31 maggio 2011

Istat, dati disoccupazione: dichiarazione di Guglielmo Loy, Segretario confederale UIL

I dati riferiti al mese di aprile, diffusi oggi dall’Istat, se sono lievemente rassicuranti sulla diminuzione del tasso di disoccupazione, che riguarda anche la componente giovanile, continuano a preoccupare per la perdita di posti di lavoro. L’ulteriore aumento della quota di inattivi, inoltre, potrebbe segnalare la possibilità di un allargamento della platea di coloro che vengono riassorbiti dal mercato del lavoro irregolare.
Restituire il lavoro a chi lo ha perso e inserire nel mercato del lavoro chi ne è fuori, sono i principali obiettivi che uno Stato deve porsi come priorità.
È necessario far ripartire subito l’apprendistato e legarlo a una buona formazione, funzionale alle esigenze di aziende e territori; creare nuovi posti di lavoro e ciò è possibile cantierando opere infrastrutturali. Occorre, inoltre, abbassare gli ancora troppo alti tassi di disoccupazione che regnano strutturalmente nel Mezzogiorno, con l’ausilio del credito d’imposta occupazione che può diventare uno strumento anche per combattere il fenomeno del lavoro irregolare che in questa area del Paese ha livelli troppo elevati. Infine, non può sottacersi anche l’utilità di uno strumento poco utilizzato e che ha bisogno di essere rivisto nei suoi indicatori, quale è il contratto di inserimento.

Premier: ''Ora la riforma del fisco. Tremonti propone, non decide''

''Se volete sapere il mio stato d'animo, sono assolutamente sereno". Lo ha assicurato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi parlando con i giornalisti al Quirinale nel corso del ricevimento per il 2 giugno.A proposito delle amministrative il Cavaliere ammette solo che "abbiamo mancato nella comunicazione" ma da oggi in poi "comunicheremo ogni settimana" le realizzazioni dell'esecutivo. Il premier si lamenta nuovamente della "tenaglia" informativa negativa nei confronti del governo e della maggioranza: "La televisione, la stampa, la radio: nessuno è stato a nostro favore e Mediaset si è tenuta lontanissima dalla politica".
Berlusconi riferisce poi quanto gli avrebbe detto il presidente Usa Barack Obama durante il vertice di Deauville, dopo il faccia a faccia delle polemiche: "Non ti faranno cadere ma sono sicuro che, se dovessero farlo, cadrai in piedi...".

Commentando poi, con uno degli ospiti del ricevimento ai Giardini del Quirinale, il dato uscito dalle urne, Berlusconi osserva: "Abbiamo preso un gol, ma siamo sempre 4 a 1, perché abbiamo vinto le politiche, le regionali, le europee, le precedenti amministrative. E abbiamo ancora davanti a noi due anni di gioco, quindi...".
Il premier dunque guarda avanti e indica gli obiettivi dei prossimi 2 anni di legislatura. "In cima all'agenda del governo c'è la riforma del fisco", ha detto. Poi spiega: "Abbiamo la maggioranza per fare la riforma del fisco e quella dell'architettura istituzionale". Quanto all'insieme delle misure relative al fisco, sia dal punto di vista della riforma generale che al fine di arrivare ad una riduzione dell'imposizione per i contribuenti, a chi gli obietta una possibile 'freddezza' del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il premier replica secco: "Non è Tremonti che decide, Tremonti propone...". Il Cavaliere ricorda le drastiche misure adottate da Paesi come Germania, Gran Bretagna e Francia. Inoltre cita quanto appreso nel recente vertice bilaterale in Romania: "Hanno licenziato il 15% dei dipendenti pubblici, tagliato il 25% degli stipendi pubblici, hanno aumentato l'iva al 25% mentre hanno aumentato l'età pensionabile e ridotto quella cassa integrazione che noi invece abbiamo esteso". Quindi "ridurre le imposte sarebbe facile se cominciassimo a fare quello che fanno negli altri Paesi" e che invece il premier non vuole prendere in considerazione.
Il premier esclude poi l'ipotesi di una 'scesa in campo' di uno dei suoi figli nell'arena politica. Se "uno di loro pensa di fare politica, il figlio che lo pensa lo diseredo", ha detto.
Nessun timore, poi, per la verifica parlamentare sul governo. "Non c'è nessuna preoccupazione, zero virgola zero". Quanto al rapporto con il leader della Lega Umberto Bossi, "tutto bene - ha detto - ci siamo sentiti anche oggi a colazione".
La Lega fa sponda. Il governo va avanti? "Sì, per ora va avanti. Tranquillo non lo so, però va avanti", ha detto ai giornalisti il leader del Carroccio Umberto Bossi, lasciando Montecitorio. Alla domanda se si riesce ad andare avanti con Berlusconi, il Senatur risponde con una pernacchia.
Quanto al risultato della lega alle amministrative, ha detto Bossi, "non sono preoccupato". "C'è già successo di andare giù - ha spiegato - ma poi siamo risaliti". "Ad esser vecchi c'è un vantaggio - ha detto scherzando - si è già vissute le cose". Risorse per la riforma del fisco dal ministro Tremonti? ''Dipende da cosa si intende per riforma del fisco...'', ha risposto Bossi.
Parlando stamattina da Bucarest, Berlusconi aveva ironizzato sull'esito delle amministrative: "Ho fatto una riunione, volevo fissare la data del mio funerale, ma nei prossimi giorni ho troppi impegni, quindi rimanderemo". Poi l'annuncio: "Radicheremo molto di più sul territorio il partito". Quanto alla possibilità che Angelino Alfano assuma la carica di coordinatore unico del partito, "vediamo, abbiamo il comitato di presidenza presto", si era limitato a dire il premier.
Il premier è rientrato nel primo pomeriggio a Roma dal viaggio in Romania. Poi, a palazzo Grazioli, ha trascorso il pomeriggio con Marina, Pier Silvio, Barbara e Luigi. Al termine dell'incontro il premier si è recato al Colle per il tradizionale ricevimento in occasione dell'anniversario della Festa della Repubblica. Di solito, il Cavaliere dedica il lunedì alla famiglia e alle riunioni con i vertici delle sue aziende: stavolta è cambiata la location, da villa San Martino di Arcore alla 'residenza romana' di via del Plebiscito. E il giorno, visto che ieri era impegnato in Romania. Rinviato anche l'ufficio di presidenza del Pdl, previsto per stasera e spostato alle 18 di domani.

30 maggio 2011

Berlusconi: sconfitta ma governo avanti

"Abbiamo perso, è evidente". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, commentando i risultati delle amministrative. Il premier ha poi aggiunto che "non c'é altra strada se non tenere i nervi saldi e andare avanti; c'e' l'ok della Legam la maggioranza è coesa e determinata" nel fare le riforme a cominciare dal "fisco, dalla giustizia e dal piano per il Sud". Berlusconi ha quindi concluso che "ogni volta che vengo sconfitto triplico le forze".

Bersani: "4 a 0 per noi, è cappotto. Ora Berlusconi lasci per il Paese"

"E' finita 4 a zero. E' un cappotto. Ma ora diranno che è un altro pareggio". Pier Luigi Bersani commenta con ironia il dato elettorale sulle amministrative che vede il centrosinistra vincere nella grande maggioranza dei comuni al voto e in particolare a Milano, Napoli, Trieste e Cagliari. Com'è noto, al primo turno era stato il Pdl, in conferenza stampa, a parlare di un 'pareggio' sostanziale nonostante la debacle di Milano e Napoli.
Ma Bersani si aspetta che Silvio Berlusconi salga al Colle per rassegnare le dimissioni dopo la sconfitta della maggioranza alle amministrative? "Vediamo quando torna dalla Romania- risponde- pronostici su Berlusconi è difficile farne. Ma questa campagna elettorale ha misurato un suo distacco dalla realtà. Se avesse un senso della realtà credo che quello sarebbe un viaggio necessario". Il leader Pd aggiunge: "Ma se devo fare un pronostico, per come l'ho sentito in campagna elettorale, speranze ne ha date poche. Ma il messaggio che arriva oggi è tale che non può essere aggirato. Se è davvero un leader e vuole bene al suo Paese non può far finta di niente


."BERLUSCONI LASCI" - Bersani insiste: "Voglio rivolgere una sorta di appello estremo a Berlusconi e al centrodestra: in questo momento abbiamo una maggioranza parlamentare che non è più quella uscita dalle elezioni. I dati di oggi dicono che il centrodestra non ha più la maggioranza del Paese. Agli occhi di tutti abbiamo un governo paralizzato palesemente. Berlusconi e il centrodestra riflettano e si prendano la responsabilità di non impedire una nuova fase politica. Di non arroccarsi, di non alzare degli steccati che non tengono conto della nuova fase". Insomma, dal segretario del Pd arriva un invito a lasciare.
"LA LEGA SMETTA DI TENERE IN PIEDI IL CAPO E BASTA" - Inoltre, secondo Bersani il matrimonio tra Lega e Pdl "è in crisi ed è in crisi nel profondo dove c'è il venir meno della promessa al Nord. Nel popolo leghista è scattato un meccanismo molto forte, quello di trovare un'altra strada. La linea di tenere in piedi il Capo è arrivata al suo esaurimento".
"CENTROSINISTRA APRA LE PORTE A TUTTI" - Quanto alle prospettive dell'opposizione, "noi partiamo dal centrosinistra, ma vogliamo un centrosinistra che non chiuda le porte a tutti quelli disposti a guardare oltre Berlusconi a partire dai fondamenti costituzionali. Il Pd- spiega il segretario- non defletterà dal messaggio che porta avanti: serve una fase di ricostruzione perchè riguarda l'Italia e quando scenderà lo scenario sull'esperienza" di Berlusconi "si vedrà che ci sono problemi democratici e sociali molto seri. E a quel punto verrà molto chiaro il senso di quello che dico, un messaggio che va oltre il politicismo e le alchimie".(AGENZIA DIRE, www. dire.it)

DELUSO DA BERLUSCONI: IL SEN. CASELLI (PDL) SI DIMETTE DAL GRUPPO PDL DEL SENATO E DA RESPONSABILE PER GLI ITALIANI NEL MONDO

"Dopo aver riflettuto da tempo ho deciso di presentare le mie dimissioni come Responsabile del Settore Italiani nel Mondo PDL, incarico con il quale sono stato onorato dal mese di agosto dell'anno scorso concretizzato con la firma dei tre Coordinatori del PDL e del Presidente Berlusconi con data 11 novembre 2010".
Ad annunciarlo è lo stesso Esteban Juan Caselli, senatore del Pdl eletto in Sud America, che spiega in una nota le ragioni che lo hanno portato a lasciare anche il Gruppo del Pdl a Palazzo Madama. Il senatore si dice deluso dalla mancanza di considerazione del partito verso le politiche per gli italiani all’estero e propone ai colleghi di creare un gruppo "Italiani all’estero" sia alla Camera che al Senato.


