacoli che lo porteranno a sbattere''. Cosi' Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ricorda all'esecutivo di Monti che ''considerare chiuso il capitolo sulla previdenza, e' uno sbaglio''. ''Provate a discutere e a confrontarvi con le parti sociali - prosegue Camusso - per costruire equita' che nella manovra non c'e' stata e di cui, invece, abbiamo bisogno''.
Per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ''serve un patto sociale tra i sindacati e il governo con il sostegno dei partiti. Fuori da questa logica ci sono solo le corporazioni e le lobby. Il governo deve scegliere da che parte stare''. L'alta percentuale di tasse presente in manovra, per Bonanni, ''crea le premesse per un'ulteriore recessione. Forse - aggiunge - ci vorra' un'altra manovra per tappare il buco che creera' questo decreto''.
''Pensare di poter fare astrattamente scelte contro il sindacato e' una grande illusione'', dice il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, precisando che ''questa non e' una minaccia. Lo voglio raccontare ai professori che non conoscono il Paese nella sua realta' perche' hanno vissuto nelle universita' e poco nei mercati e nelle fabbriche''.
La manovra, prosegue Angeletti, salva ''solo il 10% degli italiani: i ricchi e i potenti che parlano attraverso i giornali e che hanno la forza di affermare la loro posizione'' ma questo ''non salva l'intero Paese''.
''Fondamentali'', secondo il leader della Uil, sono ''crescita e riforma fiscale''. ''Se il governo sara' cosi' sciocco e presuntuoso da non raccogliere la nostra sfida il 2012 sara' negativo come ci aspettiamo, ma siamo ottimisti e speriamo che la ragione prevarra'''.
Secondo il leader dell'Ugl, Giovanni Centrella, ''questo esecutivo e' peggio di un governo politico. Doveva avere il coraggio di fare la patrimoniale, non ha mantenuto fede a quello detto al momento di insediarsi. Proseguiremo la mobilitazione fino a che non capiranno che il Paese e' stanco di subire vessazioni''.

BUON NATALE


Oggi è nato il nostro salvatore Gesù, colui che ha sacrificato la propria vita per liberarci dal peccato, è un giorno di festa ed al regalo e al panettone preferisco un abbraccio vero e sincero...


BUON NATALE !!!!!

Natale: Codacons, acquisti mai cosi' in basso negli ultimi 10 anni

Mai cosi' male i consumi degli italiani a Natale negli ultimi dieci anni. Il settore abbigliamento e calzature ha fatto registrare un calo degli acquisti pari al 30%, i prodotti per la casa -25%, elettrodomestici, profumeria ed estetica -20%, cosi' come i viaggi, e un calo del 5% si e' registrato perfino per i giocattoli. Gli unici settori per i quali le vendite hanno retto rispetto agli anni passati sono l'hi-tech e gli alimentari.
Sono i dati forniti dal Coordinamento delle associazioni dei consumatori (Codacons), che ha monitorato l'ultima giornata di shopping il il giorno della vigilia.
''Le vendite sono crollate e mai come quest'anno il settore regali ha subito una contrazione cosi' forte'', ha detto il presidente Codacons, Carlo Rienzi. ''Si tratta del piu' brutto natale degli ultimi 10 anni sia per i consumatori, costretti a ridurre il numero e l'entita' dei regali, sia per i commercianti, che hanno subito una drastica riduzione del giro d'affari. E' evidente - conclude Rienzi - che a partire dal prossimo anno qualcosa deve cambiare sul fronte del commercio, altrimenti migliaia di esercizi commerciali saranno costretti a chiudere nel 2012''.

Istat: retribuzioni ferme a novembre 2011 Ferma la P.a., incrementi solo nel privato

A novembre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie registra una variazione nulla rispetto al mese precedente e un incremento dell'1,5% rispetto a novembre 2010. Nella media del periodo gennaio-novembre 2011 l'indice è cresciuto dell'1,8% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. Lo rileva l'Istat.Alla fine di novembre 2011, rileva ancora l'Istat, i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 68,6% degli occupati dipendenti e al 63,1% del monte retributivo osservato. L'Istat riferisce inoltre che, con riferimento ai principali macrosettori, a novembre le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell'1,9% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che a novembre presentano gli incrementi maggiori rispetto allo stesso mese dell'anno precedente sono: gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e attività dei vigili del fuoco (per entrambi +3,1%). Tutti i comparti della pubblica amministrazione, a eccezione dei vigili del fuoco, registrano, invece, variazioni nulle. A novembre, tra i contratti monitorati dall'indagine è stato ratificato l'accordo per i dipendenti degli studi professionali. Alla fine di novembre, aggiunge ancora l'istituto di statistica, la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 31,4% nel totale dell'economia e del 10,7% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 23,9 mesi nel totale e di 26,6 mesi nell'insieme dei settori privati.

SERA (UIM): DEDICHEREMO IL 2012 AI SOGNI DEI GIOVANI EMIGRANTI

La Uim segnala l’ultimo numero in edicola dell’Espresso che questa settimana aveva in copertina il titolo "Sognando Australia", con il sottotitolo: "spinti da recessione, disoccupazione, incertezza sul futuro decine di migliaia di giovani vanno all’estero a studiare e cercare un lavoro".
L’articolo dell’Espresso "descrive questo novello mito che la UIM ha potuto constatare di persona: "non è tutto oro quello che luccica". Anche quest’emigrazione dei giovani – spiega - è piena di rischi, di sacrifici, di personalità".
"La UIM – sostiene il Presidente Alberto Sera - da tempo ha deciso di mettere l’accento sull’emigrazione giovane e rilancia ancora l’appello al mondo accademico a porre attenzione a questo fenomeno per poi studiare proposte da sottoporre a chi ci governa. Le iniziative giornalistiche come quelle dell’Espresso sono lodevoli, scuotono il problema, ma poi spetta alle organizzazioni sociali fare più e più approfondimenti. Dedicheremo anche il 2012 – assicura Sera - a questa specifica tematica".

20 dicembre 2011

Consegnati a Mar del Plata prestiti destinati a piccoli imprenditori del settore apicolo, ortofrutticolo e del legno

Sono stati consegnati presso il Consiglio comunale della città di Mar del Plata microcrediti destinati a piccoli imprenditori del settore apicolo, ortofrutticolo e del legno nell'ambito di progetti organizzati dal Centro Laziale Marplatense, l'associazione laziale Mar y Serras di Tandil e presentati dalla Fedelazio al ministero dello Sviluppo sociale argentino.
L'iniziativa, promossa dalle due associazioni facenti parte di Fedelazio, è stata presentata alla Commissione nazionale di microcredito ed ha riguardato 65 cittadini residenti a Mar del Plata e dintorni.
Il ministero argentino dello sviluppo sociale – scrive in un articolo in proposito Santiago Laddaga per Lazio Oggi – promuove da alcuni anni programmi di microcredito come strumento di lotta alla povertà e all’esclusione sociale al fine di sviluppare la partecipazione e la solidarietà a favore di categorie svantaggiate. Un metodo sostenuto da Fedelazio, anche in considerazione del fatto che in Argentina moltissime famiglie vivono con i proventi delle loro piccole imprese agricole e delle cooperative di cui fanno parte nell'ambito di quella che è stata definita “economia informale”.
La difficoltà per questi soggetti di accedere al prestito bancario a causa dell'inadeguatezza o della mancanza di garanzie reali e delle microdimensioni imprenditoriali, ritenute troppo piccole dalle banche tradizionali, non consente a queste attività produttive di avviarsi e svilupparsi libere dall'usura. I programmi di microcredito propongono perciò soluzioni alternative per queste microimprese, paragonabili ai prestiti d'onore.
La Fedelazio, federazione di associazioni laziali in Argentina presieduta da Gustavo Velis, interviene nel settore della piccola e media impresa, per sostenere le famiglie in situazione di disagio economico con prestiti personali agevolati, a condizione che dimostrino un reddito minimo ma sufficiente a garantire la restituzione del capitate ricevuto in prestito in un anno. (Inform)

Fini,Monti non è fallimento politica

Il governo Monti ''non e' il fallimento della politica, che si e' dimostrata all'altezza della responsabilita'': lo dice il presidente della Camera Gianfranco Fini. ''Chi dice che la politica sia andata in vacanza non ha ancora capito che cosa si sta muovendo''

Occupazione: dichiarazione di Guglielmo Loy, Segretario confederale UIL

Le aziende non ricercano occupazione “dipendente” da almeno un anno. E’ questo quello che emerge leggendo i dati dell’Istat sui posti vacanti riferiti al III° trimestre di quest’anno.
C’è un blocco nei settori che creano produzione, causa ne è il radicale rallentamento dei consumi che deriva a sua volta da una compressione dei redditi per eccessivo carico fiscale.
I dati dimostrano che, pur in presenza di una bassa percentuale di posti potenzialmente in attesa di essere occupati, da un anno a questa parte nessuno li ricopre, nonostante un’alta percentuale di disoccupati ed inoccupati.
Il quadro che l’Istat fotografa ormai da tempo è critico. È indubbio che, per una buona e duratura ripresa occupazionale, è necessaria una seria politica che crei le condizioni per sviluppo economico del nostro Paese.
Nel contempo, vanno ristabilite, ridefinendole laddove necessario, le regole del mercato del lavoro, incentivando la buona occupazione, soprattutto quella che si associa a percorsi formativi, troppo spesso sostituita da rapporti di lavoro fittizi; così come è necessario creare le condizioni che permettano transizioni lavorative garantite da tutele per tutti. Politiche di sviluppo e lavoro devono costituire le priorità, senza le quali la recessione ci aspetterà dietro l’angolo a braccia tese.

