21 febbraio 2011

Napolitano: lo scontro tra partiti in Italia degenera in guerriglia

''Troppo spesso si scelgono toni troppo clamorosi, troppo eccessivi, nel giudizio si manca di misura, molte analisi sono contraddistinte da un certo estremismo. Tutto questo contribuisce a inasprire la tensione politica. I partiti si scontrano, si dividono - tutto questo in un certo modo è normale in una democrazia. In Italia, tuttavia, ciò degenera in una vera e propria guerriglia politica''. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fa questa analisi della attuale situazione politica italiana a venti anni dal crollo della Prima Repubblica, in una intervista al giornale tedesco 'Welt am Sonntag'.
''Non siamo riusciti a trovare un nuovo assetto politico che fosse stabile. Speravamo di pervenire, attraverso riforme elettorali, ad un sistema partitico bipolare solido: da una parte il centro-destra, dall'altra il centro-sinistra, nella chiarezza dell'alternanza -prosegue Napolitano- Sembrava essere tanto semplice, ma non lo fu. Vi sono state invece nuove escrescenze, nuove frammentazioni. A ciò si aggiunge che ci sono anche molti personalismi dentro e attorno ai partiti, il che, in effetti, non contribuisce alla stabilità''.
Poi rispondendo a una domanda sulla durata dell'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi. ''Io credo - dice Napolitano - che un governo regge finché dispone della maggioranza in Parlamento e opera di conseguenza''.
Caso Ruby. Silvio Berlusconi ha ''le sue ragioni e buoni mezzi giuridici per difendersi contro le accuse - sottolinea il Capo dello Stato -. Sia la nostra Costituzione, sia le nostre leggi garantiscono che un procedimento come questo, in cui si sollevano gravi accuse che il Presidente del Consiglio respinge, si svolgerà e concluderà secondo giustizia. Confido nel nostro Stato di diritto''.