"In occasione della cena per le festività natalizie, - ricorda – il Premier Berlusconi mi promise la nomina di Sottosegretariato degli Italiani all'Estero, la quale sarebbe stata effettiva quando avrebbe nominato l'insieme dei Sottosegretari. Oggi credo che il motivo reale di tale offerta sia stato l'importanza del mio voto che in quel momento risultava essere decisivo per la tenuta del Governo. In data 2 maggio 2011, considerando il silenzio mantenuto sulle mie dimissioni di data 6 aprile, ho inviato una lettera al Presidente del PDL e Presidente del Consiglio dei Ministri, e ai tre Coordinatori del Partito, manifestando loro che ritenevo considerate accettate le mie dimissioni come Responsabile del Settore Italiani nel Mondo del PDL, data la mancata risposta né positiva né negativa. Nella stessa missiva indicavo all'onorevole Berlusconi il mio disinteresse per l'incarico di Sottosegretariato degli Italiani nel Mondo che mi era stato precedentemente offerto".
"I motivi che mi hanno portato alle mie dimissioni – scrive il senatore – sono la grande delusione frutto della mancanza di una risposta positiva al compromesso scritto da parte del Sottosegretario all'Economia, On. Alberto Giorgetti, di stanziare nel corrente Bilancio un fondo dedicato all'assistenza sanitaria degli italiani all'estero. Mi riferisco ai 10 milioni di Euro da me richiesti insieme al Senatore Giuseppe Esposito nel Senato della Repubblica.Tra le mie motivazioni – precisa Caselli – c'è anche la mancanza di rispetto verso la mia persona e di considerazione verso l'elettorato di connazionali della Repubblica Argentina, Paese visitato dal Ministro degli Affari Esteri italiano il quale non ha avuto la delicatezza di manifestarmi che sarebbe andato nel Paese Sudamericano, il mio territorio di origine e dove sono stato eletto. Ma molto più grave è il fatto che il Ministro Frattini abbia dichiarato che non aveva tempo di riunirsi con la Comunità italiana residente, ma si lo ha trovato per fare un viaggio di piacere con l'aereo della Presidenza del Consiglio ai Ghiacci Continentali".
"Ciò – per Caselli – parla chiaramente della poca considerazione nutrita nei confronti degli italiani che vivono all'estero. Gli stessi 60 milioni di connazionali e i loro discendenti che apportano al Tesoro approssimativamente 60 milioni di Euro all'anno soltanto con le tasse versate per il rinnovo del passaporto italiano. Penso sinceramente di aver fatto del mio meglio in difesa degli interessi dei milioni di italiani residenti all'estero. Ringrazio sinceramente la fiducia espressa nella mia persona da parte del PDL nell'avermi inserito come capolista al Senato per l'America Meridionale nelle elezioni politiche del 2008. Ma, allo stesso tempo, devo dire che mi sono dimesso dal Gruppo del PDL al Senato perché mi sento assolutamente deluso dai tre Coordinatori che svolgono tale funzione per questo prestigioso Partito".
"Infine, - conclude – faccio un pubblico appello ai colleghi Senatori e Deputati eletti nella Circoscrizione estera affinché, lasciando in disparte le ideologie politiche e mettendosi tutti sotto una stessa bandiera tricolore, procediamo alla creazione, sia al Senato che alla Camera dei Deputati, un Gruppo parlamentare proprio che possa prendere il nome "Italiani all'Estero" per difendere gli interessi di tutti quelli che hanno espresso la loro fiducia in noi". (aise)

ELEZIONI: SINDACI DI CENTROSINISTRA A MILANO, NAPOLI, CAGLIARI E TRIESTE

I risultati degli scrutini elettorali dei ballottaggi sorridono al centrosinistra come gia' avevano indicato sia gli ''intention poll'' (ovvero le intenzioni di voto dichiarate prima di entrare in cabina e divulgate solo a seggi chiusi), sia tutte le prime proiezioni sui Comuni: e' ormai scontata la vittoria di Giuliano Pisapia (PD) con oltre il 55% su Letizia Moratti (PDL) a Milano, di Luigi De Magistris (IDV) con oltre il 62% su Gianni Lettieri (PDL) a Napoli, di Massimo Zedda (PD) che supera con oltre il 59% Massimo Fantola (PDL) a Cagliari e di Roberto Cosolini (PD) con piu' del 57% su Roberto Antonione (PDL) a Trieste.


AI BALLOTTAGGI VINCE IL CENTROSINISTRA 9-4. Milano, Cagliari, Trieste e Novara strappate al centrodestra, importanti conferme a Napoli, Pordenone, Grosseto e Crotone. Il centrosinistra esce da questo turno di ballottaggio con un bottino lusinghiero: sui tredici comuni capoluogo impegnati ne sono stati conquistati ben nove. Il centrodestra, al contrario, ha cofermato il sindaco leghista a Varese, ha strappato Cosenza ed ha confermato i sindaci di Rovigo ed Iglesias. I risultati del ballottaggio elettorale per le amministrative hanno visto allungarsi l'onda del primo turno con tredici comuni finiti al centrosinistra e quattro al centrodestra. A livello numerico la situazione e' lievemente mutata: nei 30 Comuni capoluogo, dove si partiva da 20 Comuni amministrati dal centrosinistra e da 10 dal centrodestra, ora la situazione e' mutata vede 22 amministrazioni guidate dal centrosinistra e 8 dal centrodestra.MILANO: CHI E' PISAPIA, L'AVVOCATO DI SINISTRA CHE HA SCONFITTO IL PDL Ha la stessa eta' di Letizia Brichetto Moratti, come lei e' nato a Milano ed anche lui proviene dell'alta borghesia della citta'. E' la politica che pone Giuliano Pisapia agli antipodi rispetto a Letizia Moratti.L'elezione a sindaco di Milano e' per Pisapia l'apice di una carriera politica inizia nel 1996, quando entra in Parlamento tra le fila di Rifondazione Comunista. Rifiuta subito l'etichetta di ''comunista'', rivendica di essere ''un uomo di sinistra'' ma non manca di sottolineare il suo carattere di deputato indipendente. Lo dimostra nel 1998 quando, in dissenso con la linea dettata da Fausto Bertinotti, vota la fiducia al governo Prodi. Torna alla Camera nel 2001, ma decide di non ricandidarsi nel 2006, anno in cui viene nominato presidente della commissione di studio istituita dal Ministero della Giustizia per la riforma del Codice penale italiano. Piu' che come politico, Pisapia fa parlare di se' come avvocato penalista di successo. E' figlio di Gian Domenico, padre del Codice di Procedura Penale del 1989, ha due lauree (una in giurisprudenza e una in scienze politiche) e durante la sua lunga carriera nello studio milanese ereditato dal padre assume incarichi dall'alto significato simbolico. Si occupa della difesa di Abdullah Ocalan durante la permanenza in Italia dell'uomo icona dell'independentismo curdo ed e' il legale della famiglia di Carlo Giuliani nel processo avviato a Genova sugli scontri del G8 del 2001. E' anche l'avvocato di Carlo De Benedetti e nei processi Sme e Lodo Mondadori rappresenta la parte civile Cir contro Silvio Berluisconi.Nel giugno 2010 e' il primo a ufficializzare la sua candidatura alle primarie promosse dal centrosinistra per la scelta del canidato sindaco di Milano. All'inizio nessuno scommette piu' di tanto su di lui, tutti a Milano sono convinti che sia Stefano Boeri, archistar schierata dal Pd, l'uomo destinato ad affrontare Letizia Moratti alle comunali.E' dunque una sorpresa quando Pisapia supera alle primarie di novembre il candidato ufficiale del Pdl, staccandolo di 5 punti percentuali. Parte allora la lunga corsa di Pisapia verso Palazzo Marino in una campagna elettorale condotta per lo piu' in sordina tra inteviste a tv locali e incontri con i comitati di quartiere. Per lui e' il momento peggiore e' quando a Milano scoppia lo scandalo 'Affittopoli' e si scopre che la sua compagna, la giornalista di Repubblica Cinzia Sasso, vive in un appartamento del Pio Albergo Trivulzio a canone agevolato. La polemica, che in realta' investe soprattutto rappresentanti del centrodestra milanese, si placa quando Giuliano sposa Cinzia, che nel frattempo ha lasciato l'appartamento di Corso di Porta Romana. Altro momento clou della campagna elettorale e' l'attacco personale scagliato da Letizia Moratti al suo indirizzo al termine del primo faccia a faccia tv andato in onda su Sky alla vigilia del primo turno. Quando ormai per lui non c'e' piu' diritto di replica, il sindaco uscente lo accusa di aver beneficiato dell'amnistia a conclusione di un processo sul furto di un'auto destinata poi a un pestaggio. La vicenda risale alla fine degli anni '70, con la Moratti che tralascia di specificare che Pisapia e' in realta' stato assolto in appello con formula piena. Per il sindaco uscente si rivelera' un autogoal. Al primo turno di cinque giorni dopo Pisapia vola al 48%, vincendo in tutte le 9 circoscrizioni della citta', mentre Moratti non arriva a toccare il 42% dei consensi.PERDE BERLUSCONI, VINCE L'ALTERNATIVA RADICALE La sconfitta di Silvio Berlusconi ai ballottaggi rappresenta il dato significativo di questa tornata elettorale. Un risultato non inatteso, considerando l'involuzione del Pdl dalla sua nascita ad oggi e le difficolta' incontrate dal premier (in Parlamento e fuori) dopo la rottura con Gianfranco Fini.Cio' che invece emerge con una certa sorpresa e' la vittoria non tanto del centrosinistra - con il Pd sua teorica punta di diamante - ma di quel processo democratico, di quella partecipazione popolare (con o senza primarie) che ha portato ad individuare nei candidati per cosi' dire 'estremi', la sinistra piu' radicale di Pisapia e la posizione antagonista di de Magistris su tutti, i concorrenti vincenti sugli avversari del centrodestra. In un momento di evidente disaffezione dell'elettorato verso la politica e le proposte tradizionali - solo Milano oggi ha confermato un'affluenza analoga al primo turno, mentre negli altri capoluoghi dove si e' votato si va dai 5 ai 19 punti in meno - emerge una sorta di movimento popolare, che vede in candidati provenienti da Sel, da Rifondazione, da Idv come coloro in grado di comprendere i bisogni dei cittadini e di interpretare le loro istanze.Berlusconi ha pagato - per la prima volta dal 2008, dopo tante elezioni vinte - una sorta di saturazione dell'elettorato nei suoi confronti. Gli oltre 10 punti con cui Pisapia ha sconfitto la Moratti dicono chiaramente come il referendum che il Cavaliere ha chiesto su stesso, in particolare ai milanesi, sia stato perso. Anche il dato di affluenza alle urne per il ballottaggio nel capoluogo lombardo (pressoche' uguale al dato del primo turno) indica che forse i milanesi sono andati a votare perche' 'volevano' bocciare Berlusconi. Discorso analogo va fatto per Napoli e Cagliari, in parte per Trieste. Un premier che ha ovviamente scontato la diaspora finiana e il conseguente appoggio di Fli, dei suoi ex elettori ai candidati di centrosinistra. Il partito di Fini non ha forse raggiunto - spalmando i risultati su tutto il Paese - cio' che sperava in termini numerici, ma sicuramente puo' incassare un significativo risultato politico: la sconfitta di Berlusconi.Il presidente del Consiglio vive in questo momento la sua vita politica su due piani: fino ad ora resistente in Parlamento (qualche scricchiolio comincia a farsi sentire, vedi le dimissioni lampo da sottosegretario, a pochi giorni dai ballottaggi, della Libdem Daniela Melchiorre) e debole nel Paese, senza quel seguito che ha da sempre caratterizzato la sua avventura politica. Che anche su altri fronti non sembra scorrere nel verso giusto. E' di oggi infatti la notizia di una indagine per abuso d'ufficio, avviata dalla Procura di Roma, nei confronti dello stesso Berlusconi, del direttore del Tg1 Augusto Minzolini e quello pro tempore del Tg2 Mario De Scalzi, per le interviste concesse dal premier lo scorso 20 maggio. Un atto dovuto, in seguito ad una denuncia presentata dai Radicali, che lamento come le interviste non fossero altro che spot elettorali (vietati).Se, dopo una sconfitta cosi' netta, appaiono quasi scontate le richieste di dimissioni che arrivano da Pier Luigi Bersani e da Antonio Di Pietro, meno scontate sono le conseguenze che potrebbero derivare per l'esecutivo guidato da Berlusconi. Il premier, in missione a Bucarest, non commenta per ora i risultati. Cosa che fa invece la Lega Nord. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, assicura che il governo non corre rischi, anche se serve una scossa. Dopo ''la sberla'' di oggi, osserva, serve un ''colpo di frusta'' per la ''ripresa dell'azione di governo''. Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, invita Berlusconi a fare una ''riflessione'', dal momento che ''ha impostato lui la campagna elettorale e abbiamo perso''. Quanto ad una ricandidatura del Cavaliere alle prossime Politiche, Tosi nota: ''Avra' 76 anni...''. Per il capogruppo del Carroccio in Consiglio comunale a Milano, Matteo Salvini, ''il Pdl ha perso mentre noi abbiamo guadagnato''. In ogni caso, aggiunge, ''quando si perde si perde tutti insieme''.

