9 maggio 2010

DI PIETRO: TEMO NUOVA TANGENTOPOLI. MEGLIO ANDARE A ELEZIONI

''Per il bene del Paese mi auguro che si possa andare alle elezioni il prima possibile. Me lo auguro perche' temo possa verificarsi una nuova Tangentopoli''? Lo ha affermato il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, durante un'intervista rilasciata a ''Radio24' e pubblicata sul suo blog.
''Infatti, si sta allargando a macchia d'olio una situazione che definirei anomala: una miriade di amministratori, esponenti di governo e parlamentari hanno gravissimi problemi con la giustizia. In Parlamento -ha detto Di Pietro- non si capisce piu' se i provvedimenti che vengono presi sono adottati per l'interesse della collettivita' o per la salvaguardia della propria impunita'. Ricordo ancora il famoso discorso di Craxi al Parlamento, quando l'ex leader socialista dichiaro' tutti colpevoli, consigliando di far quadrato intorno a lui. Alla fine crollo' il sistema dei partiti e, con esso, la Prima Repubblica. E' questa la ragione per cui ritengo che si debba andare alle elezioni il prima possibile''.''Ma, prima che i cittadini si rechino alle urne, e' fondamentale -sostiene Di Pietro- che si approvino due norme: la non candidabilita' delle persone condannate e il divieto di assunzione di incarichi di governo, a livello centrale e locale, dalla carica di assessore a quella di ministro, per le persone sotto processo. Questo per garantire che in Parlamento e al Governo ci siano persone perbene. Il discorso vale a destra come a sinistra, perche' ha ragione Valducci quando afferma: ''Non esiste il partito degli onesti e quello dei disonesti. Ci sono onesti e disonesti in tutti i partiti'. E' importante stabilire alcune regole di ''accesso' al Parlamento, perche' i parlamentari devono rappresentare il meglio della societa'''. ''Tangentopoli non e' riuscita a 'ripulire' la politica veramente poiche' mancavano regole come quelle che auspichiamo vengano approvate. Ancora oggi, infatti, in Parlamento siedono persone condannate, magari anche piu' volte, negli stessi posti in cui sedevano prima. Io credo che si debba partire da una regola imprescindibile: chi fa politica -ha concluso Di Pietro- non puo' farla per curare i propri interessi. Chi viene preso con le mani nella marmellata deve andare a casa e non puo' piu' fare politica''.