28 febbraio 2011

Giustizia, Berlusconi: ''Patto Fini-Anm per bloccare le riforme''

"Dopo la diaspora di Fini abbiamo una maggioranza meno grande ma possiamo fare le riforme che prima venivano bloccate dallo statalismo di Fini. In particolare, in materia di giustizia c'era un patto tra Fini e il sindacato dei magistrati, l'Anm, per bloccare le riforme. Questo spiega perché non è stata ancora fatta la riforma sulle intercettazioni". Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, interviene così a un convegno a Milano e scandisce: "Quando decidiamo una legge, avendo avuto l'ok dal presidente della Repubblica e dal suo staff che interviene puntigliosamente su tutto, la mandiamo in Parlamento, entra nelle commissioni, viene discussa e cambiata, poi va nell'Aula, poi nell'altra e ancora nelle commissioni, viene discussa, vi sono i veti dei giudici che dicono la loro anche quando non dovrebbero e autorità che intervengono quando non devono intervenire. Poi, se per caso al capo dello Stato non piace ritorna alla Camera e al Parlamento e se non piace ai pubblici ministeri di sinistra ricorrono alla Corte costituzionale che la abroga''.

''Risibile'' la secca risposta del presidente della Camera in merito al patto con l'Anm. Ma Fini difende soprattutto il Quirinale: "Il capo dello Stato esercita il suo diritto-dovere, quando promulga una legge, di verificare che sia rispettosa della Costituzione".
Per Berlusconi ''è necessaria una riforma istituzionale che non è mai stata fatta perché non avevamo la maggioranza al nostro interno. Bisogna poi ridurre della metà il numero dei parlamentari, in Parlamento lavorano solo 50 o 60 gli altri si fanno dare le indicazioni dai capogruppo''. Quindi un nuovo affondo ai ''vecchi comunisti'', all'opposizione che vuole ''frontiere spalancate così i clandestini potranno votare per loro e intercettazioni a go-go''.
Il Cavaliere dice di averne ''piene le scatole'' e rivela il ''sogno di tornare ad essere un cittadino privato'' ma ''i sondaggi dicono che ho il 51% delle preferenze e per questo non posso andarmene perché potrebbero pensare che io abbia disertato e non posso quindi finire la mia carriera politica con un giudizio negativo da parte di tutta l'Italia''.
In precedenza, a un'altra iniziativa, sempre a Milano, il Cavaliere ha confidato di non avere un cellulare ''e non perché non possa averlo, ma perché esposto a ogni tipo di intercettazione. Per questo ho rinunciato da tempo ad avere un telefonino" ha affermato Berlusconi, sottolineando che "un paese in cui non si può parlare liberamente al telefono non è un paese libero e civile".
Ai militanti del Pdl il Cavaliere si è rivolto con una battuta. ''Siete così simpatici che vi invito tutti al bunga bunga - ha detto Berlusconi - Temo però che rimarrete delusi, al bunga bunga non c'è niente di proibito ma solo quattro salti e quattro chiacchiere in allegria". E ai cronisti che gli chiedevano se fosse preoccupato per il 6 aprile, data di inizio del processo sul caso Ruby, il Cavaliere ha risposto: ''Cosa c'è il 6 aprile?". ''Sono l'uomo più processato d'Italia - ha lamentato - ci sono state 2.952 udienze. Quando mi dicono di farmi processare penso 'perdonali perché non sanno quello che dicono'".
Quanto alla maggioranza, "non è vero - ha rimarcato - quello che scrivono i giornali, la fiducia nei nostri confronti non è scesa. Il Pdl è al 30%, mentre il Terzo Polo se si allea con la sinistra prende meno del 10%. Fli poi è all'1,3%".
A stretto giro la replica di Fli. "E' incomprensibile l'accanimento con cui Berlusconi si occupa di Futuro e libertà - ha dichiarato il vice presidente Italo Bocchino - Se davvero a lui risulta che il nostro consenso sarebbe dell'1,3% non si comprende il perché di tanta attenzione''.
Per Rosy Bindi, "è durata davvero poco la strategia da statista di Berlusconi''. ''Mentre gli italiani fanno i conti con la disoccupazione, i tagli ai servizi essenziali, le difficoltà delle imprese e una crescita a rilento, il presidente del Consiglio torna a fare l'imbonitore. Ma siccome la merce è ormai scaduta, per spiegare i mancati risultati del suo governo non trova di meglio che attaccare il capo dello Stato, la Corte costituzionale e il Parlamento", ha detto la presidente dell'Assemblea del Pd. "Il presidente della Repubblica ha il compito di far rispettare la Costituzione e non può permettere che diventi una 'Carta ad personam' - ha affermato il portavoce dell'Italia dei valori, Leoluca Orlando -. Giù le mani da Giorgio Napolitano che svolge il suo compito nel pieno solco della legge fondamentale della Repubblica''.
Il premier oggi a Milano è stato contestato da un piccolo gruppo di persone che ne chiedevano le dimissioni.

Giovani, Draghi: "Per loro salari fermi da 10 anni. Il 30% disoccupato"


I salari d'ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, in termini reali, sono fermi da oltre un decennio su livelli al di sotto di quelli degli anni Ottanta. Il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 30%. Si accentua la dipendenza, già elevata nel confronto internazionale, dalla ricchezza e dal reddito dei genitori". Lo denuncia il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, in un discorso al Forex, a Verona, aggiungendo che "vi contribuisce fortemente la segmentazione del mercato dove vige il minimo di mobilità a un estremo, il massimo di precarietà all'altro".
Del resto, il quadro più generale non è certo incoraggiante: "In Italia la crescita stenta da 15 anni" e i tassi di sviluppo del nostro Paese "sono attorno all'1%", mentre la domanda interna rimane "debole", prosegue Draghi. "A beneficio della crescita di tutta l'economia andrebbe un assetto normativo ispirato pragmaticamente all'efficienza del sistema
Infinatti, "si è già cominciato, ma azioni riformatrici più coraggiose migliorerebbero le aspettative delle imprese e delle famiglie e aggiungerebbero per questa via impulsi alla crescita". Secondo i governatore "possiamo guardare con ragionevole fiducia alla possibilità di un'azione riforma". L'Italia, sottolinea Draghi, "dispone di grandi risorse, ha molte aziende, una grande capacità imprenditoriale, la sua gente è laboriosa e parsimoniosa".

Senato: nasce 'Coesione nazionale'

Nasce al Senato 'Coesione nazionale', nuovo gruppo parlamentare in cui confluiscono alcuni senatori che hanno lasciato Fli tra cui l'ex capogruppo dei Finiani a Palazzo Madama Pasquale Viespoli. Oltre a Viespoli, del gruppo fanno parte Franco Cardiello (Pdl), Maria Pia Castiglione (Pid), Giuseppe Menardi (ex Fli), Pasquale Nessa (Pdl), Elio Massimo Palmizio (Pdl), Salvatore Piscitelli (Pdl), Adriana Poli Bortone (ex gruppo Udc-Autonomie), Maurizio Saia (ex Fli), Riccardo Villari (Misto).

26 febbraio 2011

COSTI POLITICA: ANGELETTI, NEGLI ULTIMI 10 ANNI +40%

''Negli ultimi 10 anni i costi della politica sono stati incrementati del 40%. I redditi dei lavoratori sono aumentati poco piu' del 20%. In nessun altro Paese europeo si e' avuto un incremento di questo spessore''. Lo sottolinea il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, presentando la campagna per la riduzione dei costi della politica che, definisce ''una delle tante anomalie'' italiane. Nel nostro Paese ''spendiamo il 30% in piu' per il funzionamento della politica, con una dinamica di crescita doppia rispetto agli altri Paesi dell'area euro'', evidenzia ancora Angeletti, sostenendo che ''la strada non sara' facile, ci saranno ostacoli da parte del sistema politico che in Italia e' pesante'' ma ''siamo convinti che questa e' una cosa da fare, un obiettivo da raggiungere, non una battaglia''.
Secondo il leader della Uil, ''una presa di coscienza andrebbe a beneficio del Paese, consentirebbe ai nostri uomini politici di avere un atteggiamento piu' morigerato e restituirebbe un po' piu' di credibilita' alla politica italiana''. Sottolineando che ''molto spesso i costi sono sprechi'' Angeletti rileva che ''a parita' di popolazione abbiamo il piu' alto numero di persone elette a cariche pubbliche e il piu' alto numero di persone nominate dalla politica che svolgono funzioni parapubbliche, pagati dalle casse pubbliche. So che e' piu' difficile chiedere alla politica di ridurre i suoi costi che le tasse'' ma ''il differenziale con gli altri Paesi europei va ridotto'', conclude il numero uno della Uil

BERSANI: BERLUSCONI AL TRAMONTO. NOI CI PREPARIAMO A RICOSTRUIRE ITALIA

Per il bene del Paese Berlusconi dovrebbe andarsene e permettere cosi' una vera politica di riforme.E' quanto ferma il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, intervistato da 'La Stampa'.Dopo avere ribadito che la cosa migliore sarebbe andare alle elezioni, Bersani conferma che il Pd sta mettendo a punto un programma per la rinascita dell'Italia, programma che proporra' a tutte le forze politiche che condividano questa urgenza di ''ricostruire'' il Paese, a partire dal Terzo polo.
''Per noi Berlusconi deve fare un passo indietro e la cosa giusta sarebbe andare a votare. In quel caso e comunque sia, continuiamo a dire che ci vuole un'alleanza larga tra progressisti e moderati, da li' non ci muoviamo. Il tramonto di Berlusconi puo' essere piu' o meno lungo e noi useremo tutto il tempo per affinare un progetto per ricostruire l'Italia. E chi si tira indietro deve spiegare al paese quale soluzione propone. Bisogna capire se e come si comporra' questo Terzo Polo, perche' a noi non interessano alleanze con chi voglia rifondare il centrodestra, ma con forze moderate di centro. Quindi continueremo a dire che con i problemi che abbiamo di fronte, dobbiamo dare le basi piu' larghe a quelle quattro o cinque riforme da fare per ricostituire l'ossatura del paese. Poi tireremo le somme, puo' essere che qualcuno si sottragga ma da qui alle elezioni e' tutto da vedere...''.