Ballottaggi, affluenza in forte calo Occhi puntati su Milano e Napoli

Crollo dell'affluenza alle 22 nel primo dei due giorni di ballottaggi per le elezioni amministrative. Secondo i dati diffusi dal Viminale, per le comunali ha votato il 43,51% degli elettori contro il 49,67% del primo turno. Ancora più bassa la percentuale nelle sei province chiamate al ballottaggio, dove si è recato alle urne solo il 30,95% degli aventi diritto contro il 42,74% di due settimane fa.

Anche Milano, che alle 19 segnava un dato in controtendenza che la vedeva come la città con l'affluenza in aumento (39% contro il 39,90% precedente), alle 22 si è allineata al trend negativo registrando un 53,19% dal 53,56% segnato domenica 15 maggio.
Deciso calo a Napoli dove ha votato il 34,78% contro il 41,28% del primo turno.
Occhi puntati sulle sfide di Milano e Napoli. Il sindaco del capoluogo lombardo Letizia Moratti, accompagnata dal marito Gianmarco, ha votato alle 10.20 nel seggio di via della Spiga. All'uscita il sindaco ha detto ai giornalisti che, dopo la messa, avrebbe trascorso il pomeriggio in casa con la famiglia, spiegando di non voler aggiungere altro nel rispetto del silenzio elettorale.
Nel pomeriggio, però, la Moratti ha effettuato un giro per la città accompagnata anche dal comico Massimo Boldi. L'attore, in piazza del Duomo ha chiesto alla folla presente per la festa dell'ultima tappa del Giro d'Italia un applauso per il primo cittadino, ma le persone presenti hanno fischiato.
Accolto da un caloroso applauso, invece, il candidato del centrosinistra alla poltrona di sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che ha votato alle 12.30 nel seggio del liceo Berchet di via della Commenda. Accompagnato dalla moglie Cinzia Sasso, Pisapia ha percorso la via tra gli applausi di una piccola folla che da più di un'ora lo stava aspettando. Una sostenitrice, scherzando lo ha anche invitato a "votare bene", scatenando le risate dei presenti. All'uscita dal seggio, Pisapia, ha voluto "ringraziare di cuore" tutti i giornalisti e i fotografi presenti per "il buon lavoro fatto in questa campagna elettorale. Grazie di cuore a tutti - ha detto Pisapia - e buon lavoro a tutti voi''.
L'ultimo atto della lunga campagna elettorale di Napoli è stato aperto da Luigi de Magistris. Il candidato sindaco di Idv, Fds e Partito del sud si è recato al seggio alle 9.30, nella scuola media 'Belvedere' in Via Belvedere, al Vomero. De Magistris, in polo azzurra a maniche corte, si è detto "molto sereno" e con "l'amore nel cuore". La speranza per Napoli, ha aggiunto, è "dimostrare che c'è tanta voglia di buona politica, in questa città, nel Mezzogiorno e in tutto il Paese". Per lui una giornata di relax: "Stamattina vado con i miei figli e la mia famiglia al Virgiliano, oggi pomeriggio giro un po' per Napoli, al centro storico. Mi riposo un po', è stata una campagna elettorale straordinaria ma anche faticosa", ha dichiarato ai giornalisti all'uscita dal seggio.
Campagna "straordinaria" anche per il candidato del centrodestra Gianni Lettieri, che si è recato a votare alle 11 alla scuola 'Carlo Poerio' di Corso Vittorio Emanuele. L'augurio di Lettieri è che "non ci siano brogli, mi auguro che ci sia un buon controllo. Ho sentito ieri il prefetto, mi ha assicurato che ci saranno poliziotti e vigili urbani in borghese nei pressi dei seggi". In t-shirt nera, Lettieri si prepara a una giornata tranquilla: "Stamattina sono andato a correre un po', più tardi andrò al comitato e poi farò un giro con i miei collaboratori", ha dichiarato il candidato sindaco del centrodestra. Lettieri, subito dopo aver votato, ha passeggiato per il centro avvicinandosi ad alcuni seggi elettorali. Riconosciuto, è stato allontanato da un poliziotto. “Non sapevo che non potevo recarmici”, ha spiegato evitando qualsiasi polemica.
Oggi e domani si svolge il ballottaggio per l’elezione dei presidenti di 6 amministrazioni provinciali (Vercelli, Mantova, Pavia, Macerata, Reggio Calabria e Trieste) e dei sindaci di 88 comuni, di cui 13 capoluoghi di provincia (Novara, Milano, Varese, Rovigo, Rimini, Grosseto, Napoli, Cosenza, Crotone, Pordenone, Trieste, Cagliari e Iglesias).
Si vota anche in Sicilia per il primo turno di votazione per le elezioni comunali che interessano 27 comuni, di cui 1 capoluogo di provincia (Ragusa).
Le operazioni di votazione si svolgono oggi, dalle 8 alle 22, e lunedì, dalle ore 7.00 alle ore 15.00.

29 maggio 2011

IL 2 GIUGNO A MENDOZA LA CELEBRAZIONE DELLA FESTA DELLA REPUBBLICA

Anche la comunità italiana di Mendoza festeggerà il prossimo 2 giugno l’anniversario numero 65 della Repubblica. Il console Tombaccini, infatti, invita i connazionali a partecipare alla celebrazione ufficiale che inizierà alle 11 in Piazza General San Martin.In questa occasione si esibiranno la Banda della Polizia di Mendoza e il Coro italiano della provincia.
I festeggiamenti proseguiranno il 4 giugno con il concerto del Maestro Roberto Prosseda al Teatro Independencia con il ricevimento ufficiale – ingresso ad invito – del Console e consorte.

TRE BORSE DI STUDIO PER SCUOLE DI DOTTORATO PER DISCENDENTI DI EMIGRATI TRENTINI

Su proposta del presidente della provincia di Trento, Lorenzo Dellai, la giunta ha deliberato di istituire tre borse di studio destinate ad altrettanti laureati discendenti da emigrati trentini all'estero, che vengano ammessi dall'Università degli Studi di Trento a cicli delle scuole di dottorato a partire dall'anno accademico 2011/2012.
In prima applicazione del programma, si è convenuto di individuare le scuole di dottorato in ingegneria ambientale ed economics and management. L'individuazione della terza scuola di dottorato avverrà in collaborazione con l'Ateneo trentino. Per far fronte alle spese derivanti dall'istituzione di queste tre borse di studio, la giunta ha impegnato la spesa complessiva di 15mila euro.
È dal 2001 che la Provincia autonoma di Trento assegna borse di studio a discendenti di emigrati trentini all'estero per la frequenza di corsi universitari presso l'Università di Trento. Si è trattato, e si tratta, di un'esperienza che ha coinvolto nel corso di questi anni più di ottanta studenti di origine trentina provenienti da Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Germania, Messico, Paraguay, Perù, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Spagna, Stati Uniti d'America.

Per la stragrande maggioranza in programma ha riguardato corsi di laurea nelle varie denominazioni che si sono succedute nel tempo (specialistica, magistrale, laurea di primo livello ecc.) ma anche, in due casi, la frequenza di scuole triennali di dottorato. Proprio quest'ultima modalità si è in questi anni evidenziata come un percorso particolarmente qualificante e appetibile per giovani laureati fortemente motivati, residenti all'estero.
Si è quindi ritenuto opportuno istituire, per l'anno accademico 2011/2012 e per quelli successivi, tre borse di studio per consentire la frequenza ad altrettante scuole di dottorato. (aise)

Elezioni, affluenza in calo alle 12. Ma a Milano aumenta del 2,56%

Calo di circa due punti per le provinciali, lieve flessione per le comunali. Così l'affluenza alle 12 nei dati definitivi diffusi dal Viminale. Per le provinciali la percentuale di votanti è del 7,88% contro il 9,55% del primo turno. Per quanto riguarda i comuni ha votato il 12,37%, mentre al primo turno la percentuale era stata del 12,85%. Alle 12 di oggi nei capoluoghi al ballottaggio l'affluenza è salita, rispetto al primo turno, solo in 4 città: Milano, Pordenone, Rovigo e Rimini. A Milano ha votato il 14,72% contro il 12,16%, a Pordenone il 14,47 contro il 12,36, a Rovigo il 12,68 contro 10,87 e a Rimini il 13,12 contro il 12,73. In calo tutti gli altri capoluoghi: a Napoli ha votato il 10,85 contro 12,19 del primo turno, a Cagliari il 12,74 contro il 13,82, a Cosenza il 10,12 contro il 13,85, a Crotone il 9,02 contro il 10,59, a Grosseto il 13,69 contro il 15,46, a Iglesias il 13.89 contro 15.11, a Novara il 12,86 contro il 13,73 e infine a Varese lievissimo calo si passa dal 13,77 del primo turno al 13,43 di oggi.


