29 novembre 2010

RINNOVATO L'UFFICIO DI PRESIDENZA DELLA CONSULTA REGIONALE DELL'EMIGRAZIONE DEL PIEMONTE

Rinnovato l’Ufficio di presidenza della Consulta regionale dell’emigrazione del Piemonte.
Nel corso della riunione, svoltasi il 25 novembre scorso, presieduta dall’assessore regionale all’Internazionalizzazione, Elena Maccanti, in qualità di presidente della Consulta, nella sala Giunta del palazzo della Regione sono stati riconfermati all’unanimità i componenti dell’Ufficio.
Resta vice presidente della Consulta il presidente della Federazione delle associazioni dei piemontesi nel mondo, Michele Colombino, affiancato dal presidente del circolo culturale sardo Sant’Efisio, Angelo Loddo, dal direttore del patronato Acli, coordinamento regionale Piemonte e Valle d’Aosta, Raffaele De Leo e dal dirigente Cisl, Luca Bossio.
Sono stati anche eletti i rappresentanti della Consulta dei giovani: la presidente dell’associazione l’Arvangia, Chiara Nervi e il responsabile del patronato Inas Cisl, Riccardo Fassone.
Nel corso della seduta, è stato approvato il programma attuativo degli interventi in ottemperanza alla legge regionale sui movimenti migratori del 9 gennaio 1987. Nel programma sono previsti contributi per i rientri dei piemontesi emigrati all’estero, attività di scambio interculturale per i giovani, interventi a sostegno del turismo sociale per gli anziani e misure per la comunicazione e la promozione delle eccellenze del Piemonte e della sua cultura.
L’assessore Maccanti si è detta "fiduciosa nelle capacità del nuovo Ufficio di presidenza e dell’intera Consulta per raggiungere gli obiettivi prefissati".
L’assessore ha poi annunciato che dal 16 al 20 maggio 2011 si terrà a Torino la riunione del Consiglio generale degli italiani all’estero, cui parteciperanno 130 delegati con cariche istituzionali di grande rilievo: "un’altra occasione – ha detto - per mettere in vetrina le eccellenze del Piemonte".

28 novembre 2010

Coalizione Pd-Fli-Udc? Briguglio: leader sia Fini. Cicchitto: operazione grottesca

Esecutivo di transizione o, in caso di voto anticipato, una coalizione che comprenda Pd, Udc e Fli. Queste le soluzioni all'attuale situazione politica indicate da Massimo D'Alema, dalle colonne del 'Messaggero'. E sul ragionamento del presidente del Copasir si raccolgono le reazioni di entrambi gli schieramenti.
Carmelo Briguglio, capo della segreteria politica di Fli, accoglie la proposta di una grande coalizione che comprenda Pd, Udc e Futuro e Libertà nel caso in cui Silvio Berlusconi precipiti il paese verso il voto anticipato. E rilancia: "A capo di questa coalizione io vedo Gianfranco Fini", dice all'Adnkronos.
Adolfo Urso, invece, distingue i due messaggi contenuti nell'intervista di D'Alema. Urso condivide il primo punto, sul governo di transizione, ma sulla eventuale coalizione risponde, parlando con l'Adnkronos, con un 'no, grazie'. "Il nostro obiettivo è realizzare una nuova chiara alternativa di centrodestra. Non ci interessa una 'Santa alleanza', ma un altro centrodestra nuovo, aperto, inclusivo, tollerante, riformista e quindi alternativo a quello muscolare, intollerante e retrivo che si arrocca attorno a Berlusconi", conclude il coordinatore nazionale di Fli.
Massimo Donandi risponde all'esponente del Pd invitando piuttosto ad aprire il confronto sulle ''priorità programmatiche''. "Fino a quando non si sarà fatta chiarezza su questo, discutere di governi tecnici piuttosto che istituzionali, di riforma della legge elettorale piuttosto che di elezioni subito, di alleanze strette o larghe, continuerà ad apparire agli italiani un incomprensibile tatticismo", conclude il presidente dei deputati di Idv.
Da Pdl la replica del capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto. "D'Alema non scopre nulla di nuovo. Con parole un po' diverse propone una sorta di Cln unificato da Vendola a Fini passando per Casini il cui unico punto comune sarebbe l'anti-berlusconismo: un'operazione che sarebbe molto grave se non fosse grottesca", dice Cicchitto.

27 novembre 2010

Bersani: "Berlusconi si sta battendo da sè, elezioni martellata per il Paese"

ROMA - "Berlusconi si sta battendo da sè perchè ha perso la presa con i problemi del Paese". Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, invita dunque a guardare oltre la fase del berlusconismo. "Non possiamo permetterci che la sua agonia trascini con sè il Paese". E che il berlusconismo sia destinato a finire, il segretario democratico è sicuro: "Non possiamo parlare tutti i giorni delle fibrillazioni del governo- spiega- 12, 13, 14 dicembre... il dato di fondo è che il governo non regge".

"LE ELEZIONI UNA MARTELLATA PER IL PAESE" - "Andare alle elezioni ora significa prendere a martellate le prospettive del paese". Bersani torna così a chiedere un governo di transizione: "Serve- dice- un governo di stabilità economico-finanziaria e che sia capace di fare una legge elettorale" che sganci il Paese "dal meccanismo para-plebiscitario e populista del ghe pensi mi". Con quello, dice il leader democratico, "non si prendono le decisioni che servono al Paese. E sono dieci anni, ormai, gli anni di 'non decisioni'". (AGENZIA DIRE, http://www.dire.it/)

Federalismo e Sud: bene, ma ora un confronto di merito sui decreti. Dichiarazione di Guglielmo Loy.

E’ un bel segnale il fatto che oggi il Governo abbia approvato, insieme alle linee guida per il Sud, lo schema di Decreto Legislativo per l’attuazione del federalismo fiscale inerente il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.
Proprio tale fondo, infatti, rappresenta la gamba principale per il Mezzogiorno nella sfida dell’attuazione del federalismo.
Tale norma, insieme all’altra gamba rappresentata dalla perequazione infrastrutturale, è fondamentale e ci auguriamo che su tali provvedimenti si apra un confronto di merito con tutta le parti economiche e sociali per costruire insieme un modello condiviso di federalismo solidale e cooperativo per costruire, anche, una vera politica di sviluppo.

CRISI: NAPOLITANO, DA PAESI UE FIDUCIA EURO E CONTRASTO SPECULAZIONI

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si e' oggi rivolto agli altri Presidenti - Austria, Finlandia, Germania, Lettonia, Polonia, Portogallo, Ungheria - del Gruppo degli Otto ''Uniti per l'Europa'' perche' dinanzi alle tensioni in atto nei mercati finanziari si esprima pubblicamente piena fiducia nell'Euro, insieme con una rinnovata adesione ai principi di coesione e solidarieta' che reggono l'Unione Europea, e con una chiara comune determinazione a contrastare contagiose speculazioni contro la moneta unica frustrando ogni tentativo di provocare un ''default'' di Stati sovrani dell'Eurozona. E' quanto si legge in una nota del Quirinale.

NATALE: COLDIRETTI, AL VIA SHOPPING PER REGALI DA 430 EURO A FAMIGLIA

Con il week-end inizia quasi un mese di shopping natalizio per una spesa stimata nei regali degli italiani di 430 euro a famiglia, superiore del 16 per cento rispetto alla media europea pari a 370 euro a famiglia. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dell'indagine ''Xmas Survey 2010'' di Deloitte che evidenzia una maggiore generosita' degli italiani per il Natale rispetto ai partner europei anche in un periodo di crisi.Come e' accaduto negli Stati Uniti con il black friday che tradizionalmente inaugura lo shopping natalizio, anche in Italia sono in molti, sottolinea la Coldiretti, ''ad acquistare i regali di Natale in anticipo per avvantaggiasi dei prezzi piu' convenienti o per non dovere affrontare le lunghe file che caratterizzano il momento clou dello shopping delle festivita'''.

Secondo l'indagine, riferisce l'organizzazione agricola, quasi tre italiani su quattro (72 per cento) spenderanno per i regali come o piu' dello scorso anno, anche se complessivamente si registra una riduzione di spesa del 3,8 per cento. Accanto ai tradizionali luoghi di consumo, un successo viene registrato per i mercatini che nei fine settimana durante le festivita' si moltiplicano nelle citta' e nei luoghi di villeggiatura e che garantiscono spesso la possibilita' di trovare regali ad ''originalita' garantita''.''La spinta verso regali utili - sottolinea la Coldiretti - premia l'enogastronomia anche per l'affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola che si esprime con la preparazione fai da te di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio. Gli italiani acquisteranno infatti per Natale prodotti alimentari tipici per un valore di piu' di 2 miliardi di euro per effetto della tendenza verso i prodotti alimentari di qualita' da regalare a se stessi o agli altri e' favorito dalla grande varieta' dell'offerta, con occasioni per tutte le tasche''.Il consiglio della Coldiretti e' ''quello di preferire i prodotti venduti direttamente dagli imprenditori agricoli in azienda o nei mercati di Campagna Amica poiche' garantiscono genuinita', convenienza e una maggiore originalita' rispetto alle offerte natalizie standardizzate dei punti vendita tradizionali''.

GOVERNO: PRODI, BERLUSCONI NON HA VOLUTO AFFRONTARE I PROBLEMI

''Conoscevo benissimo le difficolta' di governare in Italia. Infatti mi sono molto sorpreso quando il governo Berlusconi riteneva tutto facile, invece poi non ne hanno indovinata una''. Lo afferma a Sky Tg24 l'ex Presidente del Consiglio Romano Prodi. ''Ritenevo - prosegue Prodi - che questo governo, con la maggioranza che aveva, sarebbe riuscito ad affrontare i problemi molto piu' facilmente. La verita' e' che non hanno voluto farlo. Io ho voluto e la maggioranza mi si e' sciolta''.