GOVERNO: BERLUSCONI, AVANTI FINO AL 2013

''Il governo e' saldo'', ''la maggioranza si rafforza giorno dopo giorno'', ''andiamo avanti'' nonostante le ''forze dell'odio e della conservazione''.Parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un messaggio inviato ai giovani del Pdl riuniti a Sorrento per la ''Prima giornata di riflessione politica''.''Il governo e' saldo -assicura Berlusconi- e continuera' a lavorare per tutta la legislatura, fino al 2013, per completare il programma di riforme... vinceremo la sfida della modernizzazione''.''L'unita' del nostro paese, e' stata raggiunta grazie al coraggio e al sacrificio di molti che hanno anteposto l'amore per la Patria a tutto il resto, anche a rischio della propria vita. Oggi noi tutti -scrive Berlusconi- siamo chiamati a rendere omaggio a quegli eroi che sognarono un'Italia unita, forte e protagonista.

Concorderete con me che non e' retorica lo strumento, con cui poter commemorare quelle straordinarie vicende storiche. Il modo migliore per festeggiare i 150 anni della nostra Nazione e', infatti, lavorare concretamente, con passione e spirito di servizio, per lo sviluppo del nostro Paese e la sua crescita civile''.''Per celebrare l'Unita' siamo innanzitutto chiamati a eliminare il divario tra le diverse realta' territoriali, favorendo il pieno sviluppo delle potenzialita' del Mezzogiorno. Per centrare questo obiettivo -sostiene Berlusconi-, noi ci siamo mossi sul terreno che preferiamo: quello dei fatti concreti. Il nostro Governo ha avviato il Piano per il Sud per portare nuove risorse e infrastrutture.Inoltre, abbiamo dichiarato guerra alla criminalita' organizzata ottenendo risultati record per arresti di latitanti e confische di beni. Infine, per favorire nel Mezzogiorno una cultura del buongoverno, stiamo portando avanti la riforma federale con l'obiettivo di responsabilizzare la gestione degli Enti locali ed eliminare gli sprechi''.''Noi -dice Berlusconi- vogliamo portare il Sud d'Italia ai posti di eccellenza che gli competono e vogliamo continuare a fare le riforme di cui il Paese ha bisogno. Per farlo, ci troviamo a lottare contro le forze dell'odio, della conservazione, del malaffare del clientelismo. Il Governo e' saldo e continuera' a lavorare per tutta la legislatura, fino al 2013, per completare il programma di riforme che e' stato premiato dagli italiani nelle elezione del 2008. La maggioranza si rafforza giorno dopo giorno mentre le forze di opposizione non hanno leader, programmi, idee''.''Lo diciamo chiaramente: noi andiamo avanti -afferma ancora Berlusconi- e vinceremo la sfida della modernizzazione del nostro Paese, lo faremo grazie ai nostri valori e all'entusiasmo di tanti giovani che, come Voi, vogliono un'Italia piu' libera. Sento il Vostro sostegno e il Vostro affetto. Per questo Vi ringrazio, Vi invio il mio piu' cordiale saluto e Vi auguro di realizzare tutti i sogni e i progetti che avete nella mente e nel cuore''.

Libia: rischio guerra civile

Ci sono forze straniere dietro le manifestazioni contro il regime in Libia". E' l'accusa lanciata da uno dei figli e delfino del Colonnello, Seifulislam Gheddafi, in un'intervista alla tv 'al-Arabiya'.
"La maggior parte delle zone del paese sono in una situazione di calma - ha aggiunto - a Tripoli c'è la metà della popolazione libica, tutta la ribellione è limitata alle zone orientali. In occidente, ad esempio ad al-Zawiyah, tutto torna alla normalità". Quanto ai morti di Bengasi, "molte delle vittime sono cadute non perché il governo ha ordinato di sparare ma perché si sono scontrate tra loro". Il figlio del leader libico bolla come "ridicole le dicerie sulla presenza di mercenari e sui raid aerei sui manifestanti. I caccia hanno bombardato solo i depositi di armi".
Poi l'avvertimento: "Non minaccio i libici, ma li avverto sui rischi dell'anarchia". Il colonnello, ha detto, "Gheddafi vuole attuare una serie di riforme, ma in modo pacifico, senza cadere nel caos". Mentre le rivolte in corso rendono possibili tutte le opzioni, "compresa la guerra civile". Secondo Seifulislam, "in Libia sta avvenendo come è avvenuto in Libano, quando Jaish al-Islam, il gruppo vicino ad al-Qaeda, ha scatenato una guerra con l'esercito". "Il nostro - ha infine aggiunto - è un paese unito, è impossibile una secessione della Cirenaica".
Le notizie che arrivano dal Paese sono meno drammatiche dei giorni scorsi ma la tensione resta alta. E proseguono anche le defezioni tra le forze armate: gli ufficiali della base aerea militare libica Gamal Abdel Nasser, che si trova 16 chilometri a sud di Tobruk, nel nord-est del paese, sono passati dalla parte dei rivoltosi. Lo ha annunciato un ufficiale della base militare intervistato dalla tv satellitare 'al-Arabiya'. Mentre l'ex ministro dell'Interno libico, Abdel Fattah Yunis, da Bengasi, in un'intervista ha affermato: "Tutto l'esercito libico deve unirsi alla rivolta, non c'è nulla da aspettare".
Intanto, la città di Tripoli si è svegliata questa mattina in una situazione di calma relativa. Non si registrano nuove proteste e scontri dopo quelle avvenute ieri in diversi quartieri della città. Mentre oggi sarebbero scesi in piazza nel quartiere Tajura i sostenitori di Gheddafi.
Secondo quanto riferisce il giornalista residente nella capitale libica, Muahhadm al-Hayazi, alla tv araba 'al-Jazeera', un gruppo di attivisti e intellettuali che hanno preso parte alle proteste di ieri sta creando un coordinamento dei gruppi di opposizione in città per cercare di operare in stretto contatto con i gruppi di insorti che controllano Bengasi e la Cirenaica, in modo da portare avanti un tipo di lotta organizzata contro il regime.
Nuovi scontri a fuoco si sono registrati nella notte invece nei dintorni dell'aeroporto di Misurata, caduto nei giorni scorsi nelle mani dei rivoltosi libici. Secondo quanto riferisce un testimone alla tv satellitare 'al-Arabiya', le milizie fedeli a Gheddafi hanno tentato più volte di riconquistare l'aeroporto, ma sono stati sempre respinti dai ribelli. I siti dell'opposizione libica hanno pubblicato un videomessaggio del maggiore dell'esercito libico Abu Bakr Ali, responsabile dello scalo, che sarebbe tenuto in ostaggio dagli insorti. Nel video, della durata di 40 secondi, l'ufficiale si rivolge alla sua tribù, alla quale chiede "di evitare ulteriori spargimenti di sangue e di fare gli interessi del popolo".
Secondo l'ong Human Right Watch (Hrw) le forze di sicurezza libiche, supportate da sostenitori di Gheddafi, hanno inoltre attaccato nelle scorse ore gli insorti che cercano di mantenere il controllo di al-Zawiyah, 30 chilometri circa a ovest di Tripoli. Secondo la tv di stato, ancora in mano al Colonnello, la situazione nella città sarebbe ritornata quasi alla normalità e ''non resta che un piccolo gruppo ribelle''. Nella zona di Sebrata, a pochi chilometri da al-Zawiyah, le brigate fedeli a Gheddafi hanno aperto il fuoco su un gruppo di rivoltosi. Secondo la tv satellitare 'al-Arabiya', si contano decine di feriti, alcuni dei quali versano in gravi condizioni.
Quanto alla sorte della famiglia del Colonnello, la moglie di Gheddafi, Ayesh, e la figlia Aisha sarebbero partite questa mattina da Tripoli alla volta di Vienna. E' quanto ha affermato un oppositore in esilio del regime libico contattato dalla tv satellitare 'al-Arabiya'. La notizia non trova però conferme ufficiali. Altre fonti danno Aisha e la madre in Arabia Saudita.
Si registra poi, dopo le defezioni di un gran numero di diplomatici e militari, anche quello dell'infermiera personale del colonnello che sarebbe in partenza da Tripoli per fare ritorno in patria. Lo scrive il quotidiano Segodnya, che cita la figlia della donna.
Sul fronte del rimpatrio degli italiani, oggi un C-130J dell'Aeronautica militare decollato da Pisa e diretto ad Hamal non è atterrato allo scalo libico ed ha invertito la rotta per tornare in Italia. Non sono chiare al momento le ragioni dell'atterraggio negato. Il velivolo era atteso ad Hamal per imbarcare 25 italiani che ancora attendono di poter lasciare il Paese africano.

DRAGHI: RIFORME CORAGGIOSE COME IMPULSO ALLA CRESCITA

"Riforme coraggiose come impulso alla crescita''. Il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, intervenuto al Congresso Aiaf, Forex-Assiom, che si svolge a Verona, spiega che per il nostro paese sono necessarie politiche che possano ''liberare lo spirito degli imprenditori e degli individui da molti vincoli. Si e' gia' cominciato - dice - ma azioni riformatrici piu' coraggiose migliorerebbero le aspettative delle imprese e delle famiglie, e aggiungerebbero per questa via impulsi alla crescita''.Draghi afferma che il divario nord-sud e' stato determinato anche da ''politiche nazionali'' e dalla loro applicazione territoriale''. Le imprese, dice, hanno una ''insufficiente propensione all'innovazione e propensione internazionale''. I comportamenti degli imprenditori risentono poi di ''incentivi impropri a crescere: un sistema fiscale con meno evasione e aliquote piu' basse favorirebbe la decisione di aumentare la dimensione delle imprese''
SUI GIOVANI SPRECO DI RISORSE E SALARI FERMI DA OLTRE 10 ANNI ''I salari di ingresso dei giovani sono fermi da oltre 10 anni, il tasso di disoccupazione e' salito al 30% circa, nella segmentazione del mercato del lavoro vige il minimo di mobilita' e di precarieta'.Cosi' i giovani accentuano la loro dipendenza dai genitori.E' uno spreco di risorse che li avvilisce e intacca gravemente l'efficienza del sistema produttivo'', aggiunge Draghi parlando dei giovani e la difficolta' di un loro collocamento sul mercato del lavoro. Il sistema di istruzione - dice - e' decisivo, la scuola deve premiare il merito. ''La valorizzazione del merito e' fra i principi centrali della riforma recentemente approvata, e' un primo passo''.DRAGHI: CRESCITA 'FRAGILE' IN ITALIA ATTORNO ALL'1% ''I tassi di sviluppo in Italia - sottolinea Draghi - sono attorno all'1%''. L'espansione produttiva si concentra nelle aziende esportatrici, rivolte alle economie emergenti.''Al miglioramento del quadro economico mondiale, al superamento del disordine finanziario creato dalla crisi, si accompagnano tuttavia vecchie e nuove fragilita'. Tassi di crescita molto difformi possono facilmente accrescere la volatitlita' dei cambi e dei tassi di interesse, mettendo a repentaglio la solidita' della ripresa''. Le interconnessioni fra le economie rendono il sistema vulnerabile anche a shock circoscritti''.

