20 febbraio 2010

Razzismo, il 45% dei giovani italiani dice no agli immigrati

Il 45% dei ragazzi italiani è chiuso verso l'immigrazione. Ma per la metà degli intervistati il razzismo non e' mai giustificabile e gli stranieri non sono né una minaccia culturale né religiosa. A essere più "aperte" sono soprattutto le giovani donne che abitano nei grandi centri del Sud Italia e che provengono dalla classe media, mentre i più restii ad accettare chi proviene da un altro Paese sono soprattutto i maschi under 21 che vivono al Nord e di ceto sia alto che basso. Identica la percentuale degli "inclusivi" e degli "xenofobi" (19% circa). Così gli under vedono la diversità nella ricerca "Io e gli altri: i giovani italiani nel vortice dei cambiamenti", realizzata dagli istituti Swg di Trieste e Iard Rps di Milano e voluta dall'Osservatorio della Camera dei deputati sui fenomeni della xenofobia e del razzismo in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. Lo studio e' stato presentato a Montecitorio.Aquí escribes la parte del post a mostrar.

Se rom e sinti, rumeni e albanesi sono i popoli più "antipatici" e "odiati" dagli under 30 - si trovano in fondo alla classifica di quelli più amati, scelti dal 40%-, europei, statunitensi e sudamericani sono quelli più "simpatici" (90%).
Male anche tossicodipendenti, turchi e musulmani, mentre pochi pregiudizi nei confronti di omosessuali, poveri ed ebrei. Nel mezzo ci sono, in ordine di preferenza, sudafricani, filippini, indiani e bengalesi (considerate etnie meno "aggressive"), mentre non se la passano troppo bene né i mediorientali né chi proviene dalla ex-Yugoslavia. Destano invece apprensione e allarme cinesi, maghrebini e russi.
"L'indagine ha coinvolto poco piu' di 2.000 giovani tra i 18 e i 29 anni- spiega Enzo Risso, coordinatore della ricerca-, che sono stati intervistati via internet attraverso un questionario di circa 150 domande. A nessuno abbiamo chiesto apertamente se è razzista, perchè ci siamo occupati non solo di immigrazione ma anche di diversità: differenze di genere, di ricchezza, di religione. Abbiamo invece domandato loro chi non vorrebbero come vicino di casa, come collega, come genero o nuora o con chi invece andrebbero a cena più volentieri".
Altro dato interessante è che, secondo i giovani, il più impegnato a lottare contro la xenofobia è il Terzo settore. "I ragazzi italiani infatti hanno promosso a pieni voti solo il volontariato, dato appena la sufficienza a scuola e chiesa, mentre hanno bocciato tutti gli altri", dice Risso. E in mezzo ai giovani che sostengono l'area "aperturista" nei confronti dell'immigrazione (40%) e a quella che parteggia per il fronte della chiusura, ci sono i "mixofobici" (14,5%): ragazzi che vivono in una sorta di limbo contraddistinto da un sentimento di fastidio di sottofondo o di sofferenza verso ciò che si allontana dalla loro identità.