25 novembre 2010

Berlusconi: senza fiducia il 14 al Quirinale ma con la crisi votare è da irresponsabili

"Contiamo il 14 di avere la fiducia di Camera e Senato altrimenti ci recheremo al colle per nuove elezioni". Lo ha detto il premier, Silvio Berlusconi, a quanto si apprende, al termine del vertice con le parti sociali, che però avverte: "Sarebbe irresponsabile andare alle elezioni in un momento di crisi economica e monetaria internazionale".
"Continuiamo a lavorare sui 5 punti sui quali abbiamo ottenuto la fiducia del Paese. Domani ci sara' il varo del Sud e martedi' ci sara' l'approvazione della riforma della giustizia", ha proseguito il Cavaliere.
"Noi andiamo avanti a lavorare", ha continuato il presidente del Consiglio, che ribadisce: "I ministri sono seriamente impegnati e stiamo facendo un grande lavoro. In politica estera stiamo ottenendo risultati eccezionali", aggiunge il premier. Al termine del vertice, Berlusconi è anche tornato sulla sua telefonata a Ballarò: "Ho guardato la tv tra il primo e secondo tempo della partita del Milan e mi sono trovato davanti ad un servizo mistificatorio sulla questione della spazzatura. Per questo ho telefonato a Ballarò".
Nel pomeriggio, poi, il presidente del Consiglio ha riunito l’ufficio di presidenza del Pdl a Palazzo Grazioli: Si smarriranno questi finiani..., avrebbe detto così come raccontano alcuni parlamentari. E avrebbe aggiunto: sono montati su un treno guidato da Fini per fare la terza gamba della maggioranza e si sono ritrovati su un treno guidato da Bocchino, Granata e Briguglio per fare il terzo polo e forse allearsi con la sinistra.
Tornando poi alla fiducia, il Cavaliere si è detto convinto di avere i voti necessari alla Camera e al Senato per andare avanti, perche' considera i danni di un governicchio (che lo costringerebbe a trattare su tutto con Fli), sarebbero piu' gravi di quelli che creerebbero le elezioni anticipate. Il premier, dunque, non ha dato 'numeri' ma e' convinto che il 14 dicembre prevarra' il senso di responsabilita' e considera solo un'extrema ratio il voto nell'attuale momento economico internazionale. Berlusconi avrebbe anche lasciato intendere che sarebbe pronto a lasciare palazzo Chigi.
Se voi ritenete - avrebbe detto - che per continuare la legislatura io dovrei fare un passo indietro, sono pronto a farlo, sarebbe stato il suo ragionamento. Un'ipotesi che i presenti non hanno voluto nemmeno prendere in considerazione: all'unanimita', infatti, raccontano, l'Ufficio di presidenza del partito gli ha chiesto di non mollare e di continuare a governare.

ASSISTENZA AI CONNAZIONALI INDIGENTI IN SUD AMERICA: L’INTERROGAZIONE DELL’ON. ZACCHERA (PDL) AL MINISTRO FRATTINI

Quali saranno le attività che potranno essere svolte nel 2011 a favore delle nostre comunità sudamericane in particolare difficoltà economica?" È quanto chiede l’onorevole Marco Zacchera (Pdl) in una interrogazione al Ministro degli esteri Franco Frattini.
"Le recenti decisioni di politica economica e la conseguente riduzione degli stanziamenti a favore del Ministero degli affari esteri per il 2011 – si legge nella premessa – compromettono anche le iniziative a favore delle nostre comunità all'estero; negli anni scorsi in alcuni Paesi dell'America del Sud erano state avviate opportune iniziative tese a dare una copertura assicurativa medica a quegli italiani in cattive condizioni economiche e residenti in aree e Paesi spesso senza un'organizzazione sanitaria pubblica adeguata".
Dunque, Zacchera chiede di sapere "alla luce delle predette riduzioni, quali saranno le attività che potranno essere svolte nel 2011 a favore delle nostre comunità sudamericane in particolare difficoltà economica

DA CASINI(UDC) E MERLO (MAIE) UNA PROPOSTA DI LEGGE SULLA CITTADINANZA/ MERLO: NUOVO IMPULSO ALL'ITER LEGISLATIVO CON APPOGGIO DELL'UDC

È stata presentata nei giorni scorsi dall'UDC e dal MAIE una proposta di legge volta a modificare la legge sulla cittadinanza al fine di eliminare la discriminazione tra uomo e donna nella trasmissione della cittadinanza jus sanguinis ai figli nati prima del 1948.
Tale proposta di legge era già stata presentata da Merlo sia nel 2006 che nel 2008, ma senza successo: nel primo caso per la caduta del Governo Prodi, nel secondo per l’accantonamento della questione-cittadinanza da parte della Commissione Affari Costituzionali.
La nuova proposta di legge vede come primo firmatario insieme a Merlo l’onorevole Casini che, condividendo le ragioni della proposta di legge ha confermato il proprio impegno perché venga discussa al più presto: "un'azione congiunta dell'UDC e del MAIE – ha detto Casini – può essere decisiva per la calendarizzazione della discussione in Commissione".
Merlo, dal canto suo, ha ricordato che "fino ad oggi la data di entrata in vigore della Costituzione italiana (1 gennaio 1948) è stata considerata un limite invalicabile per l'applicazione della legge che parifica i diritti tra cittadini italiani di sesso femminile e sesso maschile. Ma è inaccettabile che il nostro Paese, uno dei paesi in cui il diritto di eguaglianza è riconosciuto ai cittadini dai principi fondanti costituzionali, consenta la discriminazione di genere. Lavoreremo congiuntamente con il presidente Casini e con tutti i colleghi dell'UDC perchè questa pdl, per troppo tempo accantonata in Commissione, ritorni all'ordine del giorno. Questa – ha concluso – è sempre stata una delle priorità del MAIE e da oggi lo è diventata anche per l'UDC".

22 novembre 2010

Politica, il Quirinale: serve serietà

Serietà e razionalità contro ogni concitazione fuorviante, senso di responsabilità, spirito di condivisione, riconoscimento dell'interesse generale: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dà le sue coordinate alla politica, affinché il governo, il Parlamento e i partiti possano assumerle come bussola per orientarsi in una fase politica ed economica sicuramente complessa e difficile.
"Mi auguro che possa prendere piede uno spirito di condivisione - esorta il capo dello Stato, cogliendo l'occasione del ricevimento al Quirinale del vertice della Assonime, presenti imprenditori del calibro di Luigi Abete, Marco Tronchetti Provera, Carlo De Benedetti e John Elkann - poi, ciascuno dovrà naturalmente rendere conto dei suoi comportamenti e dei suoi intenti davanti al Parlamento e all'opinione pubblica. Ma il mio aspicio - chiarisce Napolitano - è che ciò possa avvenire in un clima di serietà e di razionalità, senza concitazioni fuorvianti".

Per il presidente della Repubblica, proprio "dal riconoscimento della serietà e della complessità delle sfide che abbiamo dinanzi, deve derivare un atteggiamento più propositivo da tutte le parti e anche una ricerca della necessaria convergenza, attorno a scelte non di breve ma di medio e lungo termine".
Il presidente della Repubblica torna poi sul tema sollevato nel corso dell'udienza al Quirinale ai Cavalieri del lavoro per specificare e puntualizzare il senso contenuto nella sua esortazione alle forze politiche. "Senso di responsabilità - spiega infatti il capo dello Stato - non significa cancellazione di mozioni o attenuazione della dialettica politica e del confronto tra posizioni diverse. Significa invece il riconoscimento di un interesse generale, che in certi momenti, come in quello attuale, può esigere o imporre delle priorità anche nell'agenda politico-parlamentare".
Napolitano specifica poi ulteriormente che "spirito di condivisione non significa necessariamente approdare alle stesse proposte di fronte ai problemi; ma significa di sicuro avere la capacità di individuare i problemi o, se vogliamo usare un termine di moda le sfide che sono e saranno dinanzi al Paese: individuarle, di fronte a tutta la loro complessità, riconoscendo che sono e saranno davanti al Paese non solo nei prossimi mesi ma nei prossimi anni"

21 novembre 2010

Pensioni: da 2011 sale eta' per assegno

Doppio scalino per i lavoratori che vogliono andare in pensione: da gennaio per avere l'assegno bisognera' aver compiuto 61 anni. Dal 2011 infatti entreranno in vigore le nuove regole per l'accesso alla pensione di anzianita' previste dalla riforma del 2007 (l'eta' minima passa da 59 a 60 anni per i lavoratori dipendenti, con almeno 36 anni di contributi) e quelle sulle finestre per l'uscita previste dalla manovra di luglio. Si devono aspettare almeno 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti.

