16 settembre 2011

RIDUZIONE PARLAMENTARI/ IN SENATO RIPRENDE L’ESAME DEI DDL/ INCARDINATO IL DDL LAURO (PDL) CHE ABOLISCE GLI ELETTI ALL’ESTERO

Nella seduta di ieri pomeriggio la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha ripreso l’esame dei sei disegni di legge sulla riduzione del numero dei parlamentari, presentati da senatori di tutti gli schieramenti. Ultimo, in ordine di tempo, il senatore Lauro (Pdl) che il 13 settembre ha presentato al sua proposta di legge – subito assegnata alla I Commissione – unica, tra quelle in oggetto, a prevedere l’abolizione dei parlamentari eletti all’estero.
Tutte le altre, infatti, prevedono la riduzione del numero degli eletti all’estero, in base a quella generale di tutti i parlamentari.
Zanda (Pd) prevede 400 deputati, di cui 8 eletti all’estero; 200 senatori, di cui 4 eletti all’estero.
Benedetti Valentini (Pdl) prevede 508, 8 dei quali eletti all’estero; 254 senatori, di cui 4 eletti all’estero.
Peterlini (Udc) prevede 300 deputati, 6 dei quali eletti all’estero; 150 senatori, 3 dei quali eletti all’estero.
Bodega (Lega Nord) prevede 250 deputati, di cui 4 eletti all’estero; 250 senatori, 4 dei quali eletti all’estero.
Belisario (Idv) riduce i deputati a 300, di cui 6 eletti all’estero; e i senatori a 150 di cui 3 eletti all’estero.
Il ddl di Lauro (Pdl), infine, prevede 285 deputati e 95 senatori, e nessun eletto all’estero.
Nel dibattito di ieri pomeriggio, i senatori hanno discusso sull’opportunità di continuare l’esame sulla scia dell’indignazione manifestata a più riprese dall’opinione pubblica contro la "casta" o indipendentemente da essa, nell’ambito di una più ampia discussione sulla riforma del Parlamento.
Il presidente della Commissione, Vizzini, ha informato i colleghi dell’iniziativa del Pd che ha presentato una proposta di mozione per istituire una "Commissione speciale" con il compito di elaborare testi di riforma costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari, la riformulazione dell'articolo 81 della Costituzione ai fini del perseguimento del pareggio di bilancio e la revisione degli articoli 114, 132 e 133 della Costituzione, relativi ai Comuni e alle Province. Ove venisse approvata tale mozione, ha spiegato Vizzini, l'esame dei disegni di legge costituzionale dovrebbe interrompersi poiché la materia rientrerebbe nella competenza della Commissione speciale.
Vizzini ha quindi proposto ai colleghi di assumere il ddl Zanda come "testo base" per il seguito dell'esame, considerato "che si tratta della proposta che reca una riduzione intermedia rispetto a tutte le altre". In tal modo, ha aggiunto,"si potrebbe fissare fin da ora un termine per la presentazione di emendamenti, il 26 settembre".
Proposta bocciata dal senatore Boscetto (Pdl) secondo cui "è preferibile concludere prima la discussione generale; successivamente i relatori potranno presentare una proposta di testo unificato a cui riferire gli emendamenti".
Preso atto dell’obiezione del collega, Vizzini ha assicurato che "la discussione generale potrà concludersi nelle sedute della prossima settimana. Conseguentemente sarà fissato un termine per la presentazione di emendamenti".