Governo: Casini, d'accordo con Napolitano, Monti soluzione salva Paese

Napolitano ha spiegato come il governo Monti sia una soluzione capace di salvare il Paese e di riscattare la politica. Siamo d'accordo con lui senza riserve e ci impegniamo a lavorare sulla riforma delle istituzioni. Chi parla di 'democrazia sospesa' dimentica la Costituzione: tutto e' avvenuto alla luce del sole e con il voto del Parlamento". Lo dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, sulla sua pagina Facebook.

Immigrati, appello Pd-Udc-Fli per tavolo comune su 'ius soli': ''Legge entro giugno''

Un tavolo comune che porti all'approvazione di una legge che riconosca la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia. Superare così le tante proposte di legge sul cosiddetto 'ius soli' impantanate in Parlamento sulla questione rilanciata con forza nei mesi scorsi dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. A lanciare l'idea, per ripartire da zero ma arrivare a una legge in questa legislatura, è l'esponente del Pd Livia Turco, nel corso dell'incontro oggi alla Camera dei deputati 'Figli d'Italia. Italiani che devono 'chiedere permesso''.
Una proposta, quella di Turco, che piace e incassa il via libera degli esponenti di Fli e Udc presenti all'incontro. "Siamo qui - dice l'ex ministro della Salute - ma in assenza di una parte fondamentale del Parlamento. Nessuna delle proposte di legge depositate possono costituire un punto di partenza per cambiare le cose. Scriviamo insieme un articolo - propone Turco - ma facciamolo insieme, non c'è altra strada che costruire un tavolo comune".
"Isoliamo il punto - le fa eco Benedetto Della Vedova, capogruppo di Fli a Montecitorio - su cui è possibile trovare un accordo immediato, visto che una riforma complessiva della materia sarebbe più complicata". L'obiettivo da centrare a breve è la cittadinanza per le cosiddette 'seconde generazioni', "visto che è difficile avere un'opinione diversa sulla questione dei nati in Italia: questo è un pezzo importante per l'energia e il futuro del Paese".
"Approfittiamo - invita Roberto Rao, deputato Udc - del clima di apparente distensione per scendere dalle barricate ideologiche e trovare un accordo. Poniamoci giugno dell'anno prossimo come obiettivo per arrivare a una legge che cambi le cose, appellandoci al senso di responsabilità di ciascuno. Il tavolo non deve essere di questa o di quell'altra forza politica, deve essere aperto a chiunque voglia dare il proprio contributo".
"Il lavoro sporco di parlare con il Pdl lo faccio io - afferma con un sorriso Andrea Sarubbi, esponente del Pd firmatario di una proposta di legge per introdurre lo ius soli temperato - mi sono messo anche la cravatta verde per agevolare le cose, visto che ero certo che oggi ne avremmo sentito la mancanza", aggiunge ironizzando sugli uomini del Carroccio.
"Quel che è certo - dice Jean-Leonard Touadi, del Pd - è che è arrivato il momento di dare un volto alla nuova Italia" e la partita dello ius soli "non deve essere vista come una concessione, ma piuttosto come un elemento di democrazia, come un passo importante per rendere la democrazia italiana più compiuta. Penso alle parole del capo dello Stato, che ha posto la questione come un'opportunità per l'Italia. Parole, quelle di Napolitano, che arrivano da una persona anziana ma che guarda lontano e vede il futuro".
Presente all'incontro anche il presidente della Camera Gianfranco Fini che sottolinea: "Ci tenevo a dirvi andiamo avanti" sullo ius soli. I figli di immigrati nati in Italia possono ambire alla cittadinanza solo al compimento del 18esimo anno di età e dopo un iter burocratico lungo e complesso. La possibilità di arrivare a una legge che cambi le cose in questa legislatura "dipende - spiega Fini a margine dell'incontro a Montecitori - dalla decisione delle singole forze parlamentari e, all'interno di queste, dai singoli deputati, ma me lo auguro. E' un tema che, dopo le parole del capo dello Stato, deve essere affrontato con una nuova legge".
Contrario all'ipotesi di passare dallo ius sanguinis allo ius soli il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri che scrive su Twitter: ''E' una follia giuridica. Il rischio? Incoraggiare esodo clandestini. Integrazione uguale legge e ordine", aggiunge.

Governo: Di Pietro, non deve durare fino a fine legislatura

''Cosa vuol dire sospensione della democrazia? C'e' al governo un governo non eletto. E questo e' vero, ma e' vero per l'emergenza. Se questo vuol dire che il governo tecnico debba rimanere fino alla fine della legislatura allora non va bene. Questa e' una situazione contro natura. Da un lato c'e' l'emergenza economica, ma dall'altra quella democratica. Se si pensa che Monti debba risolvere tutti i problemi d'Italia dovevano nominarlo presidente a vita. I provvedimenti del governo Monti devono essere votati per quello che sono e non mettere la fiducia.
Berlusconi non c'e' piu' e non dobbiamo votare la fiducia a Monti solo perche' Monti e' meglio''. E' il commento di Antonio Di Pietro al discorso di Napolitano in diretta a Tgcom24.
Sul tema caldo della giornata, l'articolo 18, Di Pietro aggiunge: ''Il ministro Fornero non puo' lanciare il sasso nello stagno solo per vedere che effetto fa. L'imprenditore puo' licenziare, ma per giusta causa. Il vero problema e' l'emergenza economica e questo non c'entra. Bisogna portare pace tra datori e lavoratori, si faccia un contratto di apprendistato e all'esito di questo lo assume con tutti i diritti come l'indeterminato. Ci sono soldi nelle casse dello Stato che vengono elargiti agli imprenditori, ma onestamente sono gli imprenditori stessi a lamentarsi di come questi vengono elargiti. Che il ragionamento sull'articolo 18 lo faccia la Fornero e' grave''.

Fornero: salari bassi, vanno aumentati. Quirinale: stop a esasperazioni polemiche

"In linea di massima è vero che bisognerebbe riuscire ad aumentare i salari perché sono bassi. Non è una cosa che ci sfugge. Conosciamo questo divario nella distribuzione dei redditi che si è creato negli ultimi anni, direi negli ultimi 15-20 anni". Lo ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero al Senato questa mattina, prima di entrare in commissione Lavoro riunita per il parere sulla manovra economica.
E' stata una giornata movimentata per il ministro del lavoro, alle prese con un folto gruppo di giornalisti, operatori e fotografi che la pressavano durante il convegno sulla celebrazione del centenario del primo contratto giornalistico organizzato dall'Fnsi. Fornero ha chiesto "una tregua" ai fotografi che la bersagliavano di scatti ricordando una celebre frase, rivolta proprio alla stampa, di Karl Popper il filosofo austriaco che si spese contro ogni totalitarismo, "sono cieco, sordo e stupido quindi per favore andate via". Il ministro ha proseguito il convegno tornando a difendere la prossima riforma del mercato del lavoro: "Ogni società civile ha il compito di creare lavoro con il massimo dello sforzo".
Nel corso del suo intervento al convegno organizzato dall'Fnsi, Fornero ha ribadito anche la validità della riforma delle pensioni: "Bisogna dire onestamente e con trasparenza che di promesse facili non ce ne sono più". "Ora le persone sapranno che la loro pensione dipenderà dal lavoro", ha detto e rivolta ai giornalisti ha aggiunto: "Penso ci sia bisogno di spiegare la riforma pensionistica mentre voi l'avete già archiviata. I tagli ci sono e impongono sacrifici ma ci sono tanti aspetti di equità. Tanti hanno ironizzato sulla sua mancanza, io invece se avessi mezz'ora di tempo potrei spiegarla con un certo ardore". D'altra parte, ha sottolineato, "stiamo sperimentando una durezza del mondo che non fa sconti a nessuno", prosegue rinnovando alla cassa dei giornalisti l'invito ad assorbire la riforma. "La Cassa dei giornalisti ha problemi di sostenibilità come quasi tutte le casse privatizzate", ha detto il ministro al quale ha risposto il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Franco Siddi. ''Non è così'', ha detto Siddi sottolineando che ''i giornalisti, in materia di previdenza, hanno un solo 'privilegio': quello di guardare da tempo con attenzione alla sostenibilità dei conti per le future pensioni, ai giovani che sono indietro, precari e con stipendi incerti, a tutte le azioni possibili per rimettere in moto il mercato del lavoro''.
Intanto continua a tenere banco la polemica sull'articolo 18. Se si tocca, avverte il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, ospite di Agorà su Rai 3, "si mette a rischio la coesione sociale. Senza coesione sociale una società sbrindellata come quella italiana va in pezzi".
Torna sulla questione anche il presidente della Camera Gianfranco Fini. E' "ideologico" il dibattito sull'articolo 18 così come si è sviluppato in queste ore. "Perché si discute su quando e come licenziare e non su quando e come assumere? Ragioniamo della entrata e dell'uscita con la stessa attenzione", ha detto. In ogni caso ''così come Monti ha dimostrato di cercare il confronto con Parlamento cercherà il confronto con le parti sociali in particolare sul mercato del lavoro".
Difende il ministro Fornero Fabrizio Cicchitto che parla di ''una linea massimalista e ad un linguaggio duro e minaccioso" dell'''ultima Cgil''. "Ricordiamo l'espressione usata da Cofferati a proposito di Biagi quando parlò di un libro 'limaccioso' a proposito del suo testo. Adesso ci troviamo di fronte alle parole dure come pietre della Camusso contro il ministro Fornero", ha aggiunto il capogruppo del Pdl alla Camera.
Interviene anche il Colle che torna a sollecitare forze politiche e parti sociali ad un equilibrio nelle prese di posizione. Nel dibattito politico e nel confronto sociale sulle soluzioni alla crisi, come su scelte "di grande complessità", è il monito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, prevalgano "obiettività e senso della misura". "Credo non giovino - ha detto il capo dello Stato - qualunque posizione di principio o gruppo sociale si rappresenti, i giudizi perentori, le battute sprezzanti, le contrapposizione semplicistiche. Si discuta liberamente e con spirito critico, ma senza rigide pregiudiziali e non rifuggendo da spinose assunzioni di responsabilità. Intanto, in tempi così difficili per il Paese, si blocchi sul nascere ogni esasperazione polemica".

