29 agosto 2011

Manovra, ecco le modifiche: via le Province e metà dei parlamentari

Abolizione delle Province e dimezzamento del numero dei parlamentari da inserire in un disegno di legge costituzionale; stop al contributo di solidarietà, che resta però a carico di deputati e senatori, sostituito da misure antielusione e dalla riduzione dei vantaggi fiscali previsti per le cooperative; piccoli Comuni salvi, anche se verranno unite le loro funzioni fondamentali; regime previdenziale inalterato per chi ha maturato quarant'anni di anzianità, senza considerare però il riscatto del servizio militare e della laurea, che tuttavia verrà considerato nel calcolo della pensione.
Sono le modifiche alla manovra decise "all'unanimità" nel vertice di maggioranza svoltosi ad Arcore e durato sette ore e illustrate in un comunicato diffuso dalla presidenza del Consiglio.
"La riunione di maggioranza presieduta dal presidente Silvio Berlusconi - riferisce la nota di palazzo Chigi - si è conclusa con le seguenti unanimi determinazioni: interventi di natura costituzionale" con "dimezzamento del numero dei parlamentari" e "soppressione delle Province quali enti statali e conferimento alle Regioni delle relative competenze ordinamentali".
"Il decreto - prosegue la nota - dovrà essere approvato nei tempi previsti e a saldi invariati con le seguenti principali modifiche: sostituzione dell'articolo della manovra relativo ai piccoli Comuni con un nuovo testo che preveda l'obbligo dello svolgimento in forma di unione di tutte le funzioni fondamentali a partire dall'anno 2013 nonché il mantenimento dei Consigli comunali con riduzione dei loro componenti senza indennità o gettone alcuno per i loro membri. Riduzione dell'impatto della manovra -prosegue la nota- per Comuni, Province, Regioni e Regioni a statuto speciale. Attribuzione agli Enti territoriali di maggiori poteri e responsabilità nel contrasto all'evasione fiscale con vincolo di destinazione agli stessi del ricavato delle conseguenti maggiori entrate".
Punto cardine delle modifiche approvate, secondo quanto riferisce sempre palazzo Chigi, la "sostituzione del contributo di solidarietà con nuove misure fiscali finalizzate a eliminare l'abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive nonché riduzione delle misure di vantaggio fiscale alle società cooperative". Ma resta il "contributo di solidarietà a carico dei membri del Parlamento".
Quanto alle pensioni, si è deciso il "mantenimento dell'attuale regime previdenziale già previsto per coloro che abbiano maturato quarant'anni di contributi con esclusione dei periodi relativi al percorso di laurea e al servizio militare che rimangono comunque utili ai fini del calcolo della pensione. Il governo e il relatore - conlcude la nota - presenteranno le relative proposte emendative, aperti al confronto con l'opposizione nelle sedi parlamentari".