Italia 2010: sempre meno figli, poco lavoro e il risparmio che cresce

ROMA - Un paese dove la popolazione (oltre 60 milioni gli italiani) cresce solo grazie agli immigrati. Dove si fanno meno figli (1,41 per donna), si celebrano meno matrimoni e si perdono posti di lavoro. Un paese, l'Italia, dove però aumentano i risparmi delle persone e delle famiglie. Questo ciò che emerge dall'Annuario statistico italiano 2010 dell'Istat, presentato a Roma.
OLTRE 60 MILIONI DI ITALIANI, GRAZIE AGLI IMMIGRATI - Alla fine del 2009 l'Italia conta 60.340.328 residenti, circa 291.000 in più rispetto all'anno precedente. Questo incremento si deve al saldo attivo del movimento migratorio (+318.066 unità) che, pur in calo, neutralizza l'effetto negativo del saldo naturale (-22.806 unità). Gli stranieri sono oltre quattro milioni (4.235.059), il 7% della popolazione totale, e provengono per la maggior parte dall'Unione europea (29,3%), dall'Europa centro-orientale (24,0%) e dall'Africa settentrionale (15,3%).
SEMPRE MENO FIGLI - La fecondità delle donne interrompe il ciclo crescente osservato dopo il 1995, anno in cui, con 1,19 figli per donna, ha toccato il punto minimo, attestandosi nel 2009 a 1,41 (1,42 del 2008). All'interno dell'Unione europea a 27 Paesi (dati 2008), Irlanda e Francia sono in cima alla graduatoria con rispettivamente 2,1 e 2 figli per donna mentre l'Italia, pur posizionandosi nella parte bassa, è comunque sopra Germania (1,38) e Portogallo (1,37) e alcuni paesi dell'Est europeo (Polonia, Ungheria e Romania). C'è da aggiungere che in Italia le donne diventano madri più tardi: 31,1 è l'età media al parto nel nostro Paese, il valore più alto dell'Ue27, lo stesso di Irlanda e Lussemburgo, contro 26,8 delle donne bulgare e 27,7 delle olandesi.
E SEMPRE MENO MATRIMONI - Prosegue nel 2009 il calo della nuzialità, già registrato l'anno precedente dopo la ripresa del 2007. Con circa 16.000 matrimoni in meno celebrati (230.859), il tasso di nuzialità scende dal 4,1 al 3,8 per mille. Il matrimonio religioso resta la scelta più diffusa (62,5%) ma, segnala sempre l'Annuario Istat, sono in costante aumento le coppie che optano per il rito civile. È soprattutto nelle regioni meridionali a prevalere un modello di tipo tradizionale, la percentuale dei matrimoni celebrati con rito religioso è del 77,4% contro il 50,5% del Nord e il 55,4% del Centro.
Meno figli, meno matrimoni e, altra tendenza consolidata, l'Italia continua ad invecchiare. Un italiano su cinque è ultrassessantacinquenne e i "grandi vecchi" (dagli ottanta anni in su) rappresentano ormai il 5,8% della popolazione italiana.
L'Annuario Istat certifica come a fine 2009 l'indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 15) registra un ulteriore incremento, raggiungendo 143,8%. Nella graduatoria internazionale (dati 2008), la Germania, con un indice pari a 150,2, si conferma come il paese maggiormente investito dal fenomeno dell'invecchiamento, seguita da Italia (143,1), Grecia (130,3) e Bulgaria (129,6).
ITALIANI, UN POPOLO DI 'FORMICHE' - Un'altra conferma è quella sugli italiani popolo di risparmiatori. In Italia si contano 34.036 sportelli bancari, 5,7 ogni 10.000 abitanti. La distribuzione territoriale risulta piuttosto differenziata: dai 9,5 del Trentino-Alto Adige (10,6 a Trento e 8,3 a Bolzano) ad appena 2,6 ogni 10.000 abitanti in Calabria. Alla fine del 2009, l'ammontare dei depositi bancari ha superato i 906 miliardi di euro, circa 90 miliardi in più rispetto all'anno precedente. Di questi, oltre due terzi appartengono a famiglie e istituzioni sociali e private, il 19,1% a società non finanziarie, il 3,5% ad amministrazioni pubbliche e l'8,8% a società finanziarie.
Quanto al settore assicurativo, nel 2008 i risultati delle gestioni danni e vita sono pari rispettivamente a +365 e -2.949 milioni di euro. Il peso dell'attività del settore vita sul totale dei premi raccolti continua ad attestarsi su livelli superiori a quello del ramo danni (rispettivamente, 59,3% e 40,7%). Le uscite per sinistri, in riferimento al portafoglio italiano, ammontano nel 2008 a circa 92,5 miliardi di euro; di questi, oltre 66 miliardi hanno interessato l'assicurazione vita e capitalizzazione e 26,4 miliardi l'assicurazione contro i danni.
LAVORO, OCCUPAZIONE IN CALO DOPO 14 ANNI DI CRESCITA - Nel 2009 sono 23.025.000 gli occupati, in calo, per la prima volta dal 1995, di 380.000 unità rispetto all'anno precedente (-1,6%). E' la sintesi di una riduzione marcata della componente italiana, controbilanciata dall'aumento di quella straniera (+147.000 unità), il cui ritmo di crescita è comunque inferiore rispetto agli anni precedenti. La quota di lavoratori stranieri sul totale degli occupati raggiunge l'8,2% (7,5% nel 2008). La flessione più marcata (-2%) riguarda gli uomini, ma anche le occupate risultano in calo (-1,1%), interrompendo un andamento sempre positivo negli ultimi dieci anni.
A diminuire sono soprattutto gli addetti dell'industria in senso stretto (-4,3%, pari a 214.000 unità in meno), seguono quelli dell'agricoltura (-2,3%, pari a -21.000 unità), delle costruzioni (-1,3%, pari a -26.000 unità) e del terziario (-0,8%, pari a -119.000 unità). Nella media del 2009, 300.000 occupati sono stati coinvolti dalla cassa integrazione, un valore quattro volte superiore a quello registrato l'anno precedente.
La discesa dell'occupazione nel 2009 riguarda sia i lavoratori dipendenti (-1%, pari a -169.000 unità) sia soprattutto gli indipendenti (-3,5%, pari a -211.000 unità).
L'occupazione standard (dipendenti permanenti a tempo pieno) registra una flessione dello 0,2% rispetto all'anno precedente (-33.000 unità) ma le conseguenze più pesanti della crisi produttiva riguardano i dipendenti a termine (-7,3%, pari a -171.000 unità).
Il tasso di occupazione scende dal 58,7% del 2008 al 57,5%, valore che si mantiene ampiamente al di sotto del dato medio dell'Ue (64,6%); quello maschile si attesta al 68,6% mentre il tasso riferito alle donne si posiziona al 46,4%, pur con rilevanti divari regionali: si passa dal 61,5% dell'Emilia-Romagna al 26,3% della Campania.
Per il secondo anno consecutivo aumentano le persone in cerca di occupazione, sono 1.945.000, 253.000 in più rispetto al 2008 (+15%). Il tasso di disoccupazione sale al 7,8% dal 6,7%, quello di inattività al 37,6% dal 37% di un anno prima.

Uil, in segreteria confederale entra Anna Rea

Nuovo ingresso nella segreteria confederale della Uil: Anna Rea, da oltre otto anni segretario generale della Campania. La proposta arriva dalla Direzione nazionale del sindacato e la nomina sarà formalizzata il prossimo mese dal Comitato centrale della Confederazione. Rea, spiega una nota della Uil, ha partecipato alle complesse vicende economiche e sociali della sua regione, realizzando iniziative sindacali nei luoghi di lavoro e sul territorio come quella, proposta oggi, di organizzare a Napoli un summit nazionale coinvolgendo tutte le forze sociali e imprenditoriali per la soluzione del problema rifiuti, considerata l'impossibilità per la politica di risolvere, da sola, questa delicata questione. Anna Rea, comunque, manterrà ancora il mandato di segretaria generale della Uil Campania.

Lavoro: Istat, occupazione in calo dopo 14 anni nel 2009 -1,6%

Occupazione in calo dell'1,6% dopo 14 anni di crescita nel 2009. L'anno scorso i lavoratori italiani sono risultati appena sopra i 23 milioni, 23.025.000 con una diminuzione di 380 mila unita' rispetto all'anno precedente. A fotografare il mondo del lavoro del paese e' l'Istat nell'Annuario statistico italiano 2010 diffuso oggi e disponibile anche on line sul sito www.istat.it.

Casini: noi al tavolo se cambiano


Non ci piace l'egemonia della Lega e non ci fidiamo di Berlusconi. Se vogliono cambiare, ci sediamo al tavolo, ma ci aspettiamo dei fatti". Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, nel corso dell'assemblea nazionale del partito a Milano. "Non possiamo metterci a sedere sulla riva del fiume - ha avvertito - perché il cadavere che passerà non è quello di Berlusconi ma dell'Italia. Possiamo aiutare gli altri a condizione che le cose cambino veramente".
"C'è la necessità per il Paese di andare avanti con un armistizio tra le forze politiche, se avessimo una bacchetta magica saremmo ora un governo di solidarietà e di armistizio" ha scandito Casini dal palco dell'assemblea, sottolineando che "bisogna cercare di governare con scelte impopolari perché il Paese sta andando alla catastrofe".
Casini punta il dito contro il sistema bipolare in Italia che genera ingovernabilità. "I cultori del bipolarismo come una terra promessa sono stati smentiti dai fatti. Questo meccanismo politico in piedi non ci sta ma costruisce solo armate che poi non riescono a governare. Sono passati due anni e mezzo del governo Berlusconi. Dopo due anni Prodi è andato a casa e ora Berlusconi rischia di seguire la stessa strada di Prodi - ha osservato nel corso del suo intervento - Non credo che Berlusconi e Prodi fossero i due più incapaci in Italia. Il problema è l'assetto bipolare in Italia".


Dunque terzo Polo? No. La politica italiana per Casini non ha bisogno di questo ma di una nuova idea di nazione. "Deve nascere qualcosa di nuovo - ha spiegato - ma il terzo polo si immetterebbe in una logica bipolare già contraddetta dai fatti". "Non dovete mai parlare di terzo polo - ha detto rivolgendosi ai sostenitori dell'Udc riuniti alla Fiera di Milano - perché questo vuol dire che qualcuno parte subalterno. Deve nascere un nuovo polo, una nuova idea di nazione per ricucire il Nord e il Sud, la destra e la sinistra, i magistrati e la politica". Invece, al momento, "sembriamo cani rabbiosi che si mordono mentre l'Italia sprofonda".
Casini si è soffermato inoltre sulle dimissioni annunciate dal ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna. "Tutto sommato è stato un buon ministro - sono state le sue parole - Ha caratterizzato questa stagione del berlusconismo. Il fatto che dica che il partito è ridotto a un comitato d'affari è un caso di grandissima rilevanza e su cui riflettere".
Quindi si è rivolto al Partito democratico, che secondo il leader dell'Udc deve avere il coraggio di rompere il rapporto con l'estrema sinistra. Il Pd, ha rimarcato, "non può pensare sistematicamente di non fare una scelta chiara. Quello che è capitato in Puglia con Vendola e a Milano con Pisapia è la conseguenza diretta del fatto che il Pd non fa le scelte che dovrebbe fare". Il Pd "deve avere il coraggio di scindere, di spezzare il rapporto con questa sinistra estrema, ricordandosi che Veltroni lo ha fatto".
LE REAZIONI - Le parole del leader dell'Udc vengono accolte differentemente dagli schieramenti. Per Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, "se il leader dell'Udc si dimostrasse capace anche di formulare un giudizio più equilibrato e più adeguato alla realtà sull'esperienza del governo Berlusconi e sul ruolo del Pdl, potrebbe forse profilarsi un ruolo di responsabilità politica e istituzionale da parte dell'Udc, foriero di ulteriori sviluppi nel futuro".
Secondo il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, "il leader Udc mostra di comprendere che, per un verso con Bersani, e per altro verso con Fini, non si va lontano. E questo è senz'altro un punto di partenza positivo. Quello che invece non convince e non può convincere è la richiesta di dimissioni al premier''.
''Su quello che ha detto Casini esistono elementi di consenso e di dissenso - commenta il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto - Prendiamo atto che si tratta di un atteggiamento costruttivo e dialettico assai lontano da quello distruttivo del Pd. Un confronto che può valere anche per il futuro".
Di tutt'altro avviso la Lega. "Il governo di armistizio mi mancava: c'è stato quello tecnico, di scopo, di responsabilità nazionale, ora quello di armistizio. Non so cosa sia" dice a 'In mezz'ora' il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che scandisce: "Chi vince governa, chi perde va all'opposizione. Casini lo stimo, abbiamo fatto parte della maggioranza per cinque anni ma il principio è: si può consentire che chi ha perso le elezioni vada al governo? Io penso di no". Onestà vuole, secondo Maroni, che se un esecutivo non riesce a completare il lavoro, si rivolge al corpo elettorale.
''Se noi gli siamo indigesti - replica a Casini Piergiorgio Stiffoni senatore del Carroccio - non si segga'' al tavolo, ''resti in piedi con il cerino in mano".
Invece Adolfo Urso, coordinatore nazionale di Futuro e libertà, considera la proposta di Casini ''seria e fondata e non può essere lasciata cadere nel vuoto perché nel vuoto rischia di cadere l'Italia. Serve un governo di responsabilità nazionale che ricomponga tutte le forze che si richiamano al popolarismo europeo, Udc compresa".
Netto il giudizio di Dario Franceschini, capogruppo del Pd a Montecitorio: ''Nessuna apertura da Casini. Quando il leader dell'Udc pone due condizioni come quella 'senza Berlusconi e senza la Lega' pone condizioni impossibili. Il discorso di Casini è giusto, con la crisi e mesi difficili davanti, serve un clima di responsabilità nazionale. E' evidente che né la Lega né Berlusconi che hanno causato questi problemi sono coinvolgibili in un percorso di questo tipo. Casini lo sa bene, pone una condizione impossibile e mi pare che la risposta gli sia stata data dalla Lega a stretto giro di posta''.
''Caro Casini, sei tu e non il Pd che ti devi risolvere - è la risposta al leader centrista che arriva dall'ulivista del Pd Franco Monaco - Non è più tempo di tatticismi e furberie. Che senso ha fare l'occhiolino, adombrare l'idea di "sederti al tavolo" del premier nel mentre gli poni condizioni per lui manifestamente irricevibili?''.
Durissima l'Italia dei Valori. "Ieri Pier Ferdinando Casini e l'Udc si erano detti pronti a una coalizione con il Pd purché questo rompesse con ltalia dei valori. Oggi - afferma all'Adnkronos il leader Idv Antonio Di Pietro - leggo che Casini è pronto a un governo di centrodestra se Berlusconi si fa da parte. Ora è pronto a un esecutivo con chiunque ci sta: la verità è che sono pronti ad andare al governo a tutti i costi. E' il polo della 'mignottocrazia' politica, per dirla con Paolo Guzzanti".