Occhi puntati sulle sfide di Milano e Napoli. Il sindaco del capoluogo lombardo Letizia Moratti, accompagnata dal marito Gianmarco, ha votato questa mattina alle 10.20 nel seggio di via della Spiga. All'uscita il sindaco ha detto ai giornalisti che, dopo la messa, avrebbe trascorso il pomeriggio in casa con la famiglia, spiegando di non voler aggiungere altro nel rispetto del silenzio elettorale.
Accolto da un caloroso applauso, il candidato del centrosinistra alla poltrona di sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha votato alle 12.30 nel seggio del liceo Berchet di via della Commenda. Accompagnato dalla moglie Cinzia Sasso, Pisapia ha percorso la via tra gli applausi di una piccola folla che da più di un'ora lo stava aspettando. Una sostenitrice, scherzando lo ha anche invitato a "votare bene", scatenando le risate dei presenti. All'uscita dal seggio, Pisapia, ha voluto "ringraziare di cuore" tutti i giornalisti e i fotografi presenti per "il buon lavoro fatto in questa campagna elettorale. Grazie di cuore a tutti - ha detto Pisapia - e buon lavoro a tutti voi''.
L'ultimo atto della lunga campagna elettorale di Napoli è stato aperto da Luigi de Magistris. Il candidato sindaco di Idv, Fds e Partito del sud si è recato al seggio alle 9.30, nella scuola media 'Belvedere' in Via Belvedere, al Vomero. De Magistris, in polo azzurra a maniche corte, si è detto "molto sereno" e con "l'amore nel cuore". La speranza per Napoli, ha aggiunto, è "dimostrare che c'è tanta voglia di buona politica, in questa città, nel Mezzogiorno e in tutto il Paese". Giornata di relax per De Magistris: "Stamattina vado con i miei figli e la mia famiglia al Virgiliano, oggi pomeriggio giro un po' per Napoli, al centro storico. Mi riposo un po', è stata una campagna elettorale straordinaria ma anche faticosa", ha dichiarato ai giornalisti all'uscita dal seggio. Campagna "straordinaria" anche per il candidato del centrodestra Gianni Lettieri, che si è recato a votare alle 11 alla scuola 'Carlo Poerio' di Corso Vittorio Emanuele. L'augurio di Lettieri è che "non ci siano brogli, mi auguro che ci sia un buon controllo. Ho sentito ieri il prefetto, mi ha assicurato che ci saranno poliziotti e vigili urbani in borghese nei pressi dei seggi". In t-shirt nera, Lettieri si prepara a una giornata tranquilla: "Stamattina sono andato a correre un po', più tardi andrò al comitato e poi farò un giro con i miei collaboratori", ha dichiarato il candidato sindaco del centrodestra.
Oggi e domani si svolge il ballottaggio per l’elezione dei presidenti di 6 amministrazioni provinciali (Vercelli, Mantova, Pavia, Macerata, Reggio Calabria e Trieste) e dei sindaci di 88 comuni, di cui 13 capoluoghi di provincia (Novara, Milano, Varese, Rovigo, Rimini, Grosseto, Napoli, Cosenza, Crotone, Pordenone, Trieste, Cagliari e Iglesias).
Si vota anche in Sicilia per il primo turno di votazione per le elezioni comunali che interessano 27 comuni, di cui 1 capoluogo di provincia (Ragusa).
Le operazioni di votazione si svolgono oggi, dalle 8 alle 22, e lunedì, dalle ore 7.00 alle ore 15.00.

28 maggio 2011

IMMIGRATI: GABRIELLI, DAL 1* GENNAIO ARRIVATI IN 39 MILA E AUMENTERANNO

''Dal 1* gennaio gli arrivi dal nord Africa si attestano ormai a 39 mila unita' ed e' una cifra che non e' destinata a chiudersi ma ad aumentare''. Lo ha detto il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli in un'intervista a Skytg24.''Abbiamo un compito - ha spiegato Gabrielli - che ha tre grandi pilastri: il primo che l'accoglienza deve essere distribuita in maniera equa su tutto il territorio, il secondo che della distribuzione e accoglienza degli immigrati si deve far carico il sistema di Protezione Civile nazionale e l'ultimo che gli oneri derivanti dall'emergenza sono a carico dello Stato attraverso il fondo nazionale della Protezione Civile''.Il capo della Protezione civile ha poi manifestato preoccupazione sulla qualita' dell'accoglienza degli immigrati, perche' ''gran parte della buona riuscita dell'operazione che stiamo cercando di gestire sara' quella della qualita'. Queste persone vedono nel nostro Paese un obiettivo del proprio percorso migratorio, dunque, non bastera' un'accoglienza modello 'vitto-alloggio' ma bisogna attuare un altro tipo di accoglienza: dalla mediazione culturale all'assistenza sanitaria fino al percorso integrativo''.

Infine Gabrielli commenta l'operato dell'Europa sul fronte immigrazione: ''Il mio interlocutore e' il governo italiano, non ho bisogno del conforto di Bruxelles o dell'intervento di qualche burocrate di Strasburgo ma come cittadino sono colpito dalle tempestiche di reazione dell'Europa''.

Amministrative: Bersani, saranno spinta forte per la fine di un ciclo

"Il risultato delle amministrative sara' una spinta forte per la fine di un ciclo, non solo di un governo". Lo ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani arrivando al concerto milanese organizzato per la chiusura della campagna elettorale di Giuliano Pisapia. Bersani ha ribadito che da Milano "parte una risposta civica" e ha confermato di essere sicuro della vittoria del centrosinistra nel capoluogo lombardo: "dico da mesi che si vince facile", ha concluso il segretario del Pd.

Ballottaggi, domenica e lunedì al voto in 6 province e 13 capoluoghi

Urne aperte da domani mattina per il secondo turno delle amministrative. Domenica e lunedì si svolge il ballottaggio per l’elezione dei presidenti di 5 amministrazioni provinciali (Vercelli, Mantova, Pavia, Macerata e Reggio Calabria) e dei sindaci di 81 comuni, di cui 9 capoluoghi di provincia (Novara, Milano, Varese, Rovigo, Rimini, Grosseto, Napoli, Cosenza e Crotone).Considerando una volta sola gli enti interessati contemporaneamente a più tipi di consultazioni, spiega il Ministero dell'Interno sul suo sito, il numero complessivo degli elettori del ballottaggio sarà di 5.577.816, di cui 2.659.607 maschi e 2.918.209 femmine, e il numero complessivo delle sezioni sarà di 6.789.
Domenica e lunedì si vota anche in Friuli Venezia Giulia per il turno di ballottaggio relativo alle elezioni provinciali di 1 provincia (Trieste) e alle elezioni comunali in 4 comuni, di cui 2 capoluoghi di provincia (Pordenone e Trieste); in Sicilia per il primo turno di votazione per le elezioni comunali che interessano 27 comuni, di cui 1 capoluogo di provincia (Ragusa); in Sardegna per il ballottaggio delle elezioni comunali in 3 comuni, di cui 2 capoluoghi di provincia (Cagliari e Iglesias).
Le operazioni di votazione si svolgono domani, domenica 29, dalle 8 alle 22, e lunedì, dalle ore 7.00 alle ore 15.00. Lo scrutinio, spiega ancora il Viminale sul suo sito, avrà inizio nella stessa giornata di lunedì al termine delle operazioni di voto e dopo il riscontro del numero dei votanti.
Per il turno di ballottaggio si sceglie solo tra i due candidati (presidenti di provincia o sindaci) che hanno ottenuto, al primo turno, il maggior numero di voti e l'elettore vota tracciando un segno sul rettangolo entro il quale è scritto il nome del candidato prescelto.
I risultati delle operazioni elettorali saranno diffusi in tempo reale attraverso il sito www.interno.it.

27 maggio 2011

IL SENATO APPROVA LA RIFORMA DI COMITES E CGIE/ IL TESTO PASSA ALLA CAMERA

Nella seduta ultima , l’Aula del Senato ha proseguito l’esame del ddl di riforma del Comites e Cgie iniziato ieri pomeriggio. Presente ai lavori, in rappresentanza del Governo, il sottosegretario agli esteri Alfredo Mantica. L’Aula ha prima esaminato e votato tutti gli emendamenti e, di seguito, tutti i 35 articoli che compongono il testo, poi votato nella sua interezza e approvato con 123 voti a favore e 102 contrari. Nelle dichiarazioni di voto finali, hanno annunciato voto contrario Idv, Pd e Maie; a favore Pdl, Lega Nord e Coesione Nazionale - Io Sud.
Per Italia del Valori è intervenuto Stefano Pedica che "rammaricato" per l’esclusione delle sue proposte dal testo unificato ha ribadito come il DDL crei solo "confusione". Proposte volte all’eliminazione del Cgie "un unicum, un’anomalia tutta italiana" che dimostra come siano state "preferite le lungaggini burocratiche a discapito del risparmio economico". La riforma "viene dall’alto", mentre "meglio sarebbe stato creare un tavolo cui far sedere Comites e Cgie per discutere il loro futuro".
"Annuncio il voto contrario di Idv – ha concluso – perché queste norme non rappresenteranno il futuro, ma la confusione degli italiani all’estero".

Voto contrario anche dal Maie rappresentato dalla senatrice Mirella Giai, "perplessa" sull’iter del provvedimento, che ha brevemente riassunto nel suo intervento in Aula. "L’8 aprile 2009 è iniziata la discussione, il 22 aprile è stato proposto il comitato ristretto: ci sono voluti 8 mesi perché uscisse un testo unificato e altri 2 per iniziare la discussione, poi il lungo stop della commissione bilancio che non esprimeva pareri sugli emendamenti. Oggi a due anni di distanza, approviamo alcune modifiche che dovrebbero rendere Comites e Cgie più consoni ai tempi attuali. In realtà, il ddl ha stravolto la struttura di Comites e Cgie. Ecco perché – ha spiegato – ho ritirato tutti i miei emendamenti". Il ddl è "in collisione con il Cgie e con quasi tutti i Comites. Il lavoro in Commissione doveva dare un segnale forte agli italiani all’estero che ci hanno votato". Giai ha quindi annunciato "voto contrario perché credo sarebbe stato più opportuno semplificare e non complicare le cose, riscrivendo le pagine che hanno permesso la partecipazione attiva degli italiani nel mondo".
Voto favorevole, invece, dal senatore Palmizio (Coesione Nazionale - Io Sud) secondo cui il ddl poteva "forse essere migliore" ma comunque è un "compromesso fattibile".
Favorevole anche la Lega Nord rappresentata dal senatore Alberto Filippi che ha ricordato il "grande lavoro del Comitato ristretto in Commissione, un lavoro lungo e meditato, fatto il più possibile insieme per presentare all’Aula un testo importante che contenesse le voci e il contributo di tutti". la lega, in particolare, è soddisfatta "per la riformulazione da parte del relatore degli emendamenti sulla certezza del voto, un annoso problema che doveva trovare una soluzione. Non siamo arrivati alla perfezione, - ha concluso annunciando il voto favorevole - ma siamo nella giusta direzione".
Per il Pd è intervenuto il senatore Giorgio Tonini secondo cui l’iter del ddl ha dato "smalto al Parlamento: abbiamo scritto una buona pagina di lavoro parlamentare". Ricordato che "il ddl nasce da un’iniziativa parlamentare, avviata dalla proposta del senatore Micheloni", Tonini ha lodato "l’atteggiamento positivo e costruttivo del Governo e il lavoro del relatore" oltre che, ancora, il "clima positivo in Aula in questi due giorni in cui si è riusciti a farsi cambiare idea. Il Parlamento è questo: un luogo in cui si parla per trovare soluzioni migliori". Comparando i pro e i contro del ddl, Tonini ha citato tra i primi il fatto che la riforma sia "istituzionale, un provvedimento che stabilisce regole per le importanti istituzioni di partecipazione degli italiani all’estero" che interviene, tra l’altro, "nella certezza del voto e un impianto innovativo del Cgie, con l’ambizione di dargli nuovo respiro e nuovo ruolo". Tra i punti critici "le soglie troppo alte per la formazione di un Comites, la possibilità di crearne solo uno per circoscrizione; soglia troppo bassa, al contrario, per le liste" che pongono un "rischio di frammentazione ed eccessiva politicizzazione. Squilibrato – per il Pd – il punto che prevede la mortificazione e l’espulsione del mondo associativo e dei patronati con norme di incompatibilità e il rifiuto di prevedere almeno rappresentanza senza diritto di voto all’interno del Cgie".
Per questo, ha concluso Tonini, "il Pd annuncia voto contrario nella speranza che alla Camera questo lavoro sia perfezionato. Gli italiani all’estero possono diventare il nostro Commonwealth".
Voto favorevole dal Pdl rappresentato dal senatore Giampaolo Bettamio, che come Tonini ha "apprezzato come si è svolto il lavoro parlamentare. Con questo ddl si dà una prima sistemazione anche provvisoria a queste organizzazioni nate "per prassi" prima che per legge. Credo che in questo "primo tempo" dell’iter, dovremmo vedere come la prassi darà la possibilità di portare ulteriori aggiustamenti: questa è solo una prima stesura di un regolamento giuridico che può essere apprezzato anche dagli italiani all’estero. Personalmente credo che prima o poi il nodo fondamentale sia il ripensamento sul voto all’estero. Da questa forchetta – ha concluso – non si sfuggirà".
L’Aula ha quindi votato l’intero provvedimento che passerà alla Camera, prima in Commissione Affari Esteri e, quindi, nell’Aula di Montecitorio. (aise)

