14 giugno 2011

Governo, una crisi a colpi di referendum. Maroni: "Ora scelte impopolari"

Verso la crisi a colpi di referendum. Sconfitta dopo sconfitta si allargano le crepe all'interno del governo. Il giorno dopo il successo referendario, i quattro quesiti sono già temi nell'ombra. Perché al centro del palcoscenico c'è solo Berlusconi con il suo esecutivo, in attesa della verifica del 21 giugno con l'incognita Lega e tessere la trama del giallo politico.MARONI: "ORA SCELTE IMPOPOLARI - "Questo e' il momento di fare le cose. Ci sono difficolta', c'e' la crisi economica, ci vuole coraggio, oltre alla prudenza, e spero davvero che si metta mano alla categoria del coraggio". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, a Varese ai microfoni di Sky Tg24.Maroni ricorda che sono stati presi "degli impegni con gli elettori nel programma di governo, uno di questi e' la riforma fiscale. Se andiamo a rileggere quel programma, il primo punto era un fisco per le imprese e il secondo un fisco per la famiglia. Quindi questo e' il momento di fare le cose. Il governo deve avere il coraggio di fare scelte popolari o impopolari, ma che vanno nella direzione giusta".
BERLUSCONI: "NON IGNOREREMO L'ESITO DEI REFERENDUM" - "L'alta affluenza nei referendum dimostra una volontà di partecipazione dei cittadini alle decisioni sul nostro futuro che non può essere ignorata. Anche a quanti ritengono che il referendum non sia lo strumento più idoneo per affrontare questioni complesse, appare chiaro che la volontà degli italiani è netta su tutti i temi della consultazione". Lo afferma in una nota il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che aggiunge: "Il governo e il Parlamento hanno ora il dovere di accogliere pienamente il responso dei quattro referendum".
LEGA: BASTA MISSIONI MILITARI E MENO TASSE - La base della Lega è in subbuglio. Che fare per non prendere più sberle dagli italiani? Stando a quanto scrive Affaritaliani.it, il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, alla festa di Pontida chiederà ufficilamente al premier e al governo la fine della partecipazione dell'Italia alla missione militare in Libia contro Gheddafi, il ritiro dei nostri militari dal Libano e tempi certi e brevi per il ritorno a casa dei soldati dall'Afghanistan. Il motivo? Duplice. Risparmiare soldi per finanziare il taglio delle tasse e cercare di frenare l'arrivo di immigrati clandestini dal Nord-Africa.DI PIETRO: "PER ME COME MANI PULITE" - "Dopo aver fatto qualcosa da magistrato con Mani Pulite, sono orgoglioso di averlo fatto anche con Idv stabilendo che la legge e' uguale per tutti. Una cosa che da troppo tempo si e' dimenticata". Lo ha detto Antonio Di Pietro in conferenza stampa commentando l'esito del referendum. Il leader Idv appare commosso: "Con tutti i miei limiti e i miei errori, io sono particolarmente orgoglioso", dice l'ex pm.IL TERZO POLO: "UN GROSSO NO AL GOVERNO" - "La grande partecipazione popolare ai Referendum dimostra la volonta' degli italiani di tornare ad essere protagonisti: e' ormai chiaro che la maggioranza e il governo sono totalmente sordi, incapaci di capire cio' che vogliono gli italiani". É la dichiarazione congiunta di Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli, rilasciata al termine di una riunione dei leader del Terzo Polo. "Nel raggiungimento del quorum e' stato determinante il Terzo Polo, con la decisione di invitare tutti al voto al di la' delle scelte di merito che consapevolmente rivendichiamo. Il SÌ ai referendum e' un NO grande come una casa a questo governo. E' tempo che Berlusconi ne prenda atto. Minimizzare, come ha fatto dopo le amministrative, sarebbe irresponsabile e dannoso per gli interessi nazionali" concludono Fini, Casini e Rutelli.