30 novembre 2011

Disoccupazione sale a 8,5%, boom giovani

Il tasso di disoccupazione ad ottobre é dell'8,5%, in aumento di 0,2 punti rispetto a settembre e di 0,1 punti rispetto a ottobre 2010. Lo rileva l'Istat precisando che è il livello più alto da maggio 2010.
Il tasso di disoccupazione giovanile ad ottobre si è attestato al 29,2%, in diminuzione di 0,1 punti rispetto a settembre. Lo rileva l'Istat precisando che rispetto a ottobre 2010 il tasso di disoccupazione 15-24 anni è aumentato di 1,5 punti.
L'occupazione a ottobre è rimasta invariata rispetto a settembre mentre è aumentata dello 0,2% (+53 mila unità) rispetto a ottobre 2010. Lo rileva l'Istat sottolineando che gli occupati nel mese erano 22.913.000.
GERMANIA,DISOCCUPAZIONE TORNA SOTTO 7%,MEGLIO DI STIME - La disoccupazione tedesca cala più del previsto a novembre, tornando sotto il 7%. I senza lavoro sono scesi al 6,9% dal 7% di ottobre calando di 20.000 unità a 2,91 milioni- Lo riferisce l'Agenzia Federale del Lavoro. Le stime erano per un tasso di disoccupazione fermo al 7% e un calo dei disoccupati di appena 5.000 unità.

29 novembre 2011

Pdl, dati Ocse non sorprendono

La speranza del segretario del Pdl Angelino Alfano e' che i dati Ocse sulla recessione dell'Italia il prossimo anno, siano sbagliati come le ''stime di grandi organizzazioni internazionali segnalavano il 2011 come un anno positivo per l'economia''.
''Speriamo - ha detto a Monza - che non indovinino neanche questa volta. Quello che emerge e' la necessita' di politiche per la crescita''

Pd,dati Ocse non sono sorpresa

''I dati sono negativi, autorevoli e non inaspettati'': cosi' il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha commentato le valutazioni dell'Ocse sull'Italia che entrera' in recessione il prossimo anno, arrivando all'assemblea di Confindustria di Monza e Brianza, dove e' presente anche il segretario del Pdl Angelino Alfano.
Secondo Bersani, questo ''consiglia misure di intervento il meno recessive possibili''.

Toscani nel mondo: più di 207 mila euro dalla Regione

Toscani nel mondo: più di 207 mila euro dalla Regione. Alla pagina http://www.toscaninelmondo.org/wp-content/uploads/2011/11/dec4890.pdf il decreto della Regione Toscana n. 4890/2011 per l’assegnazione delle risorse in favore dei toscani nel mondo 2011, per un totale di 207.312,28 euro.
Alla pagina http://www.toscaninelmondo.org/?p=1429#more-1429 le tabelle con l’elenco dei contributi concessi alle associazioni e relativi ai “Programmi Operativi di Area dei Coordinamenti Continentali relativi ai Progetti Socio Culturali ed al funzionamento delle Associazioni”.

Consiglio dei marchigiani all'estero: riunione del Comitato esecutivo il 9 dicembre a Recanati

Il 9 dicembre si svolgerà a Recanati la riunione del Comitato esecutivo del Consiglio dei marchigiani all’estero, convocata dall’assessore regionale all’emigrazione Luca Marconi e dal presidente del Consiglio dei Marchigiani all’estero Emilio Berionni.
All’ordine del giorno, lo stato di attuazione del Piano degli interventi 2011, l’esame della proposta di legge di modifica della Legge regionale n. 39/97 e successive modificazioni, l’esame della proposta del Piano Emigrazione 2012, il Museo Regionale dell’Emigrazione Marchigiana nel Mondo, più varie ed eventuali.
I lavori potrebbero prolungarsi anche nella mattinata del 10 dicembre. Alle ore 17 del 10 dicembre nella sede municipale verrà inaugurata la mostra fotografica “Nostalgia Gaucha. Luoghi, volti ,sensazioni dei marchigiani d’Argentina”,di Fernando Fischer Jr. Alle ore 18 sarà presentato il libro “In mio figlio vivrai per sempre” di Rita Amabili Rivet. L'autrice, nata a Montréal da padre marchigiano e madre franco-canadese , nel libro (Edarc edizioni )racconta la storia del padre emigrato in Canada all'età di 13 anni.
Sempre nel pomeriggio del 10 dicembre, presso il Teatro Persiani, si terrà la cerimonia ufficiale della celebrazione della Giornata delle Marche.

Disoccupazione, dati OCSE: dichiarazione di Guglielmo Loy, Segretario confederale UIL

Le previsioni dell’Ocse per il 2012 e 2013 sullo stato della disoccupazione in Italia, non sono per nulla confortanti. I tassi di disoccupazione previsti, rispettivamente, dell’8,3% e dell’8,6% ci riportano ai livelli negativi del 2010.
Se a tali dati si unisce il potenziale rallentamento della crescita dei redditi delle famiglie, il quadro che ci attende è quello di un Paese in fortissima recessione. Sarà necessario, su questo fronte, abbassare le tasse dei lavoratori e dei pensionati per far ripartire i consumi e, più in generale, il sistema economico-produttivo.
Inoltre, la mozione di aumentare la flessibilità nel mercato del lavoro e ridurne la frammentazione, lanciata dall’Ocse al nuovo Governo, può essere letta in chiave positiva solo se il concetto di flessibilità sia unito al requisito indispenabile di “tutela del lavoratore”. Grave sarebbe, viceversa, se la riduzione degli alti tassi di disoccupazione avesse come contraltare una più ampia platea di soggetti non protetti. Sul mercato del lavoro e sulla sua frammentazione, va intrapreso un percorso ragionato che oltre al presente guardi anche al futuro dei lavoratori e dell’occupazione tutta.

Istat: salari bloccati dalla crisi, ma i prezzi continuano a salire

Nel mese di ottobre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie registra una variazione nulla rispetto al mese precedente e un incremento dell'1,7% rispetto a ottobre 2010. Nella media del periodo gennaio-ottobre 2011 l'indice e' cresciuto dell'1,8% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. Lo comunica l'Istat.
L'Istat spiega che con riferimento ai principali macrosettori, a ottobre le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell'1,9% per i dipendenti del settore privato e dello 0,6% per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a ottobre presentano gli incrementi maggiori rispetto allo stesso mese dell'anno precedente sono: militari-difesa (+3,7%), forze dell'ordine (+3,5%), gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e attivita' dei vigili del fuoco (per entrambi +3,1%). Si registrano, invece, variazioni nulle per ministeri, scuola, regioni e autonomie locali e servizio sanitario nazionale.
In una nota l'istituto scrive che alla fine di ottobre 2011 "i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 66,9% degli occupati dipendenti e al 61,7% del monte retributivo osservato". Quindi "nel mese di ottobre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie registra una variazione nulla rispetto al mese precedente e un incremento dell'1,7% rispetto a ottobre 2010. Nella media del periodo gennaio-ottobre 2011 l'indice e' cresciuto dell'1,8% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente".
Con riferimento ai principali macrosettori "a ottobre le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell'1,9% per i dipendenti del settore privato e dello 0,6% per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a ottobre presentano gli incrementi maggiori rispetto allo stesso mese dell'anno precedente sono: militari-difesa (+3,7%), forze dell'ordine (+3,5%), gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e attivita' dei vigili del fuoco (per entrambi +3,1%). Si registrano, invece, variazioni nulle per ministeri, scuola, regioni e autonomie locali e servizio sanitario nazionale. Nel mese di ottobre, nessun accordo in attesa di rinnovo, tra quelli monitorati dall'indagine, e' stato siglato.
Alla fine di ottobre la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo e' del 33,1% nel totale dell'economia e del 12,9% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto e', in media, di 22,4 mesi nel totale e di 23,4 mesi nell'insieme dei settori privati.

Monti: ''Squadra forte e al servizio del Paese. Saremo trasparenti''

"Una squadra snella e forte". Così ha descritto il suo esecutivo il premier Mario Monti, al termine del giuramento dei sottosegretari e vice ministri a palazzo Chigi.Questo governo ha caratteristiche un po' particolari, che cercheremo di valorizzare al servizio del Paese, del Parlamento, delle forze politiche", ha detto il presidente del Consiglio. "Un governo tecnico che si pone con umiltà al servizio del Parlamento, punto di riferimento costante", ha aggiunto Monti ringraziando più volte le forze politiche e sottolineando il fatto che i numeri del suo governo sono inferiori ai precedenti. ''Il numero complessivo delle persone che siederanno in Consiglio dei ministri - ha spiegato Monti - scenderà rispetto al precedente governo da 26 a 19. I viceministri e i sottosegretari scendono invece da 40 a 28".
''Se faremo un buon lavoro - ha sottolineato - aiuteremo l'Italia a uscire da una situazione difficile''. Quindi ha ammonito: ''Attenti a parlare di conflitto di interessi, saremo di un'assoluta trasparenza''. "Chi nella società civile ha avuto delle competenze e ha fatto la scelta di entrare nel Governo, non lo ha fatto per trascinare le esperienze passate", ha affermato Monti, che ha parlato di "disponibilità generosa" da parte dei componenti della nuova squadra dell'esecutivo.
Quanto al neoviceministro all'Economia, ha spiegato Monti, "Grilli sarà permanentemente invitato ad assistere alle sedute del Consiglio dei ministri".
Con le forze politiche, ha osservato, c'è "un rapporto costruttivo, con una innovazione statico-dinamica". "Abbiamo la fiducia di forze politiche che fino a ieri erano in perenne dissenso, apprezziamo il loro sforzo - ha detto ancora il presidente del Consiglio -. Con loro in ogni momento ci sarà un rapporto essenziale, costruttivo. Abbiamo veramente molto rispetto per le forze politiche".
Monti ammette che la scelta degli esponenti di sotto governo ha richiesto più tempo del previsto ma ha anche spiegato perché: "E' stato per le condizioni di emergenza di questo governo, che non mi hanno permesso di lavorare 24 ore su 24 a comporre la squadra, ma ho dovuto lavorare giorno e notte a stabilire i contatti europei e a tracciare le prime linee del complesso di interventi di politica economica". Il secondo motivo del ritardo, ha spiegato ancora Monti, è dovuto al fatto che "entrare in un governo politico è cosa gradita e comporta immediatamente una lieta accettazione, perché fa parte di un iter. Nel nostro caso ho dovuto esercitare una forte pressione nell'interesse del Paese su persone che hanno rinunciato a trattamenti economici, carriere".
Monti ha anche spiegato di aver offerto lui stesso a Pd e Pdl la scelta di optare per l'indicazione di un sottosegretario politico o uno tecnico al ministero dei Rapporti con il Parlamento. "Ho offerto io stesso alle forze politiche di scegliere tra personalità con una passata esperienza parlamentare o con una alta valenza tecnica - ha chiarito Monti parlando dei sottosegretari del ministro Giarda -. Una forza ha optato per la prima soluzione, l'altra per la seconda. Rispetto entrambe le opzioni e sono sicuro che anche gli optandi la rispetteranno".

