16 marzo 2010

Mal d'aria industriale, dossier Legambiente: "Boom inquinanti"

ROMA - In Italia è 'boom' di inquinamento atmosferico prodotto da fonti industriali. Tra il 2006 e il 2007, infatti, sono saliti del 15% gli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), del 6% le diossine e i furani, del 5% il cadmio e del 3% il cromo. E’ con questi dati che "l’industria italiana si conferma come la principale fonte di microinquinanti scaricati in atmosfera, producendo il 60% del cadmio totale, il 70% delle diossine, il 74% del mercurio, l’83% del piombo, l’86% dei Policlorobifenili (Pcb), l’89% del cromo, fino al 98% dell’arsenico". Tutti inquinanti che sembrano finiti nell’oblio ma che, invece, contribuiscono in modo molto pesante a rendere insalubre l’aria respirata nei luoghi di lavoro e nei centri urbani limitrofi alle aree industriali. E’ l’allarme lanciato da Legambiente con 'Mal’Aria industriale 2010', il libro bianco sull’inquinamento atmosferico da attività produttive che denuncia il trend degli inquinanti industriali in aumento.
L'associazione del cigno parla di "cifre preoccupanti che non hanno destato lo stesso allarme dell’inquinamento causato dal traffico privato poiché, a parte qualche rara eccezione come il polo siderurgico di Taranto, la fonte industriale, non è ancora entrata nell’immaginario collettivo come un problema da affrontare". Eppure l’industria "contribuisce in modo molto sensibile" alla 'Mal’Aria del paese', con il 26% di PM10 (le polveri sottile) emesso a livello nazionale, un livello di emissioni "superiore a quello prodotto dal trasporto stradale (che incide sul totale solo per il 22%, ma che diventa la prima fonte di emissione nei centri urbani)". Oltre alle polveri sottili, la fonte industriale emette poi in atmosfera il 79% degli ossidi di zolfo (SOx) e il 23% degli ossidi di azoto (NOx), "precursore della produzione del PM10 secondario e dell’ozono, inquinante tipicamente estivo".
Passando dai macro ai microinquinanti, il contributo delle attività produttive denunciato da 'Mal’aria Industriale 2010' di Legambiente "si conferma davvero rilevante": ad "eccezione" del benzene (le emissioni industriali contribuiscono 'solo' per il 15% rispetto al totale), degli Ipa (34%) e del nichel (35%) infatti, "l’industria italiana è la principale fonte di microinquinanti scaricati in atmosfera, con almeno il 60% del contributo totale come nel caso del cadmio, fino ad arrivare al 98% nel caso dell’arsenico".