20 novembre 2010

Restituito” alla stampa italiana all’estero il 50% dei contributi per l’anno 2009

ROMA – “La Fusie ha accolto con grande soddisfazione l’approvazione, da parte della Commissione Bilancio della Camera, del maxi-emendamento alla “legge di stabilità”, il cui testo contiene una norma che restituisce alla stampa italiana all’estero il 50% dei contributi per l’anno 2009 che le erano stati tagliati con il decreto milleproproghe del marzo scorso”. Lo ha dichiarato il presidente della Federazione Giangi Cretti.
“Per questo risultato, che la Fusie aveva immediatamente posto in cima alle proprie priorità,” ha aggiunto Cretti “la Federazione ringrazia l’on. Di Biagio, che con l’on. Narducci se ne è fatto interprete, la Commissione Bilancio che l’ha accolto e tutte le forze politiche che si adopereranno per la sua definitiva approvazione, nonché la FNSI che ha contribuito a mantenere alta la tensione sul problema.”
La Federazione Unitaria della Stampa Italiana all’Estero, inoltre - ha sottolineato ancora Cretti - è grata a tutti coloro che oggi la incoraggiano a perseverare nella sua battaglia per la trasparenza, avviata con forza in tutte le sedi istituzionali e per il buon esito della quale sarà, in ogni caso, determinante il rigoroso impegno da parte degli organismi cui compete il controllo.”
“Questo - ha concluso il presidente della FUSIE - è tanto più utile e necessario in una fase in cui, nella prospettiva di una riforma dell’editoria, la Fusie intende avviare una riflessione-confronto al suo interno e con le istituzioni per contribuire alla ridefinizione del processo normativo che dovrà regolare l’intervento dello stato nel settore dell’editoria all’estero, tenuto conto delle nuove modalità di fruizione dell’informazione”.

DI BIAGIO (FLI): DAL PDL SOLE PAROLE A VOLTE NON COMPRENSIBILI - SUI FATTI CADE COMICAMENTE

"Bell’esempio di attività ed impegno a fianco degli italiani nel mondo è stato dato ieri. Accanto al Cgie mancava soltanto il PdL: nessuno e dico nessuno dei colleghi, di Camera o Senato, ha osato mostrare la benché minima solidarietà ai consiglieri venuti da ogni parte del mondo". È il commento del deputato Fli Aldo Di Biagio, all'indomani della manifestazione del Cgie a Montecitorio per difendere i diritti degli italiani nel mondo.
Questa è la dimostrazione che davanti ai fatti concreti il PdL nel Mondo continua a non sapersi gestire", continua Di Biagio, che si è dimesso da responsabile del PdL nel Mondo con il passaggio al Fli. "A ciò si aggiunga la manchevolezza totale a livello organizzativo; basta pensare che il PdL nel Mondo ha sempre lo stesso sito da quasi due anni e allo sprovveduto avventore che dovesse cimentarsi nella sua comprensione apparirà ancora il mio comunicato del 26 ottobre 2009. Che macchina da guerra che è lo staff di Caselli". Di Biagio invita dunque il sen. Caselli "a cancellare i miei riferimenti e quelli del mio staff dal sito Italiani nel Mondo, poiché sotto il profilo politico e professionale non mi sembra sia assolutamente corretto soprattutto per coloro che vorrebbero un po’ di chiarezza dall’attuale gestione PdL". "Sui fatti concreti il PdL nel Mondo cade in maniera, direi, comica, limitandosi a mandare una tantum comunicati sui massimi sistemi. Purtroppo", conclude Aldo Di Biagio, "temo che gli italiani nel Mondo legati al PdL avranno di che lamentarsi nelle prossime settimane"

Carfagna: il 15 dicembre mi dimetto da tutto. Addio a governo e Parlamento

"Non farò mancare la fiducia a Berlusconi, ma il 15 dicembre rassegnerò le mie dimissioni dal partito. Lascerò anche lo scranno di parlamentare, perché a differenza di altri sono disinteressata e non voglio dare adito a strumentalizzazioni. Mi dimetterò ovviamente anche da ministro visto che il mio contributo pare sia ininfluente". E' l'annuncio di Mara Carfagna in un'intervista a 'Il Mattino'.La possibilità di un ritiro solo ventilato dalla titolare delle Pari Opportunità aveva già agitato le acque nel Pdl e il governo. "L'unica cosa che conta in questo momento è che bisogna essere uniti attorno a Silvio Berlusconi, senza dare spazio ai dissapori e ai conflitti" dice all'Adnkronos il sottosegretario all'Attuazione del programma di governo, Daniela Santanchè.
"Quello che si vede sui giornali oggi - sottolinea - non è un bello spettacolo. Nei momenti difficili si sta uniti, e io sono molto fiduciosa nel fatto che questo momento passerà. Per le questioni singole, si aspettano altri tempi".
''Gli italiani stanno con noi - afferma Santanchè - mentre abbiamo tanti parlamentari seri che fanno bene il loro dovere. L'unica cosa che non condivido è l'atteggiamento di chi continua a fare proposte e offerte a Fli. Basta: il tempo è scaduto. Il 14 dicembre c'è la prova della verità, o la fiducia o si torna al voto". Ma anche lei è coinvolta nei contatti? "Per me la partita è chiusa. Non sto con il pallottoliere, conta la fiducia politica più di quella numerica. Comunque, ricevo più telefonate di quante ne faccia".
"Ci mancava solo la Carfagna! - esclama Amedeo Laboccetta - Ora siamo nel mezzo di una questione ben più importante dei suoi rapporti con la dirigenza locale del partito. C'è solo da sperare che la vicenda rientri al più presto". Per il deputato napoletano ''questa vicenda va superata immediatamente. Ci sono cose più importanti", e il riferimento è alla situazione politico-parlamentare della maggioranza e del governo di Silvio Berlusconi. Quindi "bisogna evitare di esasperare i toni" puntando invece "a tenere i nervi a posto".
Ma c'è anche chi mira in primis a confermare stima e sostegno alla Carfagna. ''Mara è patrimonio di tutto il Pdl e tutto il partito è orgoglioso di quanto ha fatto e farà ancora nel governo e nel partito'' dice il ministro Gianfranco Rotondi, che domani chiuderà proprio con lei il convegno nazionale dell'area Dc del Pdl a Salerno.
Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ribadisce il suo appoggio alla collega delle Pari opportunità. "La sosteniamo in tutto e riteniamo che abbia ragione nel porre questioni che il partito deve risolvere rapidamente. Berlusconi le ha riconfermato stima e fiducia'' perché le questioni che pone ''non sono solo locali ma implicano rispetto per chi lavora sul territorio'', ha detto Frattini, parlando a Lisbona a margine del vertice Nato. Dunque, "non sono liti personali ma questioni di principio che è giusto che il partito risolva''.
La vicenda tiene banco anche altrove. Adolfo Urso, coordinatore nazionale di Futuro e Libertà, ritiene che ''Mara Carfagna sia stata e sia uno dei migliori ministri di questa Repubblica, che la sua contrapposizione in Campania a chi è stato denunciato per camorra sia del tutto legittima e il Pdl dovrebbe assumere una posizione più chiara e netta''. Per Urso c'è ''un'aggressione e un clima di intolleranza che rende invivibile la vita all'interno del Pdl, che non è un partito liberale e democratico ma un partito che è diventato intollerante, che vive qualunque critica come un elemento inaccettabile''.
Il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino, è al centro invece delle considerazioni del presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli. ''Bisogna riconoscere che Italo Bocchino ha dimostrato tutta la sua arguzia - sostiene Cirielli - La vicenda delle presunte dimissioni del ministro Carfagna, proprio ora che il nostro premier stava recuperando, dimostrano quanto sia insidiosa l'azione del capogruppo di Fli per la tenuta del governo e la compattezza del Pdl''. Ma Bocchino taglia corto: ''E' un problema del Pdl, non ci riguarda''.
E sul caso Carfagna intervengono anche Vladimir Luxuria che plaude all'eventuale decisione, e Giancarlo Magalli. "Il mio intuito femminile mi aveva fatto capire da tempo che Mara Carfagna si sarebbe allontanata dal suo partito e da questo governo - dichiara all'Adnkronos l'ex parlamentare di Rifondazione comunista - Ora che annuncia di farlo, non posso che dirle brava, vai avanti così, è la scelta giusta".
Mara Carfagna è persona "leale non è certo una ricattatrice - dice da parte sua Magalli - Per fare un dispetto così grande a Berlusconi vuole dire che non ne potrà più". "Se è in questa situazione - ragiona Magalli - dal momento che lei non è una ricattatrice né una vecchia iena, significa che ormai soffre nella situazione in cui si trova. Sa che se se ne andasse farebbe un danno molto grosso a Berlusconi al quale deve tanto. Per lui è come una figlia e questa è quasi una coltellata al cuore".

Berlusconi: mia fiducia è al 56%, sono il numero uno in Europa

Io incompreso? No, l'ultimo sondaggio mi dà al 56%, sono il numero uno in Europa come apprezzamento della gente". Parola di Silvio Berlusconi che durante la conferenza stampa al termine del vertice Nato a Lisbona torna a parlare di politica interna. Per il presidente del Consiglio chi mostra di non comprenderlo è "chi ha capito che la mia presenza in politica è l'ostacolo insormontabile per consentire alla sinistra di tornare al governo del Paese".
Quanto al voto che lo attende in Aula il 14 dicembre, Berlusconi si mostra ottimista: "Io ho le idee chiarissime. Avremo una buona fiducia, con buoni numeri che ci consentirà di governare e di fare le riforme" e "se sarà possibile continueremo, altrimenti credo che nulla possa opporsi al ritorno dagli elettori".
Anche se si andasse al voto anticipato infatti, afferma il capo del governo, "con tutte le notizie e i sondaggi, avremmo un'ottima affermazione per quanto riguarda la Camera e il Senato'' anche "con un'alleanza di solo vero centrodestra. Lo dico a ragion veduta", afferma.

In ogni caso, il premier è convinto che alle elezioni per ora non si andrà: "Non punto a due-tre voti, ma ad una maggioranza per governare", ha ribadito a margine della conferenza stampa dicendosi "sereno". "Dobbiamo essere responsabili e mi sembra che si stia cominciando a capire che c'è da avere tutti responsabilità".
A una domanda sul caso Carfagna che agita il Pdl, il premier taglia corto: ''Non mi ha fatto tribolare. E' una cosa a cui non annetto particolare difficoltà''. ''L'unica cosa che mi ha fatto stropicciare gli occhi -spiega Berlusconi- è stato vedere che i principali giornali italiani al posto di dare la notizia dell'approvazione della legge finanziaria con 62 voti di maggioranza e nel giorno in cui si teneva questo storico vertice della Nato, hanno titolato a piena pagina sulla signora Carfagna. E finiamola qui''.