28 novembre 2011

Governo, Fini: "I sottosegretari saranno tutti tecnici"

I sottosegretari, da ciò che so io, saranno tutti tecnici". Lo ha annunciato il presidente della Camera Gianfranco Fini questo pomeriggio a Genova, rispondendo alle domande dei giornalisti dopo la visita al museo Muma. Fini ha aggiunto che sul tema "ci sono stati contatti, non c'è stato un vertice. Penso -ha precisato- che Monti faccia bene a occuparsi di più di quali provvedimenti presentare al consiglio dei Ministri e in Parlamento piuttosto che della lista dei sottosegretari".Sui sottosegretari interviene anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: "Il presidente del Consiglio ha un governo di natura tecnica e sa benissimo che farà dei sottosegretari tecnici". "La partita dei sottosegretari non si è mai aperta -ha proseguito Casini- e i partiti oggi devono semplicemente agevolare il governo, deve partire rapidamente l'azione di riforma per la crescita del paese. Tutto il resto sono baggianate che non possono intralciare una missione piu' alta".
Quanto all'ipotesi di un vertice di maggioranza "quando il presidente del Consiglio vorrà sulle questioni politiche tipo l'illustrazione dei provvedimenti economici o la politica internazionale, parlare con noi -ha spiegato Casini- noi siamo disponibilissimi a vertici e controvertici ma sui sottosegretari i vertici non ci devono essere perché non servono". Quello che è importante, secondo Casini, "è non perdere tempo in chiacchiere su cose inutili".
Sul presunto vertice torna anche il segretario democratico Pier Luigi Bersani che taglia corto: "Io vado, il Pd va, quando Monti chiama". "C'è un governo di impegno nazionale. Ogni forza si è assunta la sua responsabilità davanti al Parlamento. Ma non esiste una maggioranza, non esiste un tavolo della maggioranza. Poi se Monti chiama - aggiunge il segretario del Pd - per avere un'opinione, un contributo, un consiglio io vado. Il Pd va quando Monti chiama".
Chiaro Angelino Alfano, segretario del Pdl: "Sui sottosegretari deciderà Monti ma non mi pare che siano l'emergenza di questo paese". "Fino alla scorsa settimana -ha osservato- l'emergenza erano gli Spread e la crisi economica. Ora non credo che l'emergenza siano i sottosegretari".
Sulla nomina dei sottosegretari "no a lottizzazione e spartizione dei partiti altrimenti entrerebbe dalla finestra ciò che esce dalla porta". Lo ha detto il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, durante una conferenza stampa a Torino.
"Il governo Monti -ha sottolineato Di Pietro- è un governo molto snello: se si dovessero mettere esponenti di partito o che rispondono a partiti in questi ruoli di fatto la politica attiva finirebbe per tornare in mano ai partiti, ai gruppi parlamentari e alla politica con l'ulteriore aggravante che prima si sapeva chi era maggioranza e chi opposizione e si creerebbe un inciucio paradossale tra Pd, Pdl e Terzo polo".

GOVERNO: MANOVRA ENTRO IL 5 DICEMBRE, MONTI INCONTRERA' I LEADER DEI PARTITI

La settimana che si apre oggi servira' al governo per precisare i provvedimenti economici che intende presentare entro il 5 dicembre. Secondo le indiscrezioni, il primo pacchetto di misure sarebbe pari a 13 miliardi. Si tratterebbe di una manovra correttiva, da approvare prima di Natale, che rinvierebbe a gennaio il problema delle riforme strutturali su pensioni, mercato del lavoro e liberalizzazioni.
Mario Monti, prima di presentare il pacchetto di provvedimenti al Consiglio dei ministri di lunedi' 5 dicembre (una riunione preliminare del Cdm potrebbe essere fissata gia' domani), ha intenzione di incontrare separatamente i leader dei partiti che sostengono il suo governo. Lo ha rivelato Angelino Alfano, segretario del Pdl, partecipando ieri sera alla trasmissione televisiva ''Che tempo che fa'': ''Ho ricevuto una telefonata da Monti che mi ha parlato delle sue intenzioni''.
Quanto al merito delle decisioni che si appresta a prendere il governo, l'ex ministro della Giustizia ha spiegato la posizione del Pdl: ''L'Ici noi l'abbiamo tolta e gli italiani ci sono stati grati. Dopo che l'abbiamo tolta, abbiamo vinto varie campagne elettorali. Credo che Monti lavori a un progetto diverso che conosceremo nelle prossime giornate. Non credo intenda scrivere un decreto in cui si dice: e' abrogata l'abrogazione dell'Ici''.
Alfano prevede inoltre che tra i provvedimenti del governo non ci sara' la patrimoniale: ''Non escludo un intervento sui patrimoni, ma non penso che una patrimoniale come da alcuni immaginata, cioe' una tassa puramente punitiva, sia all'ordine del giorno del governo Monti''.
Il segretario del Pdl ha pure ribadito che il suo partito e' impegnato in un processo costituente da concludersi entro il 2012 con gli obiettivi di un maggiore radicamento territoriale e di un rinnovamento della leadership. Alfano non ha escluso che il Pdl, alla fine di questo percorso, possa addirittura cambiare nome: ''Viva l'Italia'' e' una delle possibilita' su cui si sta discutendo. Francia e Germania premono intanto affinche' l'Italia rispetti i suoi impegni economici in modo che si possano stringere maggiormente i rapporti tra Parigi, Berlino e Roma puntando a un patto europeo di stabilita'. Ha annunciato ieri Valerie Pecresse, ministra francese al Bilancio: ''Non sara' un patto a tre ma un patto per una nuova governance con veri regolatori e vere sanzioni, che dia veramente fiducia.
Germania, Francia e Italia vogliono essere il motore di un'Europa che sia molto piu' integrata e nella quale nessuno possa chiamarsi fuori dalle regole che sono state fissate''.
Perplessita' sulle scelte del nuovo governo vengono da Silvio Berlusconi, che e' intervenuto a un convegno dei Popolari liberali che fanno capo all'ex sottosegretario Carlo Giovanardi. Ha in particolare preso le distanze dall'ipotesi che tra le misure del nuovo esecutivo ci sia l'abbassamento della soglia di tracciabilita' dei contanti, fissata ora a 2.500 euro, a 300 euro: ''Se si puo' pagare in contanti fino a 2-300 euro e tutto il resto e' verificabile, si tratta di una norma che ha insito il pericolo di uno Stato di polizia tributaria, il contrario di quello in cui vogliamo vivere''.
L'ex premier ha ricordato le motivazioni del suo impegno politico: ''Noi abbiamo il dovere di continuare a combattere, e non uso un termine troppo retorico se dico che dobbiamo a farlo per la nostra liberta', il primo dei diritti. Siamo scesi in campo nel 1994 lasciando anche i mestieri che ci appassionavano, perche' non volevamo che il paese cadesse nelle mani dei comunisti''.
Quanto ai rapporti con la Lega che rischiano di incrinarsi per la scelta fatta dal Caroccio di collocarsi all'opposizione del governo Monti, Berlusconi si dice ottimista: ''C'e' un'alleanza solida che non puo' essere resa piu' debole dagli ultimi accadimenti e dal governo dei tecnici. I motivi dello stare insieme sono importanti e decisivi per il futuro del paese''.
Ma l'ex ministro leghista Roberto Calderoli gela le sicurezze di Berlusconi: ''L'alleanza con la Lega non puo' essere solida visto che a livello nazionale non esiste piu' dopo la decisione del Pdl di appoggiare il governo Monti.
Possibilita' per le future alleanze dipendono dalle posizioni che il Pdl assumera' rispetto alle proposte del governo Monti''.
Calderoli elenca tra le misure inaccettabili lo ''ius soli'', la legge che darebbe la nazionalita' italiana ai figli nati in Italia degli immigrati, soluzione auspicata di recente dal presidente Giorgio Napolitano.