NAPOLITANO A BERLINO: L'EUROPA DEVE ESSERE UN GLOBAL PLAYER

"O l'Europa diventerà un global player o cadrà nell'irrilevanza". Ne è convinto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che, giunto oggi a Berlino per una visita ufficiale nella Repubblica Federale di Germania, ha rilasciato un'intervista al quotidiano "Die Welt", nella quale ribadisce che "non esiste un qualsiasi Paese europeo che, da solo, possa assumere, in futuro, un ruolo sulla scena della politica globale".
"Abbiamo da un lato potenze emergenti come il Brasile, l'India e la Cina e dall'altro grandi protagonisti storici come gli Usa", ha aggiunto il capo dello Stato. "Solo se noi europei parleremo con una sola voce, peseremo nella politica globale. Altrimenti rischiamo di scivolare ai margini della politica globale".
La visita di Napolitano in Germania prevede colloqui e incontri con il presidente Christian Wulff e il cancelliere federale Angela Merkel. Oggi in particolare il Capo dello Stato, dopo l'incontro con il personale dell'Ambasciata e con i rappresentanti della comunità nazionale, visiterà la mostra su "Hitler e i tedeschi - Collettività nazionali e crimine" al Museo Storico Tedesco.
Alla Cancelleria Federale è previsto il colloquio con Angela Merkel e, successivamente, l'incontro con il presidente tedesco Christian Wulff al Castello di Bellevue, dove la giornata si concluderà con un pranzo di lavoro offerto da Wulff.
Domani, poi, venerdì 25 febbraio, il presidente Napolitano incontrerà il capogruppo SPD al Bundestag, Frank-Walter Steinmeier, e il ministro presidente della Baviera, Horst Seehofer.

Parlando con il "Die Welt" della sua visita e, nello specifico, delle tematiche che saranno al centro degli inconti con il presidente Wulff e il cancelliere Merkel, Giorgio Napolitano ha detto: "vogliamo parlare in particolare su come possiamo rilanciare insieme l'impegno per l'Europa, che si è visibilmente intiepidito, con energia e passione. E in modo tale che esso tocchi e affascini anche i cittadini. Nessuno può essere soddisfatto della situazione attuale nell'Unione Europea". Quanto al Trattato di Lisbona, il presidente italiano ha redarguito: "avremmo dovuto essere forse un po' più coraggiosi. La crisi che viviamo da due anni, a mio avviso, ci impone di fare un energico passo in avanti nell'integrazione europea".
Infine sul ruolo dell'Europa nelle questioni che stanno interessando il mondo arabo, il presidente Napolitano ha affermato: "dobbiamo beninteso rispettare l'autonomia di questi Paesi. Devono decidere loro stessi quale strada prendere", ma,. Ha precisato, "non possiamo comunque che sostenere un processo di transizione ordinata che porti a elezioni democratiche. E dobbiamo sforzarci di avviare una forte politica euro-mediterranea, nello spirito del processo di Barcellona". (aise)

21 febbraio 2011

Napolitano: lo scontro tra partiti in Italia degenera in guerriglia

''Troppo spesso si scelgono toni troppo clamorosi, troppo eccessivi, nel giudizio si manca di misura, molte analisi sono contraddistinte da un certo estremismo. Tutto questo contribuisce a inasprire la tensione politica. I partiti si scontrano, si dividono - tutto questo in un certo modo è normale in una democrazia. In Italia, tuttavia, ciò degenera in una vera e propria guerriglia politica''. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fa questa analisi della attuale situazione politica italiana a venti anni dal crollo della Prima Repubblica, in una intervista al giornale tedesco 'Welt am Sonntag'.
''Non siamo riusciti a trovare un nuovo assetto politico che fosse stabile. Speravamo di pervenire, attraverso riforme elettorali, ad un sistema partitico bipolare solido: da una parte il centro-destra, dall'altra il centro-sinistra, nella chiarezza dell'alternanza -prosegue Napolitano- Sembrava essere tanto semplice, ma non lo fu. Vi sono state invece nuove escrescenze, nuove frammentazioni. A ciò si aggiunge che ci sono anche molti personalismi dentro e attorno ai partiti, il che, in effetti, non contribuisce alla stabilità''.
Poi rispondendo a una domanda sulla durata dell'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi. ''Io credo - dice Napolitano - che un governo regge finché dispone della maggioranza in Parlamento e opera di conseguenza''.
Caso Ruby. Silvio Berlusconi ha ''le sue ragioni e buoni mezzi giuridici per difendersi contro le accuse - sottolinea il Capo dello Stato -. Sia la nostra Costituzione, sia le nostre leggi garantiscono che un procedimento come questo, in cui si sollevano gravi accuse che il Presidente del Consiglio respinge, si svolgerà e concluderà secondo giustizia. Confido nel nostro Stato di diritto''.

20 febbraio 2011

Bersani: "Nessuna alleanza con la Lega, li sfidiamo sul federalismo"

"No, non sto chiedendo alleanze alla Lega. L'alleanza la chiedo a tutte le forze che oggi sono all'opposizione, su una base programmatica, per costruire una nuova Repubblica. Alla Lega dico che sul federalismo noi ci siamo". Lo precisa il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in un'intervista a L'Eco di Bergamo, che spiega come sul Carroccio non e' "mai stato d'accordo con chi aveva la puzza sotto il naso nei suoi confronti, la riconosco come forza popolare e autonomista, pero' deve tornare al punto di partenza, uscire dalle sue ambiguita'". E l'intervista alla Padania di due giorni fa era solo "una sfida, l'annuncio di una battaglia. Siamo due partiti alternativi e non intendiamo fare sconti alla Lega".
Bersani poi spiega il senso del messaggio lanciato e cioe' che se la Lega "tiene attaccata la spina al governo Berlusconi in nome del federalismo, noi non accettiamo questo alibi. Non vengano a raccontare che per fare il federalismo bisogna tenere su il miliardario". Certo, "la Lega, che sa che i tempi di Berlusconi si accorciano, vuol portare a casa una bandiera purchessia, ma in quella bandiera, fin qui, non c`e' il federalismo. Berlusconi, disinteressato al federalismo, vuole tenere agganciata la Lega per fare approvare il processo breve e passare la nottata. Noi denunciamo questa cosa e diciamo: non c`e' ragione di nascondersi dietro il federalismo se si vuole tenere in vita Berlusconi".
Il segretario del Pd ci tiene a sottolineare che "siamo federalista prima di loro: noi abbiamo fatto l`articolo 119 della Costituzione, noi siamo per un`Italia delle autonomie, e per noi l`autonomia e' il modo piu' efficiente di tenere insieme il Paese e arrivare a comuni standard di servizi. Le culture che sono alla base dei Pd hanno inventato tutto cio' che c`e' delle politiche locali. La Lega, invece, ha inventato solo le ronde che si sono perse nel bosco. È nell`essenza del Pd una battaglia per un federalismo che unisce. Noi siamo pronti a discutere".(AGENZIA DIRE, http://www.dir.it/)

Bocchino rilancia Fli: "Non ci sfaldiamo, la gente si fida di Fini"

"Il partito non si sta sfaldando". Lo dice il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, arrivando alla riunione della segreteria politica nazionale dei membri non parlamentari, da lui convocata dopo l'assemblea di Milano. A chi gli chiede delle fratture che sono emerse e che hanno portato anche alla fuoriuscita di alcuni esponenti, Bocchino risponde: "Sono le questioni che succedono nei congressi veri dei partiti veri. Il problema e' che gli osservatori non sono piu' abituati ai congressi veri". Quanto alla situazione dei gruppi parlamentari, il vicepresidente di Fli risponde: "Al momento al Senato il gruppo c'e'".
"Abbiamo bisogno di una struttura organizzativa e per fine anno Futuro e liberta' avra' almeno 200 mila iscritti, 110 presidenti provinciali del partito eletti dagli iscritti, cosi' come i coordinatori regionali. Il tutto con il massimo della partecipazione e della democrazia, secondo il principio una testa un voto". Cosi' il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, prima che si avvii la prima riunione della segreteria politica nazionale dei membri non parlamentari indicati durante l'assemblea costituente del partito a Milano.
"Oggi insediamo la segreteria politica nazionale di Fli- spiega- l'elemento innovativo e' che ne fanno parte soggetti esterni alle assemblee elettive e che provengono dal mondo della cultura e delle professioni. Discuteremo di come organizzarci per far partire il lavoro". Martedi', continua Bocchino, "ci sara' la riunione dei coordinatori regionali per convocare congressi in tutta Italia, e quindi strutturare il partito molto velocemente. Fini ha detto che c'e' un 'Italia fuori dal palazzo a cui ci si rivolge, c'e' un'Italia che secondo tutte le indagini demoscopiche da' una buona fiducia a Fini".
"Noi ci appelliamo a tutti coloro che vogliono creare un partito liberale, riformatore e moderato, in un'area di centrodestra. Saremo quello che doveva essere il Pdl e che non e' stato". Cosi' Italo Bocchino arrivando alla prima riunione della segreteria politica nazionale di Fli, composta da membri non parlamentari. "Quando finira' questo accanimento terapeutico" per tenere in vita il governo Berlusconi, continua Bocchino, "molti degli elettori alternativi alla sinistra torneranno con noi". E conclude: "Realizzeremo questo contenitore quando ci sara' la fine del berlusconismo".(AGENZIA DIRE, www.dire.it)

Berlusconi: ''La giustizia è diventata un contropotere politico''

La giustizia ''è divenuta sempre più un contropotere politico che esonda dai principi costituzionali e che è sempre meno un servizio pubblico efficiente e giusto, quale invece tutti vorrebbero che fosse''. E' quanto afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un messaggio ai Promotori della Libertà, con il quale rilancia sulla riforma della giustizia e conferma un Cdm ad hoc a breve per il suo varo definitivo.
L'attacco è rivolto in particolar modo ai pm di Milano. ''Al di là dei danni arrecati dalle ennesime, insensate e imperdonabili iniziative giudiziarie messe in campo dai magistrati di Milano - dice Berlusconi - il presidente del Consiglio, il governo e la maggioranza hanno lavorato e stanno lavorando alacremente alla soluzione dei tanti problemi che ci affliggono''.
Il Cavaliere mette in chiaro che non arretrerà di un millimetro: ''Continuiamo quindi, voglio ripeterlo, a lavorare con impegno. Perché come succede in ogni democrazia liberale, il governo è legittimato dal voto popolare ed ha il diritto-dovere, diritto-dovere di governare se ha il sostegno della maggioranza parlamentare''.