18 novembre 2010

Fini: "Berlusconi sia responsabile"

''Nel grave momento che stiamo attraversando serve la massima responsabilita', in primis da parte di chi ha l'onore e l'onere di governare e deve onorare questo impegno attraverso l'agenda di governo. Vedremo nei prossimi giorni cosa accadra'''. Lo ha sottolineato il presidente della Camera e leader di Futuro e liberta', Gianfranco Fini, in un videomessaggio sul sito di Fli."A Perugia e' emerso chiaramente che Futuro e liberta' ha dei valori di riferimento ben precisi, che sono quelli del popolarismo europeo, certamente nel perimetro culturale del centrodestra, quella destra che ho poi cercato di declinare qualche giorno fa in quella fortunata trasmissione con un indice di ascolto elevatissimo, che mi ha messo in confronto con uno dei leader della sinistra".
"Da Perugia insomma -ha insistito- la dimostrazione che in Italia c'e' una destra che guarda al futuro, che e' cosciente del grave momento in cui si sta trovando il nostro Paese".
Da parte nostra si deve continuare di buona lena, ci si deve ancor meglio organizzare. Si deve innanzi tutto far comprendere che a Perugia c'erano diverse migliaia di cittadini che a loro spese hanno partecipato a quell'iniziativa, e anche questo e' una novita' degli ultimi tempi", perche' "la politica negli ultimi si era ridotta ad una sorta di stanco rito piu' o meno artificiale".
"Intendiamo presentare a Milano, a meta' gennaio, quando si svolgera' il congresso fondativo, almeno centomila firme -annuncia- in calce a quel manifesto di valori che abbiamo predisposto. Dobbiamo stendere una rete organizzativa: non vogliamo fare un partito vecchio stampo ma un movimento di opinione organizzato".
"Mi permetto di fare un appello a non abbassare la guardia, ma soprattutto per lavorare con ancora maggiore convinzione, perche' quel disegno ambizioso e' a portata, perche' sono tanti coloro che capiscono che e' arrivato il momento, per mille ragioni, di cambiare passo, di innestare una marcia piu' alta nel cammino di rinnovamento del nostro Paese, e da questo punto di vista -conclude Fini- Futuro e liberta' e' non soltanto una bella novita', ma anche una solida garanzia".

17 novembre 2010

Politica: Montezemolo, piu' poveri di 10 anni fa per fallimento classe dirigente

Se siamo piu' poveri di 10 anni fa e' per il fallimento della classe dirigente politica. Non si tratta ne' di centrodestra ne' di centrosinistra, perche' entrambi hanno governato in questi anni". Lo sostiene il presidente di Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, questa sera a Modena per presentare il libro di Edmondo Berselli, pubblicato postumo. "Siamo un Paese campione del mondo -osserva Montezemolo- nell'occuparci del contingente o del passato, ma mai nel guardare avanti".

Berlusconi: "Senza fiducia al voto"

Una crisi di governo "sarebbe una jattura assoluta". Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al Quirinale, a margine della cerimonia di consegna delle insegne ai nuovi Cavalieri del Lavoro. "Soltanto con una assoluta irresponsabilità si può pensare di mettere in crisi un governo che fino a qualche tempo fa era il più solido e il meglio piazzato in Europa, con davanti tre anni di governo, una forte maggioranza parlamentare e con un presidente del Consiglio primo in Europa per la considerazione dei cittadini". Il 14 dicembre "sarà il giorno che deciderà se l'Italia può continuare ad avere quella stabilità che è assolutamente importante per resistere in una situazione di una crisi economica che non è ancora passata". Per il Cavaliere "abbiamo assolutamente bisogno di stabilità e c'è da parte del governo tutto l'impegno possibile per continuare con quella stabilità che consideri tutto il lavoro che abbiamo fatto da inizio governo fino ad oggi, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti".

Non credo ci si possa arrivare", risponde poi ai cronisti che gli chiedono quali siano le possibilità per un Berlusconi bis. "Abbiamo bisogno di un governo solido -rimarca il premier- e non possiamo contare su chi non garantisce il massimo di lealtà al programma approvato dagli elettori". "Se ci sarà la fiducia andremo avanti a lavorare -scandisce il presidente del Consiglio- se non ci sarà la fiducia andremo al voto".
E se dovesse avere la fiducia a una sola delle Camere? Chiedono ancora i giornalisti. "Non credo -replica prontamente Berlusconi- sono abituato a prendere in considerazione situazioni che considero probabili. Non perdo tempo a pensare su situazioni che non credo possibili". "Io -rivendica Berlusconi- al tavolo dei capi di Stato e di governo in Europa ho 'maramaldeggiato', facendo passare tutta una serie di provvedimenti favorevoli a noi e assolutamente importanti", spiega il premier sottolineando la forza del suo esecutivo rispetto all'Europa.
Ferve intanto il dibattito nella maggioranza. ''Andiamo avanti, che dobbiamo fare?'', dice Gianfranco Rotondi arrivando in Transatlantico dopo aver partecipato a un vertice tra ministri, capigruppo e coordinatori del Pdl in vista della verifica di governo prevista il 14 dicembre in Parlamento. Il ministro per l'Attuazione del programma di governo aggiunge: ''Ora dobbiamo stare sereni e e continuare a lavorare con tranquillita'''.
''Dobbiano andare avanti per la nostra strada'', sottolinea Altero Matteoli, indicando la 'linea' concordata al summit di questa mattina. Una riunione per serrare i ranghi e ricompattarsi di fronte ai prossimi delicati passaggi politici, dalla quale è emerso anche rispetto e soddisfazione per l'esito dell'incontro di ieri al Quirinale tra il capo dello Stato Giorgio Napolitano e i presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini.
Confida Denis Verdini: ''Bene l'incontro al Colle, il premier è soddisfatto: riferirà prima al Senato e poi alla Camera come avevamo previsto''. In primo piano 'i numeri' alla Camera e al Senato per garantire la fiducia al Cavaliere.
Tra gli interventi, quello di Ignazio La Russa: ''Io ho detto a tutti di levarsi dalla testa che questo mese sia uno stillicidio di notizie sulla campagna acquisti...''. ''Non ci interessa la campagna acquisti, non facciamo nessuna telefonata -assicura La Russa- Certo, se qualcuno risponde al nostro appello di responsabilità, per carità, ma da parte nostra nessun mercato, non puntiamo a costruire una maggioranza risicata''.
Insiste La Russa: ''Sia chiaro, ho detto nel mio intervento, non vogliamo avere una maggioranza appiccicata con lo sputo...''. Sullo sfondo resta sempre il voto anticipato, che viene considerato una extrema ratio, perché per ora l'obiettivo è evitare un governo tecnico e procedere per altri tre anni con questa maggioranza, senza i finiani. Sul tavolo anche l'ipotesi di una mobilitazione generale del partito in caso di elezioni.
Tanto che Gianni Alemanno dice: "Il Pdl scalda i motori per le elezioni''. Spiega ancora La Russa: ''Qualcuno ha accennato anche a questo, vediamo. Certo, se ci fosse la campagna elettorale tutto si potrebbe tramutare in qualcosa di più e il Pdl mostrerà tutta la sua forza''. Ci saranno iniziative di partito nei prossimi giorni? ''Oggi si vedranno i parlamentari, mentre nel pomeriggio incontrerò Bondi e Verdini per trasformare in fatti concreti le indicazioni e gli orientamenti emersi nella giornata'', replica il ministro della Difesa, che cita il 'modello Milano': ''Siamo sempre pronti, possiamo organizzare in breve tempo ogni iniziativa, basta pensare alla manifestazione al Teatro Nuovo di domenica scorsa, messa su in soli tre giorni''.

LA UIM SCENDE IN PIAZZA CONTRO I TAGLI DELLA FINANZIARIA 2011 PER GLI ITALIANI NEL MONDO


Questa mattina il Consiglio Generale degli italiani all’estero, riunito a Roma per l’Assemblea Plenaria, ha convocato per domani, 18 novembre, davanti al Museo dell’Emigrazione al Vittoriano, una manifestazione di protesta contro i tagli previsti dalla Legge Finanziaria 2011 nei confronti degli italiani che vivono all’estero. La UIM aderisce all’iniziativa del CGIE e conferma la sua posizione contro la tendenza sempre più consolidata di abbattimento delle risorse da destinare ai nostri connazionali nel mondo. Nello specifico i tagli colpiscono la diffusione della lingua e la cultura italiana e il capitolo di spesa relativo all’assistenza sanitaria a favore dei cittadini italiani con oltre 70 anni che vivono all’estero in condizioni di indigenza. Così recita lo slogan con cui la Uim intende scendere in piazza: "No ai tagli all’assistenza sanitaria e agli indigenti. No ai tagli alla cultura e alla lingua italiana. Stop alla chiusura dei consolati".

L'ON FEDI (PD): CON LA FINANZIARIA 2011 - UN ALTRO COLPO GRAVISSIMO AGLI ITALIANI ALL’ESTERO

"La legge di stabilità che si appresta ad essere approvata con l’ennesimo voto di fiducia non raccoglie le sfide lanciate dal Partito Democratico per dare risposte concrete alla crisi economica, ai temi dell’occupazione e al mezzogiorno. Governo e maggioranza che, nel pieno di una crisi politica, hanno rinunciato ad affrontare la crisi economica con una strategia di investimenti e con "strumenti nuovi". Così interviene l'On. Marco Fedi, Segretario della III Commissione Affari Esteri e Comunitari.Per Fedi, "il lavoro è ancora il grande tema delle nostre società, eppure l’Italia continua ad ignorare i disoccupati per i quali non esiste alcuna forma di sostegno. Lavoro e salario minimo rappresentano, accanto ai temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, più che in passato, in questo momento di crisi economica, le due maggiori sfide per i governi moderni. L’Italia sceglie di non agire"."L’aumento della disoccupazione, l’aumento del lavoro nero, la precarietà come condizione permanente – con le mancate risposte alla crisi finanziaria mondiale ed alle crisi economiche nazionali – dimostrano - aggiunge - l’inadeguatezza delle scelte nazionali e l’assenza di scelte politiche nuove a livello sovranazionale. La conclusione è che abbiamo bisogno di scelte coraggiose. Di scelte forti per partiti che invece, a livello nazionale, contribuiscono a perpetuare la logica che penalizza il lavoro e gli investimenti produttivi a favore della speculazione e delle rendite".

