5 ottobre 2010

Legge elettorale, la maggioranza si divide. Finiani-Pd: "Cambiarla"

ROMA - Cambiare la legge elettorale? Tema difficile, che divide la maggioranza, con i finiani pronti alla riforma (e l'opposizione che cerca una sponda) e Pdl-Lega che chiudono decisamente la porta.
DELLA VEDOVA: "CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE" - "Credo sia nell'interesse di tutti cambiare la legge elettorale prima di tornare al voto". E' quanto ribadisce da Benedetto Della Vedova, vicecapogruppo alla Camera di Futuro e Libertà, ai microfoni di Radio Città Futura. "Prima si supera l'attuale legge e meglio è per tutti, maggioranza e opposizione,- spiega l'esponente finiano- perché si è creata la percezione di un distacco reale tra eletto ed elettori che non va bene. Non credo nelle preferenze, si può pensare ai collegi, a liste molto più corte. Questi listoni di 50 persone sono una cosa indigeribile. Noi ci stiamo perché crediamo sia un obiettivo importante per tutti- conclude- poi se qualcuno vuole andare a votare con questa legge vedremo come andrà a finire".
CICCHITTO: "NON SONO POSSIBILI MAGGIORANZE DIVERSE" - "O c'è un percorso coerente e una maggioranza coerente, o non sono possibili due maggioranze, una sul governo e una sulla legge elettorale". Fabrizio Cicchitto frena i finiani e la loro richiesta di mettere in agenda la riforma della legge elettorale. Non a caso, il capogruppo Pdl alla Camera precisa che l'argomento non sarà discusso domani al vertice dei capigruppo parlamentari di Pdl, Lega, Fli e Mpa: "Non credo proprio, altrimenti il vertice finisce prima di cominciare".
LEGA: "NON E' NEGLI ACCORDI DI MAGGIORANZA" - La legge elettorale "non è in calendario, non è nel programma di governo e non fa parte degli accordi di maggioranza". Anche il capogruppo leghista alla Camera, Marco Reguzzoni, boccia l'ipotesi che il vertice di maggioranza di domani affronti anche la riforma del sistema di voto. "Domani dobbiamo dare un segnale di operatività dei tre gruppi su fatti concreti come il programma di governo e il rinnovo delle commissioni parlamentari", aggiunge.
ROTONDI: "NON SI CAMBIA" - "La legge elettorale non è in discussione se non per adattarla alla diminuzione del numero dei parlamentari quando sarà varata la riforma complessiva". Lo dichiara il ministro per l'Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi.
FINOCCHIARO: "INTESA COI FINIANI? CERTAMENTE SI'" -"Certamente si'". Così la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, a margine di un convegno su San Francesco patrono d'Italia, risponde ai cronisti che le domandano se il Pd sarebbe disposto a dar vita ad un governo tecnico appoggiato anche dai finiani per fare la riforma elettorale. Finocchiaro poi spiega che "la legge elettorale per definizione e' una legge che non puo' essere imposta da una parte, ma deve essere il frutto di un riconoscimento nel testo da parte del maggior numero dei gruppi politici rappresentati in parlamento". E dunque, "certamente si'" all'intesa piu' ampia su questo. Dopo di che, prosegue la capogruppo del Pd al Senato, "questo non ha niente a che vedere con il governo del paese. E mi auguro che il prossimo possa essere il piu' stabile possibile e assicurare a questo paese un attimo di respiro e di riforme che durino nel tempo".
BOCCHINO: "SE CADE IL GOVERNO, MAGGIORANZA PER CAMBIARE LEGGE ELETTORALE" - "Se Berlusconi staccasse la spina e dicesse andiamo al voto e Napolitano dovesse fare un tentativo per verificare se ci fosse una maggioranza alternativa per riformare la legge elettorare allora si può discutere con le forze disposte a farlo". Lo dice Italo Bocchino, capogruppo di Fli. Per Bocchino, i punti determinanti della nuova legge elettorale devono essere tre: "Indicazione del presidente del Consiglio, indicazione della maggioranza e scelta del parlamentare".