Napolitano: con governo Monti nessuna forzatura o strappo costituzionale


Con la formazione del governo Monti ''nessuna forzatura, ne' tantomeno alcuno strappo si e' compiuto rispetto al nostro ordinamento costituzionale''. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo discorso per gli auguri alle alte cariche dello Stato. Napolitano ha aggiunto che era suo ''preciso dovere istituzionale'' evitare lo scioglimento delle Camere e il ricorso alle urne ''viste le ricadute dirompenti che cio' avrebbe potuto avere per il nostro Paese nel burrascoso contesto dell'Eurozona'' e considerata la situazione italiana in cui incombeva ''un catastrofico aggravarsi della crisi finanziaria''.
''Il mio auspicio, e il mio personale impegno, e' per una rinnovata capacita' dell'Italia di contribuire al rilancio della volonta' politica comune a sostegno dello sviluppo dell'integrazione europea. Cio' comporta pero' - sia chiaro - la massima serieta' da parte nostra nel misurarci in Europa con una condivisa ''cultura della stabilita''', nel fare quindi i conti con l'imperativo di ridurre il cosi' grave peso del debito pubblico accumulato dallo Stato italiano, che ovviamente penalizza anche il nostro sviluppo''. E' un passaggio del discorso del Presidente della Repubblica in occasione degli auguri dello scorso anno, il 20 dicembre 2010, a testimonianza di come fosse acuta la consapevolezza del difficile equilibrio in cui il Paese si trovava.

18 dicembre 2011

IRPEF, IVA, CASA E PENSIONI: ECCO I ''NUOVI'' SACRIFICI PER GLI ITALIANI

Alla fine il menu' e' stato tradizionale: aumento dell'Irpef attraverso l'addizionale regionale, aumento della benzina e del tabacco trinciato, lievitazione dell'Iva (da ottobre 2012 se, come e' probabile, i risparmi dalla delega fiscale e assistenziale non andranno in porto nei tempo stabiliti). E ancora, reintroduzione dell'Ici sulla prima casa (che si chiamera' Imu) e rivalutazione del 60% delle rendite catastali, blocco all'indicizzazione delle pensioni per il 2012-2013, garantendo l'adeguamento all'inflazione soltanto per gli assegni sotto i 1.400 euro lordi al mese.
Gli stretti vincoli europei hanno imposto al governo guidato da Mario Monti di varare una manovra urgente per ridurre con certezza il deficit e centrare l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Era necessario, come ha piu' volte spiegato il premier, 'puntellare' le manovre del precedente governo, che contenevano diversi elementi dagli esiti dubbi, in primo luogo i risparmi complessivi di 20 miliardi a regime (nel 2014) dalla delega sul fisco. Era necessario anche recuperare il differenziale di crescita economica, che nel 2012 sara' in zona negativa (-0,4% secondo le ultime stime del governo) e che ovviamente pesera' nel rapporto deficit/pil.
Il decreto 'salva-Italia' vale circa 34 miliardi lordi per il 2012-2013, di cui 21 di correzione vera e propria del disavanzo e 13 per coprire, con l'aumento dell'Iva (del 2% sulle aliquote del 10 e del 21%) la delega fiscale.
L'alternativa a quest'ultimo intervento sarebbe stata pero' una misura ancora piu' dolorosa: il taglio orizzontale di tutte le detrazioni e agevolazioni, comprese quelle a favore delle famiglie numerose.
Scampato l'incremento delle ultime due aliquote Irpef sui redditi medio-alti, l'imposta sara' un po' piu' pesante per tutti con l'aumento dell'addizionale regionale. L'aliquota di base passa dallo 0,9% all'1,23%. La modifica si applica dall'anno di imposta 2011, gettito stimato 2 miliardi, che vanno a finanziare la sanita' (al posto della compartecipazione delle regioni all'Iva).
Dall'aumento dell'accisa sui carburanti, gia' scattato dal 7 dicembre scorso (8 centesini per la benzina e 11 centesimi per il gasolio) il gettito atteso e' di 4,8 miliardi nel 2012 a cui si aggiunge 1 miliardo in piu' di Iva per effetto trascinamento.
Pesante il pacchetto 'casa', che porta un gettito di 11 miliardi in piu' l'anno di cui 3,8 vengono dall'Imu sull'abitazione. Il passaggio parlamentare ha alleggerito la tassazione a vantaggio delle famiglie numerose, avviando cosi' il criterio del 'quoziente familiare': sulla detrazione generale di 200 euro si aggiungono ulteriori 50 euro a figlio (fino ad un massimo di 400 euro). L'aliquota sulla prima casa e' dello 0,4% ma con una certa manovrabilita' dei comuni che possono variarla in piu' o in meno dello 0,2%. L'aliquota sulle seconde case e' dello 0,76% (con possibilita' di variazione dello 0,3%). La base imponibile e' la rendita catastale rivalutata del 60%.
Sacrifici alti sono richiesti ai pensionati
Nell'immediato, con lo stop all'indicizzazione per quelle sopra 1.400 euro, e in prospettiva con l'attuazione della riforma, che portera' risparmi crescenti negli anni (20 miliardi a regime nel 2018). L'abolizione dal 2012 delle pensioni di anzianita' con il sistema delle 'quote' costringera' molti lavoratori a prolungare di diversi anni la permanenza in attivita'. Si potra' andare soltanto in pensione di vecchiaia con 66 anni di eta' per gli uomini e 62 per le donne (che nel 2018 dovranno raggiungere anch'esse 66 anni). Unica eccezione i lavoratori nati intorno al 1950-52, che possono lasciare a 64 anni. Sono ammesse pensioni anticipate soltanto con 42 anni di contributi, ma i lavoratori precoci che raggiungono il requisito prima dei 62 anni incorrono in penalizzazioni (1% per ogni anno di anticipo fino a 62 e 2% per ogni anno ulteriore).

16 dicembre 2011

ISTAT: CRESCONO INVESTIMENTI MULTINAZIONALI ITALIANE ALL'ESTERO

Nel biennio 2010-2011, i principali gruppi multinazionali italiani mostrano una significativa propensione all'espansione all'estero: infatti, oltre il 39% di quelli attivi nei servizi e piu' del 30% di quelli industriali hanno dichiarato di aver progettato o gia' realizzato nuovi investimenti di controllo all'estero. E' quanto emerge dai dati diffusi dall'Istat.
Nel biennio 2010-2011, rispetto al 2008-2009, si riduce in misura significativa il peso dell'Unione Europea (Ue) come destinazione dei nuovi investimenti di controllo all'estero.
Le nuove mete sono India, Stati Uniti e Canada, America Centro-meridionale. Risulta stazionario il peso relativo della Cina.
Nel 2009 la presenza italiana all'estero si conferma rilevante e geograficamente diffusa, con oltre 21 mila controllate in 165 paesi, che impiegano 1,5 milioni di addetti con un fatturato di 378 miliardi. Le controllate all'estero nella manifattura (oltre 6.500 imprese) sono poco piu' della meta' di quelle dei servizi non finanziari, ma rappresentano, in termini di addetti, il 47,2% del totale.
La fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, le industrie tessili e dell'abbigliamento e i mezzi di trasporto sono i settori industriali con la piu' ampia presenza all'estero in termini di occupazione. Le societa' finanziarie e il commercio assorbono oltre il 60% dell'occupazione nei servizi creata dalle multinazionali italiane in paesi diversi dall'Italia.
Nei settori tradizionali e nella meccanica strumentale la presenza italiana all'estero e' concentrata in un numero limitato di paesi. Romania (94 mila addetti), Brasile (69 mila) e Cina (69 mila) si confermano i principali paesi di localizzazione delle attivita' industriali. I servizi si concentrano, invece, negli Stati Uniti (104 mila addetti) e in Germania (65 mila). Le esportazioni attivate direttamente dall'estero rappresentano oltre il 30% del fatturato delle affiliate estere industriali.
La spesa in Ricerca & Sviluppo realizzata all'estero e' concentrata nell'Ue27, nel Nord America e nel Centro e Sud America. L'accesso ai nuovi mercati continua a essere il principale vantaggio di operare direttamente all'estero; seguono, nell'industria, la logistica e il costo del lavoro.
Gli accordi commerciali e le joint-venture rappresentano le modalita' organizzative diverse dal controllo piu' adottate dalle multinazionali.