Per Fedi, occorre "ripartire da scelte politiche forti, da diritti fondamentali come il lavoro e il salario minimo garantito, il salario di cittadinanza. Ed essere forti nella discussione politica mondiale ritrovando non solo il coraggio ma anche gli strumenti di una dimensione internazionale che nella globalizzazione tende ad assumere le connotazioni di un’omologazione delle idee e delle scelte culturali, politiche ed economiche". "La Legge Finanziaria 2011 - prosegue il deputato del Pd - assesta un altro colpo gravissimo agli italiani all’estero. Un taglio di 14 milioni di euro, rispetto al bilancio dello scorso anno, con uno stanziamento pari a soli 59,216 milioni di euro per l'anno 2011 e un dimezzamento delle risorse complessivamente destinate a questo settore nell'ultimo triennio. Governo e maggioranza su questi temi hanno scelto di penalizzare gli italiani all’estero ed alcuni timidi segnali rischiano di essere anche più offensivi". "Per gli italiani nel mondo - sottolinea Fedi - il Governo Berlusconi è l’esecutivo dei tagli, del ridimensionamento della rete diplomatico-consolare, della riduzione degli investimenti fino al punto di mettere in crisi due settori importanti come la promozione di lingua e cultura nel mondo e l’assistenza agli indigenti. Una maggioranza che in Parlamento ha detto no all’esonero ICI per i residenti all’estero – una misura chiaramente discriminatoria – ha detto no a riforme importanti per i pensionati all’estero come la sanatoria degli indebiti – peggiorando anche le condizioni per il recupero degli indebiti da parte dell’INPS – fino al no alla estensione permanente, nel panorama fiscale italiano, delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia. La proroga di soli 12 mesi, con la condizione aggiuntiva di non potersi avvalere delle detrazioni durante l’anno ma solo a conguaglio, tutti ricorderanno i problemi dei residenti all’estero ad utilizzare il 730, significa trasferire il recupero delle detrazioni in un lontano futuro ed allontanare la soluzione definitiva del problema"."Materia - aggiunge ancora - che conosciamo molto bene. La prima decisione, credo, è capire come continuare una battaglia etica e morale che riguarda i diritti e la parità di accesso ad essi. La buona politica può ancora fare molto per i residenti all'estero. Nei 18 mesi del Governo Prodi abbiamo dimostrato che la politica può fare scelte e tutelare anche i diritti degli italiani all'estero, tra cui il personale a contratto della rete diplomatico-consolare. Le detrazioni fiscali per carichi di famiglia sono state introdotte dal Governo Prodi ed estese ai residenti all'estero". "Se non si comprende, ma davvero da parte di tutti, che abbiamo a che fare con il peggior Governo della storia repubblicana, - conclude - con una maggioranza, se ancora c’è, che ha pianificato il distacco con le nostre comunità nel mondo, a partire proprio dalla sfera dei diritti, se non si comprende che dobbiamo sconfiggere questo malessere morale, etico e politico, rischiamo di aver perso la battaglia più importante che potrebbe riportarci al futuro, con una nuova maggioranza. Se non troviamo le energie per lavorare in questa comune direzione rischiamo di perdere molto più che il futuro, rischiamo di perdere la nostra dignità".

L’ON. ANGELI (PDL): ECCO PERCHÉ TORNO NEL PDL

È stata Daniela Santanché ad introdurre nel primo pomeriggio di oggi la conferenza stampa convocata dall’onorevole Giuseppe Angeli per annunciare la sua decisione di tornare nel Popolo della Libertà. "Angeli – ha detto Santanché – è il primo che può permettersi questa scelta, dopo quello che ha fatto", cioè abbandonare il Pdl per seguire Fini in Futuro e Libertà. "Noi condividiamo la riconoscenza verso Fini da parte di Angeli, per la sua storia politica di uomo di destra. Perché gli uomini di destra sono leali, quasi tutti almeno, e quindi Angeli aveva fatto questo tipo di scelta. Più libero di altri perché eletto in argentina, ora il deputato ritorna nel Pdl. spero – ha concluso – che dopo la sua presa di posizione, anche altri possano ripensarci".Tornato questa mattina dall’Argentina, Angeli ha ricordato prima di tutto il suo passato politico: "la mia carriera politica è stata sempre di volontariato e dura da circa 30 anni: in Argentina, dove abito, lavoro per gli italiani all’estero". richiamate le radici abruzzesi, il deputato ha ricordato ancora: "ho conosciuto l’amico Tremaglia e l’amico Fini durante le elezioni nel 1986 dei Comites, dove sono stato eletto 4 volte consecutive nella circoscrizione di Rosario. Nel 1991 sono stato eletto al Cgie; nel 2006 alla Camera con la Lista Tremaglia. Nel 2008 sono stato rieletto col Pdl".
La spaccatura tra Fini e Berlusconi – ha aggiunto – non m’è piaciuta, ma per logica, rispetto e correttezza sono rimasto con Fini. Ma le cose oggi non mi piacciono più e quindi stamane, al mio ritorno dall’argentina, ho deciso di rientrare nel Pdl, dove sono stato eletto. Voterò convintamente la fiducia – anche se spero non ci sarà - a Berlusconi che qualcosa per l’Italia sta facendo". "Io – ha aggiunto – sono un semplice deputato, conto poco, però sono a disposizione per difendere i diritti degli italiani all’estero. Per me, andare a nuove elezioni sarebbe un errore tremendo; dobbiamo andare incontro al popolo e spendere miliardi per il voto sarebbe assurdo". A chiudere la conferenza Dennis Verdini che ha ringraziato Angeli "per la sua scelta. Noi siamo stati in silenzio per mesi. Tutto il Pdl ha aspettato la formazione della corrente, dei gruppi, poi del partito Futuro e Libertà. Ora che si parla di voto di fiducia, non possiamo stare fermi. Confidiamo che il vedere di Angeli al di là dei fatti contingenti si espanda in Parlamento. Ringrazio Angeli per la sua difficile scelta".

15 novembre 2010

Scuola, in nove regioni meno di un docente ogni due alunni disabili

ROMA - In nove regioni italiane la scuola mette a disposizione meno di un docente ogni due alunni diversamente abili. In queste realtà, dunque, si innalza la media nazionale che è di due ragazzi con diverse abilità per ogni insegnante di sostegno. È quanto evidenzia una ricerca della Uil scuola pubblicata oggi.
I NUMERI - Nell'ultimo quinquennio è aumentato il numero di ragazzi con diverse abilità nella scuola. Si è passati dai 172.114 del 2006/2007 ai 188.449 del 2010/2011. Oggi la maggior parte di questi alunni si trovano nella scuola primaria dove sono 69.694. La percentuale degli studenti disabili sul totale degli studenti si innalza progressivamente ogni anno: nel 2006/2007 erano il 2,22% oggi sono il 2,41%. Le percentuali variano, comunque, da regione a regione. Sfiora il 3% il Lazio, segue l’Abruzzo con il 2,8 %, poco sopra al 2,5% il Piemonte, la Liguria, la Lombardia, la Sicilia 2,6%. In linea con la media italiana le Marche. "C’è quindi da ritenere che le regole nazionali per la certificazione dello stato di disabilità, pur identiche a livello nazionale, vengano declinate in modo diverso nelle varie regioni", spiegano dalla Uil.
L'ORGANICO DI SOSTEGNO - Anche i docenti di sostegno sono cresciuti negli anni, dai 48.667 del 2006/2007 (parliamo dell'organico fisso, al netto delle deroghe) ai 63.348 del 2010/2011. Tenendo conto anche delle deroghe e dei posti assegnati in più siamo passati da un totale di 90mila docenti di sostegno del 2006/2007 (quando, dunque, l'organico precario rappresentava il 50% di quello presente a scuola) ai 94.430 del 2010/2011 (si è abbassata la quota di precari). Ad oggi, secondo i conti della Uil, in base alle previsioni di legge mancano all'appello oltre 3mila posti nell'organico stabile.
QUANTI PROF PER OGNI ALUNNO? - Quanto al rapporto docenti di sostegno/studenti disabili, nell’anno in corso è stata complessivamente realizzata la previsione della legge 244/2007, che prevedeva un docente ogni due studenti, mentre per l’anno passato il rapporto era leggermente superiore. Il rapporto più alto è detenuto dalla scuola secondaria di II grado: 2,09 alunni ogni docente. Ma non tutto il mondo è paese: in nove regioni il rapporto 2 a 1 è ampiamente superato secondo i dati offerti dalla Uil. Per esempio nel Lazio il rapporto è 2,37 alunni per ogni insegnanti di sostegno. In Lombradia il rapporto è 2,34 a 1. Tra le altre regioni che 'sforano' ci sono Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo.

Governo, Di Pietro: "No ad esecutivi alternativi e no al terzo polo"

ROMA - "Noi vogliamo sapere se in Parlamento c’è una maggioranza che appoggia Berlusconi oppure no e se no, si torni dagli elettori, si voti un altro Governo, si trovi un’altra maggioranza che legittimamente, questa volta, governerà nell’interesse dei cittadini, invece che nell’interesse suo e di qualche amico della sua cricca". Lo dice Antonio Di Pietro, intervistato da Sky. "Noi chiediamo- aggiunge il leader Idv- che se non c’è la fiducia si torni subito alle urne. Non capisco questa idea di dire che siccome siamo immersi dalle difficoltà, ci vuole un Governo tecnico e non quello eletto. Che cosa cambia? La verità è semplice: in un Paese democratico al Governo ci sta la maggioranza che gli elettori vogliono; se quella maggioranza non esiste più, si va a votare, possibilmente con una nuova legge elettorale, e l’Italia dei Valori è d’accordo nel farla. Se c’è necessità di un tempo tecnico, ma massimo tre mesi per approvarla, ci stiamo; se si tratta di fare una 'furbata' per campare altri tre anni senza il consenso elettorale, noi non appoggeremo nessun colpo di mano. In questi giorni il Parlamento è paralizzato: perché non si lavora subito, da domani, alla nuova legge elettorale? Noi siamo pronti, senza aspettare che cambi il governo".