''Noi - ribadisce - abbiamo vinto tutte le tornate elettorali degli ultimi tre anni: abbiamo vinto le elezioni politiche, le elezioni europee, le amministrative e quelle regionali. Non solo. Negli ultimi tre mesi il Parlamento ci ha rinnovato per ben otto volte la fiducia al governo, con uno scarto crescente tra maggioranza e opposizione, a favore della maggioranza''.
''Il nostro governo - continua - lungi dall'essere paralizzato o bloccato, come va dicendo l'opposizione con argomentazioni assolutamente infondate, il nostro governo del fare non si è fermato mai neppure un momento. E ora - dice il Cavaliere - vogliamo e possiamo andare avanti grazie a un passo che è reso ancora più spedito dall'uscita dalla nostra maggioranza di Fini e dei suoi''.
''Noi non abbiamo mai alimentato tensioni o conflitti tra le istituzioni - sottolinea tra l'altro il Cavaliere - ma abbiamo sempre operato con determinazione per fare esclusivamente l'interesse dell'Italia, e siamo riusciti a porre le famiglie e le imprese al riparo dai contraccolpi della crisi internazionale''.
Il premier rilancia quindi sul tema delle intercettazioni: ''Introdurremo una normativa sulle intercettazioni telefoniche che ponga fine agli abusi e alle violazioni della nostra privacy che si verificano anche in danno di chi non è neppure indagato, con l'introduzione di nuove norme di garanzia che scoraggino la pratica di fornire ai giornali il risultato delle intercettazioni, così come avviene in tutti, tutti i Paesi civili, e tra l'altro come avviene negli Stati Uniti, dove chi passa le intercettazioni alla stampa va in galera, e ci resta per molti anni''.
Quindi ricorda che ''tra i provvedimenti che sottoporremo di qui in avanti al Parlamento'' ci saranno ''la divisione dell'ordine requirente da quello giudicante, con la separazione degli ordini tra avvocati dell'accusa e giudici giudicanti e con un Consiglio Superiore della Magistratura, uno per i pm e uno per i giudici, accompagneremo queste novità da una riforma elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura per ridurre quella che oggi è una politicizzazione che è eccessiva e che è inaccettabile''.
Quanto all'emergenza immigrati, ''quanto prima - fa sapere Berlusconi - porterò la questione all'attenzione del vertice dei capi di governo dell'Ue e dei partners europei affinché tutti si facciano carico in modo concreto di questa emergenza''.

Anche Barbareschi lascia Futuro e Libertà: ''Aderisco al gruppo misto alla Camera''

Luca Barbareschi ha lasciato il gruppo parlamentare di Fli alla Camera dei deputati per aderire al gruppo misto. A confermarlo è lo stesso deputato raggiunto telefonicamente: ''Sì ho lasciato Fli per iscrivermi al misto''.
Mentre smentisce l'addio il vicepresidente alla Camera di Futuro e Libertà, Giorgio Conte. "Ancora una volta mi vedo costretto a smentire delle notizie false, come quelle apparse sul 'Corriere della Sera', che mi darebbero in uscita da Futuro e Libertà - dice Conte - In questi mesi non ho mai pensato neanche una volta di abbandonare questo ambizioso progetto e sono stanco di dover ribadire ogni volta che la mia appartenenza a Fli è convinta e condivisa dalla base".

17 febbraio 2011

Ocse, rallenta la ripresa. Tra i paesi del G7 l'Italia è ultima per crescita economica

Nel quarto trimestre del 2010 la crescita del Pil nell'area Ocse è stata dello 0,4% rispetto al precedente trimestre, quando però l'aumento era stato dello 0,6%. L'analisi delle principali economie mostra scenari discordanti: al calo dello 0,3% del Pil, registrato in Giappone e dello 0,5% in Gran Bretagna, si contrappone l'accelerazione degli Stati Uniti (+0,8% rispetto allo 0,6% del terzo trimestre). Rallenta la crescita in Germania (+0,4%) e in Italia (+0,1%). Nell'Eurozona la crescita è stata pari allo 0,2% (0,5% nel terzo trimestre). Rispetto allo stesso periodo del 2009, la crescita nel quarto trimestre nell'area Ocse si attesta al 2,7% (+3,2% nel terzo trimestre). Nel G7, la crescita più alta è quella registrata in Germania (+4,0%) e la più bassa in Italia (+1,3%). Per l'intero 2010 la crescita del Pil nell'area Ocse è stata pari al 2,9% (+3,5% nel 2009).

Berlusconi: a Milano creato reato che non c'è, mi difenderò

Hanno costruito un reato che non c'è, ci difenderemo. Rinfrancato dalle divisioni interne a Fli e dal ritorno all'ovile di due ex azzurri doc come Roberto Rosso e Paolo Guzzanti, Silvio Berlusconi è pronto a sferrare la controffensiva mediatica per affrontare quella che la 'Padania' ha definito la 'tempesta perfetta', cioè quattro processi nei prossimi 40 giorni, dal caso Mills al Rubygate. Il Cavaliere avrebbe chiesto ai suoi di tenersi pronti per rispondere punto per punto alle accuse di pm milanesi. Nessun voto anticipato, dunque, ma avanti tutta con l'azione di governo. Non a caso, il Pdl sta pensando di scendere in piazza il 26 marzo in vista delle amministrative (forse in piazza San Giovanni a Roma), proprio quando ricorre il 17esimo anniversario della vittoria delle elezioni nel '94, che lo portarono per la prima volta alla guida del Paese. Raccontano di un Cavaliere soddisfatto per lo smottamento di Fli al Senato (l'avevo detto che Fini non sarebbe andato da nessuna parte, avrebbe detto ai suoi). E colpito dai toni usati da Gianfranco Fini. Tanto che domani Il Foglio in un editoriale parla di un presidente della Camera ''fuori di testa'', chiedendo l'intervento del Colle.

Il presidente del Consiglio, dopo aver incassato due rientri importanti, e' convinto che la maggioranza crescera' ancora alla Camera: l'obiettivo resta quello di 'aggiungere' almeno dieci deputati ai 316 attuali, per garantirsi il riequilibrio delle Commissioni e la tenuta nei prossimi passaggi parlamentari. E il traguardo sarebbe in vista: Mi avevano dato per finito e invece..., sarebbe stato il ragionamento del Cav con chi ha avuto modo di sentirlo. Si parla anche dell'ipotesi di formare un nuovo gruppo a Montecitorio in modo da avere piu' rappresentanti nelle Commissioni e in particolar modo nell'ufficio di presidenza che dovra' essere chiamato a pronunciarsi sull'eventuale conflitto di attribuzione da sollevare davanti alla Consulta per il caso Ruby. Mercoledi' prossimo, quando i 'numeri' in Parlamento saranno piu' chiari, Berlusconi dovrebbe ritoccare la squadra di palazzo Chigi con l'innesto dei responsabili. Per lunedi' prossimo il partito ha convocato a Milano parlamentari, ministri, sottosegretari e presidenti di commissione lombardi per studiare le prossime iniziative politiche contro la giustizia ad orologeria perche', riferiscono, ''non si puo' accettare una cosi' palese violazione della volonta' parlamentare''.

Dimissioni di Berlusconi, il Pd lancia la raccolta firme porta a porta

Oltre quattro milioni di moduli per raccogliere le firme per le dimissioni di Silvio Berlusconi, accompagnati da una lettera del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, saranno recapitati nei prossimi giorni alle famiglie italiane. L'iniziativa del Partito Democratico servira' a sostenere una mobilitazione straordinaria, la quale consentira' ai cittadini di porre la firma e di rendersi a loro volta protagonisti della raccolta delle firme per le dimissioni del presidente del Consiglio. L'obiettivo e' di mettere insieme tutte le firme raccolte per portarle a palazzo Chigi il giorno 8 marzo. Considerata la forte adesione degli italiani all'iniziativa che il Pd ha promosso in ogni citta' d'Italia e anche tra gli italiani all'estero, tutto lascia prevedere che potrebbe essere addirittura superata la meta dei dieci milioni di firme.