NAPOLITANO: ITALIA CORRE GROSSI RISCHI, SACRIFICI ANCHE DA CHI HA MENO

L'Italia corre grossi rischi ed ognuno deve ''fare la sua parte'', anche ''i ceti meno abbienti''. Lo afferma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel videomessaggio per la XXII edizione di Telethon.
''L'Italia - dice Napolitano - deve far fronte a grossi rischi per la propria finanza, per la propria economia. Deve riuscire a fare bene la sua parte per l'Europa e per se stessa, e quindi - sottolinea il Capo dello Stato - chiede sacrifici agli italiani di tutti i ceti sociali, anche agli italiani dei ceti meno abbienti, perche' si facciano le scelte indispensabili al fine di preservare lo sviluppo della nostra economia e della nostra societa' in un clima di liberta' e di maggiore giustizia''.

Manovra, dalla Camera sì a fiducia

La Camera ha votato, con 495 voti favorevoli, la fiducia posta dal governo sulla manovra economica. I no sono stati 88 e in 4 si sono astenuti. Sono stati 26 gli assenti nel gruppo del Pdl al voto di fiducia e quattro gli astenuti. Nel gruppo del Pd gli assenti erano tre, sempre tre in Fli e due nell'Udc. In Aula c'è stato uno scontro tra i deputati della Lega e il capogruppo del Pd Dario Franceschini. Nel suo intervento, Franceschini si è chiesto se i deputati della Lega, che hanno confermato il no alla fiducia, venissero "dalla luna". ''Invece - ha scandito - siete stati saldamente al governo negli ultimi tre anni e saldamenti incollati alle poltrone romane, e non sembravate guerrieri padani ma solo soldatini ubbidienti". E' scattata la reazione dei deputati del Carroccio che hanno intonato, in rapida successione, uno 'scemo, scemo' e poi 'venduto, venduto' all'indirizzo di Franceschini, che invece era applaudito dai deputati del centrosinistra.
"Ognuno in questa aula con la propria storia, la propria diversità, le proprie idee, ha la stessa missione: salvare il Paese" ha detto Franceschini spiegando perché la manovra deve essere sostenuta e con convinzione. "Noi diamo la fiducia a questo governo, non un governo tecnico, ma un governo espressione della democrazia parlamentare, di questo Parlamento", ha precisato il capogruppo del Pd, rivendicando "il lavoro di miglioramento fatto sulla manovra", che è "indispensabile e urgente per fare uscire l'Italia dalla situazione in cui si trova dopo gli ultimi tre anni", e anche "l'impegno del Pd per correggerla sin dall'inizio. Lei, presidente, aveva detto equità. Alla fine l'equità c'è stata.
In Aula Antonio Di Pietro ha bocciato la manovra e il governo, seppure "composto da brave persone di alta professionalità". "Certo - ha detto il presidente dell'Idv - è decisamente meglio confrontarsi con personalità e professionalità come le vostre, piuttosto che con un premier che in Europa ci faceva ridere dietro o con ex ministri del precedente governo inquisiti per fatti di mafia. Con la fiducia non ci è stata data la possibilità di confrontarci sul merito degli interventi e sul merito noi giudichiamo la manovra iniqua e ingiusta".

15 dicembre 2011

Manovra economica: dichiarazione di Guglielmo Loy, Segretario confederale UIL

Ancora incerto il destino dei lavoratori in mobilità dopo le numerose modifiche apportate al Decreto Salva Italia. Dare maggiori certezze alle decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori, vittime delle crisi aziendali, fuori dal sistema produttivo e posti in “mobilita” che rischiano con le nuove norme pensionistiche di rimanere, anche per anni, senza reddito.
Malgrado la manovra Monti abbia previsto una robusta dotazione finanziaria per salvaguardare dal blocco del pensionamento quei lavoratori posti in mobilità che avrebbero maturato i requisiti pensionistici successivamente al prossimo 31 dicembre, non è ancora chiaro come il Governo intenda intervenire per dare risposte a coloro che già con la vecchia modifica delle decorrenze, introdotta dalla manovra del 2010, non erano ricompresi nel tetto stabilito dalla stessa norma (10.000 in tutto) e che rischiano di rimanere senza alcuna copertura. Siamo ancora in attesa della effettiva emanazione del decreto necessario per dare continuità ai provvedimenti di sostegno al reddito per quei lavoratori.
Dal testo della manovra non arrivano risposte chiare per chi invece ha bisogno di certezze e sostegno economico. Il Governo, quindi, chiarisca con rapidità i dubbi creati da questa delirante sovrapposizione di interventi e contribuisca a ridare serenità a quelle migliaia di lavoratori di settori economici importanti (industria, servizi, trasporto aereo) che oltre ad aver perso il posto di lavoro ed in molte realtà contribuito al salvataggio delle imprese, vivono con incertezze il proprio futuro.

Governo pone la fiducia sulla manovra

Il governo ha posto la fiducia sulla manovra economica. Il ministro Piero Giarda ha spiegato che si voterà sul testo approvato dalle commissioni. L'annuncio è arrivato in ritardo sui tempi previsti a causa dell'ostruzionismo messo in atto dalla Lega che ha anche provocato momenti di tensione e l'espulsione di due deputati del Carroccio.

CRISI: MONTI, RIDARE A PAESE ORGOGLIO E FIEREZZA NAZIONALE

Da parte del governo ''c'e' una presa di coscienza, con modestia ma anche con orgoglio'', della situazione di crisi e ''siamo tutti impegnati a dare al Paese in tempi brevi un rinnovato senso di dignita', un sobrio e serio orgoglio nazionale e la rinnovata fierezza di essere italiani''.
Lo afferma il presidente del Consiglio Mario Monti nel suo intervento alla Ottava Conferenza degli ambasciatori.
Monti rileva che ''la gravita' della situazione dei conti pubblici ha penalizzato la Farnesina. Ma questa contingenza e' un'occasione da non sprecare per ottimizzare'' il sistema diplomatico. Ambasciatori, dice, ''saldamente ancorati ai valori della nostra Repubblica e della nostra Costituzione''.
''L'interesse nazionale'' che persegue il mondo della diplomazia italiana e ''l'orgoglio nazionale'' da ridare al Paese sono, per Monti, ''virtu' e non cose desuete''.

"Italia già in recessione: Pil -1,6% Ottocentomila posti in meno nel 2013"

"L'inverno della recessione" e' arrivato e in Italia sara' piu' marcato: nel 2012 il Pil chiudera', infatti, con un -1,6% a cui seguira', nel 2013, un recupero "molto parziale", dello 0,6%. Sono le previsioni del Centro Studi di Confindustria a certificare cosi', ad appena due anni dall'ultima crisi, il nuovo brusco stop nella crescita dell'economia italiana che risultera' la piu' colpita nella media dell'Eurozona. Il rallentamento, dicono gli economisti di viale dell'Astronomia, e' iniziato nell'estate del 2011 e peggiorera' fino alla prossima primavera cumulando una perdita complessiva di Pil "di 2 punti percentuali" mentre a fine 2013 il prodotto nazionale si attestera' "ancora ad un livello di -5,7 punti percentuali sotto il picco pre-crisi". Per l'Italia e' la quinta recessione dal 1980. A scatenare il deterioramento del quadro economico globale, gia' fiaccato dalla caduta nel 2008-2009, "la crisi dei debiti sovrani accompagnata e potenziata dalla frenata dei paesi emergenti, dagli effetti delle politiche di bilancio restrittive e dal peggioramento delle ragioni di scambio causato dai rincari delle materie prime". E la turbolenza dei mercati finanziari ha "riflesso il peggioramento accelerandone la diffusione nella percezione degli operatori economici la cui fiducia e' scesa rapidamente, facendo ridimensionare i piani di spesa di famiglie e imprese".
Il 2012 è stato un anno drammatico sul fronte del lavoro: la disoccupazione potra' raggiungere il 9% a fine del prossimo anno e mantenersi su questo livello per tutto il 2013. Occupazione dunque in calo per i prossimi 2 anni: si contrarra' dello 0,6% nel 2012 e dello 0,2% nel 2013 con una perdita complessiva di 957 mila posti di lavoro pari a oltre 800 mila occupati in meno a fine 2013 rispetto all'inizio del 2008. Falcidiati i posti di lavoro dei giovani: tra la meta' del 2008 e quella del 2011 per lavoratori di 15-24 anni la perdita e' stata del 24,4% e del 13,3% quella per la fascia 25-34 anni. Penalizzato chi ha una minore istruzione (-10,6%), dicono gli economisti di viale dell'Astronomia.Male anche i consumi, in calo dell'1% nel 2012 e in lieve recupero dello 0,4% nel 2013: un risultato che portera' una nuova erosione del risparmio, difficilmente comprimibile ancora, visto che "la propensione alla parsimonia ha raggiunto all'inizio del 2011 il minimo storico".
Confindustria indica così lo scenario peggiore: se crollasse l'euro le quattro maggiori economie dell'Eurozona denuncerebbero un tracollo del Pil tra il 25-50% e svanirebbero tra i 6 ed i 9 mln di posti di lavoro per ciascun paese. Sarebbe un default per tutti, Germania compresa