Ocse: Italia in recessione nel 2012

Il pil dell'Italia segnerà un calo dello 0,5% nel 2012, contro il +1,6% previsto in precedenza. Lo rileva l'Ocse che rivede così al ribasso anche la stima 2011 a +0,7%, contro il precedente +1,1%. Per il 2013 l'Ocse prevede una crescita a +0,5%.Sul fronte dei conti pubblici l'organizzazione con sede a Parigi ha stimato un deficit al 3,6% del Pil nel 2011, migliore del 3,9% previsto a maggio e all'1,6% nel 2012, migliore dell'iniziale 2,6%. Per il 2013 prevede un deficit praticamente in pareggio, allo 0,1% del Pil.
Per quanto riguarda il debito, l'Ocse prevede 127,7% quest'anno, 128,1% nel 2012, 126,6% nel 2013.
In salita la disoccupazione all'8,1% nel 2011, all'8,3% nel 2012 e all'8,6% nel 2013, mentre la crescita dei salari "sarà moderata". "Moderata" anche l'inflazione al 2,7% nel 2011, per poi scendere all'1,7% nel 2012 e all'1,1% nel 2013.
Alla luce delle nuove previsioni su pil e conti pubblici, ben al di sotto di quanto previsto nel bilancio 2012 "saranno necessarie ulteriori misure nel 2012" per riportare sui giusti binari il consolidamento. "La crescita potrebbe in qualche modo essere più alta se un'azione decisiva da parte del nuovo governo abbassasse velocemente lo spread sui titoli di stato e ripristinasse la fiducia". Tuttavia la programmata stretta di bilancio "è molto severa e richiederà una forte determinazione da parte del nuovo governo e potrebbe avere effetti di contrazione più forti di quelli previsti".
L'Ocse mette nero su bianco la sua ricetta per fare uscire l'Italia dalla crisi. Tra questi, pareggio di bilancio nel 2013, taglio debito e avviare subito le riforme strutturali per rafforzare la crescita. Il governo Monti, si legge nel rapporto dell'Ocse, "ha poco spazio di manovra nell'azione di bilancio". Deve rafforzare il consolidamento e se necessario "introdurre ulteriori strette di bilancio per rimettere in ordine i conti". La strada da seguire è quella di un "restringimento della spesa, piuttosto che un aumento delle tasse". "Nuove amnistie fiscali sarebbero controproducenti".
Il nuovo governo dovrebbe inoltre adottare "il prima possibile" le misure per concretizzare gli impegni della lettera dell'Italia all'Ue del mese scorso.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro occorre "aumentare la flessibilità e ridurre la frammentazione del mercato". "Imperativa" la moderazione salariale, mentre sul pubblico impiego bisognerebbe tagliare le differenziazioni regionali.
Inoltre l'Ocse invita il governo ad andare avanti con la liberalizzazione delle professioni e i servizi all'impresa per spingere la concorrenza. "La privatizzazione dei servizi pubblici locali - si legge nel rapporto - e la creazione di regolatore indipendente migliorerebbero l'efficienza". Avanti anche le privatizzazioni e le misure per favorire l'ingresso di investitori stranieri anche nel settore finanziario.
L'Ocse chiede al nuovo governo Monti di "applicare pienamente" le misure di emergenza varate dal precedente esecutivo per portare il bilancio in pareggio nel 2013 e ad adottare "importanti riforme strutturali per favorire la crescita". "La stretta di bilancio - si legge nel documento - accanto ad un rallentamento della domanda globale e con una debole competitività, peserà sulla crescita a breve termine, ma è necessaria per assicurare progressi alla sostenibilità di bilancio".
"Il deterioramento della fiducia in Italia è in parte auto-inflitto a causa dell'esitazione del precedente governo nell'applicazione dei piani di bilancio" afferma l'Ocse. "Anche l'impegno per il Piano di Riforma nazinale della primavera 2012 sembra in dubbio". Il tutto ha comportato tensioni sui titoli con relativo aumento degli spread, spingendo il governo ad anticipare il pareggio al 2013.
"L'economia italiana ha perso l'impulso" si legge ancora nell'Outlook, indicando che "la produzione industriale, la fiducia e l'export sono molto deboli. Le condizioni del credito si sono irrigidite, soprattutto a causa delle difficoltà delle banche ad accedere a finanziamenti esterni e all'aumentata percezione del rischio nel prestito". "Il deficit commerciale resta abbastanza alto a causa del livello depresso della domanda in Italia, segno della scarsa competitività".
Nel nuovo Outlook che parla di "lieve recessione" per la zona euro l'Ocse roleva che il pil di Eurolandia crescerà dell'1,6% nel 2011, per poi crollare allo 0,2% nel 2012 e risalire all'1,4% nel 2013.
"Restano seri rischi" per la possibilità di un default sovrano nella zona euro e l'impasse sul deficit Usa, afferma l'Organizzazione, spiegando che la mancata intesa Usa potrebbe portare alla recessione.
E' un 2012 di transizione, in alcuni casi di forte rallentamento, quello che emerge dalle stime dell'Ocse. La più grande economia mondiale, gli Stati Uniti, dovrebbe vedere il suo Pil crescere quest'anno dell'1,7%, per poi salire del 2,0% nel 2012 e accelerare l'anno successivo con una crescita del 2,5%. Quanto alla Cina - che quest'anno viene vista in crescita del 9,3% - dovrebbe registrare nel 2012 un rallentamento del Pil a 'solo' +8,5% per poi tornare al +9,5% nel 2013. L'altro colosso asiatico, il Giappone, invece, nel 2012 dovrebbe beneficiare di un 'rimbalzo' legato agli interventi per la ricostruzione, dopo un calo del Pil quest'anno dello 0,3%: il prossimo anno la crescita dovrebbe segnare un +2,0% per poi scendere al +1,6% nel 2013.

22 novembre 2011

Effetto crisi, nel nostro Paese torna l'emigrazione dal Sud verso il Nord

Con la crisi è ripresa l'emigrazione dal Sud al Nord del Paese. A lanciare l'allarme è Confcommercio, in occasione della seconda tappa degli Stati generali della confederazione a Napoli.A quanto risulta dalla ricerca curata dall'Ufficio studi di Confcommercio e presentata oggi nel capoluogo campano, infatti, le dinamiche demografiche "evidenziano segnali preoccupanti per il Sud: si riduce la quota di popolazione sul totale nazionale (passata dal 36,4% del 1995 al 34,4% del 2011); si registra una ripresa dei flussi migratori verso Nord (4 milioni di residenti in meno tra il 1955 e il 2008); si registra una scarsa capacità di attrarre lavoratori stranieri: per ogni 100 nati vivi, infatti, sono solo 3,6 gli stranieri mentre nel Nord-Est sono circa 6 volte di più".

'Follia non concedere cittadinanza a bambini immigrati'

''Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri'' lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. ''Negarla - ha aggiunto - e' un'autentica follia, un'assurdita'. I bambini hanno questa aspirazione''. Un auspicio, quello del Presidente, che ha raccolto un immediato coro di consensi, da Casini a Vendola, da Save the children all'Anci, con l'eccezione della Lega ('vogliono nuovi elettori' ha detto Davide Boni).
DOPO APPELLO COLLE 113 SENATORI DEPOSITANO DDL - Dopo l'appello del Capo dello Stato ad approvare una legge che affronti la questione della cittadinanza dei bambini nati in Italia da genitori stranieri, il senatore del Pd Ignazio Marino, oggi ha depositato un disegno legge firmato da 113 senatori (tutto il Pd, Idv e alcuni del Terzo Polo) che modifica la legge del 1992 e assegna la cittadinanza ad ogni nato in Italia indipendentemente da quella dei genitori. ''Esiste - osserva Marino - una discriminazione incomprensibile ai danni dei figli degli immigrati nati in Italia, lo ha ribadito oggi anche il presidente Napolitano. Un bambino senza cittadinanza sara' sempre uno straniero in un Paese che invece vive e sente come proprio. ''Il multiculturalismo e il confronto fra diverse identita' culturali sono - sottolinea Marino - risorse sulle quali investire, discriminare l'infanzia, compromettere la crescita equilibrata dei bambini che nascono in Italia da genitori immigrati e' incivile: il nostro Paese non puo' piu' permettersi di vivere nell'intolleranza e nell'arretratezza culturale''. ''Con buona pace di quella parte del mondo politico che rifiuta la modernita', bisogna fare un passo avanti'' conclude Marino.
IndietroStampa Invia Scrivi alla redazione precedentesuccessiva'Follia non concedere cittadinanza a bambini immigrati' 22 novembre, 15:29 Ritorna alla news

Monti: Ue al centro nostra attività. Barroso: piena fiducia nell'Italia

Sono fiducioso che con le politiche giuste l'Italia può superare l'attuale perdita di fiducia dei mercati". Lo ha affermato il commissario Ue agli affari economici e monetari Olli Rehn in un discorso a Berlino.In generale, "la situazione attuale in Italia rappresenta un'opportunità per un cambiamento positivo", ha sottolineato Rehn, ricordando che "la velocità del cambiamento politico e il sostegno molto ampio" ottenuto dal governo di Mario Monti in Parlamento "sono la prova della consapevolezza della necessità di un cambiamento di marcia nelle politiche".
Bruxelles ha quindi iniziato a lavorare "con questo spirito" con il nuovo governo, che si trova di fronte a "sfide difficili". L'Italia infatti, ha ribadito il commissario Ue da Berlino, "deve adottare misure coraggiose per rilanciare la crescita a medio ma anche a breve termine". Per questo continuerà il monitoraggio Ue, come richiesto dall'ex premier Silvio Berlusconi, sulla messa in atto delle misure annunciate nella lettera d'intenti, su cui sarà presentato come già annunciato un primo rapporto all'Eurogruppo della prossima settimana.
"Alcune misure sono già state prese, e il nuovo premier ha già espresso l'intenzione di andare più lontano in alcune aree importanti", ha affermato Rehn, sottolineando che la Commissione "continuerà il suo monitoraggio da vicino nelle prossime settimane e mesi".
Rehn sarà in missione a Roma venerdì. Lo hanno confermato fonti comunitarie riferendo che il commissario europeo avrà incontri con Monti e con altri esponenti del governo. Gli incontri precedono l'Eurogruppo del 29, durante il quale il commissario presenterà un primo rapporto sull'attuazione degli impegni contenuti nella lettera di intenti che l'ex premier Silvio Berlusconi aveva presentato a Bruxelles il 26 ottobre scorso.
Intanto il presidente del Consiglio Mario Monti è arrivato a Bruxelles per una serie di colloqui con i leader Ue. Il primo appuntamento è al Berlaymont, dove avrà una colazione di lavoro con il presidente della Commissione europea Josè Manuel Durao Barroso. Quindi, Monti si trasferirà a Justus Lipsius, dove, alle 15, ha in agenda un colloquio con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. Infine, nel tardo pomeriggio, il premier vedrà il vicepresidente della Commissione europea, responsabile dell'Industria, Antonio Tajani e gli europarlamentari italiani.
E' fissata invece per le 12.30 la colazione di lavoro di giovedì a Strasburgo tra Monti, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy. Lo ha comunicato l'Eliseo in una nota, precisando che l'incontro si terrà nel Palazzo della prefettura. Al termine della colazione dedicata alla "preparazione delle prossime scadenze europee", alle 14, si terrà una conferenza stampa congiunta.

