31 marzo 2010

Terra da sfruttare: +50% l'estrazione di risorse negli ultimi 30 anni

ROMA - Negli ultimi 55 anni (1950-2005) la produzione di metalli è sestuplicata, il consumo di petrolio è aumentato di 8 volte e quello di gas naturale di 14. Complessivamente, ora si estraggono 60 miliardi di tonnellate di risorse l'anno, "circa il 50% in più rispetto a solo 30 anni fa". Inoltre, nel solo 2008, globalmente sono stati acquistati 68 milioni di veicoli: tradotto "per i sistemi naturali del pianeta terra gli stili di vita, in particolar modo americano ed europeo, sono semplicemente improponibili". Lo dice lo 'State of the world 2010' realizzato da Worldwatch institute e presentato a Roma dal Wwf.Lo studio invita ad "adottare tecnologie sostenibili", così da "permettere ai consumi di base di posizionarsi in una dimensione ecologicamente possibile". Per costruire un modello di sviluppo veramente sostenibile, secondo lo studio, nei prossimi 25 anni "si dovrebbero costruire 200 metri quadrati di pannelli solari fotovoltaici e 100 metri quadrati di solare termico al secondo, più 24 turbine eoliche da 3 MegaWatt all'ora, no stop".
Il rapporto "conferma l'insostenibilità" in atto e "il trend crescente" di uno sviluppo per nulla eco-compatibile, commenta il presidente del Wwf Italia, Stefano Leoni. Per Erik Assadourian, direttore di State of the World, il problema è che "in tutto il mondo si è sempre più orientati al consumismo, e tanto più il consumismo si impone, più si perde il senso del mondo naturale". Così, "gli effetti collaterali del consumismo- cambiamenti climatici, inquinamento dell'aria e uso irrazionale dell'energia- aumentano". Per Assadourian, quindi, "non sorprende" che l'1% degli indiani più ricchi (circa 10 milioni di individui), siano oggi responsabili dell'emissione di 5 tonnellate di emissioni di CO2, "un quinto delle emissioni pro-capite statunitensi ma il doppio del livello medio di 2,5 tonnellate pro-capite necessario per mantenere l'aumento delle temperature sotto i 2 gradi".
Il dossier parla chiaro: "Con gli attuali 6,8 miliardi di individui del pianeta, i moderni modelli di consumo, anche a livelli relativamente bassi, non sono sostenibili". Occorre quindi "un'inversione culturale" per "sostenere un modello di sviluppo che abbia una maggiore impronta ecologica", aggiunge Assadourian. Un tale mutamento, conclude il presidente di Worldwatch Institute, Christopher Flavin, "rimodellerebbe a livello globale il modo di vivere dell'uomo".