27 aprile 2010

Auto, disco e binge drinking: giovani a rischio alcol

ROMA - Tra i consumatori giornalieri di bevande alcoliche, il vino è sempre più diffuso mentre scende la birra. Ridotta la percentuale di consumo di altri tipi di alcolici. Il consumo di alcolici considerato a rischio è più alto tra i giovani guidatori che frequentano la discoteca. È quanto emerge dai dati diffusi dall'Istat, relativamente ad una popolazione dagli 11 anni in su. Il campione riguarda 19 mila famiglie, 49 mila gli individui coinvolti. Il periodo di riferimento è il 2009, in cui consumatori raggiungono il numero di 36 milioni e 549 mila, il 68,5% delle persone di 11 anni e più.
Dai dati sembra emergere un peso significativo di chi assume alcol con modalità a rischio tra coloro che guidano più frequentemente l’automobile (pur non potendosi stabilire se si tratti di comportamenti contestuali). Complessivamente, il 17,8% dei guidatori abituali (persone di 18 anni e più che guidano l’auto almeno qualche volta alla settimana) ha un comportamento di consumo di alcol a rischio, mentre tale quota è pari al 12,2% tra chi guida occasionalmente o non guida. In particolare, tra i giovani di 18-24 anni, gli automobilisti abituali presentano comportamenti di consumo a rischio in percentuali più elevate rispetto agli automobilisti occasionali (non più di qualche volta al mese) o alle persone che non guidano affatto. Per i maschi di questa fascia d’età, gli automobilisti abituali con almeno un comportamento di consumo a rischio sono il 24,6%, contro il 17,9% di quelli occasionali o che non guidano. Questa differenza nei comportamenti di abuso è dovuta in particolare al binge drinking (23,7% contro 16,8%). Per le donne di 18-24 anni si osservano analoghe differenze di comportamento, anche se con minore evidenza. Anche tra gli anziani si osserva una associazione più elevata tra consumo a rischio di alcol e guida abituale dell’automobile, in questo caso dovuta in maggior parte al consumo giornaliero non moderato.
DISCO E SBALLO - Alcuni comportamenti a rischio nel consumo di alcolici si associano fortemente all’abitudine ad andare nelle discoteche e luoghi in cui si balla. Si tratta di comportamenti più diffusi proprio laddove ci sono occasioni di incontro e socializzazione. Tra chi frequenta assiduamente le discoteche (più di 12 volte nell’anno) la quota di quanti dichiarano un comportamento di consumo a rischio è più alta. Se consideriamo soltanto i maschi, sono il 35,1% (rispetto al 23,8% di coloro che non vanno in discoteca), mentre tra le donne tali quote sono, rispettivamente, il 14,5%, il 6,2%. Se si prendono in considerazione le sole ubriacature, queste riguardano il 29,1% tra gli uomini che vanno in discoteca più di una volta al mese, contro l’8,9% di quelli che non ci vanno e l’11,4% contro l’1,8%, rispettivamente, nel caso delle donne. Il fenomeno riguarda soprattutto i giovani fino a 24 anni e gli adulti fino a 44 anni.
È importante valutare quanto l’associazione di entrambi questi comportamenti sia diffusa proprio tra i guidatori abituali, ai fini di stimare la quota di popolazione a rischio anche se solo potenzialmente. Tra i guidatori abituali emerge una forte associazione tra la assiduità con cui si frequentano discoteche o, in generale, luoghi in cui si balla, e il consumo di alcol a rischio, soprattutto tra i giovani fino a 24 anni e gli adulti fino a 44 anni. Tra gli uomini di 18-24 anni guidatori abituali, infatti, la quota di consumatori a rischio passa dal 13,3% di chi non frequenta discoteche, al 39,2% di chi, invece, le frequenta più di una volta al mese. Analogamente tra le giovani guidatrici il dato passa, rispettivamente, dal 3,9% al 16,7%. Per quanto riguarda gli uomini di 25-44 anni, i guidatori abituali con consumo a rischio di alcol sono il 17,4% di chi non frequenta discoteche e il 31,4% dei frequentatori più assidui. Per le donne le corrispondenti percentuali sono il 3,9% e il 12,9%. Alle età successive tale associazione si indebolisce fino a scomparire.