Prosegue nel frattempo la raccolta di firme per le dimissioni di Berlusconi attraverso i canali gia' previsti. Il prossimo fine settimana, per esempio, i circoli italiani organizzeranno 5.000 banchetti per la raccolta delle firme in tutta Italia. Inoltre, davanti a molti cinema, saranno organizzati banchetti che uniranno la raccolta delle firme per le dimissioni di Berlusconi e le proteste contro l'aumento di un euro del biglietto di ingresso, rincaro che scattera' dal 1 luglio a causa del provvedimento mille proroghe appena approvato al Senato dalla maggioranza. Ciascun cittadino puo' in ogni caso continuare a firmare per le dimissioni di Berlusconi o scaricare un modulo per raccogliere a sua volta le firme nel sito: www.partitodemocratico.it

Esodo Fli, Fini: colpa del premier Ma Bossi è contento: buon segno

''Le polemiche e le divisioni esplose dopo l'Assemblea Costituente di Milano hanno creato sconcerto in quella parte di pubblica opinione che ci aveva seguito con attenzione e ovviamente fanno gioire i sostenitori del presidente Berlusconi, che già immaginano di allargare la fragile maggioranza di cui godono alla Camera. Ipotesi verosimile, vista l`aria che tira nel Palazzo e le tante armi seduttive di cui gode chi governa e dispone di un potere mediatico e finanziario che è prudente non avversare direttamente". E' quanto scrive il presidente della Camera Gianfranco Fini, in un intervento che sarà pubblicato domani dal Secolo d'Italia.
''Sappiamo che il nostro è un progetto ambizioso e quindi difficile. Ma soprattutto sappiamo che va spiegato agli elettori più che agli eletti. Ne consegue che è nella società - avverte Fini - che Futuro e Libertà dovrà sviluppare le sue iniziative, tessere la sua rete, organizzare i suoi consensi. E solo quando si apriranno le urne, accada tra poche settimane o tra due anni, sapremo se avremo vinto la nostra battaglia''.
''Fin d'ora -sottolinea il presidente della Camera- sappiamo che vale la pena di provarci con tutto l'entusiasmo, la passione, l'impegno civile dei tanti che ci invitano, senza preoccuparsi degli organigrammi, ad andare avanti. Cosa che dopo Milano faremo ancor più convintamente''.
''A Milano - sottolinea - Futuro e Libertà ha ribadito con chiarezza e in modo unanime (compresi i dissidenti del giorno dopo) che intende difendere questi principi e impedire che vengano travolti dal declino del berlusconismo''.
Quindi il presidente della Camera chiarisce: ''Ci riconosciamo e intendiamo agire nell'ambito dei valori e della cultura politica del centrodestra senza alcuna ambiguità né tantomeno senza derive estremiste o sinistrorse''.
Intanto la Lega che sta a guardare gongola. Gli sviluppi parlamentari di oggi rappresentano "un buon segno per la maggioranza", commenta il ministro delle Riforme Umberto Bossi

14 febbraio 2011

Berlusconi contro Fini: "Un sabotatore, non mi dimetto. Napolitano non vuole le urne"

"E' una proposta irricevibile, io non ho infatti mai tradito il mandato degli elettori, non ho sabotato il governo e le riforme e non ho usato la mia veste istituzionale per ordine complotti e ribaltoni". Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con Mattino Cinque, boccia la proposta fatta ieri da Gianfranco Fini di dimettersi entrambi. "Non si era mai visto nella storia repubblicana- aggiunge- un presidente della Camera prima fondare un partito e poi trasformare la terza carica dello stato in una fazione politica".
NAPOLITANO NON CI PENSA - "Non credo" che la fine anticipata della legislatura sia "nel pensiero del presidente Napolitano". Nel colloquio avuto venerdi' al Quirinale il capo dello Stato - dice Berlusconi - gli ha "garantito che finche' vi e' un governo che governa e una maggioranza che lo sostiene, non esistono ragioni per sciogliere il Parlamento".

Torna la Social card, sperimentazione per gli enti caritativi

Saranno alcuni enti caritativi nei comuni con più di 250 mila abitanti a sperimentare per un anno la carta acquisti alimentari e per il pagamento delle bollette per le fasce più bisognose (la cosiddetta Social card), in vista di una eventuale proroga della misura prevista con il decreto legge 112 del 2008.
Nell'emendamento del Pdl (a firma dei senatori Castro, Di Stefano e Tancredi) al decreto milleproroghe approvato dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato, infatti, si legge: "Al fine di acquisire i necessari elementi di valutazione per la successiva proroga del programma carta acquisti" e "per favorire la diffusione della carta acquisti tra le fasce di popolazione in condizione di maggiore bisogno, è avviata una sperimentazione in favore degli enti caritativi operanti nei comuni con più di 250.000 abitanti".
Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, sarà un decreto del ministro del Lavoro, adottato di concerto con il ministro dell'Economia, a stabilire "le modalità di selezione degli enti caritativi destinatari delle carte acquisti e i criteri di attribuzione di quote del totale di carte disponibili per la sperimentazione". Inoltre, il dl stabilira' anche "le caratteristiche delle persone in condizione di bisogno alle quali gli enti caritativi si impegnano a rilasciare le carte acquisti di cui sono titolari per il successivo utilizzo" e le "le modalità di adesione dei comuni sul cui territorio è attivata la sperimentazione". La sperimentazione avrà la durata di dodici mesi a decorrere dalla data di concessione delle carte acquisti. Le risorse previste ammontano a 50 milioni di euro.

Donne in piazza, l'ira di Berlusconi: "Sostengono il teorema giudiziario"

La manifestazione di ieri delle donne "mi è sembrato un pretesto per sostenere il teorema giudiziario che va in questi giorni e che non ha nessun riscontro nella realtà". Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ospite de 'La telefonata' di Maurizio Belpietro su Canale 5. "Ho visto la consueta mobilitazione di parte, faziosa, contro la mia persona - ha aggiunto il premier - da parte di una sinistra che cavalca qualunque pretesto per cercare di abbattere un avversario che non riesce a vincere democraticamente nelle urne. In realtà tutte le donne che hanno avuto modo di conoscermi sanno quanta sia la considerazione che ho per loro, nei loro confronti mi sono sempre comportato e mi comporto con grande attenzione e grande rispetto. Sia nelle mie aziende, sia nel mio governo ho sempre valorizzato le donne al massimo, perché ritengo che abbiano una marcia in più rispetto a noi uomini. Quindi ho sempre cercato e cerco sempre di fare in modo che ogni donna si senta speciale". "La Procura di Milano, al contrario, e i media hanno calpestato la dignità delle mie ospiti, esponendole al pubblico ludibrio senza alcuna ragione, senza alcun riguardo, calpestando la verità. E' davvero una vergogna - ha sottolineato - una grande vergogna".

Il premier replica anche Gianfranco Fini, che ieri è tornato a chiedere le dimissioni del Cavaliere: "E' una cosa paradossale, da un punto di vista istituzionale, che il presidente della Camera per ben due volte abbia chiesto le dimissioni del presidente del Consiglio, arrivando persino ad auspicare una crisi extraparlamentare". "Non si era mai visto nella nostra storia repubblicana - ha aggiunto il premier - un presidente della Camera fondare un partito e trasformare la terza carica dello Stato in una fazione politica. La proposta di Fini comunque è irricevibile, io infatti non ho tradito il mandato elettorale, non ho sabotato il governo e le riforme, non ho usato la mia veste istituzionale per ordire complotti e ribaltoni politici". Poi aggiunge: "Credo che sia arrivato il momento per tutti, sia nel Paese, sia nelle istituzioni per giudicare se il nuovo ruolo che si è ritagliato Fini sia compatibile con quello di presidente super partes previsto dalla Costituzione".
"Non credo assolutamente" che lo scioglimento anticipato delle Camere "sia nei pensieri del presidente Napolitano", ha detto ancora Berlusconi ospite de 'La telefonata'. "Tra l'altro - ha aggiunto - nell'ultimo colloquio che ho avuto con lui al Quirinale mi ha garantito che finché c'è un governo che governa e finché c'è una maggioranza politica che lo sostiene e che lavora non esistono, non esistono, motivi per sciogliere il Parlamento". "La Costituzione comunque prevede che senza una formale crisi di governo, per interrompere anticipatamente una legislatura occorre che il presidente della Repubblica consulti sia i presidenti delle Camere sia il presidente del Consiglio, cioè Silvio Berlusconi - sottolinea il premier - Quando nel '94 sciolse le Camere senza il passaggio di una crisi formale ebbe l'assenso del premier di allora che era Ciampi, il quale acconsentì dicendo che la funzione del suo governo si era esaurita". "Questo non è il nostro caso perché il governo è nella pienezza delle sue funzioni, ha ottenuto due voti di maggioranza il 29 settembre e il 14 dicembre, altri sei voti parlamentari li ha ottenuti con il voto positivo sulle grandi riforme come quella dell'Università e sia sulle sfiducie individuali sui ministri Calderoli e Bondi che sono state respinte", aggiunge Berlusconi che precisa: "Quindi c'è molta confusione ma io ho le idee molto chiare: l'interesse del Paese è quello di avere un governo stabile che mandi avanti con grande determinazione il programma concordato con gli elettori e che porti a compimento le riforme, a partire da quella sul federalismo, che tra l'altro è in dirittura d'arrivo".
Inoltre, afferma ancora Berlusconi, "alla Camera sono convinto che arriveremo presto ad avere una maggioranza intorno ai 325 deputati, cioè una maggioranza più che sufficiente per portare avanti il programma di governo sia in Aula che nelle commissioni". Il presidente del Consiglio si dice inoltre "sicuro" che la riforma della giustizia verrà approvata. "In questa legislatura - ha aggiunto - è stato sempre Fini a sbarrare la strada a questa fondamentale riforma. Mi si dice che Fini avesse garantito l'Associazione nazionale dei magistrati che finché la sua componente fosse rimasta nella maggioranza nessuna riforma della giustizia a loro sgradita sarebbe stata portata a termine. Però adesso le cose sono cambiate".
Perché "lo scempio di queste conversazioni private che non avendo alcuna rilevanza penale arrivano sui giornali deve assolutamente finire". "Quante persone innocenti - ha aggiunto il premier - sono state distrutte moralmente e materialmente da questo infernale circuito mediatico-giudiziario senza che nessun magistrato di quelli che passano le intercettazioni alla stampa sia mai stato chiamato a rispondere. Un Paese nel quale alzando il telefono non si è sicuri della inviolabilità delle proprie conversazioni non è un Paese libero e il sistema della pubblicazioni delle intercettazioni è un sistema barbaro".