14 dicembre 2011

Imposta sulla prima casa: considerare le particolari necessità delle persone anziane, soprattutto di quelle che vivono sole

La Uil Pensionati esprime grande preoccupazione per le conseguenze negative che la reintroduzione della tassazione sulla prima casa può avere sugli anziani, soprattutto su quelli che vivono soli.
“Come Uilp – dichiara il segretario generale Romano Bellissima – ribadiamo la richiesta di Cgil, Cisl e Uil di innalzare la soglia di detrazione sulla prima casa da 200 a 500 euro e di rendere progressiva l’imposta, introducendo aliquote differenziate a partire dalla seconda casa.
In ogni caso, qualora si dovesse introdurre un criterio legato al numero dei componenti il nucleo familiare, per la Uilp vanno considerate le particolari condizioni delle persone anziane.
Comprendiamo e condividiamo la necessità di considerare le difficoltà delle famiglie numerose, molte delle quali sono colpite pesantemente dalla crisi, ma non si devono dimenticare i bisogni delle persone anziane, soprattutto di quelle che vivono sole.
In Italia, oggi una buona parte delle famiglie monopersonali è costituita da anziani (sono in maggioranza donne vedove molte anziane) che sono particolarmente penalizzati dal vivere soli, sia dal punto di vista fiscale, sia dal punto di vista dei costi che devono sostenere per il proprio mantenimento e per il mantenimento della propria abitazione.
Milioni di anziani arrivano a fatica a fine mese e non precipitano nella povertà vera e propria solo perché sono possessori della casa in cui vivono. Gravare questa casa di un’imposta – conclude Bellissima – vorrebbe dunque dire peggiorare in modo vistoso la loro condizione

A Buenos Aires “UmbriAmerica” e Conferenza dei Giovani Umbri dell’America Latina

Regione Umbria soddisfatta per il successo di “UmbriAmerica” , manifestazione che si è tenuta a Buenos Aires dal 9 all'11 dicembre e che ha avuto come evento centrale, la Conferenza dei Giovani di origine umbra dell'America Latina alla quale è intervenuto il il presidente del Consiglio regionale per l'emigrazione Orfeo Goracci .
Prevista nel Piano 2011 degli interventi a favore degli umbri all'estero, l’iniziativa “UmbriAmerica” è stata realizzata dalla Regione e da Sviluppumbria in collaborazione con il Centro Umbro di Buenos Aires, con il supporto della Città di Buenos Aires ed il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia, dell'Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires e della sede di Buenos Aires dell'Università di Bologna.
Alla Conferenza dei giovani di origine umbra dell'America Latina hanno partecipato, oltre ai giovani del Centro Umbro di Buenos Aires, più di 30 giovani e i presidenti delle Associazioni degli umbri di Venezuela (Caracas e Valencia), Brasile (San Paolo e Rio de Janeiro), Colombia (Barranquilla) e Argentina (Rosario, Mar del Plata, La Pampa, Cordoba e Mendoza).“I giovani - ha spiegato il presidente del Cre Orfeo Goracci - si sono incontrati per riconsiderare e scoprire nuovi legami culturali con la propria terra d'origine e per riflettere sul proprio ruolo nell'ambito dell'attività delle Associazioni e sulle proposte di attività da realizzare in collaborazione con la Regione Umbria”.
I lavori della Conferenza si sono svolti nel Centro Culturale Chacra de los Remedios al quale, in un rapporto di partenariato e reciprocità è stata offerta dalla Regione Umbria la realizzazione di un laboratorio di progettazione partecipata sul tema dell'identità e dell'appartenenza intitolato “Escrictura colectiva - Dos mil fragmentos de memoria”. Un laboratorio, a cura di Marco Tortoioli Ricci, docente di metodologia del progetto all'ISIA di Urbino, nel quale ogni visitatore del centro, compresi i giovani umbri, è stato invitato a scrivere cinque parole riguardanti il proprio senso di appartenenza, un intervento di progettazione partecipata sull'identità locale. Gli eventi di “UmbriAmerica”, infatti, hanno voluto offrire, in primo luogo ai giovani, momenti e spazi di riflessione su identità, memoria e territori. In tale contesto si è inserita la conferenza di Alberto Sorbini su “Migrazioni e culture alimentate”, che ha avuto molto successo presso la Libreria Clasica y Moderna.

Ad un certo punto anche Monti è sembrato infastidito: "Scusatemi se valorizzo il Parlamento". Un breve applauso, poi i lavori sono proseguiti. Ma dura

"'Noi crediamo che i margini per le modifiche ci siano, si sta lavorando e noi ci aspettiamo qualche passo avanti. Tutto quello che e' nel senso dell'equita' va verso la buona strada ma si puo' fare di piu''. Cosi' il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, al termine dell'incontro con i sindacati, spiega l'impegno del Pd per migliorare il Dl. ''Vedremo se il governo ha un atteggiamento collaborativo, noi cerchiamo di convincerlo;chiediamo che sia attento a Parlamento e forze sociali.''

Monti: "Con Tobin tax meno tasse sul lavoro, imprese e famiglie". Caos in Aula, la Lega: basta tasse

Il premier Mario Monti riferisce al Senato sul vertice europeo dell'8 e 9 dicembre ma la seduta non procede senza scosse: i leghisti rumoreggiano e il presidente del Senato Renato Schifani li richiama: "Sarebbe un pessimo segnale se dovessi sospendere la seduta". Poi, rivolto a Federico Bricolo, presidente dei senatori della Lega: "Non si faccia richiamare proprio lei, da capogruppo"Ad un certo punto anche Monti è sembrato infastidito: "Scusatemi se valorizzo il Parlamento". Un breve applauso, poi i lavori sono proseguiti. Ma dura poco. Una manciata di secondi e spuntano cartelli leghisti contro la manovra economica con su scritto "Basta tasse". Schifani è quindi costretto a sospendere la seduta. Non sono mancati insulti veri e propri durante la sospensione dei lavori: il leghista Giovanni Torri, ha detto ai giornalisti che Monti "voleva fare il fenomeno, ma ha una testa limitata per i ram che vorrebbero mettergli dentro...
Alla ripresa della seduta, il premier ha sottolineato che non si può dire '''no tasse' ma sicuramente 'meno tasse''' se sarà introdotta ''un'adeguata tassazione delle transazioni finanziarie''. In sede europea, ha spiegato il professore riprendendo il discorso sugli esiti del vertice Ue "si è sottolineato che un modo per avere meno tasse su famiglie, lavoro e imprese è quella di una fiscalità estesa anche al mondo della finanza e della grande finanza''. L'Italia, ha aggiunto, "è pronta a riconsiderare la propria posizione sulla TobinTax'' precisando come questa posizione si differenzi da quella sostenuta dal precedente governo.
Prima del caos in Aula Monti nel suo discorso aveva riferito che l'Italia è arrivata all'appuntamento dell'8 e 9 dicembre a Bruxelles con ''maggiore credibilità e posizioni autonome". Che l'emissione di eurobond non è un ''mezzo subdolo per evitare la disciplina e il rigore finanziario''. Gli eurobond "sono un messaggio forte anche per favorire la crescita'', ha aggiunto evidenziando che è stato deciso "che nel rapporto presentato entro il 31 marzo sarà discusso e presentato il tema degli eurobond''.
Inoltre, Monti ha sottolineato che ci sono state "divergenze di prospettiva" tra la Germania e altri Stati "tra cui noi" rispetto all'esclusività del criterio del rigore come fattore capace di 'ammorbidire' le tensioni sui mercati finanziari.
In merito ai provvedimenti varati dal Governo, proprio all'inizio del suo intervento in Aula, Monti ha detto che sono ''stati positivamente accolti dai partner europei e dalle istituzioni internazionali''.
Al termine dell'informativa sul Consiglio Ue, il premier ha ottenuto gli applausi della vasta maggioranza che sostiene il suo governo, mentre la Lega non ha rinuniciato a sottolineare il suo ruolo di opposizione al grido di "vergogna, vergogna!".