21 novembre 2011

Berlusconi "snobba" Monti. E prepara la campagna elettorale

Roma - Dopo un apparente gelo iniziale nei confronti di Mario Monti, alla fine Silvio Berlusconi, terminate le dichiarazioni di voto, si alza dal suo posto di deputato Pdl e va a stringere la mano al nuovo presidente del Consiglio. Berlusconi scende le scalette, va verso i banchi del governo, comincia a salutare ad uno ad uno i neo ministri. Si dirige quindi verso Monti, gli porge la mano ed ecco la stretta. I due si scambiano qualche parola. Nel frattempo il Pdl applaude al gesto di distensione. "Bene, bene. Mi sembra sia partito tutto bene - dice l'ex premier parlando con i cronisti in Transatlantico a proposito del governo Monti - Ho letto sui giornali cose che non ho mai pronunciato. Non ho mai detto che stacchero' la spina a Monti". "Io credo che questo governo operera' in maniera tale da essere utile al paese per tutta la durata del tempo che rimarra'".
L'UOMO NERO DI BERSANI - "Per loro l'aria e' cambiata sicuramente". Cosi' Berlusconi commenta con i cronisti, le parole di Bersani in Aula. "Avevano visto in me l'uomo nero- continua Berlusconi-, il cattivo da allontanare, e ora hanno l'intima soddisfazione di non vedermi piu' seduto al posto da presidente del Consiglio. Si tratta comunque di cose che a noi non riguardano, noi non pensiamo mai a fare del male agli altri, ma solo del bene".
IL PDL PREPARA LE ELEZIONI - "Non nascondo una voglia di potermi rilassare, ma sento ancora la responsabilita' del voto che ci e' stato concesso. Ritengo quindi di dovermi impegnare, quasi come un imprenditore a lavoro, per il partito e al Parlamento". "Per il partito- aggiunge- preparero' la campagna elettorale che portera' il Pdl ad essere ancora vincente alla prossima scadenza elettorale".

GOVERNO: OGGI CONSIGLIO MINISTRI, MONTI PREPARA I VIAGGI ALL'ESTERO

Alle 12 e' convocato a Palazzo Chigi il Consiglio dei ministri presieduto da Mario Monti. Il primo provvedimento all'esame del nuovo esecutivo riguarda Roma Capitale. Si tratta del decreto che stabilisce i poteri che dovra' avere il nuovo ente. Il provvedimento andava in scadenza oggi e quindi la riunione del Cdm serve a confermare gli impegni assunti dal precedente governo.
Positivo il giudizio di Gianni Alemanno, sindaco di Roma: ''E' significativo che il Consiglio dei ministri del nuovo governo tecnico metta le ali alla riforma di Roma Capitale.
Dopo trent'anni di attesa, finalmente stanno sbloccando tutti i passaggi legislativi necessari a dare una governance piu' adeguata alla citta', al pari delle altre capitali europee''.
Secondo le indiscrezioni, il governo dovrebbe varare la manovra correttiva entro i prossimi quindici giorni. Per le riforme strutturali riguardanti le pensioni d'anzianita' e il mercato del lavoro si prevedono tempi piu' lunghi, comunque non oltre gennaio. Monti vorrebbe dare priorita' alla riforma del fisco e alla manovra correttiva dei conti per tenere sotto controllo il debito pubblico. La manovra potrebbe essere pari a 8 miliardi per confermare l'impegno alla parita' di bilancio nel 2015.
I primi provvedimenti anticrisi riguarderebbero invece il ripristino dell'Ici con la contemporanea revisione della tassazione sugli immobili, l'abbassamento drastico della soglia massima per l'uso del contante, l'indicazione di elementi patrimoniali nella dichiarazione dei redditi. Il decreto legge comprendente queste norme verrebbe approvato nella prima settimana di dicembre, dopo la riunione Ecofin, in modo da renderle operative a iniziare dal 2012.
L'inasprimento del divieto di uso del contante nelle transazioni abbasserebbe l'attuale soglia di 2.500 euro (introdotta lo scorso agosto in riduzione del precedente limite di 5.000) scenderebbe a 300 euro, al di sotto dei 500 euro ipotizzati da Confindustria.
Un giudizio sul nuovo esecutivo arriva da Silvio Berlusconi, con una intervista al ''Corriere della Sera'' di ieri: il Pdl dira' no ''ad eventuali misure recessive'' mentre appoggera' ''tutte le iniziative per promuovere lo sviluppo''. L'ex premier, ribadendo il no alla patrimoniale, sottolinea che il governo ''deve arrivare al 2013'' e che nelle prossime elezioni politiche il candidato del Pdl sara' il segretario Angelino Alfano.
Quanto a una nuova legge elettorale, Bindi sottolinea che il problema riguarda le forze parlamentari e non il governo presieduto da Monti: ''C'e' un referendum che io ho firmato.
Se siamo d'accordo che torni il Mattarellum, non c'e' problema. Altrimenti bisogna fare una riforma elettorale, cosi' come bisogna dire ai cittadini che siamo pronti a diminuire il numero dei parlamentari e a superare il bicameralismo''.

17 novembre 2011

Monti:appoggio totale da Terzo Polo

Il gruppo per il Terzo Polo da' ''sostegno pieno'' e ''non condizionato'' ne' ''a termine'' al governo guidato da Mario Monti. Lo ha detto il presidente del gruppo, Francesco Rutelli, nel corso delle dichiarazioni sulla fiducia. ''Con i voti di oggi e di domani'', ha aggiunto Rutelli, l'esecutivo che si e' formato ''come governo del Presidente'' diventa ''pienamente politico. Un governo del Parlamento''.

Pd, con Monti in altro universo

''Solo 10 giorni fa eravamo ai 308 voti, oggi siamo in un altro universo persino nei contenuti stilistici. La svolta' c'e' stata e nelle parole di Monti c'e' passione civile e la voglia di unire equita' e crescita. Noi sosterremo lo sforzo del governo''. Cosi' Pier Luigi Bersani apprezza l'intervento del premier oggi al Senato.

Sud: imprenditori lanciano appello a Monti, ecco le nostre proposte

"Esprimo a nome dell'Associazione Assud che riunisce circa 5mila imprenditori in tutto il Mezzogiorno il piu' convinto apprezzamento per l'istituzione del ministero della Coesione territoriale: tale iniziativa rappresenta un chiaro segnale di rottura rispetto alle precedenti logiche fondate sull'egoismo territoriale e non sull'integrazione". Cosi' Andrea Guccione, presidente di Assud, plaude all'istituzione del ministero della Coesione territoriale nel neonato Governo Monti. "Il governo Monti, nel condividere i richiami del Presidente Napolitano all'unita' e alla solidarieta' nazionale, sembra seriamente intenzionato a valorizzare tutte le Regioni italiane, che potranno cosi' sprigionare le proprie migliori energie'', aggiunge Guccione. Al premier gli industriali meridionali riuniti nell'associazione Assud lanciano poi un appello e sottopongono un ventaglio di proposte per rilanciare lo sviluppo: ''Per la ripartenza del Sud non c'e' altra via che investire sulle giovani generazioni - premette Guccione - Dobbiamo creare gli strumenti normativi che consentano ai migliori talenti e alla parte sana e dinamica del Mezzogiorno di potersi esprimere. In particolare zero tasse per i primi cinque anni di attivita' (Iva, Irap, Ires), accesso al credito agevolato, abbattimento del costo del lavoro per le imprese del Sud che assumono giovani".
"E' importante, infine, ridurre e abbattere i processi burocratici ed i loro costi, affinche' si possa agevolare lo start up iniziale di qualsiasi iniziativa economica. Un ruolo importante in tutto questo lo gioca anche il mondo del credito, che dovra' saper cogliere queste nuove sfide investendo su azioni mirate a sostegno delle giovani generazioni'', conclude Guccione.

Berlusconi: "Democrazia sospesa, Monti dura quanto decido io"

Il governo di Mario Monti rappresenta una "sospensione certamente negativa della democrazia". Silvio Berlusconi, parlando ai senatori del Pdl, attacca duramente il nuovo esecutivo: "La decisione finale ci e' stata praticamente imposta, con i tempi voluti dal presidente della Repubblica". Il governo di Mario Monti durera' "quello che decideremo noi per quanto sara' utile per il Paese, anche in relazione alla nostra campagna elettorale e secondo quello che ci diranno i sondaggi".
A MONTI AVEVO OFFERTO L'ECONOMIA, DISSE DI NO - "A Monti ho prima offerto di fare il ministro dell'Economia del mio governo, ma mi ha detto no. E allora gli ho offerto di fare il premier e tenersi anche l'Economia, sostenuto dalla nostra maggioranza, ma si sentiva ormai traguardato e ci ha detto no".
IMPOTENTE CON NAPOLITANO - "Come presidente del Consiglio mi sentivo impotente, potevo solo suggerire disegni di legge. Anche i decreti, quando arrivavano al Quirinale, il presidente della Repubblica diceva no a 2 su 3". "Ci correggeva- dice di Napolitano- con la matita rossa, come una maestra con i bambini delle elementari".
DALLA BCE MISURE ININFLUENTI - "Ho parlato con Draghi e gli ho chiesto cosa sta facendo la Bce per l'Italia: mi ha parlato di un piano assolutamente ininfluente, che al massimo sposta lo spread di 10 punti. Ridicolo".
NO ALLA PATRIMONIALE - La patrimoniale sarebbe una "misura tributaria assolutamente depressiva: l'ho detto anche all'ultimo meeting dei capi di Stato e di governo dove ero l'unico che ci capiva qualcosa, avendo fatto l'imprenditore". "Secondo lo studio di una banca italiana- rivela- ci sarebbe una diminuzione del valore degli immobili tra il 15 e il 20%".
GLI ITALIANI NON SONO COSI' CRETINI - "Non possiamo lasciare il Paese alla sinistra. E poi a chi? A Di Pietro, Vendola e Bersani. Gli italiani non sono cosi' cretini da dare il voto a questi qua".

