8 gennaio 2011

Unità d'Italia, Napolitano punge la Lega: "Non celebrarla indebolisce il federalismo"

REGGIO EMILIA - Sono iniziate alle 9.20 di questa mattina a Reggio Emilia, la città dove nacque il Tricolore, le celebrazioni ufficiali per il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia (1861-2011). Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è arrivato poco dopo le 9.15 in piazza Prampolini per assistere all'alzabandiera. Accolto dall'inno di Mameli e da un lungo applauso della folla assiepata in piazza, Napolitano ha passato in rassegna le forze armate e quindi è salito sul palco allestito in piazza. Vicino a lui il sindaco di Reggio, Graziano Delrio, la presidente della Provincia, Sonia Masini, il governatore dell'Emilia Romagna, Vasco Errani, e i sindaci di Torino, Firenze e Roma, Sergio Chiamparino, Matteo Renzi e Gianni Alemanno, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta e l'ex premier Romano Prodi. In un secondo momento, è arrivato anche Giuliano Amato, garante delle celebrazioni per l'Unità d'Italia.
Dopo la breve cerimonia in piazza, il capo dello Stato è entrato nella sala del Tricolore dove ha consegnato, insieme a Delrio, una copia del primo Tricolore adottato come bandiera dalla Repubblica Cispadana nel 1797 ai sindaci delle tre capitali d'Italia: Torino, Firenze e Roma. Delrio ha ricordato che proprio nella sala del Tricolore fu fondata la Repubblica Cispadana e adottata la bandiera; e la consegna del vessillo oggi serve "a rivisitare e attualizzare quell'episodio". Il primo cittadino di Reggio ricorda anche che il primo Tricolore è anche "appeso alle pareti dei magistrati che lottano contro la 'ndrangheta ed è stato donato ai ragazzi delle cooperative sociali della Locride che sono i nuovi partigiani e patrioti".
Napolitano ha poi consegnato una copia della Costituzione ad alcuni studenti delle scuole superiori della città com'è tradizione a Reggio dove viene regalata una copia della Carta costituzionale a chi compie 18 anni. Alcuni bambini delle elementari hanno poi consegnato al capo dello Stato un loro Tricolore elaborato in classe. In seguito, Napolitano ha visitato il museo del Tricolore dove è allestita la mostra "La bandiera proibita" e ha incontrato l'astronauta italiano Roberto Vittori, viterbese, colonnello dell'Aeronautica militare, reduce dalla sua terza missione nello spazio.
L'UNITA' PER IL FEDERALISMO - Rispettare il valore anche costituzionale della bandiera nazionale e impegnarsi nella promozione di iniziative per celebrare il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia. Questo il monito lanciato in sintesi oggi a Reggio Emilia dal presidente della Repubblica. Il capo dello Stato non risparmia per altro -anche senza citarla- una stoccata alla Lega Nord i cui amministratori si sono in diverse occasioni detti contrari alle celebrazioni per l'Unità. Napolitano infatti, ricorda "a forze politiche che hanno un significativo ruolo di rappresentanza democratica sul piano nazionale, e lo hanno in misura rilevante in una parte del Paese" che "il ritirarsi o il trattenere le istituzioni dall'impegno per il centocinquantenario, che è impegno a rafforzare le condizioni soggettive di un'efficace guida del Paese, non giova a nessuno". In particolare, dice il presidente, non giova a rendere più persuasive, potendo invece solo indebolirle, legittime istanze di riforma federalista e di generale rinnovamento dello stato democratico.
Nel suo intervento Napolitano ricorda anche che il riferimento alla bandiera Tricolore è inserito nell'articolo 12 della Costituzione e "dato che nessun gruppo politico ha mai chiesto che vengano sottoposti a revisione quei principi fondamentali della nostra Costituzione, ciò dovrebbe significare che per tutti è pacifico l'obbligo di rispettarli. Comportamenti dissonanti, con particolare riferimento all'articolo sulla bandiera Tricolore, non corrispondono- conclude Napolitano- alla fisionomia e ai doveri di forze che abbiano ruoli di rappresentanza e di governo".
Il capo dello Stato infine rivolge un "vivo incitamento" a tutti i gruppi politici di maggioranza e opposizione e a tutti gli amministratori locali affinché "nei prossimi mesi al sud e al centro, come al nord, si impegnino a fondo nelle iniziative per il centocinquantenario così da renderene davvero ampia e profonda la poiezione tra i cittadini".SOLO DOPO IL FEDERALISMO - Secca la risposta di Umberto Bossi: "La celebreremo dopo che sarà approvato il federalismo - dice il leader del Carroccio - Se non si attua il federalismo vorrebbe dire che 150 anni sono passati invano. Dobbiamo ricordare quel che disse Cavour a questo proposito. Perchè l'unità d'Italia col centralismo romano non va bene".
COTA: "NON MI INTERESSANO LE POLEMICHE INUTILI" - "L’appuntamento del 150^ dell’Unità va visto in prospettiva, ragionando su uno Stato che dopo 150 anni guardi al futuro, che sia più moderno e vicino ai cittadini. L’approvazione definitiva dei decreti attuativi del federalismo fiscale rappresenta, quindi, il miglior viatico". Lo dichiara il presidente della Regione Piemonte, il leghista Roberto Cota, aggiungendo che "le polemiche inutili non mi interessano. La gente, infatti, si misura tutti i giorni con problemi concreti che deve affrontare e questi non vanno mai persi di vista".
E INTANTO... - "Viste le assunzioni a raffica da parte della Regione Sicilia, fiumi di denari pubblico dilapidati, magari per finalita' socialmente utili al clientelismo; considerando che nell'aria del Continente si respirano cinghie tirate, tagli lineari e verticali, risparmi all'osso e cassa integrazione diffusa; credo che il modo piu' degno di celebrare l'Unita' sia quello di separarsi definitivamente dalla Sicilia di Lombardo, che con l'Italia dimostra di non avere piu' nulla a che fare". Cosi' Giancarlo Lehner, deputato del Pdl.(AGENZIA DIIRE,www.dire.it)