13 dicembre 2011

PARLAMENTARI PD ESTERO: OLTRE AL CONGELAMENTO DELLA CHIUSURA DEI CONSOLATI SERVE UN NUOVO IMPEGNO PER LE POLITICHE EMIGRATORIE

certamente positiva la disposizione adottata dal Ministro Giulio Terzi di congelare le misure di chiusura di consolati e istituti di cultura, decise nel recente passato e ipotizzate per il prossimo futuro, in vista di un confronto parlamentare da realizzare in tempi ragionevolmente brevi.
Abbiamo più volte ricordato, a fronte della politica dei fatti compiuti del precedente governo, che il metodo dello “spending rewiew”, adottato dalla manovra finanziaria di agosto, doveva essere inteso come una revisione selettiva e qualitativa della spesa, non come un'autorizzazione a tagli ulteriori e indiscriminati". È quanto si legge nella nota congiunta dei deputati Pd eletti all’estero - Bucchino, Farina, Fedi, Garavini, Narducci e Porta – secondo cui "il fatto che il nuovo Ministro si sia messo su questa linea ci consente di dare atto a lui di una disponibilità e di un'apertura apprezzabili e al governo di un passaggio di metodo, che noi, e non soltanto noi, abbiamo richiesto da tempo".
Per i parlamentari, "imboccare una strada di serietà e di confronto comporta, tuttavia, doveri di lealtà e chiarezza che, per quanto ci riguarda, vogliamo assolvere in modo lineare e diretto".
"Per questo, - aggiungono – intendiamo sottolineare che una riconsiderazione qualitativa della spesa dovrebbe coinvolgere, oltre alla rete consolare e agli istituti di cultura, anche la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo, l'assistenza ai nostri connazionali, soprattutto anziani, residenti in aree socialmente difficili, l'informazione e la comunicazione, importante veicolo di proiezione dell'Italia nel mondo e insostituibile strumento di dialogo con le generazioni d'origine".
"Il confronto in sede parlamentare, preannunciato dal Ministro Terzi, - osservano ancora i deputati – sarà certamente l'occasione per definire l'ambito e i temi per questo auspicabile e realistico giro d'orizzonte. In quella sede ci auguriamo che si verifichino le condizioni per un diverso rapporto con il governo sulle politiche per gli italiani all'estero, in modo che – concludono – si possa mettere un freno al processo di smantellamento registrato finora e che, quantomeno, si riesca a definire un'accettabile scala di priorità per le difficili scelte da compiere"

Universita': Profumo, presento nuovo programma

Giovedì andrò alla conferenza dei rettori per presentare un nuovo programma sulla università". Lo ha anticipato questa sera a Lecce il ministro per l'Istruzione Francesco Profumo che ha incontrato nel Rettorato dell'Università del Salento i rettori delle Università di Puglia e Molise.
"La formazione, la ricerca - ha detto il ministro - debbono essere centrali". Profumo non ha voluto aggiungere altro sui contenuti del piano da presentare ai rettori giovedì prossimo. Parlando con i giornalisti, ha tra l'altro sottolineato l'esigenza di "una grande attenzione sulle iniziative che dovranno essere di peso in termini di qualità e di creazione di nuove opportunità di lavoro". "Le iniziative - ha concluso - dovranno anche essere non disperse, ma finalizzate ad alcune delle priorità del territorio".

Inps, 3/4 pensionati avranno rivalutazione piena

Il 78,4% dei pensionati Inps ha un reddito pensionistico inferiore ai 1.500 euro. E' quanto emerge dal rapporto annuale dell'Inps sui dati 2010 secondo il quale i pensionati con assegni complessivi fino a 1.499 euro sarebbero 10,8 milioni. Con l'emendamento del Governo alla manovra che porta il blocco dell'indicizzazione dagli assegni superiori a quelli superiori a tre volte il minimo (1.400 euro al mese), la stragrande maggioranza di questi pensionati dovrebbe quindi continuare ad avere la rivalutazione piena.
Il dato dell'Inps comunque riguarda il reddito pensionistico complessivo (i pensionati possono avere anche due o più pensioni) quindi con tutta probabilità il numero degli assegni salvaguardati dall'emendamento alla manovra potrebbe essere anche superiore ai 10,8 milioni. Secondo i dati Inps riferiti al 2010 i pensionati con un reddito complessivo fino a 500 euro al mese sono 3,2 milioni (il 23,3% del totale), quelli con un reddito da pensione tra i 500 e i 1.000 euro al mese sono 4,3 milioni (il 31,3%) mentre quelli tra i 1.000 e i 1.500 euro al mese sono 3,3 milioni (il 23,8%

MANOVRA: NEL 2012 PENSIONI INDICIZZATE FINO A 1.400 EURO

Il prossimo anno saranno indicizzate le pensioni fino a tre volte il trattamento minimo, ossia fino a circa 1.400 euro al mese (lordi). Nel 2013 l'adeguamento all'inflazione riguardera' soltanto i trattamenti pari a due volte il minimo, circa 930 euro al mese. E' quanto prevede l'emendamento dei relatori alla manovra presentato nelle Commissioni bilancio e finanze della Camera.
Inoltre, si pensa ad una penalizzazione piu' leggera per chi va in pensione con 42 anni di contributi (41 per le donne) ma prima dei 62 anni di eta'. L'emendamento prevede che, in questi casi, sia applicata una riduzione dell'1% per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 di eta'. La riduzione sale al 2% per ogni anno di anticipo ulteriore rispetto a due. La norma originaria del decreto prevedeva invece la penalizzazione del 2% fissa per ogni anni prima del raggiungimento dei 62 di eta' anagrafica.
CONTRIBUTO DEL 15% SU PENSIONI OLTRE 200 MILA EURO.
Il ministro del lavoro, Elsa Fornero, ha prospettato un contributo del 25% per le pensioni sopra i 200 mila euro l'anno. Ma nella versione finale dell'emendamento alla manovra la percentuale scende al 15%. Il ministro ha parlato di ''una mia proposta'' rispondendo alle domande dei parlamentari in commissione lavoro alla Camera. Fornero ha indicato che non si tratta di un ''contentino''.
Il ministro pensa anche ad una attenuazione degli effetti sui lavoratori molto vicini alla pensione, come la generazione del 1952.
''Ci sara' qualcosa - ha precisato la Fornero -. Qualcosa di modesto pero' rispetto al forte incremento di vita lavorativa richiesta''.

9 dicembre 2011

Londra isolata. Ungheria, Svezia e Repubblica Ceca aprono a un ruolo attivo nei nuovi Trattati

In un primo momento, il tentativo fallito di mettere d'accordo tutti e ventisette i componenti dell'Unione europea su una riforma dei Trattati, sembrava aver creato tre gruppi di Paesi: i ventitré disponibili al "sì" nei confronti del pacchetto di misure rigoriste che dovrebbero confluire in un accordo intergovernativo (i diciassette Paesi aderenti all'Eurozona più sei "volenterosi", e cioè Danimarca, Bulgaria, Romania, Lettonia, Polonia e Lituania); i due Stati in stand-by, in attesa di consultare i rispettivi Parlamenti nazionali (Svezia e Repubblica Ceca); i due rocciosi partigiani del "no" (Regno Unito e Ungheria).
Poi Budapest ha corretto questa mappa e si è affrettata a sganciarsi da Londra, lasciando in perfetta solitudine il premier britannico David Cameron, ben deciso a non cedere e a far prevalere il rampante euroscetticismo isolano di cui sono intrisi il Regno Unito e, soprattuttto, il suo Partito conservatore. L'Ungheria si è affrettata a precisare che la sua posizione prudente e attendista non la deve far collocare a fianco dell'Inghilterra, ma più precisamente nel gruppo composto da Repubblica Ceca e Svezia.
Infatti il premier magiaro Viktor Orbán sostiene di non poter prendere in proprio decisioni che possano condurre a una rifilatura della sovranità nazionale senza aver prima sottoposto i termini dell'eventuale accordo europeo al Parlamento ungherese.
Al di là della formalità, il repentino ammorbidimento della posizione magiara sembra rispecchiare un momento di indecisione del primo ministro. Orbán, pur avendo coltivato in tutta la sua vita politica il profilo dell'"uomo forte", ha probabilmente avuto qualche dubbio nel collocare con fermezza il suo Paese – che ha soltanto dieci milioni di abitanti, ha un'economia piccola (la diciottesima per grandezza nel contesto dell'Ue) e ha recentemente chiesto assistenza finanziaria al Fondo monetario internazionale – in una posizione ultraminoritaria condivisa soltanto da Londra.
Infatti il ricorso al parere del Parlamento nazionale annunciato dall'Ungheria, al di là dell'aspetto puramente formale, non può essere particolarmente vincolante per Orbán, il cui partito conservatore Fidesz ha più di due terzi dei seggi.
In ogni caso il ministro ungherese per gli Affari europei, Enikö Györi, questa mattina, dopo aver detto che sulla posizione del suo Paese si era verificato un completo misunderstanding, ha ulteriormente zuccherato l'atteggiamento di Budapest nei confronti del pacchetto su cui si sono accordati i ventitré. «Siamo favorevoli a regole più rigide che facciano cessare le turbolenze sui mercati che colpiscono anche la nostra economia», ha detto Györi, e ha aggiunto: «Noi abbiamo l'obbligo di aderire all'euro, vogliamo aderire, ma purtroppo le nostre condizioni economiche al momento non ce lo consentono».
l'Ungheria corregge la sua posizione, la Repubblica Ceca rimane saldamente collocata nello schieramento degli attendisti, rimandando a una verifica nel proprio Parlamento la sua eventuale firma sul pacchetto di misure confezionato a Bruxelles.
Al riguardo va notato che, al di là del rispetto delle procedure formali, Praga non è nuova a resistenze nei confronti di un rafforzamento dell'Unione europea a discapito della sovranità nazionale e che il premier ceco Petr Nečas (di centrodestra come tutti i primi ministri del fronte del "no" e del "ni" all'accordo) appartiene al Partito civico democratico di cui fa parte anche il presidente della Repubblica ceca Václav Klaus, che è uno dei campionissimi dell'euroscetticismo.
Il terzo Paese che chiede tempo per potersi rivolgere al proprio Parlamento è la Svezia. Dopo la celere marcia indietro dell'Ungheria, e a eccezione del Regno Unito che ha già formulato il gran rifiuto dell'accordo, è proprio il Paese scandinavo a mostrare la posizione più intransigente.
La Svezia – che con un referendum ha deciso nel 2003 di conservare la propria moneta nazionale ma che, a differenza di Londra e Copenaghen, non ha mai ufficialmente negoziato un opt-out per rimanere fuori dall'euro – si sente estranea al pacchetto di misure deciso a Bruxelles: «Un Paese che non appartiene all'Eurozona non può ragionevolmente firmarlo», ha detto il premier Fredrik Reinfeldt.
Il capo del Governo svedese ha affermato che tutto gli sembra un po' strano visto che «l'intero testo è scritto per rendere i componenti dell'Eurozona soggetti a determinate restrizioni e per indurli a fare determinate cose». «La Svezia, che non è tra i membri dell'euro, non vuole legarsi a regole che sono confezionate su misura per l'Eurozona», ha concluso Reinfeldt.
Per comprendere meglio le perplessità di Stoccolma, va ricordato che il Paese scandinavo, anche grazie alla sua estraneità alla moneta unica europea, è riuscito a tenersi al margine della crisi economico-finanziaria che attanaglia il Vecchio continente, al punto che Anders Borg, il giovane ministro delle Finanze della Svezia, noto per il suo look ben poco tecnocratico (coda di cavallo, occhialini ovali e orecchino al lobo sinistro), è stato eletto dal Financial Times come miglior ministro economico dei Ventisette nel 2011.
E Reinfeldt conosce anche i sondaggi condotti tra i cittadini del suo Paese, che mostrano picchi inediti di euroscetticismo: in una recente inchiesta soltanto il 9,7 per cento degli svedesi si è detto favorevole all'adozione dell'euro da parte di Stoccolma.
Al termine del vertice, però, è emerso chiaramente l'isolamento di Londra. Nella Dichiarazione finale redatta dai capi di Stato o di Governo della zona euro la posizione di Ungheria, Repubblica Ceca e Svezia non è infatti separata da quella degli altri Paesi che non appartengono all'Eurozona. Il dcumento si conclude con questa frase: «I capi di Stato o di Governo di Bulgaria, Danimarca, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Svezia e Ungheria hanno indicato la possibilità di partecipare a detto processo, ove appropriato previa consultazione dei rispettivi Parlamenti».