CITTADINANZA: SONO 40.223 I "NUOVI ITALIANI" REGISTRATI NEL 2010

Sono 40.223 i procedimenti di concessione della cittadinanza italiana che, secondo i dati forniti dalla Direzione centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze del Ministero dell’Interno si sono conclusi positivamente nel corso del 2010.
Il numero delle concessioni è in linea con gli anni scorsi, facendo registrare rispetto al 2009 un +0,34% mentre i procedimenti che si sono conclusi negativamente sono in deciso aumento, essendo passati da 859 a 1.634 (+90,22%).
Analizzando i dati dal punto di vista del paese di provenienza dei "nuovi italiani", il Marocco con 6.952 guida la graduatoria seguito da Albania (5.628) e Romania (2.929).
Secondo i dati della Direzione Centrale le istanze ancora in itinere al 31 dicembre scorso erano 146.281.
Sul sito del Viminale (http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/temi/cittadinanza/sottotema008.html) tutte le statistiche corredate da tabelle e grafici che nel dettaglio analizzano il fenomeno della cittadinanza, distinguendo le concessioni "per matrimonio", "per sesso del richiedente" e anche "per titolo di studio".

MARCEGAGLIA: ANGELETTI, ESAME OGGETTIVO REALTA' ECONOMICA

"E' assolutamente condivisibile" per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, la relazione della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia perché "é un esame assolutamente oggettivo della realtà economica e i giudizi politici sono equilibrati". Interpellato al termine dell'assemblea degli industriali, sulla possibilità di un'uscita della Fiat da Confindustria, Angeletti ha detto: "Che io sappia non andrà via". Infine, sul riferimento della relazione di Marcegaglia all'impegno degli industriali per la politica, il leader della Uil lo ha interpretato come "l'industria che ha il dovere civile di intervenire sul Paese" escludendo che fosse "una autocandidatura".

Marcegaglia: "Crescita, 10 anni buttati. Ci batteremo ovunque"

"In termini di benessere, l'Italia ha già vissuto il suo decennio perduto. Dobbiamo muoverci in fretta. Temporeggiare o muoversi a piccoli passi è un lusso che non possiamo più permetterci". Il nostro Paese deve infatti guarire dalla "malattia della bassa crescita". La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, dal palco dell’assemblea annuale degli industriali, sferza dunque la classe politica italiana. “Tutti gli organismi internazionali- spiega- concordano che l’Italia ha bisogno di un incisivo programma di riforme strutturali per aumentare il potenziale di crescita. Fondamentali sono le liberalizzazioni e la riforma della pubblica amministrazione”.

Ora, insiste, “che mancano poche ore ai ballottaggi del secondo turno amministrativo, non possiamo che esprimere un solo auspicio. Se il risultato elettorale finale convincerà governo e maggioranza di avere davanti a sé ancora due anni di lavoro, la loro agenda deve concentrarsi su un’unica priorità: la crescita". Questo significa: "Semplificazioni e liberalizzazioni subito. Infrastrutture e riforma fiscale subito".
Secondo l’analisi della leader degli imprenditori, “il decennio perduto alle nostre spalle, in termini di minore competitività e mancata crescita, viene da divisioni e lacerazioni interne a ciascuno dei due poli della politica, alle prese con fratture e problemi di leadership personali anteposti al benessere del Paese".
"DELUSI DAL GOVERNO..." - Nell’ultimo anno “alcune cose sono state fatte” dal governo, “ma non possiamo nascondere la nostra delusione. Occorrono interventi più incisivi soprattutto sulle infrastrutture e sul fisco”. Secondo Marcegaglia, "l’agenda nazionale non riesce a fare della crescita il suo primo argomento all’ordine del giorno perché la politica pensa ad altro”. Confindustria ha “incessantemente incalzato la politica sulla priorità della crescita e poi ha dovuto prendere atto che le priorità della politica erano altre e diverse”. La leader degli imprenditori ricorda che “i tagli sugli investimenti in infrastrutture sono stati pesanti: gli investimenti pubblici scendono dai 38 miliardi del 2009 ai 27 del 2012. Dal 2,5% del pil all’1,6%, un livello tanto basso non ha eguali negli ultimi decenni”.
"E DALL'OPPOSIZIONE" - "Ora che le difficoltà della maggioranza sono evidenti nel giudizio popolare, non per questo possiamo tacere che l’opposizione, tra spinte antagoniste e frammentazioni, è ancora incapace di esprimere un disegno riformista”. La presidente di Confindustria critica dunque pesantamente anche il centrosinistra.
"IMPEGNAMOCI ANCHE FUORI DALLE IMPRESE" - Infine, Marcegaglia non esclude un impegno diretto in politica: “Nei momenti difficili della vita del Paese e di grande discontinuità noi saremo pronti a batterci per l’Italia, anche fuori dalle nostre imprese, con tutta la nostra energia, con tutta la nostra passione, con tutto il nostro coraggio”.

Bersani contro Berlusconi: ''E' un irresponsabile''

"Il paese è nelle mani di un irresponsabile. Non si possono aizzare le tifoserie e creare risse. La politica non può finire a botte". Non usa eufemismi il segretario del Pd Pierluigi Bersani commentando l'ultimo attacco sferrato dal premier Silvio Berlusconi nel salotto di Bruno Vespa, che ha definito ''senza cervello'' chi vota la sinistra. "E' incredibile - ha aggiunto il leader democratico arrivando all'assemblea di Confindustria - che un capo del governo agisca così in una situazione che ha il punto più acuto nei problemi sociali". Detto questo nel merito del ''senza cervello'', Bersani replica con una battuta. "Forse voleva dire che non ha capelli... ma chi ha buon senso ce lo deve mettere e noi l'abbiamo".
Le offese di Berlusconi aui cittadini italiani per il leader dell'Idv Antonio Di Pietro sono il segno di una ''persona che ormai ha perso la testa''. "Berlusconi si è chiuso in un bunker e ha perso il contatto con la realtà, fino al punto da offendere i cittadini che non lo votano, definendoli 'senza cervello'. Ma è vero il contrario: i cittadini il cervello ce l'hanno e sanno bene che è meglio non affidare il paese a una persona che ha perso la testa".

Bagnasco: "La politica ha bisogno di credenti come avvenne nel dopoguerra"

I giovani e i cattolici devono tornare a impegnarsi in prima persona nella vita politica partendo "dalle sorgenti della vita cristiana'' per continuare a partecipare alla costruzione del Paese. E' questo l'appello lanciato oggi pomeriggio dal cardinale Angelo Bagnasco che ha rivolto un discorso di saluto a Benedetto XVI in occasione della recita del rosario nella basilica di Santa Maria Maggiore cui ha preso parte il Papa con tutto l'episcopato italiano in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia.

''In questa particolare stagione - stimolati dal ricco patrimonio della Dottrina Sociale della Chiesa, e di recente dalla Sua ultima Lettera Enciclica 'Caritas in veritate' - sentiamo di dover invitare i cattolici, e in particolare i giovani che ne avvertono la vocazione, a sperimentarsi in quella esigente forma di carità che è l'impegno politico''. ''In tal modo - ha aggiunto Bagnasco - vorremmo contribuire anche in questa fase storica, come accadde all'inizio dello Stato unitario o nell'immediato dopoguerra, alla permanente costruzione del nostro Paese''.
''Sia di esempio e di guida a tutti - ha proseguito l'arcivescovo di Genova - la figura di un laico, padre di sette figli, economista e docente universitario, di cui a breve vivremo con gioia la beatificazione: il servo di Dio Giuseppe Toniolo. Egli scriveva: 'Noi credenti sentiamo, nel fondo dell'anima, che chi definitivamente recherà a salvamento la società presente non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi, una società di santi'''.
Bagnasco incontrerà all'inizio di giugno alcune associazioni che riuniscono le vittime degli abusi sessuali da parte del clero. La diocesi di Genova risponde così a una richiesta in tal senso avanzata nei giorni scorsi dal portavoce delle associazioni, Francesco Zanardi. In un comunicato diffuso dallo stesso Zanardi, si legge: ''Oggi don Marco Gallo, Segretario Particolare di Sua Eminenza Cardinal Angelo Bagnasco, ha comunicato l'intenzione del Cardinale di incontrare le rappresentanze di vittime e associazioni''. Per il momento, prosegue la nota "preferiamo non comunicare la data dell'incontro'' ma questo avverrà nei primi giorni di giugno.

25 maggio 2011

DEPUTATI DEL PD ALL’ESTERO: LA RIFORMA DI COMITES E CGIE VA PROFONDAMENTE CAMBIATA

"Non sono bastate le voci di dissenso provenienti da tutto il mondo dell’emigrazione e gli appelli al dialogo reiterati fino alle ultime ore per indurre la maggioranza al Senato e il governo a desistere dall’approvazione della cosiddetta riforma della rappresentanza degli italiani all’estero.
La minaccia che ne deriva per il sistema di rappresentanza costruito nel corso di decenni di impegno democratico è seria, ma la ricomposizione unitaria delle forze di minoranza, che hanno espresso concordemente il loro no al provvedimento, rappresenta un elemento da non sottovalutare per il percorso futuro del provvedimento". È quanto si legge in una nota dei sei deputati del Pd eletti all’estero Gino Bucchino, Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Franco Narducci e Fabio Porta, in cui si critica il ddl approvato dall’Aula del Senato.