Calano le immatricolazioni in Europa: mercato in flessione dell'1,8% ad ottobre

Calo dell'1,8% annuo ad ottobre per le immatricolazioni delle auto nell'Europa a 27. Secondo i dati Acea le immatricolazioni sono ammontate a 1.005.976 unità, in flessione dell'1,8% rispetto all'ottobre 2010. Da gennaio ad ottobre, e cioè nei primi 10 mesi dell'anno, le vendite sono state pari a 11.126.436 di unità, in calo dell'1,2% rispetto allo stesso periodo del 2010.A determinare il calo in Europa, secondo Acea, sono stati i risultati in Italia (-5,5%) e Spagna (-6,7%) mentre i mercati in Francia e Gran Bretagna hanno segnato una crescita del 2,4% e 2,6% rispettivamente. La domanda in Germania è rimasta stabile con una lieve crescita dello 0,6%.
Quanto a Fiat, ad ottobre, nell'Europa a 27 più le nazioni aderenti all'EFTA, Group Automobiles (Jeep inclusa) ha immatricolato quasi 69 mila vetture pari ad una quota di mercato del 6,6%, ''con un trend - secondo quanto segnala il gruppo in una nota - negli ultimi mesi di lieve e costante crescita, essendo aumentata rispetto al 5,8 per cento di agosto 2011 e al 6,5% di settembre 2011''. Il risultato resta comunque influenzato dai dati provenienti del mercato italiano, ''che è di riferimento per Fiat Group Automobiles''.
Nei primi dieci mesi dell'anno infatti le vetture vendute da FGA sono oltre 818 mila, per una quota del 7,1%.
Tra i principali mercati europei, nella nota il gruppo segna il risultato ottenuto in Germania, dove nel progressivo annuo Fiat Group Automobiles immatricola più di 86 mila vetture (il 4,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2010) e registra una quota del 3,2%.
Il marchio Fiat ha immatricolato a ottobre in Europa oltre 49 mila vetture e ha ottenuto una quota del 4,7%. Nel progressivo annuo le Fiat vendute sono più di 590 mila e la quota è del 5,1%. Ancora in evidenza il risultato della Germania, dove nei primi dieci mesi del 2011 il brand ha registrato oltre 70 mila vendite, il 2,9% in più nel confronto con il 2010, ottenendo una quota del 2,6%. I modelli di punta del marchio sono sempre nelle posizioni di vertice delle classifiche di vendita. Panda e 500 sono le più vendute del segmento A nel 2011: insieme registrano una quota superiore al 29%. Punto resta saldamente tra le top ten del segmento B, con una quota nell'anno del 6,5%.

Monti ottiene la fiducia al Senato ''Non è governo dei poteri forti''

Il governo Monti prende la fiducia al Senato con 281 voti favorevoli e 25 contrari (gli esponenti della Lega). Subito dopo il voto il presidente Renato Schifani ha espresso a Mario Monti gli ''auguri di buon lavoro nell'interesse del paese''Un corale applauso ha accolto oggi il presidente del Consiglio al suo primo discorso nell'aula del Senato per ottenere la fiducia. Non appena Schifani gli ha dato la parola è partita l'acclamazione dell'assemblea alla quale non hanno però partecipato i senatori della Lega che hanno ostentato la loro freddezza nei confronti del premier evitando di battere le mani.
Monti ha ringraziato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ha rivolto un "pensiero rispettoso e cordiale al presidente Berlusconi". "Mi fa piacere riconoscere il suo impegno nel facilitare in questi giorni la mia presa di successione", ha detto il premier.
"Il governo riconosce di essere nato per affrontare con spirito costruttivo e unitario una seria emergenza. E' un governo di impegno nazionale", ha messo in chiaro Monti assicurando che "ci sarà sempre la chiara difesa del ruolo delle Camere" perché "il Parlamento è il cuore pulsante di ogni politica di governo, lo snodo decisivo per il rilancio e il riscatto della vita democratica". "Spero - ha proseguito il presidente del Consiglio - che il mio governo e io potremo contribuire in modo rispettoso e con umiltà a riconciliare maggiormente i cittadini e le istituzioni alla politica", in modo da "prendere insieme, senza confusione di responsabilità, provvedimenti all'altezza della situazione difficile che il Paese attraversa". In questo contesto il "riordino delle province" si può fare con "legge ordinaria". Mentre con la "modifica costituzionale si potrà completare il processo fino alla completa eliminazione". Sì inoltre all'introduzione in Costituzione della norma sul vincolo di bilancio, perché "può contribuire a mantenere nel tempo il pareggio di bilancio programmato nel 2013" e ''anche in considerazione della complessità della regola sarà opportuno studiare l'esperienza di alcuni Paesi europei che hanno affidato ad autorità indipendenti la valutazione del rispetto sostanziale della regola".
Il premier considera inoltre ''ineludibili'' gli "interventi per contenere i costi del funzionamento di tutte le cariche elettive" e la parola d'ordine per tutti dovrà essere "sobrietà". E la prima a dare l'esempio in questo senso, ha spiegato, sarà la Presidenza del Consiglio dei ministri con la "spending review" per fondo unico.
Monti ha quindi annunciato meno tasse sul lavoro e più su consumi e proprietà. "Coerentemente con il disegno della delega fiscale e della clausola di salvaguardia che la accompagna - ha detto - una riduzione del peso delle imposte e dei contributi che gravano sul lavoro e sull'attività produttiva finanziata da una crescita del prelievo sui consumi e sulla proprietà sosterrebbe la crescita senza incidere sul bilancio pubblico". Quanto ai ''giovani saranno la priorità di questo governo perché quello che restringe le opportunità per i giovani si traduce in minor crescita per il Paese. Elimineremo i vincoli che impediranno di esprimere potenzialità. Punteremo sui talenti" e a ''valorizzare il capitale umano'' aumentando i livelli di istruzione. Chiara l'indicazione: "L'Italia ha bisogno di investire sui suoi talenti; deve essere lei orgogliosa dei suoi talenti e non trasformarsi in un'entità di cui i suoi talenti non sempre sono orgogliosi". "Per questo - ha scandito - la mobilità è la nostra migliore alleata, mobilità sociale ma anche geografica, non solo all'interno del nostro Paese ma anche e soprattutto nel più ampio orizzonte del mercato del lavoro europeo e globale".
Interventi in vista anche per pensioni e Ici. "L'esenzione dall'Ici delle abitazioni principali è una peculiarità se non un'anomalia del nostro ordinamento", ha detto il presidente del Consiglio, mentre "il nostro sistema pensionistico rimane caratterizzato da ampie disparità di trattamento, tra fasce d'età e categorie, con alcune aree di ingiustificati privilegi". Altro punto importante "la lotta all'evasione fiscale e all'illegalità'' che ''non serviranno solo per aumentare il gettito ma anche per abbattere le aliquote. Una lotta vera servirà per ridurre in maniera incisiva il peso per i contribuenti".

15 novembre 2011

La Lega "buca" le consultazioni, ma torna il "parlamento padano"

"La segreteria politica della Lega nord, presieduta dall'onorevole Umberto Bossi, riunitasi in data odierna presso la sede federale di via Bellerio, ha ratificato la linea politica gia' espressa dal segretario federale al presidente della Repubblica e al presidente incaricato professor Mario Monti. La segreteria politica ha altresi' deliberato la riapertura del Parlamento della Padania che tornera' a riunirsi il prossimo 4 dicembre". Lo rende noto un comunicato stampa del Carroccio.
NIENTE CONSULTAZIONI - La consultazione del presidente del consiglio incaricato, Mario Monti, con la delegazione della Lega Nord non ci sara'. Oltre al segretario, Umberto Bossi, che lo ha annunciato in una nota dove ha spiegato di aver avuto un colloquio telefonico con Monti, anche i presidenti dei gruppi di Camera e Senato, Marco Reguzzoni e Federico Bricolo non si recheranno a palazzo Giustiniani. Anche loro, infatti, stanno partecipando alla direzione nazionale del partito, in corso a Milano.

NAPOLITANO: ATTRAVERSIAMO GIORNI COMPLESSI E IMPEGNATIVI

''Pur in questi giorni cosi' complessi e impegnativi che stiamo vivendo ho voluto mantenere questo impegno pubblico''.
Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, partecipando al Quirinale all'incontro con i ragazzi che hanno ottenuto la cittadinanza italiana quest'anno.
''Senza il contributo degli immigrati all'economia del nostro paese - aggiunge il capo dello Stato - anche il fardello del debito pubblico diventa piu' difficile da sostenere''.
Gli immigrati, continua, rappresentano, ''un'energia vitale di cui l'Italia ha bisogno'' e ''non comprendere la portata di questo fenomeno e quanto sia un necessario contributo per il paese significa non saper guardare la realta'''.
Il capo dello Stato ha incontrato anche gli azzurri, guidati dal commissario tecnico Cesare Prandelli, nel Salone degli specchi.
Dopo gli interventi del Presidente del CONI, Giovanni Petrucci, del Presidente della FIGC, Giancarlo Abete, e del Capitano della squadra, Gianluigi Buffon, il Capo dello Stato ha rivolto un saluto augurale agli atleti e consegnato il Tricolore presidenziale celebrativo del centocinquantesimo della fondazione dello Stato nazionale.

BERSANI, PIENO SOSTEGNO. SI VARINO RIFORME

"Noi diamo pieno e convinto sostegno ad un governo di autorevole e forte caratura tecnica e non per sostenere meno ma meglio Mario Monti". Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, al termine di un'ora di consultazione con il premier incaricato. "Abbiamo confermato pieno e convinto sostegno a questo sforzo e tentativo" del professor Monti e dunque "non abbiamo posto termini al governo", ha detto il segretario del Pd. Occorre "consegnare alla politica e ai gruppi parlamentari il compito di organizzare un percorso per costruire qualche urgente riforma" come "la riforma elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari, la riforma dei regolamenti parlamentari", ha detto Bersani, sottolineando che queste riforme si devono affiancare ovviamente alle misure del governo per "affrontare l'emergenza".

14 novembre 2011

Direzione UIL: dichiarazione di Luigi Angeletti, Segretario generale UIL

Il punto cruciale per il nostro Paese resta quello della crescita.
In questo quadro, bisogna operare su quattro capitoli. E’ necessaria una riforma fiscale che ridistribuisca il carico a favore del lavoro. Bisogna operare una riduzione dei costi della politica. Si deve costruire un sistema previdenziale uguale per tutti gli italiani, qualunque sia il lavoro che essi svolgono. Occorre dire basta ai veri privilegi operando ‘tagli’ solo ai lussi che non possiamo più permetterci.
Se queste saranno le scelte che il nuovo Governo metterà in campo per ‘raddrizzare’ il Paese, il Presidente del Consiglio incaricato, Mario Monti, troverà nella Uil un interlocutore affidabile.