Oltre 5mila sbarcati a Lampedusa. Maroni: ''Chiesti 100 milioni a Ue''

Botta e risposta tra il ministro dell'Interno Maroni e l'Unione europea sull'ondata migratoria in arrivo dal Nordafrica, mentre il Viminale fa sapere che domani il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarà in Sicilia assieme al ministro. I due esponenti del governo si recheranno nell'isola "per visitare vicino a Catania una struttura da utilizzare per l'accoglienza degli immigrati tunisini".In giornata il premier, al telefono con il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, in merito all'emergenza, ha illustrato la criticità della situazione, sottolineando che si tratta di un'emergenza che riguarda l'intera Unione europea e, quindi, come tale dev'essere affrontata. Berlusconi sentirà nelle prossime ore anche il presidente della Commissione Europea, Jose' Manuel Durao Barroso. Lo rende noto un comunicato diffuso dall'ufficio stampa di palazzo Chigi.
Intanto il ministro Maroni fornisce i numeri dopo il vertice: da metà gennaio sono sbarcati, quasi esclusivamente nell'isola siciliana di Lampedusa, 5.278 tunisini, fra cui solo 60 sono le donne e 66 i minori. Sono stati arrestati 26 scafisti, sequestrati 41 natanti, trasferiti 2.644 clandestini verso i Cie mentre altri 334 sono stati ripresi in carico dalla Tunisia. Di questi oltre 5mila clandestini, "solo pochi hanno presentato domanda per lo status di rifugiato perché - spiega - la maggioranza di loro vuole andare in Francia e se presenta domanda in Italia deve poi restare nel nostro Paese".

"Si tratta di un fenomeno sociale che finora non è gestito dalla criminalità. Qui non c'è racket: sono persone che comprano le barche e partono dalla Tunisia per raggiungere le coste italiane, distanti appena un centinaio di chilometri". Quanto alle possibili stime nel tempo, Maroni ammette di "non essere in grado di farle. Finora, il record raggiunto in passato è stato di 36mila immigrati in un anno. Qui, in appena un mese, siamo appunto arrivati a 5.278". Poi esprime il timore che "Al Qaeda potrebbe anche pensare di far arrivare con questi sistemi loro agenti e terroristi in Europa".
Sul fronte degli aiuti ''abbiamo chiesto all'Unione europea un contributo straordinario iniziale di almeno 100 mln di euro per fronteggiare l'emergenza immigrati" dichiara Maroni. "E' interesse di tutta l'Europa, in questo momento, contrastare il fenomeno, che - avverte il titolare del Viminale - può avere conseguenze devastanti per i Paesi della Ue''.
Per quanto riguarda la polemica Italia-Europa, al titolare del Viminale che chiedeva la convocazione urgente del Consiglio Ue, e accusava la Commissione di non aver dato risposte, Bruxelles ha ricordato in giornata che non solo "nessuna richiesta è stata avanzata dalle autorità italiane" ma è arrivato un 'no grazie' di fronte all'offerta di aiuto. E in serata, fa sapere l'Europarlamento, è stata inserita al secondo punto dell'ordine del giorno del Parlamento europeo di martedì pomeriggio una dichiarazione da parte della Commissione Ue sulle 'Misure Ue immediate a sostegno dell'Italia e altri stati membri colpiti da flussi migratori eccezionali'.
A conferma della posizione Ue sulla richiesta è poi arrivata l'agenzia europea Frontex, che si occupa del controllo delle frontiere esterne dell'Ue, che in un comunicato fa sapere che l'Italia non ha inoltrato "sino ad oggi" nessuna richiesta di aiuto a Frontex; due suoi esperti sono però già stati inviati a Lampedusa.
Da parte sua, per il ministro dell'Interno "è assolutamente necessario che venga convocato urgentemente un consiglio dei capi di Stato e di governo dei Ventisette Paesi dell'Ue perché quello che sta succedendo è paragonabile alla caduta del muro di Berlino. L'Europa deve avere una strategia comune''.
E il Vaticano, dalle pagine dell''Osservatore romano', si fa sentire sulla vicenda. In prima pagina il quotidiano scrive: ''Assume i contorni della vera emergenza il flusso di migranti che in questi giorni stanno raggiungendo dal Maghreb le coste italiane. Emergenza che, a volte, diventa tragedia: questa notte, come ha riferito un sito in lingua araba, un barcone carico di migranti è stato speronato da una motovedetta tunisina al largo di Gabes, causando 29 morti''.
Commentando gli sbarchi, il sottosegretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti, padre Gabriele Bentoglio, : ''Le nazioni dell'Unione europea si sono trovate impreparate di fronte a una situazione che non può essere considerata un'emergenza, anche la politica doveva essere preparata a questi avvenimenti''. E aggiunge: ''Era immaginabile che prima o poi questo tipo di ripresa degli sbarchi sarebbe avvenuta'' ma ''quello che manca è una legislazione concordata a livello di Unione europea, nessun Paese può affrontare da solo questo fenomeno. Auspichiamo quindi una presa di posizione dell'Ue su quanto sta avvenendo''
Intanto l'Alto rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton, in visita in Tunisia, dove incontrerà tra l'altro il premier Ghannouchi, "solleverà il problema" dei flussi migratori verso l'Italia. Lo ha annunciato la portavoce della Ashton, Maja Kocijancic.

13 febbraio 2011

Donne in piazza in tutta Italia per dire 'basta': 'Siamo oltre 1 milione'

Da Palermo a Trieste fino a Tokyo. Migliaia di donne sono scese in piazza nel giorno del 'Se non ora quando?, l'appello lanciato in risposta allo scandalo del 'Rubygate' per ''chiedere rispetto e dignità nei confronti dell’universo femminile". Al grido di 'Basta' hanno invaso le piazze, dal nord al sud dello Stivale, fin dalla mattina, rispondendo all'appello che, a poche ore dal via, ha raggiunto più di 50 mila firme, 25 mila contatti al giorno per il blog, 15 mila lettori quotidiani e quasi 30 mila fans per la pagina Facebook .
Clou della mobilitazione Roma, con una piazza del Popolo gremita già prima che scoccassero le 14, orario ufficiale della convocazione. "Hanno fatto i conti e ci hanno detto che siamo più di un milione in tutto il mondo", ha annunciato dal palco Angela Finocchiaro, l'attrice chiamata a condurre la grande kermesse romana.
Rabbia e ironia si mescolano nei cartelli e negli striscioni. Così c'è chi lega il caso Ruby alla rivolta in Egitto inalberando un cartello con scritto 'Silvio, riporta la nipote da Mubarak', mentre in un altro si legge 'Io sono la nipote di... mio zio'.
Due grandi scope, una professionale da operatore ecologico e l'altra piu' domestica tengono teso uno striscione con la scritta 'Scopiamoli via'. Vicino un cartellone con la scritta 'Donna non contro Ruby ma contro i rubacuori'. Sempre sul tema altre scritte, come 'Io, donna cattolica, dico basta: Berlusconi vai via', 'La dignita' delle donne salvera' il nostro paese', 'Sono una donna, non sono una Santa...nche''.
"Vorrei un paese con una sola morale, perché la doppia morale offende e nasconde la nostra dignità di donne", ha detto dal palco il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. "Nessuno di noi -esorta- deve abbassare lo sguardo, perché il futuro è nostro e dovranno capirlo".
Anche Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera e parlamentare di Futuro e libertà, prende il microfono. "Arrivando qui ho letto uno striscione che diceva: 'Caso Ruby è la goccia che ha fatto traboccare il vaso'. Io dico che quello striscione è troppo ottimista, il vaso è già traboccato da un pezzo. La questione femminile -ha detto l'esponente di Fli- c'è da sempre, le donne vivono una situazione di discriminazione permanente. Invece dobbiamo lottare per essere delle protagoniste e non delle comparse. L'unico contesto in cui la donna è protagonista sono le barzellette, soprattutto quelle che vengono da Arcore".
Un appello affinché le donne tornino ad ''essere le protagoniste di un futuro diverso, dove davvero la dignità sia rispettata'' arriva da suor Eugenia Bonetti. ''Non possiamo più rimanere indifferenti di fronte a quanto oggi accade in Italia nei confronti del mondo femminile. Siamo tutti responsabili del disagio umano e sociale che lacera il Paese''.

FLI: TREMAGLIA, BERLUSCONI INCAPACE, STA DISTRUGGENDO L'ITALIA

Un omaggio a Giorgio Almirante, fondatore dell'Msi, e un duro attacco nei confronti del premier Silvio Berlusconi. Sono questi i tratti distintivi dell'intervento che Mirko Tremaglia, presidente onorario dell'assemblea costituente di Fli, ha tenuto alla seconda giornata di lavori del congresso della nuova formazione politica. In particolare Tremaglia ha ribadito il suo ''no a Berlusconi''.Osservando: ''Protesto e continuero' a protestare contro questo presidente del Consiglio incapace, che sta distruggendo l'Italia''.L'intervento di Tremaglia, che si e' definito ''emozionato'', e' terminato tra gli applausi della platea e con la standing ovation dello stato maggiore del partito.Particolarmente sentito l'abbraccio con Gianfranco Fini, salito sul palco a raggiungerlo.

IMMIGRATI: CDM DELIBERA STATO EMERGENZA UMANITARIA

Il Consiglio dei ministri, convocato oggi in via d'urgenza, ha deliberato lo stato di emergenza umanitaria per l'afflusso di numerosi cittadini nordafricani nel territorio meridionale del paese. Lo rende noto Palazzo Chigi, in un comunicato, al termine del Consiglio dei ministri. ''Tale delibera - si legge nel comunicato - consentira' l'immediata adozione, con ordinanza di Protezione civile, delle misure necessarie per controllare il fenomeno e assistere i cittadini in fuga dai paesi nordafricani''.IN 31 SBARCANO A ISOLA CAPO RIZZUTO Trentuno immigrati clandestini sono stati bloccati, la notte scorsa, dalla Guardia di finanza, mentre navigavano ad un miglio al largo di loocalita' ''Le Castella'' di Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese, a bordo di una barca a vela. Tra di essi vi e' anche un neonato.E' stata una nave della Marina militare, impegnata in un pattugliamento del mar Ionio settentrionale, finalizzato al contrasto dell'immigrazione clandestina, ad intercettare l'imbarcazione, battente bandiera della Gran Bretagna, che si apprestava ad approdare sulla costa crotonese. Sono quindi intervenute le unita' navali G.94 ''Cappelletti'' della Sezione operativa navale della Guardia di finanza di Crotone e G.58 ''Atzei'' della sezione operativa navale di Roccella Jonica, che hanno scortato la barca con gli immigrati fino al porto di Crotone. Le indagini avviate dalla Finanza, in collaborazione con la squadra Mobile della Questura, dei Carabinieri e della Capitaneria di porto, hanno consentito di individuare tra i migranti uno scafista, di nazionalita' turca, che e' stato sottoposto a fermo. Gli immigrati, 18 uomini, 4 donne e 9 bambini, di cui uno neonato, di nazionalita' curda irachena, hanno riferito di essere partiti dalla Turchia circa 5 giorni orsono. Sono stati, quindi, trasferiti al Centro di accoglienza di Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto (Kr).
MONS. CROCIATA A MARONI, BENE ATTENZIONE PER NUOVI PROFUGHI ''Noi siamo ben contenti che ci sia questa attenzione e vigilanza nei confronti di queste fasce e gruppi di immigrati, di profughi che rischiano di rimanere abbandonati a se stessi ed e' apprezzabile che si diffonda a tutti i livelli questa attenzione e questa sensibilita'''. Cosi' ha commentato, con l'Asca, mons.Mariano Crociata, segretario generale della Cei, la preoccupazione del ministro dell'interno, Roberto Maroni, per la nuova ''emergenza umanitaria'' dal Sud Mediterraneo.Mons.Crociata ha assicurato la continuita' dell'impegno della Chiesa. ''Noi abbiamo fatto sempre questo lavoro e continueremo a farlo, anche perche' - ha specificato - fa parte della nostra identita' e della nostra missione''.