Poveri pensionati, sono 2 milioni. Indicizzazione fino a 1.400 euro?

La ommissione Lavoro chiede al governo di sbloccare l'indicizzazione delle pensioni fino agli assegni di 1400 euro, ossia tre volte il minimo. La proposta e' contenuta nel parere approvato dalla commissione con il voto favorevole di tutti i gruppi tranne la Lega.
Il vice ministro Michel Martone commenta cosi': "Il governo prende atto della responsabilita' della commissione ed e' disposto a ragionare a saldi invariati". Nel testo del parere si chiede all'esecutivo di valutare "la possibilita' di garantire una forma di copertura rispetto all'andamento del costo della vita anche ai trattamenti compresi tra due e tre volte il minimo, compensando le minori entrate mediante un incremento del contributo di solidarieta' a carico delle pensioni piu' elevate (sia attraverso una revisione in aumento della quota di prelievo per quelle pari almeno a venti volte il minimo Inps, sia attraverso un abbassamento dell'importo delle pensioni a cui si applica il contributo) e o mediante l'introduzione di un contributo di solidarieta' sulle cosiddette 'baby pensioni', limitato all'importo superiore al minimo, e o incrementando la percentuale di intervento sui 'capitali scudati'".
Inoltre la commissione Lavoro considera "urgente e improcrastinabile un'iniziativa che affronti, secondo il principio dell'equita' e sulla scorta di quanto si appresta a decidere il Parlamento, i regimi pensionistici degli altri organi costituzionali, delle autorita' indipendenti e di altre situazioni di oggettivo privilegio, derivanti da aspetti abnormi del sistema retributivo, anche prevedendo il passaggio al calcolo contributivo pro-rata".
2 MILIONI DI PENSIONATI POVERI - Ci sono 2,3 milioni di pensionati poveri e sono destinati a crescere. Cosi' il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, nel corso di un'audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. "Le pensioni fino a 915,52 euro rappresentano in media il 27,3% del reddito totale delle famiglie con pensionati: questo contributo sale pero' all'85,5% per i pensionati anziani che vivono da soli. Secondo i parametri europei di poverta' relativa (60% del reddito mediano equivalente)- spiega- ricadono in questa categoria il 29,8% dei percettori di una pensione inferiore ai 915,52 euro, per un totale di quasi 2,3 milioni di pensionati e, di converso, il valore soglia identificato garantirebbe l'indicizzazione all'89,7% dei pensionati a rischio poverta'". Secondo l'Istat, "nei prossimi anni la quota di pensionati poveri, e' verosimilmente destinata a crescere a seguito dell'impatto congiunto delle misure di questa e delle manovra precedenti, nonostante l'indicizzazione. Un'eventuale estensione dell'indicizzazione fino a 1.200 euro lordi mensili, d'altro canto, consentirebbe di tutelare un ulteriore 6,5% dei pensionati a rischio di poverta' (163 mila)".

MANOVRA: ANGELETTI, SCIOPERO PER MODIFICARE INTERVENTI INDIGESTI 'DISPONIBILITA' FORNERO? DIVERSO DAL DIRE NON SI CAMBIA NULLA'

Non sono iniziative per amplificare il disagio ma per modificare gli aspetti piu' indigesti della manovra". Cosi' il leader della Uil, Luigi Angeletti, spiega il senso dello sciopero generale di 3 ore per lunedi' 12 dicembre proclamato unitariamente da Cgil, Cisl e Uil. E alle aperture, seppure minime, da parte del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sulle pensioni aggiunge: "Il fatto che ci sia una disponibilita' limitata e' diverso dal dire non si cambia nulla". Al centro delle richieste di modifica dei sindacati "le correzioni dei punti piu' pesanti della manovra". Richieste che per il leader Uil resteranno in campo anche se comincia a profilarsi l'idea di un ricorso al voto di fiducia. "La deve ancora mettere, e noi tenteremo fino all'ultimo", conclude.

CRISI: MONTI, CON LA MANOVRA L'ITALIA HA FATTO LA SUA PARTE

La manovra varata dal governo ''contiene misure ad ampio raggio per la crescita e il rigore''. E ''con questo atto l'Italia ha fatto la sua parte ed ha dato il suo contributo alla soluzione di una crisi dell'Eurozona che non era certo di responsabilita' solo italiana''. E' quanto afferma il presidente del Consiglio, Mario Monti, in conferenza stampa a Bruxelles, al termine del Consiglio Ue.
''Questo ha consentito all'Italia di affrontare con maggiore serenita' e di dare un contributo piu' attivo e accettato dagli altrui - aggiunge il premier -, nelle giornate cosi' importanti per avviare a soluzione sistemica la crisi dell'Eurozona''.

MEZZOGIORNO: NAPOLITANO, PRESTO CI SARANNO INIZIATIVE GOVERNO

''Per quel che so io tra non molti giorni vi saranno iniziative che metteranno a fuoco iniziative del governo e delle Regioni del sud sulle prospettive di impiego dei fondi europei di sviluppo per il Mezzogiorno''. Cosi' il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, risponde a chi gli chiede cosa si puo' fare per il Mezzogiorno con la manovra del governo.
Il presidente ha parlato lasciando la sede della societa' di scienze, lettere ed arti di Napoli in Via Mezzocannone.
Subito dopo si e' recato in visita privata a Palazzo Caracciolo, in via Carbonara (nel centro antico della citta') edificio recentemente restaurato e diventato albergo.