Monti: mai detto lacrime e sangue Non accetto governo a tempo

La presenza dei segretari di partito nel governo "non è una condizione indispensabile", mentre "un convinto appoggio da parte loro su ispirazione, caratteristiche e valori e sulla prospettiva operativa del governo mi sembra invece indispensabile". Mario Monti, al termine delle consultazioni di oggi fa il punto in conferenza stampa. E avverte: "Non accetterei una definizione temporale" perché non ha senso ragionare su un governo 'a termine'. "L'orizzonte temporale è quello di un periodo che va da oggi al fine legislatura, la primavera del 2013 -ha spiegato il premier incaricato-. Il Parlamento in ogni momento può decidere di non dare la fiducia al governo, ma è ovvio che i compiti di gestione di questa emergenza vanno anche ben al di la' di quell'orizzonte temporale. Fissare quel termine, anche prima, toglierebbe credibilità all'azione del governo". Nel corso delle consultazione non ho "mai usato il termine lacrime e sangue, sacrifici sì", ha poi precisato Monti. Sui tempi stretti Monti poi ha spiegato che hanno una realtà, ma che non si può fare a meno del "tragitto democratico" che si sta compiendo in questi giorni e che prenderà "il tempo necessario". "Non trascuro l'importanza dei mercati", ma "i mercati avranno un'impazienza temperata dalla razionalità". Sto provando in tutti i modi a coinvolgere personalità politiche nel governo, non ho perso le speranze, ma in questo momento i segnali non vanno in questa direzione. Questo sarebbe lo 'stato dell'arte' delle consultazioni, riassunto dallo stesso Mario Monti in uno degli ultimi incontri di questa sera a palazzo Giustiniani. Tuttavia, anche se la componente politica dell'esecutivo dovesse mancare, il presidente incaricato è deciso ad andare avanti, magari puntando su una squadra di sottosegretari più politici. Per quanto riguarda il programma, il professore si starebbe concentrando sulle riforme strutturali legate al campo dell'economia del sociale, lasciando fuori quelle ordinamentali, di più stretta pertinenza parlamentare. E nella prima giornata di consultazioni, apprende l'Adnkronos, Monti avrebbe ricevuto anche le telefonate dei primi ministri tedesco Angela Merkel e francese Francois Fillon e dell'inglese David Cameron. A rivelarlo lo stesso presidente del Consiglio incaricato, ad alcuni dei politici incontrati a palazzo Giustiniani. Da tutti i leader europei Monti avrebbe ricevuto sostegno e incoraggiamento. Oltre alla sollecitazione a fare presto in modo che l'Italia torni quanto prima ad assumere il ruolo che le compete sulla scena internazionale. Questo il bilancio nel primo giorno di consultazioni.Secondo quanto si è appreso Mario Monti avrebbe più volte rimarcato la sua piena disponibilità a collaborare con tutte le forze politiche per il bene del Paese. Io ho molto rispetto per il Parlamento e i partiti, avrebbe detto ai suoi interlocutori il senatore a vita. Roberto Antonione, deputato ex Pdl ora nel gruppo Liberali per l'Italia, conferma questo orientamento: ''Monti vuole una rappresentanza politica ai massimi livelli'' del governo il che significa anche a livello di ministri. Un aspetto "molto apprezzato" da Arturo Iannaccone che, comunque vada, partiti o no, assicura a nome di Grande Sud-Lega Sud il "sostegno pieno e leale al nuovo esecutivo". "Sostegno senza condizioni" a Monti è stato dato anche dalla delegazione dei Liberaldemocratici (Daniela Melchiorre, Italo Tanoni e Giorgio La Malfa).
Mentre il senatore Roberto Rolando Nicco, in rappresentanza delle minoranze linguistiche-Val d'Aosta, ha riferito che Monti ''ha più volte sottolineato l'esigenza di un programma fondato sull'equità e il rigore". Un piano "importante, con molti sacrifici", ha riferito dal canto suo Francesco Nucara, segretario del Partito repubblicano.
Inoltre, secondo Mirella Giai, gruppo misto, Monti ''non ha messo un termine al suo mandato. Teoricamente potrebbe arrivare fino al termine della legislatura''. ''Al presidente del Consiglio incaricato -ha riferito il deputato del gruppo Fareitalia per la Costituente Popolare Adolfo Urso al termine del colloquio- abbiamo chiesto di concretizzare al più presto e al meglio l'agenda concordata con l'Europa, contenente le misure per abbattere il debito pubblico e riavviare lo sviluppo''

13 novembre 2011

Napolitano dà l'incarico a Monti: 'Italia torni a vincere sfida riscatto'

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha affidato a Mario Monti l'incarico di formare il governo. Il professore ha accettato con riserva. Ad annunciarlo al termine di una giornata tutta dedicata alle consultazioni, è stato il segretario generale del Quirinale, Donato Marra.Intendo adempiere a questo compito con grande senso di responsabilità e di servizio verso il nostro Paese. In un momento di particolare difficoltà per l'Italia, in un quadro europeo e mondiale turbati, il Paese deve vincere la sfida del riscatto", ha affermato il presidente del Consiglio incaricato al termine dell'incontro con il capo dello Stato.
Domani è previsto un giro di consultazioni rapide per arrivare al nuovo governo in serata. Quindi il voto di fiducia al nuovo esecutivo martedì al Senato e mercoledì alla Camera. Questo il timing delle prossime ore, secondo quanto viene riferito da fonti parlamentari dell'opposizione.
Con il colloquio con la delegazione del Pdl guidata dal segretario Angelino Alfano, il presidente della Repubblica aveva concluso poco dopo le 18 le consultazioni al Quirinale. Le consultazione con il capo dello Stato per la formazione del nuovo governo sono cominciate questa mattina alle 9 con il presidente del Senato Renato Schifani. Subito dopo al Quirinale è arrivato il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Ha detto no a un governo tecnico guidato da Monti la Lega che andrà all'opposizione. Un'opposizione "seria e responsabile ma allo stesso tempo anche a difesa degli interessi del nostro territorio e della nostra gente". "Abbiam detto no a entrare nell'ammucchiata - ha sottolineato Umberto Bossi - Staremo fuori, staremo all'opposizione e saremo vigili per vedere le cose che proporrà questo governo". "Avremmo almeno voluto conoscere il programma - ha sottolineato poi il Senatur - per adesso abbiamo detto no, poi vedremo il programma e di volta in volta decideremo qual è la nostra posizione".
"Ci sono tutti, sarà un'ammucchiata, difficile che riusciranno ad approvare" le misure, aveva detto Bossi all'Adnkronos mentre lasciava Montecitorio per raggiungere il Quirinale.
La fiducia dell'Idv al governo Monti dipenderà "da squadra e programma", ha detto dal canto suo, al termine del colloquio, il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro che intravede "un governo a tempo per rispondere all'emergenza internazionale". "Ieri è stato un giorno di liberazione, si è chiusa un'epoca buia per il paese, vittima di una grave caduta di credibilità politica, etica e morale. Ora - ha aggiunto Di Pietro - si tratta di ricostruire l'efficienza istituzionale. L'Idv è pronta a fare la sua parte ma occorre tornare al più presto alle elezioni". E ha auspicato un governo tecnico,"qualificato, senza componenti politiche".
Il governo Monti sia un esecutivo "fino al termine della legislatura". Questa la posizione espressa nel colloquio con il capo dello Stato al Quirinale dal leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, che ha guidato la delegazione del Terzo polo. "Tatticismi e furberie non sono ammessi: i partiti -ha detto Casini- sono al bivio. O speculano sulla situazione, magari sperando in qualche rendita di posizione, o si assumono insieme la responsabilità di salvare il Paese, come da noi sollecitato, da soli e per primi, in questo periodo". Il Terzo polo, ha aggiunto Casini "esprime gratitudine al presidente della Repubblica per l'autorevolezza e l'equilibrio con cui ha governato il complesso momento economico e politico che sta attraversando l'Italia".
Anche dai Socialisti arriva un sì al governo Monti, ma "a fronte di una stagione delicata come quella che sta vivendo il nostro Paese, meglio sarebbe un governo tecnico con rappresentanza politica di alta qualità per affrontare le riforme strutturali ed anche per un maggior raccordo con il Parlamento".
Il Quirinale, a quanto si apprende da fonti vicine al presidente della Repubblica, "non partecipa in alcun modo a qualsivoglia 'totoministri', considerandolo un esercizio del tutto gratuito e mette in guardia nei confronti di una confusa e arbitraria ridda di nomi di presunti candidati a cariche di governo".

12 novembre 2011

GOVERNO: BERLUSCONI SI E' DIMESSO. DOMANI ALLE 9 AL VIA CONSULTAZIONI

Silvio Berlusconi si e' dimesso dalla carica di Presidente del Consiglio. Lo ha annunciato in serata il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, al termine di un colloquio che Berlusconi ha avuto con il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Domani mattina, alle 9, cominceranno al Quirinale le consultazioni del Presidente della Repubblica, per la costituzione del nuovo governo. Il primo ad essere ricevuto sara' il presidente del Senato, Renato schifani. Dopo tocchera' al presidente della Camera, Gianfranco Fini. Sara' poi la volta di tutti i gruppi parlamentari di Camera e Senato. L'ultimo a salire al Colle, alle 17.15, sara' il gruppo del Pdl. Nel corso della giornata saranno sentiti, come consueto, anche gli ex Presidenti della Repubblica.
L'aver raccolto le consultazioni in una unica giornata, con il loro termine alle 17.15, lascerebbe intendere che gia' domani sera potrebbe esserci l'incarico al nuovo premier. Il nome sul quale ovviamente in queste ore sono puntati i riflettori e' quello del neo senatore a vita, Mario Monti. Il presidente della Bocconi ha avuto oggi un lungo colloquio con Berlusconi e numerosi contatti con le forze politiche.

Berlusconi-Monti, incontro di due ore

Mario Monti, neosenatore a vita e premier in pectore, ha lavorato questa mattina nei suoi uffici di Palazzo Giustiniani. Li' ha ricevuto, in un colloquio di circa un'ora, il presidente della Bce Mario Draghi. Poi avrebbe avuto un colloquio anche con Pierluigi Bersani ed Enrico Letta. Pranzo con Berlusconi a palazzo Chigi.
Poi si e' recaro a pranzo a Palazzo Chigi per un pranzo con tra il premier Silvio Berlusconi. Alla colazione di lavoro, durata circa due ore, hanno preso parte anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e il segretario del Pdl, Angelino Alfano.
Il presidente della Repubblica ha lanciato oggi un nuovo appello. "L'attuale grave momento di crisi finanziaria ed economica, interna e internazionale, rappresenta una seria sfida per la coesione sociale del nostro Paese", ha detto Napolitano. "Occorre che tutte le forze politiche sappiano agire con senso di responsabilità e formulare proposte in grado di conciliare il rigore imposto dalla necessità di ridurre il debito pubblico e di promuovere la crescita distribuendo equamente i sacrifici. Occorre evitare facili vie d'uscita in illusori e poco lungimiranti localismi", ha aggiunto Napolitano per il quale la "crisi rappresenta una sfida per la coesione sociale dell'Italia".