Fli, Fini sfida Berlusconi: ''Lascio la Camera se premier si dimette e si vota''

Essere di destra "significa avere senso dello Stato e rispettare anche la prima parte della Costituzione, compreso l'articolo 3. La sovranità popolare non significa impunità, non significa infischiarsene della Costituzione, non significa essere al di sopra della legge. Neanche se si è eletti con il 99% dei voti". Gianfranco Fini chiude l'assemblea costituente di Fli, che lo ha eletto all'unanimità presidente di Futuro e libertà. Anche se, ha annunciato subito, ''oggi stesso mi autosospenderò dalla presidenza del partito''. Un'ora e trenta di discorso, chiuso con "Viva Futuro e libertà, viva l'Italia' e salutato da un'ovazione della platea. "Pensano di poterci togliere l'aria dicendo che siamo diventati di sinistra - ha continuato - non è vero i nostri valori non sono cambiati, sono gli stessi che avevamo quando siamo entrati nel Pdl. E' il Pdl che ha distrutto questi valori e li ha resi ridicoli. Vorrei sapere qual è il tasso di riformismo del Pdl".
Tornando poi alla sconfitta del 14 dicembre, il leader di Fli ha sottolineato che Berlusconi, seppur ''sopravvivendo per pochi voti'', ''ha la maggioranza e puoò andare avanti. La verità è che bisogna lavorare nella società e non pensare che si possa archiviare Berlusconi attendendo l'esito dei processi. Non è questa la strada".

Nella giornata che vede sulle piazza di tutta Italia le manifestazioni indette all'insegna del 'Se non ora quando?', Fini richiama la necessità di una vera considerazione della donna. "Basta considerare la donna in ragione della sua avvenenza, disponibilità", ha detto esprimendo 'dolore' nel vedere che per ''certi comportamenti che non hanno a che fare con la politica siamo diventati lo zimbello di tutto l'Occidente e non solo dell'Occidente".
Poi la sfida a Berlusconi sulle dimissioni da presidente della Camera. ''Berlusconi è diventato premier anche grazie ai milioni di voti che venivano dall'accordo politico che Alleanza nazionale fece con Forza Italia. Allo stesso modo io sono diventato presidente della Camera grazie ai voti dei parlamentari eletti che i voti di Forza Italia. Faccio una proposta. Io sono disposto a lasciare la presidenza della Camera se il presidente del Consiglio è disposto a dimettersi per tornare a chiedere l'opinione degli elettori, per tornare al voto popolare". Anche se Fini ci crede poco ad un passo indietro del premier. "Non illudiamoci, Berlusconi non lascerà la sua poltrona. Troverà sempre qualche 'disponibile' per andare avanti. Questo è il suo intendimento".
Un breve 'intermezzo' si è registrato durante la prima parte del suo discorso, quando un uomo è improvvisamente comparso sul palco, alle spalle del presidente della Camera. Immediatamente circondato dagli uomini della sicurezza, l'uomo è stato portato all'esterno della struttura fieristica che ospita il congresso. Dal palco Fini ha invitato alla calma. "Se voleva manifestare il suo affetto non ci sono problemi, se voleva invece manifestare dissenso, non ci fa paura. Chiedo solo agli addetti alla sicurezza di non maltrattarlo più di tanto".
Oltre all'elezione a presidente di Fini, sempre all'unanimità sono stati approvato sia il documento programmatico che i principi base dello statuto di Fli. Tra questi c'è la convocazione dei congressi locali entro la fine dell'anno e l'istituzione di una segreteria i cui componenti saranno annuncianti dallo stesso Fini.

Governo, Casini: ''Meglio andare al voto''.

Maggioranza e governo abbassino i toni altrimenti, come ha dichiarato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, meglio interrompere la legislatura e andare al voto. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini condivide il monito lanciato ieri dal capo dello Stato e, poco prima di inaugurare una sezione del partito a Ostia, afferma: "Sono mesi che sollecitiamo il governo a fare qualcosa di concreto per gli italiani, che sono stati assolutamente dimenticati. Si discute solo di Berlusconi, dei suoi casi e si ipotizzano improbabili revisio"Se le cose continuano così -è l'osservazione del leader centrista- allora è meglio andare a votare perchè questa paralisi non serve a nessuno, non serve alla politica ma soprattutto non serve agli italiani. Quando al mattino il presidente del Consiglio si sveglia, dovrebbe pensare, almeno un giorno su tre, prima agli italiani e poi ai suoi fatti personali. Se lo farà, la legislatura potrà utilmente andare avanti, altrimenti -ribadisce- meglio le elezioni". Se, infine, maggioranza e governo dovessero ricorrere alla piazza per condizionare il lavoro dei magistrati questo sarebbe un rischio per tutti. ni di articoli della Costituzione. C'è un'irresponsabilità totale del governo".
"Stiamo esagerando con cose terribilmente serie -commenta Casini- il governo pensa addirittura di fare un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'uomo, mentre sarebbe meglio che si occupasse dei clandestini che a migliaia stanno sbarcando sulle nostre coste o si interessasse di cosa sta accadendo in Egitto e nel Maghreb".

11 febbraio 2011

Mandare 'a quel paese' il capo? Lo può fare l'impiegato modello: parola di Cassazione

L'impiegato modello? Può mandare a quel paese il capo. La licenza, a patto che sia "di carattere episodico" arriva dalla Cassazione che ha respinto il ricorso di una casa di cura di Catanzaro che aveva inflitto il licenziamento disciplinare a una sua dipendente colpevole di alcune intemperanze tra le quali quella di avere usato espressioni offensive nei confronti di un superiore.Secondo la Cassazione (sezione lavoro, sentenza 3042) "un comportamento, per quanto grave, se ha carattere episodico e se è riconducibile ad un dipendente che non ha mai dato luogo a censure comportamentali, non può fare arrivare ad un giudizio di particolare gravità" tale da determinare il licenziamento. In questo modo la Suprema Corte ha confermato la reintegra nel posto di lavoro di Aurora P. che si era vista licenziare dalla casa di cura il 29 ottobre del 2002 per il rientro in servizio non autorizzato in periodo di congedo, per avere ricostruito in maniera non veritiera dei fatti in sede di audizione e, soprattutto, per avere pronunciato parole offensive nei confronti del suo superiore. Cacciata dall'azienda, la donna era stata reintegrata sia dal giudice del lavoro che dalla Corte d'Appello di Catanzaro.
Inutile il ricorso della casa di cura in Cassazione volto a dimostrare che le intemperanze della dipendente meritavano il licenziamento disciplinare. Piazza Cavour ha respinto il ricorso e ha sottolineato che al sentenza impugnata "è particolarmente diffusa per escludere che quei fatti, in via generale punibili con sanzione conservativa, ricoprissero quel carattere di particolare gravita' che giustificherebbe il licenziamento".
In definitiva, conclude Piazza Cavour, un lavoratore modello, "per quanto possa avere sul posto di lavoro un comportamento grave", se è di "carattere episodico" non merita di essere cacciato

V corso per il reclutamento di 113 dirigenti per le amministrazioni statali e gli enti pubblici non economici

La Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione ha indetto il V corso-concorso per il reclutamento di 113 dirigenti per le amministrazioni statali e gli enti pubblici non economici che è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, serie concorsi del 21 gennaio. Lo rende noto il Comites di Israele che precisa come questo bando rappresenti “una grande occasione per molti giovani laureati, anche residenti all’estero, che potranno partecipare alla selezione, certamente dura, ma che darà loro la eccezionale opportunità di diventare dirigenti dello Stato Italiano e di avviarsi ad una importante e prestigiosa carriera”.
Nella nota si ricorda anche che per partecipare al concorso bisogna presentare domanda di partecipazione esclusivamente on line attraverso il sito della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione (www.sspa.it). La procedura di selezione prevederà in primo luogo, oltre la conformità dei requisiti richiesti, una prova preselettiva superata la quale seguiranno tre prove scritte, di cui una in lingua inglese, ed una prova orale. I vincitori, per un numero massimo di 146 unità, saranno ammessi a partecipare al corso di formazione dirigenziale che si terrà presso le sedi della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione della durata di 18 mesi, 6 dei quali di tirocinio presso Amministrazioni italiane o estere, aziende pubbliche o private.
Agli allievi, per l’intera durata del corso, verrà corrisposta una borsa di studio pari a circa 2.340 euro lordi mensili. Al termine del corso di formazione dirigenziale si terrà la prova di selezione finale che determinerà i definitivi 113 vincitori, i quali verranno immessi immediatamente nei ruoli dirigenziali.

