22 marzo 2010

Slot machine e videopoker, i teenager nelle mani degli usurai

PERUGIA - In Umbria (e in Italia più in generale) è allarme dipendenza da gioco d'azzardo tra i minori. Sarebbero circa 16 mila nella regione i baby-giocatori tra i 15 e i 19 anni che hanno giocato d'azzardo almeno una volta, con una percentuale del 58% tra gli uomini e il 33% tra le donne. Sono dati diffusi da una ricerca dell'Istituto di Fisiologia clinica del Cnr che, comparando i numeri regionali a quelli nazionali, fa salire al 63% la media dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni che in Umbria hanno provato slot machine e videopoker, contro una media nazionale del 46 per cento.
Numeri allarmanti che si intrecciano con un'altra e piu' grave emergenza, l'usura sui minori. E' Alberto Bellocchi, presidente della Fondazione Umbria contro l'usura e procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Perugia, a sollevare il velo su un fenomeno ancora in gran parte sommerso e poco esplorato.
"Le somme per cui i ragazzi s'indebitano per videopoker e scommesse vanno dai 300 ai 600 euro- denuncia Bellocchi- ma possono portare i giovanissimi scommettitori a diventare oggetto di ricatto, anche da parte di adulti, frequentatori di locali dove si gioca ai videopoker o si scommette. All'inizio i prestiti riguardano cifre basse, ma con un tasso di interesse giornaliero anche del 10 per cento. Vale a dire del 3.500 per cento su base annua". "Quando le giocate diventano frequenti e s'inizia a perdere c'è sempre qualcuno disposto a prestare i soldi- continua Bellocchi- il ricatto, ad esempio, per i minorenni può essere quello di sdebitarsi spacciando la droga per conto dei creditori. Infatti, non mancano le famiglie che si sono trovate in condizioni di disagio a causa dei debiti di un figlio".
Ma il gioco compulsivo, pur essendo un fenomeno ormai inquadrato a livello statistico, non lo è altrettanto a livello epidemiologico. Stando sempre alla ricerca del Cnr, infatti, in Umbria tra i circa 30 mila giovani dipendenti da gioco d'azzardo, scommesse e videopoker, solo 30 nel 2009 sono stati in terapia nell'unica struttura regionale che ha avviato un percorso riabilitativo ad hoc per il gioco compulsivo: si tratta del Dipartimento Dipendenze della Asl 3 Foligno-Spoleto che, da progetto pilota, si candida ad essere capofila di una serie di servizi analoghi sull'intero territorio regionale. La Direzione regionale Sanità e Servizi sociali, infatti, negli ultimi mesi ha spinto sull'acceleratore per costituire in ogni Asl un centro specializzato nella "ludodipendenza". "In Umbria esiste una fascia giovanile da tenere sotto stretta osservazione", spiega Angela Bravi, della sezione Salute mentale e dipendenze della Direzione regionale Sanità, commentando i dati diffusi dall'Istituto di Fisiologia clinica del Cnr. Allarme condiviso da Sonia Biscontini, psichiatra e direttore del Dipartimento Dipendenze della Asl 3 Foligno-Spoleto, che raccomanda "di non lasciare mai soli i ragazzi per ore davanti al pc o a navigare liberamente in rete".(Dires - Redattore Sociale)