4 luglio 2010

Manovra, appello delle imprese al governo: ''Gravi violazioni nelle norme fiscali''

Confindustria e Rete Imprese Italia (Confcommercio, Confartigianato, Cna; Casartigiani, Confesercenti) ribadiscono ''le preoccupazioni'' già espresse nei giorni scorsi, in merito alle misure contenute nella manovra finanziaria relative alla riscossione (art. 38) e alla compensazione dei debiti e crediti fiscali (art.31). Le imprese, si legge in una nota congiunta, ''fanno appello al Parlamento e al governo, al presidente Berlusconi e al ministro Tremonti affinché vengano modificate queste norme, che, nella formulazione attuale, costituiscono violazioni gravi dei diritti dei contribuenti e nulla hanno a che fare con il contrasto all'evasione''.
La proposta che è stata avanzata in Commissione Bilancio al Senato di portare da 150 a 300 giorni la durata massima della sospensione giudiziale degli atti di recupero dei crediti verso l'amministrazione, sottolineano in una nota congiunta, ''non risolve il problema, a fronte del fatto che la durata media dei soli procedimenti di primo grado supera i 700 giorni. Se passasse questa norma, il contribuente sarebbe costretto, pena il pignoramento, a pagare gli importi richiesti dall'amministrazione, pur essendo ancora in attesa di sentenza e a fronte di pretese che nella grande maggioranza dei casi risulteranno successivamente non fondate''. Ciò, affermano, ''non è accettabile, darà luogo a contenziosi, anche in punto di legittimità costituzionale, in molti casi porterà a conseguenze irreparabili, specie per le piccole e medie imprese''.

Per rimediare al problema, rilevano Confindustria e Rete Imprese Italia, ''occorre che la sospensiva duri quantomeno sino alla sentenza di primo grado. L'altra misura che desta allarme riguarda il divieto di effettuare compensazioni fra crediti e debiti fiscali in presenza di accertamenti anche di importo modesto (1.500 euro). Come si è già fatto osservare, il divieto di compensazione può essere imposto, ma solo quando vi sia la piena certezza del debito fiscale, ossia quando lo stesso sia iscritto a ruolo definitivo''.
Al riguardo, sottolineano Confindustria e Rete Imprese Italia, ''si fa notare che il titolo della rubrica (riportato anche nella relazione illustrativa e nella relazione tecnica) recita: 'Preclusione alla autocompensazione in presenza di debito su ruoli definitivi'. Nel testo dell'articolo 31 si fa invece riferimento a debiti 'iscritti a ruolo per imposte erariali e relativi accessori' e si omette la qualificazione 'definitivo'.
''Stupisce ed allarma'', rilevano, ''il fatto che, sino ad oggi, non si è riscontrata alcuna disponibilità da parte del governo a introdurre nel testo questa qualificazione, che appare invece assolutamente necessaria per tutelare i diritti dei contribuenti. Si ribadisce infine che le sanzioni previste nel caso di violazione del divieto di compensazione (il 50% dell'importo indebitamente compensato) sono del tutto sproporzionate''.
Ancora sul piede di guerra le Regioni. ''La manovra varata - ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani - rischia di tagliare le gambe al federalismo fiscale, è squilibrata perché pesa per l'80% su regioni ed enti locali e finirà per ricadere su servizi pubblici essenziali per i cittadini. Per questo Regioni ed enti locali hanno chiesto un incontro urgente al presidente del Consiglio, al quale torno a sottolineare che cambiare la manovra è per le Regioni e gli enti locali una necessità".
Intanto arriva la smentita a quanto riportato nel titolo di apertura del 'Corriere della Sera' in merito a uno scontro tra Berlusconi e Tremonti. Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, definisce tali indiscrezioni ''assolutamente infondate''. ''La collaborazione tra il presidente Berlusconi ed il ministro Tremonti - ha precisato - si basa su una solida amicizia e sulla condivisione totale dell'azione di governo''.