16 agosto 2011

Manovra, Bersani: ''Già figlia di nessuno''

Il Senato si riunirà per la presentazione del ddl di conversione del decreto sulla manovra economica. Successivamente, il provvedimento passerà alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di palazzo Madama che inizieranno l'esame del ddl a partire da lunedì 22 agosto. Il mondo politico è in fermento, in primo piano ci sono le proposte dell'opposizione e della 'fronda' del Pdl. No al contributo di solidarietà; aumento di un punto dell'Iva non agevolata; dismissione di una parte cospicua del patrimonio immobiliare dello Stato; privatizzazione delle grandi aziende; fusione e non abolizione di Province e Comuni; innalzamento dell'età pensionabile sono le proposte che i 'frondisti' del Pdl, arrivati a quota dieci dopo l'adesione di Enrico Costa, presenteranno nei prossimi giorni al segretario del Pdl Angelino Alfano e che potrebbero tramutarsi in emendamenti al provvedimento del governo. "Ci hanno definito 'frondisti' - dice all'Adnkronos Isabella Bertolini, vice presidente dei deputati del Pdl - ma non ci offendiamo: piuttosto, siamo liberali e convinti di essere in un partito liberale dove si può discutere, ci si può confrontare. Ed è quello che vogliamo fare, di fronte a una manovra che così com'è non ci piace perché ci appare iniqua e non risolutiva".

Mentre Pierluigi Bersani torna ad avvertire: ''Senza iniziative per l'equità fiscale e la crescita del lavoro, governo e maggioranza "faranno da soli e l'opposizione si farà sentire". "Visto che il decreto sulla manovra è stato approvato all'unanimità dal Consiglio dei ministri viene da chiedersi: in Cdm c'erano le controfigure? Possibile che dopo poche ore la manovra non sia più figlia di nessuno? La verità - aggiunge Bersani - è che un governo di sopravvissuti può solo scrivere le sue decisioni sulla sabbia".
"Berlusconi dice adesso che sta riflettendo. Sappia dunque che se governo e maggioranza vogliono davvero discutere con noi in Parlamento, dovranno tenere conto di due condizioni: questa volta il contributo di solidarietà devono darlo gli evasori; questa volta - sottolinea il segretario del Pd - ci deve essere nella manovra qualche cosa di strutturale per l'equità fiscale e per la crescita e il lavoro. Se non c'è questo, faranno da soli e con una opposizione che si farà sentire".
Anche per il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, è necessario che il contributo di solidarietà venga dato soprattutto da quell'esercito di evasori fiscali che anche in questa partita, invece, continua a cantare vittoria''. "L'Idv - avverte Di Pietro sul suo blog - farà battaglia in Parlamento affinché vengano accolte le nostre proposte per combattere l'evasione fiscale e sconfiggere questa mala pianta che, purtroppo, continua a crescere indisturbata grazie alle politiche inique di questo governo''.
Nel mirino c'è poi ''l'art.8 che consente la libertà di licenziamento attraverso la contrattazione aziendale. Prendiamo sul serio Berlusconi quando dice che la manovra si può cambiare, basta mantenere i saldi invariati - dice Cesare Damiano, capogruppo del Pd in commissione lavoro - Noi suggeriamo di cancellare l'obbrobrio voluto dal ministro Sacconi. Questa scelta è, inoltre, una pesante invasione di campo nell'autonomia della parti sociali. Se proprio si vuole una legge di sostegno alla contrattazione e alle regole di rappresentatività suggerisco di recepire l'accordo siglato il 28 giugno scorso da Cigl-Cisl-Uil e Confindustria''.
Intanto i consumatori si mobilitano. L'appuntamento è per il 15 settembre davanti a Montecitorio per un sit-in di protesta contro una manovra "di vera e propria macelleria sociale". Adusbef e Federconsumatori chiamano così a raccolta "i cittadini onesti" che si troveranno, con le nuove misure, tra maggiori tasse e maggiori costi per servizi di welfare che non saranno più erogati dagli Enti locali, spiegano i consumatori in una nota, a dover fare i conti con una perdita di acquisto pari ad almeno 1.375 euro all'anno a famiglia.