6 novembre 2011

Fini: premier è attaccato al pallottoliere. Casini: senza Pd non si ricostruisce il Paese

Spiace constatare che Berlusconi è totalmente avulso dalla realtà. Resta a Palazzo Chigi con il pallottoliere alla ricerca di pecorelle da riportare all'ovile". Lo dice Gianfranco Fini intervenendo alla manifestazione del Terzo Polo."Quando Berlusconi parla dei ristoranti pieni, abbiamo la dimostrazione che il presidente del Consiglio ha una percezione della realtà limitata", continua Fini. Quindi "faccia un passo di lato se non gli piace che si dica un passo indietro. Anche i grandi campioni finiscono in panchina se l'esigenza della squadra è un'altra e l'esigenza della squadra-Italia è quella di un nuovo premier", chiede Fini. Il presidente della Camera, a proposito del voto di martedì sul rendiconto, osserva che "non si è credibili con una maggioranza che ha un voto in più perché si vivacchia. Spero prevalga il buonsenso".
"Chi pensa a un governo che ricostruisca l'Italia emarginando quella parte del mondo politico più vicina alle forze del sindacato e dei lavoratori, è un irresponsabile", osserva da parte sua Pier Ferdinando Casini a proposito del Partito democratico che, secondo il leader Udc, non può non far parte di un governo di emergenza. Il leader centrista definisce "bellissima la manifestazione del Pd di ieri. Un'opposizione politica in piazza che ha parlato un linguaggio ovviamente partigiano ma rispettoso verso tutto e tutti". Soprattutto Casini sottolinea come il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, abbia dato "con chiarezza" la disponibilità a sostenere un governo di unità nazionale. "Una disponibilità che non può non essere raccolta". "A 48 ore dalla scadenza del rendiconto - prosegue il leader Udc -, io non possono credere che il Pdl sia così miope e autolesionista" da non raccogliere "la disponibilità" a un esecutivo di emergenza avanzata dalle opposizioni. Perché anche se si arrivasse "a 316 voti di maggioranza" nel voto di martedì "a che cosa servirebbe? Così non si può andare avanti". Quindi Casini invoca una tregua per dar vita a un governo di salvezza nazionale: "Dobbiamo fare tutti un passo indietro, non solo Berlusconi, per permettere all'Italia di poter fare un passo in avanti". Per il leader Api Francesco Rutelli, "la priorità è che Berlusconi faccia un passo indietro. Il secondo punto, poi, è quello di realizzare una convergenza nazionale su una personalità che dimostri all'Europa che l'Italia c'è e che la sua solidità ha strumenti per esprimersi".
Partecipa all'iniziativa del Terzo Polo anche Beppe Pisanu. Gli scontenti del Pdl, osserva, "non sono dei traditori semmai dei traditi". Pisanu rinnova la richiesta al premier di fare un passo indietro per "contribuire a realizzare un governo di unità e salvezza nazionale". "Noi rinnoviamo a Berlusconi l'invito affinché contribuisca a un governo di unità e salvezza nazionale. Nessuno può attribuire a lui l'esclusiva responsabilità della crisi, ma è chiaro che - sottolinea Pisanu - la soluzione è nelle sue mani". "Più Berlusconi si arrocca, più passa il tempo e più crescono le sue responsabilità sull'aggravarsi della crisi. Ma io continuo a confidare nell'intelligenza di Berlusconi e nella coerenza politica di tanti nel Pdl che mettono l'interesse dell'Italia davanti a tutto il resto", conclude Pisanu.
Pisanu è stato accolto alla manifestazione, organizzata da Luciano Ciocchetti dell'Udc, dal saluto di Fini: "Sei già idealmente in questa famiglia". Il senatore, da parte sua, non annuncia né l'addio al Pdl né l'ingresso nella formazione centrista ma non risparmia gli elogi: "Voi - dice a Casini, Fini e Rutelli - siete sulla strada giusta". E a chi dalla platea gli grida "torna a casa!", Pisanu sorride, annuisce e poi risponde: "Ci siamo capiti...". Il terzo polo è "sulla strada giusta ma - sottolinea Pisanu - è il momento di allargarlo aprendo la sua offerta politica anche ad altri, fare strada non solo agli scontenti del Pd e del Pdl, che peraltro sono numerosi, ma ampliarla alle forze del mutamento".