"La nostra posizione – proseguono i parlamentari – è stata chiara fin dal primo momento. Siamo contrari a questa legge perché riduce il numero dei Comites sul territorio mentre vengono contemporaneamente tagliati i servizi consolari, non consente un’articolazione della rappresentanza nelle circoscrizioni maggiori, introduce il maggioritario che consegna la vita delle comunità in mano a pochi detentori di risorse e di potere, colpisce il mondo associativo e penalizza i patronati con l’introduzione di incompatibilità mirate, apre la porta alla frammentazione con l’abbassamento del numero delle firme richieste per la presentazione delle liste, affossa la positiva esperienza dei "Piani Paese", trasforma il CGIE da organismo di rappresentanza nei confronti delle istituzioni italiane a organismo di coordinamento dell’intervento pubblico all’estero, esclude totalmente la rappresentanza sociale dall’assemblea generale interrompendo traumaticamente la funzione storica di ponte con le comunità che l’associazionismo nazionale e il mondo sindacale ha svolto e continua a svolgere".
"A causa di queste scelte e per l’atteggiamento di totale chiusura che Governo e maggioranza hanno ostentatamente tenuto, - si legge ancora nella nota – per la prima volta una legge di riforma della rappresentanza passa senza un ampio sostegno, anzi con una maggioranza di una ventina di voti, inferiore allo stesso schieramento maggioritario. Da questo atteggiamento politico e dalla coerenza di queste soluzioni con la devastazione del sistema di intervento pubblico verso le nostre comunità che si sta realizzando negli ultimi anni, appare evidente la volontà di emarginare e di isolare la comunità italiana nel mondo, che si tenta di ridurre a puro mercato commerciale di prodotti nazionali".
"Alla Camera – confermano i sei deputati – il nostro impegno sarà fermissimo nel cercare di assicurare una duplice condizione: prestare ascolto sulle scelte di riforma alla voce e alle richieste dei Comites, del Cgie e del mondo associativo e sindacale; fare in modo che il segno controriformistico della legge appena approvata al Senato sia profondamente cambiato e – auspicano, concludendo – si arrivi a soluzioni costruttive e ampiamente condivise". (aise)

REFERENDUM 2011/ CONSOLATI APERTI PER CHI NON RICEVE IL PLICO PER POSTA

Si avvicina la data del Referendum 2011 e all’estero sono partite le procedure per consentire il voto degli italiani nel mondo. Da qualche giorno, infatti, è partita la spedizione del materiale elettorale all’indirizzo dell’avente diritto, operazione che, però, non sempre riesce.
I connazionali che al 29 maggio non avranno ricevuto il materiale per votare potranno, quindi, andare in Consolato a ritirarlo. Per facilitare quest’ultima operazione, diverse sedi hanno previsto orari straordinari di apertura, consultabili sui rispettivi siti web.
Ad esempio, il Consolato di Montevideo rimarrà aperto da domenica 29 maggio a mercoledì 1 giugno (9.30 - 13.30), quello di San Gallo domenica 29 e lunedì 30 maggio, ma anche domenica 5 e lunedì 6 dalle 9.00 alle 17.00; aperta anche la Cancelleria consolare a Berlino il 30, 31 maggio e l’1 giugno ininterrottamente dalle 8.30 alle 17.30.

24 maggio 2011

Berlusconi: la maggioranza c'è, avanti per due anni

Prima un incontro fugace alla Camera, poi il faccia a faccia (presente Roberto Calderoli) a palazzo Grazioli. A una manciata di giorni dal responso dei ballottaggi Silvio Berlusconi e Umberto Bossi si vedono, a lungo, nella residenza privata romana del premier. C'è il voto, appunto, e le prossime mosse da mettere a punto con la consapevolezza che la partita è molto difficile. Chi ha visto oggi il Cavaliere lo descrive "nervoso e molto preoccupato". Del resto, i sondaggi che circolano a Montecitorio non sono affatto rassicuranti per il centrodestra: dopo quelli che davano la Moratti al 48%, ho deciso di non guardarli più, avrebbe detto Berlusconi.


Aquí escribes el resto del post.Ma il premier ostenta comunque ottimismo. Non vede crepe nella maggioranza il presidente del Consiglio: il voto di oggi alla Camera sulla fiducia al dl omnibus passata con 313 sè "è la conferma che c'è una maggioranza con la quale - dice Berlusconi - si può lavorare e attuare quel piano importante di riforme" E di questo si parlerà all'ufficio di presidenza del Pdl di domani che si riunirà "per prendere atto che c'è questa maggioranza e per confermare il programma di governo per i prossimi due anni".
Di questo si è parlato anche nel vertice di stasera con Bossi. E non solo. "Abbiamo parlato dei ballottaggi e fatto una prima riflessione sul rilancio dell'azione di governo, anche alla luce del voto di oggi", fa sapere il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto, lasciando palazzo Grazioli insieme al coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini, il presidente dei senatori Maurizio Gasparri e il vicepresidente della Camera, maurizio Lupi. Ultimi a laciare Palazzo Grazioli, dopo circa due ore, Bossi e Calderoli.
L'attivismo della Lega, che ha aperto una serie di contatti informali con le forze di opposizione per la riforma della legge elettorale, impensierisce il premier. Si potrebbe riaprire la partita su un eventuale governo tecnico. Ma il Cavaliere liquida la cosa: "Non ne so nulla". E comunque non dà affatto per persa la sfida delle amministrative. Continua il pressing sui moderati. "A Milano come a Napoli, noi possiamo, anzi, dobbiamo vincere. Noi uomini giusti possiamo farcela grazie al sostegno dei moderati".
Alla Camera Berlusconi avrebbe anche commentato la vicenda del decentramento dei ministeri al Nord, con chi ha avuto modo di incontrarlo nella sala del governo a Montecitorio dopo il voto di fiducia. Come al solito i giornali ne approfittano per alimentare polemiche strumentali. Non è stato deciso nulla, stiamo solo ragionando, avrebbe detto Berlusconi, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari della maggioranza. Il premier sarebbe tornato a parlare anche del lodo Mondadori lamentandosi degli attacchi patrimoniali contro le sue aziende.
Al premier, poi, non è affatto piaciuto l'atteggiamento dell'Agcom per le interviste rilasciate nei giorni scorsi. Non mi vogliono far parlare, si sarebbe lamentato parlando in Aula, alla Camera, con alcuni deputati del Pdl mentre erano in corso le votazioni sulla fiducia.
Berlusconi non ha dubbi: ''Faremo le grandi riforme indispensabili al Paese che dobbiamo fare dal '94'' e che ''abbiamo promesso agli italiani''. Il voto di fiducia odierno, che ha visto ''20 voti di scarto dalla sinistra'', ribadisce, dimostra che la maggioranza c'è ed è certamente più ''coesa'' di quanto non fosse prima, quando ''con Fini e Casini non abbiamo nemmeno iniziato a fare le riforme''. Ora, garantisce, ''possiamo fare un grande lavoro'', realizzando quelle riforme ''necessarie al Paese''.

CORTE CONTI: NUOVI TAGLI A SPESA, IMPROPONIBILE ABBASSARE LE TASSE

Taglio del debito di 46 miliardi l'anno, per giungere in tempi ragionevoli alla soglia del 60% del pil dall'attuale 120%. Perdita permanente, in termini di mancata crescita del pil, di 160 miliardi cumulati dal 2008 al 2013 (erano 140 fino al 2010). Il rapporto 2011 della Corte dei Conti sul coordinamento della finanza pubblica non consente di tirare un respiro di sollievo. Riconosce che il 2010 e' stato un ''punto di svolta'' con la spesa pubblica che per la prima volta si e' ridotta, tuttavia il bilancio dello Stato richiede ancora la massima attenzione per rispettare i vincoli imposti della nuova governance europea, vincoli approvati dagli Stati dell'Unione. Il rapporto e' stato presentato nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, dal presidente della Corte, Luigi Giampaolino, alla presenza del presidente del Senato, Renato Schifabni, e del ministro dell'economia, Giulio Tremonti.
In questa situazione e' ''improponibile'' immaginare un taglio delle tasse, spiega il rapporto, mentre la lotta all'evasione, che in Italia ''raggiunge livelli di punta in Europa, con l'eccezione della Grecia e della Spagna'' puo' consentire di ''recuperare ampi spazi a tassazione''.Servono ancora tagli alla spesa, piu' pesanti di quelli ipotizzati del Def (documento di economia e finanza) per il 2014, anno in cui deve essere raggiunto il pareggio di bilancio. Serve un aggiustamento ''paragonabile per dimensione a quanto si dovette fare alla meta' degli anni '90, per poter essere ammessi alla moneta unica fin dal suo avvio''. E lo stesso rigore va mantenuto anche dopo il 2014 perche' la finanza pubblica richiede il mantenimento di un avanzo primario elevato per molti anni.Quello che si presenta per i conti pubblici, dicono i magistrati contabili, e' ''un percorso impervio'': da un lato la necessita' di una crescita piu' sostenuta per la quale sarebbero necessarie misure di stimolo; dall'altro ridurre la spesa primaria in termini reali ''rispetto al livello gia' compresso previsto nel Def per il 2014''. La conclusione della Corte e' che ''non sara' sufficiente limare al margine la spesa, ma bisognera' ridefinire i confini e i meccanismi dell'intervento pubblico in economia''. Cio' che va evitato e' tagliare ulteriormente la spesa per investimenti, l'unica che puo' contribuire a migliorare la performance della crescita. Fino ad ora, invece, complice la scarsa capacita' progettuale degli enti locali, i tagli hanno colpito in misura maggiore le spese per investimenti e quelle in conto capitale, mentre per le spese correnti si parla di un ''rallentamento della crescita'', anche se ''vistoso'', la spesa per interessi e' rimasta invariata. Nell'ambito della spese correnti i risparmi hanno toccato il personale e i consumi intermedi.Il recupero sul fronte delle entrate e' affidato alla lotta all'evasione fiscale che puo' consentire di riportare a tassazione ''ampi spazi'' che oggi sfuggono. Bene gli accertamenti e gli strumenti sempre piu' affinati di controllo, ma cio' che veramente occorre e' creare le condizioni per aumentare la tax compliance, attuare misure per ''favorire il consolidamento di comportamenti di massa piu' corretti''. Resta l'esigenza, conclude il rapporto, di avviare la riforma complessiva del sistema fiscale che tenga conto del federalismo.TESORO, IN ARRIVO CORREZIONE ''A MISURA'' DI UE - In arrivo a giugno un decreto di correzione dei conti per 35-40 miliardi per il biennio 2013-2014, misura gia' annunciata nel Documento di economia e finanza e necessaria per raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2014. Con lo stesso decreto dovrebbe essere previsto un intervento di 5-7 miliardi per il 2012.Insomma, a quanto si apprende, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, avrebbe deciso di accelerare i tempi dell'intera nuova manovra triennale per dimostrare l'intenzione di rispettare gli impegni assunti in sede Ue.

23 maggio 2011

CRISI: 1 ITALIANO SU 4 A RISCHIO POVERTA'

In Italia un quarto della popolazione e' a rischio di poverta' o di esclusione (24,7%), un valore piu' elevato della media europea (23,1%). Lo sottolinea il ''Rapporto annuale sulla situazione del Paese nel 2010'' diffuso dall'Istat. La Strategia Europa 2020 promuove l'inclusione sociale, puntando a far uscire almeno 20 milioni di persone dal rischio di poverta' o di esclusione, una condizione che oggi in Europa interessa 114 milioni di persone (15 milioni solo in Italia, che nel Pnr si pone l'obiettivo di ridurle di 2,2 milioni). Gli indicatori individuati per monitorare tale obiettivo sono tre: le persone a rischio di poverta' dopo i trasferimenti sociali; le persone in situazione di grave deprivazione materiale; le persone che vivono in famiglie a intensita' lavorativa molto bassa. Dalla loro sintesi deriva un indicatore complessivo che misura la quota di persone che sperimentano almeno una delle condizioni descritte.



