28 febbraio 2011

Giovani, Draghi: "Per loro salari fermi da 10 anni. Il 30% disoccupato"


I salari d'ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, in termini reali, sono fermi da oltre un decennio su livelli al di sotto di quelli degli anni Ottanta. Il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 30%. Si accentua la dipendenza, già elevata nel confronto internazionale, dalla ricchezza e dal reddito dei genitori". Lo denuncia il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, in un discorso al Forex, a Verona, aggiungendo che "vi contribuisce fortemente la segmentazione del mercato dove vige il minimo di mobilità a un estremo, il massimo di precarietà all'altro".
Del resto, il quadro più generale non è certo incoraggiante: "In Italia la crescita stenta da 15 anni" e i tassi di sviluppo del nostro Paese "sono attorno all'1%", mentre la domanda interna rimane "debole", prosegue Draghi. "A beneficio della crescita di tutta l'economia andrebbe un assetto normativo ispirato pragmaticamente all'efficienza del sistema
Infinatti, "si è già cominciato, ma azioni riformatrici più coraggiose migliorerebbero le aspettative delle imprese e delle famiglie e aggiungerebbero per questa via impulsi alla crescita". Secondo i governatore "possiamo guardare con ragionevole fiducia alla possibilità di un'azione riforma". L'Italia, sottolinea Draghi, "dispone di grandi risorse, ha molte aziende, una grande capacità imprenditoriale, la sua gente è laboriosa e parsimoniosa".