BINGE DRINKING - Il 27% della popolazione di 11 anni e più (14 milioni 419 mila persone) beve almeno un tipo di bevanda alcolica al giorno. Molto elevate sono le differenze di genere, considerando che l’81% degli uomini consuma alcol, in particolare vino (67,5%), birra (60,8%) e altri alcolici come aperitivi, amari e superalcolici (53,4%), mentre le donne consumatrici sono il 56,9% e anche per loro il vino è la bevanda alcolica più diffusa (41,3%), seguita da birra (31,3%) e altri alcolici (26,2%).
I consumatori giornalieri di alcol scelgono prevalentemente il vino: il 36,3% degli uomini e il 13,9% delle donne. Per la birra le percentuali scendono rispettivamente all’8% e all’1,4%. Residuale è il consumo quotidiano degli altri tipi di alcolici (1,4% dei maschi e 0,2% delle femmine). Analizzando le diverse fasce d’età, il consumo di alcol riguarda soprattutto gli adulti; in particolare, nella popolazione tra i 25 e i 74 anni circa tre persone su quattro dichiarano di aver consumato alcol nell’anno considerato. Tra gli uomini la quota è almeno pari all’85%, mentre per le donne non supera il 65%. Rilevante appare la quota dei ragazzi di 11-15 anni che ha assunto alcolici negli ultimi 12 mesi: 18,5% dei maschi e 15,5% delle femmine, mentre già a partire dai 18-19 anni i valori di consumo sono prossimi alla media della popolazione (78% dei maschi e 58,4% delle femmine). Il consumo giornaliero cresce fortemente all’aumentare dell’età: tra i minorenni è del 2,8% per i maschi e sotto l’1% tra le femmine, cresce progressivamente e raggiunge il massimo tra i 65-74 anni, con percentuali del 60,5% per gli uomini e 25,3% per le donne. Solo dopo i 75 anni tale quota scende al 55,4% tra gli uomini e al 21,6% per le donne. Per valutare il grado di rischio connesso all’assunzione di bevande alcoliche, oltre a prendere in considerazione il consumo giornaliero non moderato di vino, birra o altri alcolici, si tiene conto anche degli episodi di ubriacatura concentrati in singole occasioni (binge drinking), che comportano comunque un’assunzione di quantità eccessive di alcol. Nel 2009 le persone di 11 anni e più con almeno un comportamento a rischio (consumo giornaliero non moderato o binge drinking) sono 8 milioni e 454 mila (15,8%), di cui 6 milioni e 434 mila maschi (25%) e 2 milioni 20 mila femmine (7,3%).
Il consumo giornaliero non moderato riguarda il 14,8% degli uomini, anche se tra questi il 51,7% consuma solo durante il pasto secondo i canoni del modello tradizionale di comportamento; il 3,8% delle donne eccede le raccomandazioni relative ad un consumo moderato di alcol e, di queste, il 77,9% eccede solo durante il pasto. Il binge drinking riguarda il 12,4% degli uomini e il 3,1% delle donne.
ANZIANI, ANCHE LORO A RISCHIO - Le fasce di popolazione in cui i comportamenti a rischio sono più diffusi sono gli anziani di 65 anni e più (il 44,7% degli uomini contro l’11,3% delle donne), per un totale di 3 milioni 17 mila, i giovani di 18-24 anni (il 22,6% dei maschi e 8,4% delle femmine), per un totale di 651 mila, e gli adolescenti di 11-17 anni (il 17,8% dei maschi e il 12,3% delle femmine), pari a 613 mila persone. L'Oms raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni. Per questo motivo, per i minori di 11-15 anni viene considerato come comportamento a rischio il consumo anche di una sola bevanda alcolica durante l’anno. In quest’ottica, le quote di popolazione a rischio sono molto rilevanti e con differenze di genere meno evidenti che nel resto della popolazione: 18,5% dei maschi e 15,5% delle femmine.
Anche tra i ragazzi di 16-17 anni il quadro della diffusione di comportamenti di consumo a rischio è piuttosto critico: il 16,3% dei ragazzi e il 4,5% delle ragazze dichiara di adottarne almeno uno. Inoltre, già a questa età il binge drinking raggiunge livelli prossimi a quelli medi della popolazione: rispettivamente 11,8% per i maschi e 4% per le ragazze. L'abitudine al consumo non moderato di bevande alcoliche da parte dei genitori, inoltre, sembra influenzare il comportamento dei figli. Infatti, è potenzialmente a rischio il 23% dei ragazzi di 11-17 anni che vivono in famiglie dove almeno un genitore adotta comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche. Tale quota, invece, scende al 14,7% tra i giovani che vivono con genitori che non bevono o che comunque bevono in maniera moderata.