26 settembre 2010

Fini: "Basta col gioco al massacro"

Alla fine arriva in Rete. E non delude le attese la video-difesa di Fini. Meno di dieci minuti in cui il presidente della Camera fa chiarezza sulla vicenda della casa di Montecarlo. Rivendica una carriera politica mai sfiorata da dubbi di illegalità e reati ("in vita mia non ho mai avuto neanche un avviso di garanzia") e afferma che sulla casa di Montecarlo ha preso per buona la versione di Tulliani, che "ha sempre negato con forza, pubblicamente e in privato di esserne il proprietario", sottolinea duro.
Ma anche parole che lasciano intravedere un'assunzione di responsabilità, in caso che "la mia buona fede è stata tradita". In quel caso afferma Fini -ed è questa la 'novità' del suo discorso- "non esiterei a lasciare la presidenza della Camera". Dimissioni di cui sottolinea il carattere di scelta personale ("perché la mia etica pubblica me lo imporrebbe").
"Anche io mi chiedo -ha esordito Fini-, e ne ho pieno diritto visto il putiferio che mi è stato scatenato addosso, chi è il vero proprietario della casa di Montecarlo? E' Giancarlo Tulliani, come tanti pensano? Non lo so. Gliel'ho chiesto con insistenza: egli ha sempre negato con forza, pubblicamente e in privato. Restano i dubbi? Certamente, anche a me. E se dovesse emergere con certezza che Tulliani è il proprietario e che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a lasciare la presidenza della Camera. Non per personali responsabilità, che non ci sono, bensì perché la mia etica pubblica me lo imporrebbe".

Poi la ricostruzione della vicenda entra nel dettaglio: ''Come ho già avuto modo di chiarire, solo dopo la vendita ho saputo che in quella casa viveva il signor Giancarlo Tulliani. Il fatto mi ha provocato un'arrabbiatura colossale, anche se egli mi ha detto che pagava un regolare contratto d'affitto e che aveva sostenuto le spese di ristrutturazione. Non potevo certo costringerlo ad andarsene, ma certo gliel'ho chiesto e con toni tutt'altro che garbati. Spero lo faccia, se non fosse altro che per restituire un po' di serenità alla mia famiglia''.
"E' stato scritto -continua Fini-: ma perché venderla ad una società off shore, cioé residente a Santa Lucia, un cosiddetto paradiso fiscale? Obiezione sensata, ma a Montecarlo le off shore sono la regola e non l'eccezione. E sia ben chiaro, personalmente non ho né denaro, né barche né ville intestate a societa' off shore, a differenza di altri che hanno usato, e usano, queste societa' per meglio tutelare i loro patrimoni familiari o aziendali e per pagare meno tasse".
E ancora la stampa e il killeraggio mediatico: ''La libertà di informazione è il caposaldo di una società aperta e democratica. Ma proprio per questo, giornali e televisioni non possono diventare strumenti di parte, usati non per dare notizie e fornire commenti, ma per colpire a qualunque costo l'avversario politico. Quando si scivola su questa china, le notizie non sono più il fine ma il mezzo, il manganello. E quando le notizie non ci sono, le si inventano a proprio uso e consumo. Così, con le insinuazioni, con le calunnie, con i dossier, con la politica ridotta ad una lotta senza esclusione di colpi per eliminare l'avversario si distrugge la democrazia. Si mette a repentaglio il futuro della libertà''.
E alla fine arriva l'appello: ''Chi ha irresponsabilmente alimentato questo gioco al massacro si fermi, fermiamoci tutti prima che sia troppo tardi. Fermiamoci pensando al futuro del paese. Riprendiamo il confronto: duro, come è giusto che sia, ma civile e corretto''.