Fli, tutto pronto per assemblea costituente

'Nasce per l'Italia', 'Nasce per i giovani', 'Nasce per il lavoro', 'Nasce per lo sviluppo'. Questi gli slogan che campeggiano al Padiglione 18 della Fiera milanese di Rho-Pero, la stessa che nel 2015 ospiterà l'Expo, per l'assemblea costituente di Futuro e Libertà per l'Italia che inizierà domani per concludersi domenica (FOTO). L'unico dettaglio ancora da svelare è il palco, grande 50 metri per 7, ultimo tassello di un lavoro iniziato sabato scorso quando sono arrivati i primi camion per allestire la sala che dovrà ospitare le cinquemila persone, di cui tremilacinquecento sedute, attese dagli organizzatori. Star della manifestazione sarà ovviamente Gianfranco Fini e la vera novità è il voto on line che permetterà anche a chi non è presente di votare per gli organi dirigenti del nuovo partito nato dopo il 'divorzio' tra Fini e Silvio Berlusconi. In occasione dell'assemblea milanese, nel simbolo del partito non comparirà il nome del presidente della Camera che sarà sostituito da 'Fli'.Fini interverrà all'assemblea costituente solo domenica mattina concludendo i lavori, ma il presidente della Camera sarà certamente presente venerdì sera alla cena che vedrà ai fornelli Gianfranco Vissani e alla quale si sono già prenotate quasi 1.000 persone che potranno assaggiare le specialità del cuoco a 20 euro. "Faremo una manifestazione straordinaria - ha detto Vissani - con la porchetta, il pane di Altamura e tutti i sapori della nostra Italia, i sapori veri che troppo spesso sono dimenticati. Sperando in un futuro di libertà".
Agli stand si potranno inoltre comperare magliette, compresa quella con la scritta 'che fai mi cacci?' che ricorda la lite tra Fini e Berlusconi, e dovrebbe esserci anche la possibilità per i partecipanti di registrare un videomessaggio che poi sarà mandato sul web. Per partecipare all'assemblea è sufficiente iscriversi on line, pagando 10 euro; iscrizione che darà poi la possibilità a chi non partecipa di persona di votare per l'elezione del presidente di Futuro e Libertà. L'obiettivo degli organizzatori era inizialmente di cinquemila iscritti, ma oggi questa quota è stata superata abbondantemente, raggiungendo il numero di settemila, e il nuovo obiettivo è di arrivare a diecimila iscritti.

Immigrati, Maroni: "C'è il rischio di un'emergenza umanitaria"

Come temevo la grave crisi sociale e politica dei paesi del Maghreb, in particolare Tunisia ed Egitto, sta portando ad una fuga di massa. In particolare, dalla Tunisia verso l'Italia. C'e' il rischio di una vera e propria emergenza umanitaria". E' l'allarme lanciato dal ministro dell'Interno Roberto Maroni, stamane in occasione di un convegno a Venezia sul tema 'Il Veneto: tradizione, tutela, continuita''.Il titolare del Viminale ha spiegato che "in fuga da quei paesi stanno arrivando centinaia di persone sulle coste italiane. Stiamo mettendo in campo tutte le iniziative per fronteggiare questa crisi umanitaria".
E Maroni ha quindi annunciato che "la prossima settimana, giovedi' prossimo, ho gia' convocato il comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza a cui ho invitato anche il ministro degli Esteri, per decidere le misure più idonee, gli ho chiesto naturalmente il coinvolgimento della Comunita' europea, perche' gli strumenti necessari per porre rimedio a questa situazione non possono essere messi in campo solo dall'Italia".
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha quindi sottolineato "il problema e' che l'accordo bilaterale che abbiamo con la Tunisia e che ha permesso finora di gestire in modo efficace il contrasto all'immigrazione clandestina, non viene attuato dalle autorita' tunisine proprio per la situazione di crisi. C'e' una incapacita' di fronteggiare la situazione da parte delle autorita' tunisine -ha concluso- che comporta questa situazione. Dobbiamo intervenire e studieremo le misure adeguate".

10 febbraio 2011

Industria: produzione auto 2010 +2,5%

La produzione di autoveicoli in media nel 2010 ha registrato un aumento annuo del 2,5%, in base all'indice grezzo (stesso dato del corretto per gli effetti di calendario). Lo comunica l'Istat, aggiungendo che, invece, a dicembre 2010 ha segnato un calo del 4,3%, (dato a grezzo) rispetto allo stesso mese del 2009 (-7,5% l'indice corretto per gli effetti di calendario).'La produzione sta crescendo. Questo e' un buon indicatore che si accompagna con la diminuzione della cassa integrazione e l'aumento delle ore di lavoro', lo afferma il ministro del Lavoro Sacconi commentando i dati Istat. 'La ripresa si conferma, anche se selettiva e moderata, ma quello che conta e' che c'e''. 'Il governo - aggiunge rispondendo alle critiche del presidente di Confindustria Marcegaglia - ha avviato un percorso. Procederemo ad accelerarlo'.

9 febbraio 2011

Bersani: "Scossa all'economia? Quelle misure non fanno neanche il solletico"

''Queste misure non solo non danno una scossa alla situazione, ma nemmeno fanno il solletico''. Così Pier Luigi Bersani commenta le misure varate oggi dal Cdm. ''Siamo di fronte - dice il segretario del Pd - a un insieme di norme astratte. Non c'è niente di concreto. Se, come dice Berlusconi, queste misure daranno all'Italia una spinta dell'1,5% del Pil, io prendo un saio e vado ad Arcore a piedi. Queste misure - incalza Bersani - non sono in grado di muovere neanche lo 0,15% del Pil''.Quindi Bersani contesta al presidente del Consiglio di non porsi i problemi reali: "Quando si ha una psicologia da miliardario non si puà capire come vive il Paese. Quando Berlusconi dice che le liberalizzazioni non sono servite a niente, chieda a chi ha un mutuo, perché un quarto dei mutui è stato trasferito grazie alle nostre liberalizzazioni, chieda a un pensionato o a chi compra dei pannolini cosa vuol dire andare in una parafarmacia".
Poi annuncia un'altra ''mega lenzuolata''' proposta dal Pd: "Si facciano 41 norme concrete sulle liberalizzazioni. Ora ne mettiamo subito in rete 34-35 e chiediamo a chi ha esperienze di vita vissuta delle idee, di interloquire con noi. Si può fare una mega lenzuolata".


FEDERALISMNO - Quanto alla riforma federale "si perde un'occasione storica, perché - secondo il vertice Pd - quello che può venire fuori da una forzatura di questo genere porterà ad esiti irrilevanti e ingestibili". Bersani si rivolge quindi ancora una volta alla Lega: "Ci sono solo due forze con profonde radici autonomistiche, il Pd e la Lega ma oggi si sono create delle condizioni per cui il federalismo è strategico alla sopravvivenza di Berlusconi e serve alla Lega per sbandierare una bandiera a prescindere dai contenuti. Fermatevi - chiede il segretario - non rovinate la possibilità di avere un federalismo vero. Se si fa una forzatura questa serve solo perché si deve salvare la pelle di uno e permettere all'altro di sbandierare una banderuola".
CASO RUBY - Il leader Pd interviene anche sulle vicende giudiziarie che stanno travolgendo il premier. "La magistratura farà il suo dovere. Io non parlo di caso Ruby sì, caso Ruby no. Non mi interessa. Il punto - sottolinea Bersani - per me è la credibilità, che è la materia prima in politica e senza di questa non si può chiedere nulla, mentre oggi c'è da rimboccarsi le maniche davvero. Qui non c'è solo una questione di magistratura. Qui arrivano segnali disperati da imprenditori che lavorano all'estero in una condizione avvilente. C'è un punto che si chiama credibilità e questo problema se lo devono porre urgentemente le classi dirigenti di questo paese perché così non si può più andare avanti. Serve un'assunzione di responsabilità collettiva".
GOVERNO - Quindi Bersani lamenta la paralisi delle Camere. "In Parlamento arrivano solo cose che sono chiacchiere, non arriva più un fatto, mentre andiamo avanti a ragionare di processo breve. Se Berlusconi fosse, non dico uno statista, ma qualcosa che assomiglia ad uno statista, troverebbe il modo di levare il Paese dall'imbarazzo, di levare lui dall'imbarazzo".

5 AGOSTO: ISTITUITA LA GIORNATA DEGLI ABRUZZESI NEL MONDO

Il Consiglio della Regione Abruzzo ha approvato all’unanimità dei presenti (Pdl, Fli, Mpa) l’istituzione della "Giornata degli Abruzzesi nel Mondo", che aveva già avuto il via libera dalla Quinta Commissione. Ogni anno, il 5 agosto, sarà celebrata questa ricorrenza, "a ricordo - viene evidenziato nell’articolo 1 della legge istitutiva - dell’emigrazione regionale, al fine di rafforzare l’identità degli abruzzesi nel mondo e rinsaldare i rapporti con la terra d’origine".
In occasione della Giornata, il Consiglio regionale promuoverà l’organizzazione di cerimonie e momenti di approfondimento, in collaborazione con le Province, i Comuni e le scuole, così da ricordare il fenomeno dell’emigrazione abruzzese sotto vari aspetti. Ogni anno il Presidente del Consiglio regionale, d’intesa con la Conferenza dei Capigruppo, conferirà l’onorificenza di "Ambasciatore d’Abruzzo nel mondo" che sarà assegnata agli emigranti di origine abruzzese che si sono distinti non solo all’estero, ma anche in altre regioni italiane.Nel bilancio regionale – ricorda Caramanico – sono stati stanziati solo 120 mila per il CRAM.

Lascia Buenos Aires il console generale Giancarlo Curcio

Il console generale Giancarlo Curcio, che si appresta a lasciare Buenos Aires, ha invitato i rappresentanti delle associazioni, dei patronati e della stampa ad un ricevimento che offrirà con la moglie mercoledì 16 febbraio alle ore 20 presso il ristorante “La Parolaccia del Mare” in Av. A. Moreau de Justo 1160 - Puerto Madero.
Già in occasione delle festività natalizie Curcio, nel rivolgere un saluto alla comunità italiana, aveva tracciato un bilancio del suo mandato. “Per la circoscrizione di Buenos Aires – aveva osservato - termina un anno particolarmente impegnativo e complesso, che ha visto l'Ufficio consolare di Buenos Aires raggiungere un traguardo che oserei definire ‘storico’ ossia azzerare tutte le oltre 62.000 domande di appuntamento di cittadinanza in sofferenza da numerosi anni. Si è restituito così alla collettività più consistente al mondo un Ufficio consolare aperto, senza restrizioni e senza arretrati di sorta, completando il lavoro di riorganizzazione della sede avviato sin dalla mia assunzione, a testimonianza dell'impegno e dell'efficienza della Amministrazione al servizio dei connazionali”