Di Pietro e' ancora piu' chiaro: se Berlusconi cadesse, "l’Italia dei Valori non parteciperebbe a nessun governo alternativo. Noi pensiamo, per un tempo limitato ad un accordo diverso per sfiduciare Berlusconi in Parlamento, dopodiché si vada alle urne. Da domani a quando si tornerà a votare, se si riesce a fare una nuova legge elettorale, ponti d’oro. A coloro che sostengono che per fare la riforma elettorale sia necessario fare un governo tecnico rispondiamo: non ci crediamo ma siamo disposti a metterli alla prova. Siamo disponibili a dare un appoggio esterno a questo eventuale governo per un massimo di 90 giorni. Ma ogni sera uno dei nostri parlamentari, al termine della seduta, farà il conto alla rovescia. Al novantesimo giorno staccheremo la spina".
"NON CI ALLEIAMO CON IL TERZO POLO" - Antonio Di Pietro dice POI 'no' ad un'alleanza con il terzo polo. “Legittimamente loro percorrono una strada diversa da quella dell’Idv- spiega parlando della proposta di Dario Franceschini a nome del Pd- Noi pensiamo che in un paese democratico, in uno Stato di diritto, il cittadino indica chi deve governarlo e con quale maggioranza. Per questo gli va detto prima delle elezioni, qual è il programma, con chi si intende fare un percorso comune e quali sono le persone candidate a governarlo".(AGENZIA DIRE. http://www.dire.it/)

Futuro e Libertà fuori dal Governo Il Colle convoca Schifani e Fini

Dopo giorni di discussioni Futuro e Libertà per l'Italia apre oggi la crisi di governo ritirando la sua delegazione. Le lettere di dimissioni del ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi, del viceministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso e dei sottosegretari Roberto Menia e Antonio Buonfiglio, sono state inviate questa mattina al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.Il capo dello Stato ha convocato per domani pomeriggio i presidenti dei due rami del Parlamento, Renato Schifani e Gianfranco Fini, per fare il punto sulla situazione.
Intanto, si è concluso intorno alle 21, dopo circa due ore, il vertice ad Arcore tra Berlusconi e Lega. Alla riunione oltre al premier, i coordinatori del Pdl e i ministri leghisti Umberto Bossi, Roberto Maroni e Roberto Calderoli, che nel pomeriggio si erano già riuniti in via Bellerio a Milano. Lasciando villa San Martino gli esponenti del Carroccio non hanno rilasciato dichiarazioni. Il premier dovrebbe rientrare domani a Roma.
Intanto, i presidenti dei gruppi parlamentari Fli di Senato e Camera, Pasquale Viespoli e Italo Bocchino, prendendo atto delle dimissioni degli esponenti finiani, ''evidenziano il venir meno del rapporto fiduciario nei confronti del governo'' e confermano ''il proprio impegno a sostenere nell'interesse del Paese la legge di stabilità e di bilancio''.
A SkyTg24 Urso spiega che le sue dimissioni sono ''irrevocabili perché vogliamo chiudere una fase politica e con un nostro atto di responsabilità aprirne una nuova". Se si dovesse arrivare al voto anticipato, aggiunge, Fli guarderà ad "un'altra coalizione di centrodestra con forme che si richiamano alle forze del popolarismo europeo, quindi con Casini, Lombardo, Api e comunque con le altre forze sociali e produttive del Paese che vogliono nel centrodestra e dal centrodestra cambiare e rinnovare la politica, voltare pagina e fare davvero le riforme".
Possibile un'alleanza col Pd? ''Noi siamo politicamente e culturalmente ancorati nel centrodestra. Alleanze spurie sono possibili solo in caso di emergenza e noi auspichiamo che l'Italia non si trovi in situazioni d'emergenza'', ha spiegato Bocchino al Tg2.
Il Pdl attacca duramente la scelta di Fli di uscire dall'esecutivo. Con il ritiro della delegazione di Futuro e libertà dal governo "si sta consumando il tradimento", commenta il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Ora ''si dovrà innanzitutto - ha affermato il ministro - vedere il comportamento delle Camere a partire dal Senato, perché il presidente del Consiglio legittimamente dovrà verificare se ha un consenso innanzitutto in quella Camera". "Io credo che valga una regola oggettiva - aggiunge - o Berlusconi o elezioni, nel senso che questa legislatura è nata con una scelta inequivoca degli elettori''.
Mentre il portavoce del Pdl Daniele Capezzone sottolinea: ''Oltre alle dimissioni anche troppo a lungo preannunciate dai quattro esponenti finiani, servirebbero quelle di chi, come Gianfranco Fini, come non è mai accaduto a questi livelli nella storia della Repubblica, sta usando un incarico super partes in modo partigiano e fazioso''.
Dall'opposizione il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini chiede al presidente della Camera Gianfranco Fini di ''difendere, nell'esercizio della sua funzione, il diritto costituzionalmente garantito'' dei firmatari di portare al voto la mozione di sfiducia ''prima, e non successivamente, ad un voto di fiducia chiesto dal governo al Senato, al solo fine di sottrarsi al voto della Camera dei deputati". Per ora c'è una mozione Pd-Idv che però potrebbe confluire in un'analoga targata Fli-Udc-Api-Mpa.
Poi sull'ipotesi di un'alleanza con Futuro e libertà, avanzata oggi da Bocchino in un'intervista a 'La Stampa', il capogruppo Pd alla Camera afferma: ''Caduto il governo Berlusconi saremo pronti a un esecutivo di responsabilità nazionale che affronti i problemi del Paese e che cambi questa legge elettorale porcata prima di tornare a votare''.
Aperture a Fli arrivano anche dall'Idv. ''Sì a Gianfranco Fini, se questa è la condizione per vincere le elezioni e sconfiggere Berlusconi. A mali estremi, estremi rimedi'', sottolinea il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi, ospite della trasmissione di Radio2 'Un giorno da pecora'. "Prendo atto - aggiunge - che su questo delicato tema la mia posizione è diversa da quella di Di Pietro''.
''Con il gesto delle dimissioni annunciate di Fli, c'è la crisi di governo'', ha osservato da parte sua il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, intervistato su La7 durante la trasmissione Otto e mezzo. ''Berlusconi si dimetta se non lo fa presenteremo la mozione di sfiducia''. Poi, per Casini, ''serve un governo di larga coalizione, di responsabilità nazionale, con il Pdl e il Pd che si siano liberati della Lega nord e di Di Pietro''.

14 novembre 2010

Contromossa Pdl, mozione di sostegno al Senato. Casini chiude al premier: "Serve un uomo di buona volontà"

ROMA - Il Pdl cerca di uscire dall'assedio. "Il gruppo Pdl al Senato della Repubblica sta predisponendo il testo di una mozione parlamentare a sostegno dell'azione del governo, della quale chiederà la calendarizzazione in tempi che non intralcino l'approvazione del documento di bilancio e della legge di stabilità". Lo rende noto l'ufficio stampa del Pdl al Senato. Una mossa contro la presentazione della mozione di sfiducia presentata alla Camera da Pd e Idv.
CICCHITTO: "DOPO LA FINANZIARIA VERIFICA IN PARLAMENTO" -. Dopo la Finanziaria "faremo una verifica parlamentare sia al Senato che alla Camera, e si vedrà qual è l'orientamento della maggioranza. Se è favorevole al governo si andrà avanti, se c'è un atteggiamento diverso l'unico sbocco democratico possibile è ritornare davanti al corpo elettorale". E' quanto annuncia Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. Dunque, la resa dei conti fra Pdl e Lega da una parte e finiani dall'altra (che comunque lunedì prossimo ritireranno i propri rappresentanti dall'esecutivo) pare essere rimandata a dopo il varo della legge di stabilità.
FRATTINI: "O BERLUSCONI O LE URNE" - Peraltro, il Pdl non arretra. Su un eventuale Berlusconi bis "il Pdl ha già espresso chiaramente la sua idea, non possiamo immaginare un'alternativa a questo presidente del Consiglio che ha vinto le elezioni nel 2008". Ad affermarlo il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a margine di un convegno sul ruolo del Parlamento europeo a palazzo Giustiniani. Per Frattini "ipotesi di crisi più o meno pilotate appartengono al passato della politica che oggi guarda e vuole un dibattito in Parlamento a cui deve seguire un'assunzione chiara e trasparente di responsabilità, a seguito della quale si può ragionare". In ogni caso, sottolinea il ministro, "per noi può succedere solamente che o si conferma Berlusconi oppure c'è la richiesta al popolo se debba essere lui di nuovo a governare con la Lega o no. Non vedo soluzioni bizantine da prima Repubblica".
CASINI: "BERLUSCONI-BIS? IMPOSSIBILE. SERVE UN UOMO DI BUONA VOLONTA'" - "Mi sembra che un Berlusconi bis non sia nel novero delle possibilità. Nel momento in cui cade questo governo credo che non vi sia questa possibilità". Lo dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, anche lui al convegno a Palazzo Giustiniani sul ruolo del parlamento europeo e dei parlamenti nazionali alla luce del Trattato di Lisbona. Ma è chiaro, aggiunge, "che questo fa parte del secondo atto", quando il presidente della Repubblica "incaricherà la persona che ritiene più opportuna".
Prosegue il leader Udc: "C'è nebbia, bisogna lavorare per diradarla, andare oltre e tacere sperando che non ci siano sommosse di piazza visto che il presidente del Consiglio le evoca". Lavorare con chi? "Con un uomo di buona volonta- risponde Casini- bisognerebbe avere un pò più di senso della misura e responsabilità, ma adesso lavoriamo possitivamente e speriamo che anche Berlusconi lavori per favorire una soluzione".(AGENZIA DIRE http://www.dire.it/)

Conti pubblici, debito record a settembre: 1.844,8 miliardi

ROMA - Nuovo record del debito pubblico a settembre. Raggiunge, infatti, quota 1.844,8 miliardi contro i 1.842,9 miliardi registrati in agosto. Lo riporta il bollettino Finanza Pubblica di Bankitalia.
Sempre a settembre, il fabbisogno del settore statale è confermato a 12,745 miliardi. I dati del Tesoro riferiscono entrate per 27,811 miliardi, uscite per 40,556 miliardi, di cui per interessi 7,369.
Invece, nel periodo gennaio-settembre del 2010 le entrate tributarie sono state pari a 266,077 miliardi di euro, in calo dell'1,8% rispetto ai primi nove mesi del 2009.
12 novembre 2010

Berlusconi: ''Senza maggioranza si vada al voto solo per la Camera''

"Sono sicuro che avremo la fiducia alla Camera e al Senato". All'indomani dell'annuncio di una verifica in Aula dopo l'approvazione della legge di stabilità, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si mostra ottimista.
"Noi andremo avanti e credo che avremo la fiducia anche alla Camera ma se così non fosse - ha ipotizzato in un intervento telefonico alla manifestazione organizzata dal Pdl a Milano per sostenere il suo governo - credo che dovremo andare di nuovo a votare per la Camera".
Ancora un attacco alla stampa. "Non leggete i giornali, descrivono una situazione che non c'è e che è indipendente dagli elettori, descrivono posizioni politiche partitocratiche. La verità - sostiene il premier - è che gli elettori esistono e che al 60% sono con me".
Nel mirino anche la Rai dopo le polemiche dei giorni scorsi per il programma 'Vieni via con me' cui domani parteciperanno il presidente della Camera Gianfranco Fini e il segretario del Pd Pierluigi Bersani. "La maggioranza degli italiani è con me e non si lascia turlupinare da programmi offensivi che paghiamo tutti noi. E' indegno avere una tv pubblica di questo tipo", ha detto Berlusconi

Berlusconi attacca poi quelli che definisce i "professionisti della politica''. Coloro ''che sono vicini all'età in cui Bush e Blair scrivono le memorie, che possono aspirare a fare il presidente del Consiglio o il presidente della Repubblica solo attraverso decisioni di Palazzo. Per loro non conta la gente ma questa non è democrazia".
Per il premier, "tutte le cose che stanno accadendo rafforzano il convincimento degli italiani che vogliono restare liberi del fatto che dobbiamo andare avanti contro una sinistra che ancora non è democratica".
Poi, mentre il centrosinistra sceglie con le primarie il proprio candidato alle prossime elezioni comunali di Milano, il premier 'ufficializza' la candidatura per il centrodestra del sindaco uscente Letizia Moratti. "Noi sosteniamo la nostra Letizia, le invio il mio in bocca al lupo".
In chiusura il siparietto con il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl Ignazio La Russa, acceso tifoso interista, prima del derby della Madonnina previsto per questa sera. "Spero che vinca la squadra che gioca meglio", ha detto Berlusconi.
Per il capogruppo di Fli alla Camera Italo Bocchino, "se la risposta di Berlusconi a una crisi di governo ormai conclamata è questa c'è da preoccuparsi seriamente per le istituzioni e per la soluzione dei problemi degli italianil''. Per il futurista, ''l'ipotesi del solo scioglimento della Camera in caso di sfiducia è un escamotage'' mentre ''restiamo convinti che sarebbe opportuna una scelta nell'interesse dell'Italia, con le dimissioni del governo''.
Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini osserva che "una conta avrebbe solo l'effetto concreto di rendere impossibile qualsiasi dialogo in questa legislatura''. L'auspicio è quindi che ''Berlusconi non ci costringa al voto e che soprattutto non costringa se stesso al voto. Prenda atto e si dimetta". "Se vuole costringerci al voto, voteremo. Dopodiché mi auguro - ha proseguito - che tutti troveranno il modo per una soluzione dignitosa che serve al Paese perché una campagna degli stracci che duri cinque mesi, che presumibilmente darà gli stessi risultati che abbiamo oggi in Parlamento, sarà una perdita di tempo enorme che non ci possiamo consentire".