Ue, nuovo patto di Bilancio a 26

Sul rafforzamento della governance economica non c'è accordo a 27. Anche se alla fine sono saliti a nove i Paesi fuori dall'area euro - praticamente tutti a eccezione della Gran Bretagna - che hanno annunciato l'intenzione di entrare nel nuovo 'Patto di bilancio', portando a 26 su 27 il numero totale delle adesioni. Dopo una maratona negoziale durata oltre nove ore, i leader dell'Ue non sono riusciti dunque a superare le resistenze della Gran Bretagna che, nelle parole del presidente francese Nicolas Sarkozy, aveva posto delle "condizioni inaccettabili" per potere accettare una riforma dei Trattati a 27. "Nel breve termine - ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy - abbiamo concordato un'azione immediata per superare le attuali difficoltà", attraverso un aumento delle nostre risorse finanziarie che, si spera, possa 'impressionare' i mercati alla loro riapertura questa mattina.
In particolare, "i Paesi dell'eurozona e altri Stati membri renderenno disponibili risorse aggiuntive per 200 miliardi di euro all'Fmi, la leva dell'Efsf sarà rapidamente resa operativa e l'Esm entrerà in vigore a luglio del 2012", ha elencato Van Rompuy. Per il lungo periodo, abbiamo raggiunto un accordo su un nuovo patto di bilancio per l'eurozona, che è un primo risultato importante". "Ci impegneremo tutti a nuove, forti regole di bilancio" attraverso un maggiore automatismo delle sanzioni, l'introduzione in Costituzione della norma sul pareggio di bilancio e la presentazione alla Commissione da parte degli Stati membri delle bozze di bilancio, ha spiegato il presidente del Consiglio Ue.
Se "l'accordo sulla sostanza è stato ampio", meno lo è stato sulla forma "per renderlo solennemente vincolante", ha ammesso il presidente del Consiglio europeo, sottolineando come nell'Ue non sia "mai facile parlare degli strumenti legali". "Avremmo preferito un accordo a 27 - ha detto con disappunto Sarkozy in una conferenza stampa a Bruxelles - ma questo non è stato possibile tenuto conto della posizione dei nostri amici britannici", che hanno posto "condizioni inaccettabili per tutti gli altri Paesi".
Insomma, "considerata l'assenza di unanimità tra gli stati membri dell'Ue", questi hanno deciso di adottare le nuove misure anticrisi "attraverso un trattato internazionale che deve essere firmato a marzo o prima", con l'obiettivo di "incorporare questi provvedimenti nei Trattati dell'Unione il prima possibile". E' quanto si legge nelle conclusioni della prima nottata di lavoro del vertice Ue. A partecipare saranno i 17 paesi dell''eurozona, mentre "i capi di Stato e di governo di Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Svezia hanno indicato la possibilità di prendere parte a questo processo dopo aver consultato i loro Parlamenti laddove opportuno".
Accordo su nuovo patto bilancio - "Pienamente determinati a superare insieme le attuali difficoltà, abbiamo concordato oggi un nuovo 'patto di bilancio' e su un coordinamento significativamente più forte delle politiche economiche nelle aree di comune interesse". Infatti, si legge ancora, "la stabilità e l'integrità dell'Unione economica e monetaria e dell'Unione europea nel suo insieme richiede la rapida e vigorosa messa in atto delle misure già concordate così come ulteriori passi avanti qualitativi verso una genuina 'unione di stabilità fiscale' nell'eurozona". Patto che "sarà firmato ai primi di marzo o anche prima e speriamo la ratifica possa avvenire entro la metà del 2012", fa sapere Van Rompuy, indicando "i due tempi del calendario" delle prossime settimane.

6 dicembre 2011

PENSIONI: FORNERO, DAL 2018 TENDERANNO A SCOMPARIRE QUELLE DI ANZIANITA'

Nel 2018, quando sara' esaurito il sistema retributivo, le pensioni di anzianita' di fatto tenderanno a scomparire. Lo ha affermato il ministro del welfare, Elsa Fornero, nell'audizione in Commissione lavoro alla Camera.
Il riferimento e' alle pensioni con 41-42 anni di contributi, poiche' il sistema delle quote (somma di eta' anagrafica e contributi) e' abolito dal 2012. Il ministro ha spiegato che con il sistema contributivo ''contera' di piu' l'eta' minima di accesso alla pensionamento'' e si potra' lasciare il lavoro con questo requisito (che sara' per tutti di 66 anni)' e con 20 anni di contributi. Ovviamente in questo caso l'assegno risultera' basso.
Per quanto riguarda la nuova normativa sul contributivo, il ministro ha precisato che i contributi versati oltre i 40 anni di anzianita' ''sono conteggiati ai fini del trattamento finale nella quota parte di pensione contributiva''.
Fino a oggi, infatti, i lavoratori che volontariamente rimanevano oltre i 40 anni di contributi, non avevano alcun beneficio in termini pensionistici.
Fornero ha poi voluto sottolineare come nella riforma, ''anziche' agire solo con l'accetta'' e inseguire quindi le esigenze finanziarie, il governo abbia fatto ''i tagli, ma anche dato un respiro di lungo termine per evitare cambiamenti continui che possono rappresentare gravi shock nei piani di vita; abbiamo dato continuita' e coerenza'' alle misure perche' negli ultimi anni le riforme sono state molte, ''stratificate nel tempo e non sempre coerenti''. Infine il ministro ha tenuto a percisare che ''la riforma delle pensioni tiene a patto che ci sia un mercato del lavoro efficiente. Questa - ha aggiunto - non e' una piccola riforma. So bene che a qualcuno si richiede di lavorare molto di piu'. Ma questa riforma punta tutto, e puo' fallire se non sara' cosi', su un mercato del lavoro che funziona bene''.
Cio' che spetta al governo, quindi, e' un lavoro ''piu' difficile'', relativo alla riforma del mercato del lavoro.
''La parte fatta, e per voi piu' indigesta, per noi - ha concluso - e' la parte piu' facile''.

Napolitano ha firmato, la manovra ora passa all'esame della Camera

Roma - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato il decreto legge con la manovra varata dal Governo Monti. Il provvedimento passa ora all'esame del Parlamento.
AUMENTO IVA - Cambia la data dell'eventuale aumento dell'Iva nella clausola di salvaguardia. I rialzi, come noto, scattano solo nel caso in cui il riordino delle detrazioni con la riforma fiscale non portino il gettito atteso. Nel testo della manovra uscito dal Cdm si legge che "a decorrere dal 1° ottobre 2012 le aliquote Iva del 10 e del 21 per cento sono incrementate di 2 punti percentuali. A decorrere dal 1° gennaio 2014 le predette aliquote sono ulteriormente incrementate di 0,5 punti percentuali". Nelle precedenti bozze l'aumento sarebbe dovuto scattare prima a settembre e poi corretto a giugno.
GIOVANI E DONNE - Le imprese che assumeranno a tempo indeterminato donne e giovani under 35 potranno dedurre dall'Irap 10.600 euro per ogni lavoratore. Lo 'sconto' sale a 15.200 euro per il Sud. Il bonus Irap di 15.200 euro per l'assunzione di donne e giovani under 35 riguarda Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
IL SUPERBOLLO AUTO - "A partire dall'anno 2012 l'addizionale erariale della tassa automobilistica di cui al primo periodo e' fissata in euro 20 per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a centottantacinque chilowatt". Cosi' nel testo della manovra uscito dal Cdm. Il superbollo, secondo le vecchie bozze, sarebbe dovuto scattare sopra i 170 Kw mentre nella versione definitiva sale dunque a 185 Kw.
STANGATA SUGLI AEREI - Vita dura per i proprietari di aerei. La manovra economica del governo Monti istituisce infatti l'imposta erariale sugli aereomobili privati. Si va da un minimo di 1500 euro l'anno (per aereoplanini da 1000 kg) ad un massimo di 75mila 500 euro (per quelli oltre 10mila kg). Se vogliono risparmiare, gli sfortunati proprietari potranno farlo dirottando le proprie ambizioni su mezzi piu' modesti ma anche piu' economici. Per alianti e mongolfiere si paga solo 450 euro l'anno. Stretta particolarmente severa per gli elicotteri: "L'imposta dovuta e' pari al doppio di quella stabilita per i velivoli di corrispondente peso", recita il decreto-manovra.
RISORSE PER CRUSCA E LINCEI - Risorse in arrivo per l'Accademia dei Lincei e l'Accademia della Crusca: rispettivamente 1,3 milioni di euro e 700 mila. "Al fine di assicurare la continuita' e lo sviluppo delle fondamentali funzioni di promozione, coordinamento, integrazione e diffusione delle conoscenze scientifiche nelle loro piu' elevate espressioni nel quadro dell'unita' e universalita' della cultura- si legge- e' autorizzata la spesa di 1,3 milioni di euro annui, a decorrere dal 2012, quale contributo per le attivita' e il funzionamento dell'Accademia dei Lincei". Allo stesso modo: "Al fine di promuovere lo studio, la tutela e la valorizzazione della lingua italiana, e' autorizzata la spesa di 700 mila euro annui, a decorrere dal 2012, quale contributo per le attivita' e il funzionamento dell'Accademia della Crusca.
LE REGIONI CHIEDONO UN INCONTRO con il governo Monti per fare "la massima chiarezza" sul tema del trasporto pubblico locale. Il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani riferisce che i governatori hanno deciso all'unanimita' di "chiedere un incontro con il governo per fare il punto sul trasporto pubblico locale. Diamo un giudizio positivo dell'incontro che abbiamo avuto domenica, ma abbiamo bisogno di chiarezza perche' i testi che circolano non sono coerenti". La questione fondamentale e' sempre quella delle risorse. I governatori chiedono la fiscalizzazione dal 2012. "Se inizia dal 2013- avverte Errani- chiediamo un finanziamento di 1 miliardo e 200 milioni aggiuntivi rispetto ai 400 milioni che sono attualmente previsti in manovra". Solo cosi' il sistema del trasporto locale puo' "reggere e garantire un livello minimo di sostenibilita' del servizio". Rispetto al capitolo sanita' l'aumento della tassa regionale, nella parte decisa a livello nazionale, "deve garantire il finanziamento del piano sanitario". Errani riferisce che l'incontro con il governo su questi temi potrebbe avvenire "la prossima settimana", il parere delle Regioni alla manovra verrebbe quindi dato in una succcessiva riunione della Conferenza Stato-Regioni. Infine e' "indispensabile attivare immediatamente la commissione Speciale sui costi delle istituzioni e per le Riforme. Il tema delle Province- conclude Errani- va messo dentro a questa discussione".