11 novembre 2011

GOVERNO: BERSANI, EMERGENZA SENZA ESCLUDERE COMPONENTI POLITICHE (2 UPD)

La gravita' del momento richiede ''un governo di emergenza e transizione'' secondo ''l'indicazione del presidente della Repubblica''. Un governo che rappresenti un ''cambiamento totale'' con tecnici ma ''senza escludere componenti politiche''. Ma cio' che conta e' ''rendere credibile questo governo''.
E' quanto ha affermato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani intervistato dal Tg1 della sera.
Bersani ha tra l'altro dichiarato di essere ''contento'' del ripensamento di Di Pietro a proposito del governo di emergenza.
Un governo, ha detto che deve essere di transizione ''perche' la ricostruzione andra' fatta dopo il passaggio elettorale.
Ma importante -ha sottolineato Bersani- e' cominciare a metterci su questa strada''.
Rispondendo alla domanda se il nuovo esecutivo debba essere tutto tecnico o avere anche esponenti di partito, Bersani ha detto: ''Primo siamo arrivati fin qui perche' ci hanno portati al disastro se no non faremmo tutte queste chiacchiere. Secondo, noi siamo pronti a prenderci le nostre responsabilita' e non stiamo parlando ne' di grandi coalizioni ne' di unita' nazionali, stiamo parlando di un governo di emergenza e di transizione su indicazione del capo dello Stato rispetto al quale ciascuno si prende la sua responsabilita'''.
Alla domanda se questo governo dovrebbe durare fino al 2013, Bersani ha risposto: ''Noi diciamo da tempo, almeno da un anno e mezzo, che ci vuole una transizione. Poi la ricostruzione andra' fatta dopo il passaggio elettorale, che comunque in ogni caso non e' lontanissimo. Ora quanto duri la tempesta io non sono in condizioni di dirlo e quindi non e' questione di 5 o 6 mesi in piu' o in meno. Che cosa facciamo subito? Naturalmente il grande sistema di riforme di cui l'Italia ha bisogno potra' essere fatto solo conl grande concorso degli elettori, ma importante e' che cominciamo a metterci su quella strada, da subito, alrimenti la situazione diventa drammatica''

LAVORO: EUROSTAT, IN ITALIA 2,7 MLN DI PERSONE NON CERCANO OCCUPAZIONE

Nella Ue c'e' una forza lavoro potenziale addizionale di ben 11 milioni di persone, e' quanto emerge da una indagine di Eurostat, di questi 8,2 milioni non cercano lavoro mentre 2,4 milioni contiuano a cercare occupazione.
Tra i 27 paesi dell'Unione, l'Italia presenta il maggiore potenziale occupazionale pari a 11,6% del totale della forza lavoro, ma ben 2,7 milioni di persone, pur disponibili a lavorare, non cercano occupazione.

GOVERNO: NAPOLITANO AL LAVORO, POSSIBILE INCARICO GIA' DOMENICA.

Giorni di lavoro intenso per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Lavoro che potrebbe portare, qualora si manifestasse una larga intesa politica, gia' nella giornata di domenica ad avere Mario Monti nuovo presidente del Consiglio.
Il capo dello Stato e' impegnato in queste ore in una serie di colloqui, sia sul fronte interno che sul versante internazionale, con l'obiettivo di trovare una rapida soluzione, dopo le dimissioni annunciate per domani del premier Silvio Berlusconi, per dare al Paese un governo in grado di attuare quelle misure chieste dall'Unione Europea per fronteggiare la crisi finanziaria. Da quanto emerge dal fronte parlamentare, il capo dello Stato sarebbe fermo sul nome di Monti, anche se in queste ore circolano altri nomi per il possibile ruolo di premier, come Lamberto Dini, Giuliano Amato o Angelino Alfano. A quanto viene riferito, Napolitano avrebbe pero' individuato nell'ex commissario europeo la figura piu' indicata per portare il nostro Paese fuori dalla crisi e al riparo dagli attacchi dei mercati finanziari.
Il timing per le consultazioni e l'incarico al nuovo premier non e' stato ne' puo' essere ovviamente ufficializzato, dovendosi attendere le dimissioni di Berlusconi. Ma dalla evidente celerita' con cui Napolitano sta gestendo questa fase politica e dalle considerazioni che possono derivare dalle sue pubbliche affermazioni, emerge il seguente piano di lavoro: domani entro le 18 approvazione definitiva della Legge di stabilita', a Montecitorio, con immediata convocazione successiva del Consiglio dei ministri per l'annuncio che Silvio Berlusconi si andra' a dimettere; dopo le dimissioni del premier, e' probabile che partano immediatamente le consultazioni del capo dello Stato, a cominciare dai due ex presidenti della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi; le consultazioni proseguirebbero nella mattinata di domenica con gli incontri di Napolitano con i gruppi parlamentari; nel primo pomeriggio di domenica il capo dello Stato potrebbe quindi incaricare il professor Mario Monti di formare un nuovo governo; Monti avrebbe qualche ora per fare sue consultazioni, per poi tornare nella serata di domenica a sciogliere la riserva al Quirinale con la lista dei ministri.
Se tutto quindi dovesse andare secondo quanto sta emergendo in queste ore, lunedi' mattina, alla riapertura dei mercati, l'Italia si troverebbe con un nuovo governo insediato. Un governo che potrebbe andare a raccogliere la fiducia, rispettivamente, di Senato e Camera - secondo quanto riferito da numerosi parlamentari, che sono stati allertati per l'occasione - tra le giornate di martedi' e mercoledi' prossimi.

UIL nazionale: comunicato Crisi Politica

Si è riunita, questo pomeriggio, la Segreteria nazionale della Uil per una valutazione sull’attuale delicata fase politica ed economica.
La Uil esprime vivo apprezzamento per la dichiarazione rilasciata dal Capo dello Stato che, ancora una volta, dimostra di essere un punto di riferimento e di forza per il nostro Paese.
A questo proposito, la Uil ritiene che un prossimo Governo non debba rappresentare una ciambella di salvataggio, utile solo a perpetuare un’insostenibile fase di galleggiamento. Un tempo c’erano i cosiddetti governi “balneari”: oggi non abbiamo bisogno di rinverdire quelle antiche esperienze, facendo nascere improbabili governi “invernali”.
La Uil, invece, confermando la sua linea, considera necessario un Governo che faccia sul serio la riforma fiscale. Serve, a tal proposito, una patrimoniale applicata solo a quel 10% di famiglie più ricche del nostro Paese e finalizzata al reperimento delle risorse per ridurre le tasse sul lavoro. La patrimoniale non sarebbe accettabile per ridurre il debito né tantomeno per evitare la riduzione dei costi della politica.
Inoltre, un prossimo Governo dovrebbe chiarire definitivamente alla UE che il nostro sistema previdenziale è sostenibile dal punto di vista finanziario. Così come dovrebbe bandire l’idea che una necessaria riorganizzazione della Pubblica Amministrazione si traduca in un attacco ai pubblici dipendenti, mantenendo inalterato il sistema politico clientelare.
Un Governo che si apprestasse a realizzare, con sollecitudine, questa politica sarebbe un bene per il Paese: con esso la Uil sarebbe pronta a dialogare e a confrontarsi. Ma se si rivelasse impossibile dare vita ad un Governo capace di realizzare questo programma, sarebbe meglio, condividendo quanto affermato dal Presidente della Repubblica, andare subito al voto.
In questo quadro, acquista ancor più valore il principio della coesione sociale. Ma, per la Uil, deve essere chiaro che questo principio, per essere efficace anche dal punto di vista politico ed economico, si può realizzare solo attraverso scelte chiare e non fumose o opportuniste.

VOTO ALL'ESTERO ED ELEZIONI ANTICIPATE AL COMITATO DELLA CAMERA

Individuare i punti critici nello svolgimento delle procedure di voto per gli italiani all'estero che possano essere superati con semplici provvedimenti amministrativi a legislazione invariata, nell’ottica di sempre più probabili elezioni anticipate.
Questo dovrebbe essere il compito del Comitato sugli italiani nel mondo secondo il presidente Marco Zacchera (Pdl), che lo ha convocato ieri in Commissione Affari Esteri.
Facendo il punto sull’attività del Comitato, "di fatto intrecciata con quella della Commissione e dell'Assemblea" sia per la riforma di Comites e Cgie che per quella del voto all’estero, Zacchera ha sostenuto che "quest'ultimo dibattito abbia sostanzialmente confermato l'importanza della rappresentanza parlamentare degli italiani all'estero, ferma restando l'esigenza di una modifica delle procedure elettorali". Alla luce dell’evolversi della situazione politica, con le prossime dimissioni di Berlusconi e l’incertezza su governo tecnico o nuove elezioni, il deputato ha definito "opportuno" che "il Comitato individui i punti critici nello svolgimento delle procedure di voto per gli italiani all'estero che possono essere superati con semplici provvedimenti amministrativi a legislazione invariata".
Per Marco Fedi, deputato Pd eletto in Australia, "il problema del voto all'estero dovrebbe essere affrontato in modo complessivo, anche traendo le conclusioni politiche rispetto alle mozioni approvate dalla Camera lo scorso 3 novembre. La rete consolare – ha ricordato – è comunque riuscita ad affrontare lo scioglimento anticipato della scorsa legislatura. Credo che ci sia il rischio che un elenco di questioni critiche senza una visione generale possa rappresentare un alibi per interventi parziali, senza permettere una reale soluzione dei problemi individuati".
A quest’ultimo rilievo, Zacchera ha replicato ribadendo la convinzione che sia "utile una presa di posizione del Comitato su temi quali le modalità di invio delle schede con procedure postali in qualche modo certificate e un controllo maggiore sui sistemi di stampa e di raccolta delle schede, come strumento utile a garantire la regolarità del voto all'estero".
Aspetti, ha rilevato l’onorevole Franco Narducci (Pd) "già emersi sia in altre occasioni di attività parlamentare che dalle inchieste della magistratura. Credo che la possibilità di affrontarli o meno dipenda in primo luogo dalla volontà delle amministrazioni competenti, in particolare i Ministeri degli affari esteri e dell'interno. Certo – ha aggiunto – il Comitato può elencarli", magari sottolineando "l’utilità di centralizzare la stampa delle schede al livello dei singoli Paesi".
Deputata eletta in Europa col Pd Laura Garavini ha espresso "apprezzamento per l'idea che il Comitato faccia propria l'urgenza di mettere in sicurezza le procedure di voto all'estero, in linea con le mozioni recentemente approvate. Condivido le preoccupazioni del collega Fedi circa il rischio di lasciare libera la scelta degli aspetti su cui intervenire, anche in considerazione del fatto che dalla maggioranza si è più volte prospettata l'abolizione del voto all'estero o una forte riduzione della rappresentanza degli italiani all'estero. ricordo – ha aggiunto – che molte proposte di legge presentate sulla materia contemplano procedure di registrazione per esercitare il voto per corrispondenza che avrebbero l'effetto indiretto di diminuire il numero di schede elettorali da inviare per posta, potendosi così utilizzare procedure più sicure anche se più costose".
Anche Gianni Farina (Pd) ha si è detto d’accordo "sull'utilità della stampa centralizzata delle schede elettorali nei singoli Paesi. Credo – ha aggiunto – sia opportuno ipotizzare anche altri miglioramenti da apportare per via amministrativa".
Concludendo, il Presidente Zacchera ha confermato ai colleghi l'intenzione di "predisporre, sulla base delle indicazioni da voi fornite, una bozza di relazione da presentare alla Commissione, che sottoporrà alla vostra attenzione in una prossima seduta".