VERSO LA PLENARIA DEL CGIE: DA LUNEDÌ CONSIGLIERI RIUNITI ALLA FARNESINA NELLE COMMISSIONI CONTINENTALI E TEMATICHE

Inizieranno lunedì i lavori del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero che, convocato in Assemblea plenaria dal 17 al 19 novembre, come di consueto nei giorni precedenti riunisce le proprie commissioni tematiche a cui si aggiungono questa volta le commissioni continentali. Lunedì mattina, alla Farnesina, si riunirà prima il Gruppo Donne e poi il Comitato di Presidenza. Nel pomeriggio, a partire dalle 14.30, sono in programma le tre Commissioni continentali e quella dei consiglieri di nomina governativa. Martedì 16, sarà invece la volta delle commissioni tematiche convocate dalle 9.30 alle 18. Mercoledì 17, come accennato, inizierà l’Assemblea plenaria

12 novembre 2010

ESTEBAN CASELLI NUOVO RESPONSABILE DEL PDL NEL MONDO

Esteban Caselli, senatore PdL eletto nella ripartizione estera Sud America e residente in Argentina, è stato nominato dal coordinamento nazionale del Pdl nuovo responsabile del Popolo della Libertà per gli italiani nel mondo.
Compito di Caselli, d’intesa con il presidente del Partito, sarà quello di provvedere al rinnovo delle rappresentanze del partito nelle diverse aree geografiche del mondo.
Dopo le dimissioni di Aldo Di Biagio, ex guida del PdL nel Mondo, deputato PdL passato al Fli, il dipartimento degli italiani all'estero del partito guidato da Silvio Berlusconi era rimasto orfano del suo coordinatore. Le voci sulla nomina di Caselli si sono fatte sempre più insistenti negli ultimi mesi: oggi la notizia della sua nomina a guida del PdL nel Mondo

11 novembre 2010

APERTE LE ISCRIZIONI AL CORSO DI LAUREA IN LINGUA E CULTURA ITALIANA PER STRANIERI E ITALIANI RESIDENTI ALL'ESTERO DEL CONSORZIO ICON

Sono aperte le iscrizioni al nuovo semestre del Corso di laurea in lingua e cultura italiana per stranieri e italiani residenti all'estero del Consorzio IcoN.
Il nuovo semestre del Corso di laurea, erogato da ICoN per conto delle Università italiane convenzionate, partirà il 1° marzo 2011. Gli utenti registrati possono iscriversi direttamente sul sito ICoN all'indirizzo: http://www.italicon.it/segreteria/index.asp?AREA=04&SECTION=MNUCLASSI&SECTIONID=07.
Fino all'11 febbraio 2011 sarà possibile presentare domanda per ottenere una delle 50 borse di studio messe a disposizione dal Consorzio ICoN per l'immatricolazione al corso di laurea. Tutti i bandi di partecipazione e i moduli di domanda sono presentati alla pagina http://www.italicon.it/index.asp?codpage=bandi.
Per ogni richiesta è possibile contattare la Segreteria didattica del corso di laurea via email (infodidattica@italicon.it) o, in alternativa, al numero telefonico +39 050 2212 690 oppure via fax al +39 050 2212 677.
IcoN rende inoltre noto che scadrà il 22 novembre il tempo per le iscrizioni al Master universitario on line in "Traduzione specialistica inglese > italiano". Il Master, erogato congiuntamente dalle Università di Bari, Parma e Pisa, in collaborazione con il Consorzio ICoN, intende preparare alla professione di traduttore nei domini tecnico-scientifici piu' richiesti dal mercato in Italia e all'estero.
Informazioni dettagliate sulla struttura del corso, sulle modalita' di partecipazione e di iscrizione sono disponibili alla pagina http://www.mastertraduzionespecialistica.it

IL SEN. MICHELONI (PD) LASCIA L’AULA PER PROTESTA: ALLEANZA PER L’ITALIA VUOLE SOPPRIMERE LA CIRCOSCRIZIONE ESTERO

Nel corso della seduta di ieri, 10 novembre, in occasione delle votazioni sulla mozione n. 314 relativa alla politica economica "dei Senatori Rutelli ed altri", il Senatore Claudio Micheloni (Pd), nell'esprimere le sue dichiarazioni di voto, ha affermato: "non parteciperò alle votazioni sulla mozione in segno di protesta, considerato che uno dei primi atti del movimento di Rutelli, è stato presentare alla Camera, lo scorso 23 giugno, una proposta di legge finalizzata a sopprimere la circoscrizione Estero. In qualità di Senatore eletto nella circoscrizione Estero, non voglio inquinare questo voto". Il Senatore ha quindi lasciato l'Aula.
"Credo - ha rimarcato Micheloni - che non dobbiamo e non possiamo far passare nel dimenticatoio le azioni tese ad annullare quanto ottenuto nel corso dei decenni e che non rappresenta una conquista, ma semplicemente la possibilità di esercitare un diritto, quello del voto, che nessuno può toglierci. È ora che la politica italiana, come ripeto da tempo, prenda coscienza che è l'Italia ad aver bisogno della rappresentanza eletta all'estero, e quindi di tutti gli italiani nel mondo, e non il contrario. Per cui, in occasione della votazione in Aula della mozione Rutelli, ho voluto dare un segnale, perché nessuno può annullare la volontà di circa 3 milioni di elettori".
La proposta dell'API cui si riferisce il Senatore Micheloni, è quella presentata dall'On. Calearo "Modifiche agli articoli 56 e 57 della Costituzione, concernenti la soppressione della circoscrizione Estero per l'elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica

10 novembre 2010

IL MITO DI BENIAMINO GIGLI RIVIVE IN ARGENTINA NELLA VOCE DI VITTORIO SOLAZZI

Tra le iniziative che la Regione Marche ha programmato in adesione al Bicentenario dell’Indipendenza argentina, rientra il tour del cantante portorecantese Vittorio Solazzi.
Interprete del repertorio “gigliano”, Solazzi, come riferisce il vicesegretario dell'Unione Regionale Marchigiana di Mar del Plata, Aldo Mecozzi, si è esibito lo scorso 4 novembre nella cattedrale de los Santos Pedro y Cecilia di Mar del Plata interpretando i brani dell’Ave Maria di Schubert e il Panis Angelicus di Frank durante la Santa Messa celebrata in occasione della Giornata delle Forse Armate e dell’Unità d’Italia. Erano presenti il Console Panebianco, le autorità civili e militari e i dirigenti delle associazioni italiane ivi operanti.
Successivamente, su invito dell’Associazione dei marchigiani di Bahia Blanca , il cantante si è esibito in occasione della “X Feria de las Colectividades extranjeras” svoltasi il 6 e7 novembre. L’evento, che ha visto la presenza del Console Ferrara unitamente ad esponenti del governo cittadino, si è svolto in una cornice di pubblico numeroso ed attento. Grande il successo ottenuto, con applausi a scena aperta e di già l’invito a tenere per la prossima stagione un concerto nel bellissimo teatro comunale .
Intanto le prossime esibizioni del Maestro Solazzi saranno quelle di sabato 13 presso la Chiesa San Benedetto Martire y Jesus Niño e domenica 14 ancora nella Cattedrale in occasione della Santa Messa delle ore 11.00. Prevista anche una esibizione in occasione della grande Festa dell’Amicizia organizzata dall’associazione marchigiana di Mar del Plata

9 novembre 2010

Università, italiani popolo di diplomatici, enologi e ingegneri

ROMA - Un futuro di medici, infermieri per associazioni umanitarie, diplomatici e ingegneri ambientali per chi ha studiato all'estero. Altro che "eterni Peter Pan, tronisti, veline, perennemente connessi a Facebook, chiusi in casa sognando di entrare nella casa del Grande Fratello". Sono 1.500 gli studenti tornati da un periodo di scuola all’estero con Intercultura, l'associazione Onlus fondata nel 1955 che promuove e organizza scambi ed esperienze interculturali.
A fornire questa immagine sono gli studenti che si sono appena iscritti al primo anno di università e che due anni fa hanno trascorso la quarta superiore in uno dei 50 Paesi in cui Intercultura propone programmi scolastici internazionali, una scelta che sempre più adolescenti italiani compiono, anche grazie alle numerose le borse di studio esistenti (il 10 Novembre scade il bando Intercultura per tutti i ragazzi interessati a partire l’anno prossimo, www.intercultura.it/bando-di-concorso-2010-11/).
Diverse le domande poste: quali sono le scelte universitarie di chi ha studiato all’estero durante le superiori? Come ha inciso un anno di vita in un altro Paese nelle loro decisioni? Medici (3% del campione analizzato) e infermieri (d’elicottero, o d’urgenza, magari per Medecins sans frontieres, 3%), ma non solo. Il 20%, ambiziosamente, vorrebbe abbracciare la carriera diplomatica o lavorare nelle associazioni non governative, specialmente all’estero, l’11% ingegnere (il 15% del campione sta frequentando un corso d’ingegneria di cui ben il 32% quella aereo-spaziale), il 10% manager (ad esempio, rappresentante di imprese all'estero, in Cina o Paesi Orientali), il 7% interprete o traduttore, meglio se al Parlamento europeo o all’Onu, il 5% psicologo, il 4% ricercatore in Italia o all’estero (il Cern è sempre il più ambito).
Particolarmente interessanti sono alcune scelte 'naturalistiche': il 2% vorrebbe diventare enologo e il 4% svolgere professioni in tutela della natura, come guardia forestale o per un’Ong ambientalista. (AGENZIA DIRE, http://www.dire.it/)