In particolare, nell'Unione europea le persone a rischio di poverta' (dopo i trasferimenti sociali) sono il 16,3 per cento, in Italia il 18,4. Le posizioni di maggior svantaggio sono quelle di Lituania, Bulgaria e Romania (piu' di una persona su cinque) e Lettonia (25,7 per cento). Per quanto riguarda l'indicatore di grave deprivazione, questo conferma la peggiore condizione di Ungheria e Lettonia e, soprattutto, di Romania e Bulgaria (piu' di un terzo della popolazione). I paesi con un elevato valore dell'indicatore di rischio di poverta' associato a un ridotto valore per quello di grave deprivazione presentano una marcata disuguaglianza nella distribuzione del reddito, ma standard di vita accettabili anche per i piu' poveri (Estonia, Spagna e Regno Unito). E' anche il caso dell'Italia, dove nel 2009 le persone gravemente deprivate sono circa il 7 per cento. Al contrario, un ridotto valore del rischio di poverta' associato a un'elevata deprivazione (Ungheria e Slovacchia) segnala una contenuta disuguaglianza nella distribuzione del reddito, ma notevoli difficolta' per le persone con i redditi piu' bassi.In Italia l'8,8 per cento delle persone di eta' inferiore ai 60 anni (il 6,6 per cento della popolazione totale) vive in una famiglia a intensita' lavorativa molto bassa, valore prossimo alla media Ue (9,0 per cento). I livelli piu' elevati si registrano in Irlanda (circa un quinto della popolazione di riferimento), Regno Unito (12,6 per cento) e Belgio (12,3 per cento). Pur considerando le situazioni critiche sopra descritte, sono 13 i paesi dell'Unione dove l'incidenza dell'indicatore e' contenuta (inferiore al 7 per cento), con Cipro e Repubblica Ceca nelle posizioni meno svantaggiate. A livello territoriale i differenziali appaiono consistenti fortemente a sfavore del Mezzogiorno, dove la quota delle persone che si trovano contemporaneamente nelle tre condizioni di rischio considerate dalla Strategia Europa 2020 e' superiore al 2 per cento (circa 469 mila individui).Nelle regioni meridionali, dove risiede circa un terzo della popolazione nazionale, vive il 57 per cento delle persone a rischio di poverta' o esclusione (in almeno una condizione di disagio) e il 77 per cento di quelle con tutti e tre i sintomi (rispettivamente 8,5 milioni e 469 mila individui).Le situazioni piu' gravi si riscontrano in Sicilia, dove i tre indicatori assumono i valori massimi: il 39,9 per cento dei residenti e' a rischio di poverta', il 18,8 per cento e' in grave deprivazione e il 15,7 per cento vive in famiglie a bassa intensita' lavorativa. I valori sono elevati anche in Calabria e Campania. Da segnalare la Puglia, per il dato riferito alla grave deprivazione (10,7 per cento) e la Basilicata per quello relativo alla bassa intensita' lavorativa (14,0 per cento). Le persone anziane sole, quelle che vivono in famiglie con tre o piu' figli, in quelle con membri aggregati o dove e' presente un solo genitore presentano i livelli piu' elevati di rischio di poverta' ed esclusione: oltre un terzo degli appartenenti a questi gruppi si trova almeno in una delle condizioni di rischio considerate dalla Strategia.

BAGNASCO: ''ITALIANI STANCHI DI UNA POLITICA INGUARDABILE''

''La politica che ha oggi visibilita' e', non raramente, inguardabile, ridotta a litigio perenne, come una recita scontata e - se si puo' dire - noiosa. E' il dramma del vaniloquio, dentro - come siamo - alla spirale dell'invettiva che non prevede assunzioni di responsabilita'''. Cosi' il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione con cui ha aperto oggi pomeriggio i lavori dell'Assemblea Generale dei vescovi italiani. ''La gente - ha ammonito - e' stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando sempre di piu'. Gli appelli a concentrarsi sulla dimensione della concretezza, del fare quotidiano, della progettualita', sembrano cadere nel vuoto. Ambiti come l'allerta emergenziale, che erano non solo funzionanti ma anche ragione di sollievo, oggi appaiono fiacchi e meno reattivi''.

Secondo Bagnasco poi, ''c'e' una stampa che appare da una parte troppo fusa con la politica, tesa per lo piu' ad eccitare le rispettive tifoserie, e dall'altra troppo antagonista, e in altro modo eccitante al disfattismo, mentre dovrebbe essere fondamentalmente altro: cioe' informazione non scevra da cultura, resoconto scrupoloso, vigilanza critica, non estranea ad acribia ed equilibrio''.Per Bagnasco, e' invece necessario ''dare voce all'invocazione interiore del Paese sano che e' distribuito all'interno di ogni schieramento''.''Dalla crisi oggettiva in cui si trova, il Paese - ha sottolineato il presidente della Cei - non si salva con le esibizioni di corto respiro, ne' con le slabbrature dei ruoli o delle funzioni, ne' col paternalismo variamente vestito, ma solo con un soprassalto diffuso di responsabilita' che privilegi il raccordo tra i soggetti diversi e il dialogo costruttivo''. ''Se ciascuno attende la mossa dell'altro per colpirlo, o se ognuno si limita a rispondere tono su tono - ha ammonito -, non se ne esce, tanto piu' che la tendenza frazionistica si fa sempre piu' vistosa nello scenario generale come all'interno delle singole componenti''.Ma in questa fase di crisi per il paese, se la Chiesa a volte sembra silenziosa e non parla ''a ogni piu' sospinto'' di fronte alla crisi politico-morale del Paese non e' ''perche' siamo assenti'' ma ''perche' le cose che contano spesso sono gia' state dette, e ripeterle in taluni casi non serve'', ha assicurato il presidente della Cei. La ''opzione di fondo'', ha sottolineato Bagnasco, e' quella indicata da papa Benedetto XVI: ''Preparare una generazione nuova di cittadini che abbiano la freschezza e l'entusiasmo di votarsi al bene comune, quale criterio di ogni pratica collettiva''. ''Piu' che un utopismo di maniera - ha aggiunto - serve una concezione della politica come 'complessa arte di equilibrio tra ideali e interessi'''.''Quale che sia l'ambito in cui si collocano professionale, associativo, cooperativistico, sociale, mediatico, sindacale, partitico, istituzionale... queste persone avvertono il dovere di una cittadinanza coscienziosa, partecipe, dedita all'interesse generale - ha concluso -.Affinche' l'Italia goda di una nuova generazione di politici cattolici, la Chiesa si sta impegnando a formare aree giovanili non estranee alla dimensione ideale ed etica, per essere presenza morale non condizionabile''.

Pesante l'impatto della crisi sul lavoro: mezzo milione di occupati in meno nel biennio 2009-2010

Per l'Italia quello appena finito è stato un ''decennio perduto in cui la produttività non cresce''. Una ''debolezza dell'economia'' che ha riguardato ''l'intero sistema produttivo''. E' quanto rileva l'Istat che, nel rapporto annuale 'La situazione del paese nel 2010', presentato oggi alla Camera dal presidente dell'Istituto Enrico Giovannini, evidenzia come il sistema produttivo sia caratterizzato da una ''debolezza complessiva'' rispetto ai mutamenti del contesto competitivo e, inoltre, sottolinea ''le difficoltà ad agganciare la ripresa in corso''. Un quarto della popolazione italiana a rischio povertà o esclusione
In Italia circa un quarto della popolazione (24,7 per cento) sperimenta il rischio di povertà o esclusione, un valore superiore alla media Ue (23,1 per cento). La Strategia Europa 2020 promuove l'inclusione sociale, puntando a far uscire almeno 20 milioni di persone dal rischio di povertà o di esclusione, una condizione che oggi in Europa interessa 114 milioni di persone (15 milioni solo in Italia, che nel Pnr si pone l'obiettivo di ridurle di 2,2 milioni). Gli indicatori individuati per monitorare tale obiettivo sono tre: le persone a rischio di povertà dopo i trasferimenti sociali; le persone in situazione di grave deprivazione materiale; le persone che vivono in famiglie a intensità lavorativa molto bassa.


Nel 2010 scende il potere d'acquisto delle famiglie (-0,5%)
Nel 2010 il potere d'acquisto delle famiglie ''ha subito una ulteriore riduzione dello 0,5 per cento'', rispetto al -3,1 per cento nel 2009. Mentre la propensione al risparmio ha raggiunto i livelli più bassi dal 1990. Lo scorso anno, secondo l'Istituto di statistica, è tornato a crescere dell'1% il reddito disponibile delle famiglie, dopo la flessione del 3,1 per cento registrata nel 2009. Mentre la spesa per consumi finali, dopo la flessione dell'1,8% nel 2009, ha ripreso a crescere, aumentando del 2,5% in termini nominali e dell'1% in quantità. Intanto la propensione al risparmio delle famiglie si è attestata al 9,1 per cento, il valore più basso dal 1990, 1,4 punti percentuali in meno rispetto all'anno precedente.
Pil, Italia fanalino di coda Ue: crescita peggiore in 10 anni
''Nel decennio 2001-2010 l'Italia ha realizzato la performance di crescita peggiore tra tutti i paesi dell'Unione europea''. Il Paese è ''fanalino di coda nell'Ue per la crescita''. La fotografia della situazione economica del Paese è contenuta nel rapporto annuale 'La situazione del Paese nel 2010' dell'Istat, .
Salari, evoluzione stagnante della produttività blocca l'aumento
''L'evoluzione stagnante della produttività ha rappresentato un limite all'espansione dei salari, contribuendo alla debolezza della domanda interna nel corso dell'intero decennio''. E' quanto afferma l'Istat nel rapporto, secondo cui la ''modestissima dinamica dell'economia italiana è stata anche il risultato di una protratta debolezza sia della domanda interna sia di quella estera, che perdura anche in questa fase di ripresa''.
Lavoro, nel biennio 2009-2010 mezzo mln occupati in meno, oltre la metà al Sud
In Italia l'impatto della crisi sull'occupazione ''è stato pesante''. Nel biennio 2009-2010 gli occupati sono scesi di 532.000 unità, di cui più della metà nel Mezzogiorno. La flessione riguarda anche il Nord (-1,9 per cento, pari a -228 mila unità) mentre le regioni centrali rimangono sostanzialmente indenni dalle ricadute della crisi. Il calo si è concentrato nell'occupazione permanente a tempo pieno (-1,7 per cento, pari a -297 mila unità). La diminuzione ha colpito tutte le classi di età (-9,8 per cento i giovani di 15-29 anni, -2,2 per cento gli individui tra 30 e 49 anni), tranne gli ultracinquantenni.
Nel 2010 raggiunti 2,1 mln di disoccupati, ai livelli più elevati dal 2002
Continua a crescere, nel 2010, l'area della disoccupazione, seppure con un ritmo meno intenso. Lo scorso anno il numero dei disoccupati è aumentato su base annua dell'8,1 per cento (+158 mila unità), raggiungendo i 2,1 milioni, il livello più elevato dal 2002. Altri due milioni di persone, lo scorso anno, non hanno cercato lavoro perché ritengono di non riuscire a trovare un impiego oppure attende gli esiti di passate azioni. Alla crescita della disoccupazione, si legge, hanno contribuito più gli uomini delle donne: l'incidenza della componente maschile sul totale dei disoccupati ha raggiunto il 53 per cento nel 2010 dal 51,4 dell'anno precedente.
Occupazione, i giovani i più colpiti dalla crisi
''I giovani sono i più colpiti dalla crisi''. Nel 2010 prosegue in Italia la flessione degli occupati tra 18 e 29 anni, con un calo che è stato cinque volte più elevato rispetto al dato complessivo. Intanto i Neet, giovani che non lavorano e non vanno a scuola, superano quota 2 milioni. Secondo i dati contenuti nel rapporto lo scorso anno si è registrato una flessione di 182 mila unità, mentre nel 2009 sono state 300 mila unità. Nel 2010 è occupato circa un giovane ogni due nel Nord, meno di tre ogni dieci nel Mezzogiorno.
Immigrati, calo dell'occupazione doppio rispetto agli italiani
Il tasso di occupazione degli stranieri è sceso dal 64,5 per cento del 2009 al 63,1 per cento del 2010: ''un calo più che doppio in confronto a quello degli italiani''. Allo stesso tempo, si legge, il tasso di disoccupazione è passato dall'11,2 all'11,6 per cento: su cento disoccupati in più nel 2010 rispetto a un anno prima, circa un quinto erano stranieri, percentuale che sale a oltre un terzo fra le donne.
Scuola, 18,8% abbandoni scolastici prematuri nel 2010
In Italia il fenomeno degli abbandoni scolastici prematuri (Esl) rimane consistente (18,8 per cento nel 2010), particolarmente tra i ragazzi (22,0 per cento contro il 15,4 delle ragazze).
Università, solo due atenei italiani tra i primi 200 al mondo
Tra le prime 100 università nel mondo (indicatore sintetico Arwu, Academic Ranking of World Universities), 75 sono complessivamente distribuite in soli 4 Paesi: Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e Germania. Per veder apparire l'Italia, bisogna allargare la classifica alle prime 200, dove figura con il 2 per cento, dietro la Francia (3,5 per cento) e la Germania (7 per cento).
Imprese, nel 2009 raddoppia il saldo negativo tra nate e cessate
Nel 2008 il saldo negativo tra imprese nate e cessate è stato di 23.000 unità, dato che nell'anno successivo è praticamente raddoppiato superando le 40.000 unità, con un incremento in 2 anni del 21,9%. Il saldo tra imprese nate e cessate nel 2008 è stato negativo per quasi 23.000 unità a fronte di un saldo positivo nell'anno precedente per oltre 70.000 unità. Un dato frutto sia della contrazione del numero di nuove imprese (-17,1% rispetto al 2007), sia al rilevante aumento delle cessazioni (+14,7%).
Industria, recupero investimenti ampio ma parziale
Gli investimenti, dopo il crollo registrato durante la recessione, hanno segnato ''un recupero ampio seppure parziale'', trainato dalla componente dei macchinari e attrezzature, aumentati del 14,8 per cento dal terzo trimestre 2009. E' quanto si legge nel rapporto, dove si sottolinea che, tuttavia, ''è proseguita la contrazione degli investimenti nelle costruzioni, diminuiti di oltre il 5 per cento negli ultimi sei trimestri''. La ripresa nell'industria, si legge, ''è stata trainata soprattutto dalla domanda estera e presenta differenze notevoli tra settori''. I livelli produttivi industriali restano, in genere, ''notevolmente inferiori rispetto a quelli precedenti la crisi''.

