5 luglio 2011

MANOVRA: BERLUSCONI RITIRA LA NORMA SALVA-FININVEST

Il governo ha deciso di ritirare nell'ambito della manovra la cosiddetta norma 'salva Fininvest'. Lo annuncia in una nota il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che spiega che ''per sgombrare il campo da ogni polemica ho dato disposizione che questa norma giusta e doverosa sia ritirata''. ''Nell'ambito della cosiddetta manovra - spiega Berlusconi - e' stata approvata una norma per evitare attraverso il rilascio di una fideiussione bancaria il pagamento di enormi somme a seguito di sentenze non ancora definitive, senza alcuna garanzia sulla restituzione in caso di modifica della sentenza nel grado successivo''. Il premier non ha dubbi, ''si tratta di una norma non solo giusta ma doverosa specie in un momento di crisi dove una sentenza sbagliata puo' creare gravissimi problemi alle imprese e ai cittadini.


Le opposizioni hanno promosso una nuova crociata contro questa norma pensando che, tra migliaia di potenziali destinatari, si potrebbe applicare anche a una societa' del mio gruppo. Si e' prospettato infatti - prosegue Berlusconi - che tale norma avrebbe trovato applicazione nella vertenza Cir-Fininvest dando cosi' per scontato che la Corte di Appello di Milano effettivamente condannera' la Fininvest al pagamento di una somma addirittura superiore al valore di borsa delle quote di Mondadori possedute dalla Fininvest.Conoscendo la vicenda - aggiunge - ritengo di poter escludere che cio' possa accadere e anzi sono certo che la Corte d'Appello di Milano non potra' che annullare una sentenza di primo grado assolutamente infondata e profondamente ingiusta.Il contrario costituirebbe un'assurda e incredibile negazione di principi giuridici fondamentali. Per sgombrare il campo da ogni polemica - annuncia Berlusconi - ho dato disposizione che questa norma giusta e doverosa sia ritirata.Spero non accada che i lavoratori di qualche impresa, in crisi perche' colpita da una sentenza provvisoria esecutiva, si debbano ricordare di questa vergognosa montatura''.QUIRINALE ATTENDE ALTRI CHIARIMENTI DA GOVERNO. Il Quirinale ha preso atto della soluzione del caso nato dalla norma cosiddetta 'salva-Fininvest' contenuta nella manovra. Ora attende risposte e chiarimenti dal governo ad alcune osservazioni presentate sul provvedimento. E' quanto si apprende da ambienti del Quirinale. L'iter di valutazione della manovra e della sua coerenza giuridica si e' concluso in meno di 24 ore, confermano le stesse fonti, con le scelte di merito che ora sono diretta responsabilita' del governo.La questione 'Fininvest' e' stata risolta (con il governo che ha ritirato la norma - ndr) ma sono state avanzate altre osservazioni ed ora ''si e' in attesa di chiarimenti da parte del governo''. Il tutto comunque si sviluppa, viene precisato, seguendo quello spirito di leale collaborazione tra istituzioni all'interno del quale il Quirinale sempre si muove.BERSANI: BERLUSCONI C'HA PROVATO. ORA TERREMO OCCHI BEN APERTI. ''C'ha provato e ora noi terremo gli occhi bene aperti perche' sappiamo con chi abbiamo a che fare''. Lo ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, commentando l'annuncio del presidente del Consiglio sul ritiro della norma che riguarda il lodo Mondadori. ''L'ho gia' detto - ha aggiunto Bersani - e lo ripeto: su tutti i carri in cui mettono i problemi per gli italiani ci deve essere pero' una soluzione per lui e poi quando viene smascherato fa marcia indietro.Noi verificheremo di volta in volta''.FINI: LA NORMA SALVA-FININVEST ERA INOPPORTUNA. La norma cosiddetta 'salva-Fininvest', inserita nella manovra e oggi ritirata dal governo, era ''inopportuna''. Lo afferma il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervenendo in aula e replicando al capogruppo del Pd Dario Franceschini, che chiedeva un suo intervento perche' i testi approvati dal Consiglio dei Ministri corrispondessero (al contrario di quanto lasciato intendere dal ministro Roberto Calderoli con alcune dichiarazioni) a quelli inviati al Quirinale e trasmessi in Parlamento. Fini ricorda che ''le competenze in materia di deliberazione ed emanazione dei decreti legge sono attribuite dal nostro ordinamento, in via esclusiva, al governo ed al Presidente della Repubblica, ciascuno secondo le proprie prerogative istituzionali''. Inoltre, continua, ''sulla base di quanto preannunciato dal rappresentante del governo in sede di Conferenza capigruppo, e' gia' previsto che il disegno di legge di conversione del decreto legge sara' presentato al Senato. Sara' dunque Palazzo Madama a valutare in prima istanza il provvedimento in tutti i suoi aspetti, di merito e procedurali''. Alla luce di queste considerazioni, conclude Fini, ''non sussiste alcun margine di intervento da parte del presidente della Camera, e cio' ovviamente a prescindere dal mio personale giudizio politico in materia di totale inopportunita' all'inserimento della norma in questione nel decreto economico-finanziario''.