12 marzo 2011

Giappone, si temono 1.700 morti.

Il giorno dopo la violentissima scossa di terremoto e lo tsunami che ne è seguito, in Giappone si contano le vittime e si cerca di portare soccorso ai sopravvissuti. Il tutto mentre la terra continua a tremare, come quella registrata oggi di magnitudo 6.6.
Secondo i media locali il numero dei morti potrebbe sfiorare quota 1.700. Per l'Oms, le vittime accertate al momento sono almeno 621, una cifra destinata a crescere. Stando ai dati provvisori dell'Organizzazione mondiale della Sanità, almeno 645 sono i dispersi e 1.040 i feriti.
Ma il bilancio potrebbe lievitare paurosamente. Secondo fonti amministrative locali, citate dai media giapponesi, infatti, vi sono 9.500 dispersi a Minamisanriku, nella prefettura di Miyagi.
Le squadre di soccorso dell'esercito giapponese - riferisce la televisione pubblica Nhk - hanno trovato oggi tra i 300 e i 400 corpi a Rikuzen Takata, città costiere della prefettura di Iwate, che è stata investita dall'enorme onda di tsunami di ieri.
Mentre oltre tremila persone sono state messe in salvo. Lo ha sottolineato il primo ministro Naoto Kan nel corso del summit straordinario con la protezione civile, secondo quanto riferito dai media locali.
Molti i giapponesi che nelle aree a rischio tsunami hanno trascorso la notte all'addiaccio sui tetti più alti di scuole, ospedali ed edifici pubblici. Il governo ha intanto mobilitato 50mila soldati che si aggiungono agli operatori civili dei soccorsi.
Il Giappone ha impegnato 190 aerei e 25 vascelli nelle operazioni di soccorso, rese più difficili anche dalla minaccia di nuovi tsunami in seguito alle scosse di assestamento.
L'ambasciatore d'Italia a Tokyo, Vincenzo Petrone, ai microfoni di Sky TG24, ha riferito: "Siamo in contatto quasi con tutti gli italiani, mancano ancora all'appello 17 ma che potrebbero essere già andati via - ha spiegato - Dubito che non abbiano ricevuto le mail che gli abbiamo mandato. Non ci hanno solo ancora risposto. La polizia, in ogni caso - ha aggiunto - ci garantisce che né tra i deceduti, né tra i feriti ci sono stranieri''. "Nella prefettura giapponese di Fukushima , dove si trova la centrale nucleare in cui è avvenuta un'esplosione, ci sono ancora cinque italiani - ha proseguito - ma dubito che i connazionali siano nel raggio di 10 chilometri dall'impianto".
Intanto si cominciano a contare i danni. A Rikuzen Takata, una cittadina costiera di 25mila abitanti che risulta fra le più colpite, sono state distrutte almeno 5mila delle 8mila case dell'abitato. A Minami Soma, nella prefettura di Fukushima, le case distrutte sono 1800. Oltre 210mila persone sono state alloggiate nei centri di emergenza nel Giappone settentrionale e orientale, ma migliaia di altre sono rimaste senza tetto nella gelida temperatura invernale. Ventunomila persone si trovano nelle 1340 tendopoli che le squadre di soccorso hanno realizzato nelle cinque provincie più colpite dal sisma e dallo tsunami.
Gli abitanti di Tokyo, intanto, stanno facendo incetta di beni di prima necessità nei negozi, mentre lunghe code si segnalano davanti alle pompe di benzina. Molti residenti si starebbero preparando a lasciare la città dopo le notizie sull'incidente nucleare alla centrale Fukushima I. I pochi treni in funzione sono pieni di passeggeri.
Il governo giapponese ha chiesto formalmente alla Gran Bretagna aiuti. Lo ha annunciato un portavoce del British Foreign Office a Londra. Anche la Russia ha inviato circa 200 uomini, tra medici e psicologi. Offerte di aiuto sono arrivate da ogni parte del mondo. Le Nazioni Unite hanno inviato nove esperti.
E la terra continua a tremare. Dopo il terremoto magnitudo 8,8 di ieri, vi sono state più di 100 scosse di assestamento, anche violente. Una di magnitudo 6,6, è stata registrata oggi nel nord est del Giappone. In seguito alle numerose scosse di assestamento, la tv pubblica ha avvertito che potrebbero verificarsi altri tsunami.