7 dicembre 2010

TUCCI (ITAL UIL) SUI PROBLEMI DEI PENSIONATI IN SUD AMERICA: UNA STORIA SENZA FINE

Una "storia senza fine" che "danneggia i pensionati italiani" e che "lede la dignità ed i diritti acquisiti". Coordinatore per l’America Latina del Patronato Ital Uil, José Tucci esprime oggi sconforto e indignazione dopo le ennesime segnalazioni di disservizi che ostacolano il pagamento delle pensioni presso le sedi della Western Union.
Disservizi che Tucci imputa sia alla banca che all’Inps che, scrive, "trattano i pensionati all'estero con totale disinteresse e senza alcuna cura dei loro diritti garantiti dalla legge italiana. Ma soprattutto, ad essere scandaloso è il totale disprezzo della loro dignità" accusa Tucci ricordando che "la maggioranza dei pensionati italiani all’estero è costituita da persone molto anziane".
"L'ultima delle brutte notizie di cui abbia avuto notizia poche ore fa – spiega il responsabile di patronato - è che alla Western Unione sono arrivati gli elenchi dei pagamenti con molte inesattezze, date di nascita errate e confusione tra il nome ed il cognome del beneficiario. Una situazione che rende impossibile alla Western Unione il pagamento, a meno che si conosca il numero del bonifico che, ovviamente, nessun pensionato conosce. Di conseguenza non si riscuote".
Per Tucci è "chiaro che entrambe le "istituzioni" vogliono ostacolare i pensionati all'estero. Da tanto tempo si stanno accumulando parecchi oltraggi ai diritti e un'umiliazione costante, sembra che a nessuna autorità competente importa il problema, non si sentono responsabili. Tutto è avvolto in una nebulosa burocrazia, un’"andata e ritorno", dove l’unica conseguenza è un progressivo deterioramento di una situazione che è di per sé già molto complessa e delicata".
"Tutti sappiamo – prosegue – che la stragrande maggioranza delle persone che hanno un beneficio italiano sono di classe sociale media-bassa, hanno fatto nella loro vita sforzi e sacrifici smisurati e se godono della pensione è perché la legislazione italiana lo permette e, soprattutto, gli dà le garanzie sufficienti. Ciò nonostante, le azioni generate dall'Italia costituiscono un costante dileggio a quei diritti, sembra che non importa niente a nessuno, tutti si sentono impuniti. È ora di dire basta a questi indebiti indiscriminati e senza fondamento, è ora di manifestare il più totale ripudio, di ricordare che gli italiani all'estero hanno i loro diritti e che l'impunità ha i suoi limiti. È arrivato il momento d’agire in modo cosciente, solidarizzarsi davanti a simile assurdità. Non siamo una variabile di accomodamento e neanche il "fusibile più magro", siamo persone ed abbiamo dignità. Per tutto questo – conclude – diciamo "no" agli oltraggi dei nostri diritti e diciamo "no" all'impunità".