Napolitano: "In Italia c'è troppa partigianeria politica"

In Italia c'è un "eccesso di partigianeria politica". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso del suo incontro con la stampa estera.Una 'hyperpartisanship', ha sottolineato il Capo dello Stato, che attraversa istituzioni e forze politiche, quando invece i festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità si sono dimostrati "al di sopra delle attese", perché le celebrazioni hanno coinvolto tutti, al di là di convinzioni e schieramenti politici.
Il presidente della stampa estera Tobias Piller avrebbe dichiarato come nel nostro paese ogni tanto soffi un vento antieuropeista. Non è una questione solo italiana, avrebbe risposto Napolitano, aggiungendo come ''ripiegarsi su se stessi è una cosa grave, come grave è l'assenza di impegno per l'Europa. L'Ue deve saper giocare a tutto campo, deve essere un global player''.

Quanto ai rapporti tra il potere politico e l'informazione, il capo dello Stato ha fatto osservare come l'Italia sia un paese ''complicato'' da un punto di vista istituzionale e politico.
Inoltre, Napolitano ha parlato del ruolo del Capo dello Stato come organo costituzionale evidenziando che i politici non devono "ingelosirsi per l'indice dei consensi" rivolti al presidente della Repubblica "perché viaggiamo su pianeti diversi. E questo bisogna sempre averlo presente: non ci sono comparazioni possibili, comparazioni che non risultino arbitrarie".
"Non si deve mai dimenticare -ha detto Napolitano- quel che è scritto con assoluta chiarezza nel primo rigo dell'articolo della Costituzione che regola le funzioni e il mandato del Presidente della Repubblica, l'articolo 87, e cioè: che 'il Presidente della Repubblica rappresenta l'unità nazionale'. La funzione del Presidente della Repubblica è completamente diversa da quella dei leader politici, dei rappresentanti o dei dirigenti dei partiti. Lo posso dire come politico ritiratosi da tempo da ogni posizione di parte".

22 maggio 2011

Ministeri al Nord, Bossi: avanti tutta, conta il sì di Berlusconi. Alemanno furioso: così salta tutto

E' polemica nel centrodestra sullo spostamento a Milano di due ministeri, annunciato dalla Lega di Umberto Bossi come carta da spendere per rimontare al prossimo ballottaggio elettorale, dopo l'inaspettata debacle del primo turno.Dopo la levata di scudi di esponenti come il sindaco di Roma Gianni Alemanno e la Governatrice Renata Polverini, arriva lo stop ufficiale del Pdl alla proposta leghista, firmato dai capigruppo delle Camere, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. "Il rapporto fra l'attività di governo e il territorio può essere affrontato in modo positivo con conferenze periodiche fatte a Milano e a Roma fra i ministri economici e delle Infrastrutture con i presidenti di Regione e i sindaci dei Comuni capoluogo''.
In questo modo ''si possono evitare - spiegano i capigruppo nella nota - i complessi problemi istituzionali che il decentramento di alcuni ministeri può porre e invece affrontare positivamente quello del rapporto fra i ministeri stessi e le realtà territoriali".


Frena anche il Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni. ''Spostare uno o due ministeri al Nord qualche vantaggio lo porterebbe. Ma mi sembra molto complesso da realizzare. E poi non è la richiesta più pressante dei nostri imprenditori e dei nostri ceti produttivi".
Ma la Lega tira dritto, facendo conto sulla disponibilità al decentramento data sabato dal premier Silvio Berlusconi. "Berlusconi a noi ha già detto di sì: parola data non torna indietro", ha tagliato corto il leader della Lega Umberto Bossi dal gazebo allestito dal Carroccio a via Farini, proprio per dare il via ad una raccolta di firme sul trasloco di due ministeri al Nord. "A Milano verranno i ministeri", assicura il Senatur.
"Non mi interessa che molti del Pdl non sono d'accordo è d'accordo Berlusconi quindi i ministeri verranno a Milano. D'altra parte il ministro sono io. Io e Calderoli siamo due ministri che firmeranno per portare a Milano, a casa nostra, giustamente un po' di ministeri". E portare a Milano i ministeri "vuol dire creare posti di lavoro. Per questo li vuole Roma". Bossi bacchetta poi il Governatore Formigoni che non si è dimostrato entusiasta della proposta leghista. "Formigoni stia zitto. Formigoni è presidente della Lombardia per i voti della Lega. Se non li vuole almeno stia zitto". Anche se ''non ci credo che dica no ai ministeri in Lombardia perché Milano ci guadagnerebbe troppo per dire di no".
Passando al ballottaggio di Milano, Bossi va all'attacco del candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia. E dopo avergli dato del ''matto'', salvo poi smentire, ancora una volta non usa eufemismi. ''Tagliarsi le balle per Pisapia sarebbe un errore imperdonabile. Pisapia ci riempie Milano di zingari e clandestini. Diventa zingaropoli".
Le parole del Senatur scatenano la reazione furiosa del sindaco di Roma Gianni Alemanno. ''L’unica parola data che conta - replica il primo cittadino - è quella nei confronti degli elettori. Nel programma elettorale del centrodestra non è mai stato inserito lo spostamento dei ministeri. Quindi compiere questo atto, tra l’altro senza neppure un voto parlamentare, sarebbe una violazione del mandato elettorale che rimette in discussione ogni equilibrio e ogni intesa''. E poi, spiega ancora, ''siamo sempre di fronte a balle perché oggi si parla di spostare solo ministeri senza portafoglio con solo qualche decina di dipendenti''. In conclusione, Alemanno lancia un ''avviso ai naviganti: Roma questa cosa non l’accetta''.
Da parte sua l'opposizione liquida come uno ''sciagurato spot elettorale'' l'ipotizzato trasloco. '''Il presidente del Consiglio non sa più cosa inventarsi per rimediare alla valanga che gli è crollata addosso - dice il portavoce dell'Idv, Leoluca Orlando - Tutti sanno, infatti, che il trasferimento di strutture e personale comporta un peso ulteriore sulle casse dello Stato. E in questo momento di grave crisi economica sarebbe dannosissimo per il Paese''. Ironica la presidente del Pd, Rosy Bindi: Che "i ministeri entrino in questo modo nella campagna elettorale" e' la prova che il premier è ''ridotto come Totò a vendere Fontana di Trevi pur di tenere in piedi una maggioranza agonizzante''

VERTICE CASINI (UDC) MERLO (MAIE) SULLA CIRCOSCRIZIONE ESTERO

Si è tenuta a Roma una riunione tra gli on. Pierferdinando Casini e Ricardo Merlo per fare il punto sulle prossime attività del MAIE nella Circoscrizione Estero.
Dopo una sintesi sui congressi e visite svolti a Sydney, Merlbourne in Australia, Curitiba in Brasile e a Rosario in Argentina, nello scorso mese di Aprile, Merlo, responsabile per gli italiani nel mondo del MAIE-UDC, ha informato Casini sui prossimi appuntamenti del mese di giugno che lo vedranno impegnato prima in Europa, per un convegno a Zurigo a cui parteciperanno esponenti della collettività e dell'associazionismo, e poi a Lima, in Perù per un congresso costituente del MAIE nell'Area Andina.

Oltre a questi due appuntamenti all'estero, Merlo ha in agenda anche un incontro a Roma con una delegazione della struttura MAIE dell'Australia a metà del mese di giugno.
Casini si è complimentato con Ricardo Merlo per gli sviluppi dell'attività del MAIE-UDC in tutta la Circoscrizione Estero, confermando la massima fiducia nel suo operato.
Dopo questo incontro, inoltre, Casini e Merlo hanno ricevuto l'Ambasciatore Jorge Arguello, Rappresentante Permanente dell'Argentina presso le Nazioni Unite, in visita istituzionale in Italia.
Nel colloquio si sono affrontati alcuni aspetti delle relazioni bilaterali tra Italia Argentina, relativi alle questioni economiche, politiche e a quelle culturali.
"Le relazioni bilaterali tra Italia e Argentina – ha dichiarato l’ambasciatore - devono essere considerate relazioni privilegiate. Auspico che i nostri due Paesi possano incrementare, oltre agli incontri ufficiali a livello di governo e di alti funzionari, occasioni di dialogo tra uomini politici, personalità della cultura e dei media, imprenditori, su temi di interesse comune."
Ricardo Merlo, si è detto totalmente disponibile a lavorare su questa linea, sottolineando che: "è fondamentale incentivare i rapporti di collaborazione tra i due Paesi in tutti i settori, in coerenza con le interdipendenze esistenti in campo storico, economico e politico". (aise)