16 ottobre 2010

Allarme di Bankitalia su lavoro ed entrate fiscali. Mef: dati ansiogeni

Confermata la stima di una crescita intorno all'1% nel 2010, l'economia italiana continua a mostrare luci e ombre: se la produzione industriale è segnalata ancora in ripresa, i consumi restano deboli, a causa della dinamica dei redditi e dei segnali incerti che arrivano dal mercato del lavoro. E', in sintesi, il quadro che emerge dal Bollettino economico trimestrale della Banca d'Italia.Gli operatori professionali censiti in settembre da Consensus Economics, scrivono gli economisti di Via Nazionale, si attendono una crescita del prodotto in Italia pari all'1% nella media del 2010, in linea con la previsione pubblicata nel Bollettino economico dello scorso luglio e con quelle diffuse di recente dalla Commissione europea e dall'FMI.
La produzione industriale, sulla base dei dati Istat fino ad agosto e di stime di Bankitalia per settembre, ha mantenuto nel terzo trimestre la dinamica ascendente avviata nella primavera del 2009. Le inchieste presso le imprese manifatturiere delineano una continuazione della ripresa ciclica nei prossimi mesi, sebbene su ritmi più modesti. Dal lato della domanda, le esportazioni hanno subito in luglio una flessione, che sarebbe proseguita in agosto.
Le vendite al dettaglio continuano a ristagnare; le immatricolazioni di autoveicoli sono aumentate in misura modesta in estate, dopo la forte contrazione seguita al venir meno degli incentivi
Intanto, la debole dinamica dei redditi continua a frenare le decisioni di consumo delle famiglie, insieme con la lentezza che sta caratterizzando la ripresa dell'occupazione.
CONSUMI - Consumi ancora stagnanti, e non ci sono segnali tangibili di recupero. Con il reddito disponibile delle famiglie in calo nel primo semestre dell'1% sul periodo corrispondente del 2009.
FISCO - Nei primi tre trimestri del 2010 le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono diminuite dell'1,8%, in riduzione di 5 miliardi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
LAVORO - Restano incerte le prospettive sul mercato del lavoro. Al lento recupero dell'occupazione nel II trimestre 2010 rispetto al primo trimestre (+0,1%) fa riscontro una flessione dello 0,8% se rapportato al II trimestre del 2009. I segnali, "pur deboli" di ripresa, sembrano confermati dall'intensificata attività di ricerca di personale da parte delle imprese e dal clima meno negativo che si respira nelle aziende sulle prospettive occupazionali a breve. Il Bollettino economico di Bankitalia parla, rispetto al trimestre precedente, di continuità nel "lento recupero dell'occupazione".
DISOCCUPAZIONE - Salirebbe oltre l'11% il tasso di disoccupazione nel secondo bimestre 2010 se si includessero i lavoratori scoraggiati e l'equivalente delle ore di cassa integrazione guadagni. Eloquenti anche i dati relativi ai giovani: il tasso di disoccupazione continua ad essere più di tre volte maggiore tra i giovani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni, dice palazzo Koch.
IMPRESE - Le imprese italiane proseguono sulla strada di una graduale ripresa. Dopo la crescita fatta registrare dall'attività industriale nei mesi estivi, questo trend positivo proseguirà tra la fine di quest'anno e l'inizio del 2011. Mentre si è consolidato il recupero degli investimenti produttivi, aumenta, infatti, la percentuale di aziende che si aspettanto un incremento del fatturato e dei livelli di produzione nonché di chiudere bilanci in utile.
PIL - I divari di crescita tra i maggiori paesi dell'area dell'euro tendono ad ampliarsi. In particolare, rispetto alla locomotiva Germania, il recupero rispetto al picco della crisi è molto minore per Italia e Francia.
LA REAZIONE DEL GOVERNO - No comment del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi a proposito dei dati sulla disoccupazione. "Commento solo Eurostat, non dati esoterici", ha detto Sacconi.
Commentando i dati sul fisco, il ministero dell'Economia dice che i toni di Banca d'Italia sono "inutilmente ansiogeni''. ''Il presunto 'crollo' delle entrate tributarie -spiega il Mef in una nota- è esclusivamente dovuto al venir meno quest'anno di entrate una tantum registrate nel 2009''. Le entrate, assicura il ministero, ''sono perfettamente in linea con le previsioni'', come già segnalato dal Dipartimento delle finanze.