4 ottobre 2011

Per le donne buste paga più leggere fino al 18%

Stessa scrivania, stesse mansioni, ma busta paga meno pesante tra il 10 e il 18 per cento. A tanto ammonta in Italia il gap retributivo tra uomini e donne a parità di qualifica e impiego e dovuto interamente a fenomeni di discriminazione. Una forbice che cresce se si lavora nei servizi alle imprese e in quelli finanziari (dove il gap salariale rispetto ai colleghi uomini arriva rispettivamente al 22,4% e al 26,1%). Mentre scende al 3,3% nel settore alberghiero e all'1,2% nei rapporti di lavoro temporaneo.
La fotografia è scattata da una ricerca sul "gender pay gap" (differenziale retributivo di genere) curata da Emiliano Rustichelli (Isfol), presentata stamane al Cnel. «Non è più possibile sprecare una forza lavoro qualificata come quella femminile», ha commentato Giuseppe Casadio, presidente della Commissione politiche del Lavoro e dei sistemi produttivi del Cnel. Che ha aggiunto: «Bisogna favorire le politiche di conciliazione lavoro/famiglia».
Dallo studio, condotto sul salario orario di 10mila lavoratori e lavoratrici dipendenti, emerge pure come il gap retributivo sia più elevato tra le donne meno scolarizzate (20%) e si mantiene oltre il 15% per chi possiede la licenza media. Ne soffrono sia le giovanissime (8,3% di penalizzazione rispetto ai coetanei) che le lavoratrici adulte (12,1%), mentre è più contenuto nella fascia d'età 30-39 anni (3,2%). La forbice retributiva è maggiore poi tra gli operai specializzati (20,6%) e gli impiegati (15,6%). Ma forte è anche la penalizzazione delle donne impiegate in professioni non qualificate, dove il gap salariale arriva al 17,5%.