10 novembre 2011

CRISI: ANGELETTI, OK APPELLO CONFINDUSTRIA, GOVERNO EMERGENZA

La Uil sottoscrive l'appello di Confindustria e delle altre sigle imprenditoriali per un governo di emergenza nazionale con un'ampia base parlamentare, purché non sia "un governo che serve solo a galleggiare" e "sappia prendere le decisioni". Lo afferma il segretario generale del sindacato, Luigi Angeletti, ospite nella trasmissione "Prima di Tutto" su Radio1 Rai. "Serve un Governo - dice - che sappia prendere delle decisioni perché la fiducia, che è il nostro vero deficit, non la si riacquista con gli annunci. In Italia esiste una questione che si chiama "costi della politica", che non è solo un aspetto morale, è anche un problema economico. La politica controlla quasi la metà della ricchezza del paese, se la politica fosse in grado di ridurre i propri costi, questo significare dare un messaggio di fiducia e di governabilità". Un Governo che invece serve semplicemente a galleggiare, perché magari la maggioranza dei deputati non vuole elezioni anticipate - avverte - non farebbe bene al Paese". Angeletti esprime un parere positivo sulle misure contenute nel maxi emendamento al disegno di legge stabilità che favoriscono l'apprendistato e il part-time. "Ci sembra normale che siano state prese, spiega, non abbiamo delle controindicazioni di nessun genere".

MONTI: ANGELETTI, PERSONA DI QUALITA', AVREBBE TUTTI I REQUISITI


''Una persona di qualita' che avrebbe tutti i requisiti umani, professionali e culturali''. Cosi' il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, commentando l'ipotesi di una nomina di Mario Monti a premier, a margine di un convegno organizzato dall'Associazione Koine'. ''Resto scettico -aggiunge- perche' non abbiamo una repubblica presidenziale'' e le leggi ''le vota il Parlamento e non il premier''. Infatti ''un nuovo premier e' una premessa ma non una soluzione''.

COMMISSIONE UE: CRESCITA ZERO PER L'ITALIA NEL 2012

La Commissione Ue ha tagliato la stima sulla crescita economica dell'Eurozona. Nel 2011 la nuova stima passa da +1,6% a +1,5%, per il 2012 da +1,8% a +0,5%, nel 2013 +1,4%.
La Commissione, nel presentare le sue previsioni d'autunno, spiega che l'area euro sta fronteggiando un ''rischio di stagnazione, non di recessione'', viene quindi escluso un ''double dip'' (doppia recessione).
L'Italia risulta la maglia nera della crescita tra i grandi paesi dell'Eurozona: nel 2011 il Pil dovrebbe crescere dello 0,5%, nel 2012 praticamente crescita zero con uno striminzito +0,1%.
Per la Germania +2,9% quest'anno e +0,8% nel prossimo. Per la Francia +1,6% quest'anno e +0,6% nel prossimo. Per la Spagna +0,7% quest'anno e nel prossimo.
Tra i paesi sotto salvataggio: Portogallo -1,1% nel 2011, -3% nel 2012, Irlanda +1,1% quest'anno e il prossimo, per la Grecia -5,5% nel 2011 e -2,8% nel 2012.

Monti: ''In Italia c'è un lavoro enorme da fare''

Non è ancora premier, ma ha già messo le cose in chiaro. Mario Monti, che oggi è stato ricevuto al Quirinale e che sembra sempre più vicino all'incarico per Palazzo Chigi, ha parlato ieri e nei giorni scorsi e lo ha fatto senza fare troppi compromessi: l'accento è caduto sul "lavoro enorme" che va fatto in Italia e sulla necessità di mettere insieme tutte le forze politiche per compiere "sforzi impopolari".Parole pronunciate da economista che oggi diventano inevitabilmente la bozza di un programma di governo. E che, insieme alla credibilità che l'investimento politico sul suo nome porta con sé, contribuiscono ad allentare la tensione sui mercati: rifiata Piazza Affari e lo spread fra Btp e bund si abbassa, riportando il rendimento dei titoli decennali sotto la soglia critica del 7%.
Il punto di partenza di ogni analisi di Monti è che il Paese non può prescindere dall'Europa. Perché senza sarebbe un Paese "irrilevante". L'Italia, ha detto ieri a Berlino, "è al centro dell'Europa, politicamente e storicamente" e il paese "non può ignorare le sue responsabilità come paese fondatore dell'Ue". Quindi, il rispetto degli impegni con Bruxelles non può che essere la road map. Monti ha riconosciuto, come riporta il Ft, che il Paese "ha un lavoro enorme da fare". E ha indicato anche la strada da percorrere e le priorità da perseguire. Innazitutto, ha sostenuto, via i privilegi. "La crescita necessita di riforme strutturali per togliere i privilegi di quasi tutte le categorie sociali", ha spiegato l'economista.
Basta privilegi e basta anche agli interessi 'di bottega'. Le stesse prescrizioni a cui Monti ha ispirato la sua azione da Commisario Ue, che gli è valsa la fama di 'zar dell'Antitrust'. E se la concorrenza si fa combattendo i monopoli, la politica economica si deve fare superando le logiche elettorali. Sempre ieri a Berlino, ha sostenuto con chiarezza che a rendere difficili le riforme politiche è il fatto che "ognuno tende naturalmente a difendere la propria circoscrizione". Così come, nello stesso tempo, gli obiettivi sembrano sostanzialmente condivisi. "Non ci sono molte divergenze su ciò che bisogna fare", ha spiegato il neo senatore a vita, secondo il quale la crescita va favorita "non prendendo in prestito più denaro, ma rimuovendo le cause che la ostacolano".Dunque, trasparenza, verità, pragmatismo. Parole d'ordine che sintetizzano intenzioni che presto potrebbe essere chiamato a mettere in pratica. A partire dalla comunicazione verso l'opinione pubblica, che dovrà cambiare. "E' molto negativo" non preparare i cittadino "al fatto che occorrono certi sacrifici, ma soprattutto rinunce di alcune categorie a privilegi ben radicati, che nell'insieme determinano freni al mercato e alla concorrenza da cui conseguono scarsa crescita economica e crescente disoccupazione".
A giudizio di Monti, infatti, "i cittadini italiani negli ultimi anni sono stati rassicurati sulla specificità del caso italiano": cosa che le autorità "hanno fatto bene a mettere in luce". Viceversa, ha proseguito, "hanno fatto male a mettere in ombra la negatività di un paese che cresce la metà della media europea, la competizione troppo frenata e la necessità di riforme strutturali che infiniti documenti hanno articolato in misure specifiche trovando raramente seguito". La strada è tracciata. Presto, forse da lunedì, Monti potrebbe essere chiamata a percorrerla fino in fondo.

9 novembre 2011

Mario Monti nominato senatore a vita

Il presidente della Rpubblica, Giorgio Napolitano, ha nominato oggi senatore a vita, ai sensi dell'articolo 59, secondo comma, della Costituzione, il professor Mario Monti, che ha illustrato la patria per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale. Il decreto è stato controfirmato dal presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Silvio Berlusconi. Il presidente Napolitano ha informato della nomina il presidente del Senato della Repubblica, senatore Renato Schifani. "Il capo dello stato ha dato personalmente notizia della nomina al neo senatore, porgendogli i più vivi auguri".
La situazione è troppo grave per poter contrapporre gli interessi del partito o personali a quelli del Paese, questa la riflessione cui sarebbe arrivato il premier. Il Capo dell'esecutivo ha sentito nel pomeriggio Giorgio Napolitano per analizzare la situazione politica ed economica ed i possibili sbocchi. Non può esserci una soluzione che escluda
chi ha vinto le elezioni, ma deve essere una soluzione a tempo e con un programma preciso, sarebbe stato il ragionamento del presidente del Consiglio. Una scelta maturata però con il netto no della Lega, del tutto contraria a un esecutivo di larghe intese. Addirittura circolano anche voci su quale potrebbe essere la composizione del governo. Amato nel ruolo di vicepremier, Gianni Letta sottosegretario a palazzo Chigi, mentre c'è chi parla di Fabrizio Saccomanni all'Economia. Solo indiscrezioni per il momento. Nel governo potrebbero entrare alcuni esponenti del Pdl, come Fitto e Frattini. C'è, però, ancora una parte del partito di via dell'Umiltà che insiste sulla necessità di andare alle elezioni. In particolar modo per il voto anticipato è Altero Matteoli che, a suo dire, porterebbe con sè quasi 30 deputati ex An.