31 gennaio 2010

Ricerca: terremoti, esperimento Italia: 'super tornio' studia le rocce

ROMA - Sul sito dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia- Ingv è da poco visibile un esperimento spettacolare: un sofisticato apparato simile a un tornio, costruito in Italia, imprime una rotazione ad alta velocità (3mila giri al minuto) ad un cilindro di roccia di qualche centimetro di diametro. Il cilindro è inoltre sottoposto alle pressioni che si trovano a qualche chilometro di profondità nella crosta terrestre. In una frazione di secondo, l'apparato scarica sul campione una grande potenza, pari a quella consumata da 100 appartamenti. Il risultato non è la banale frammentazione e disgregazione della roccia che noi ci aspetteremmo, ma addirittura la sua fusione istantanea in lava incandescente. Questo apparato sperimentale chiamato 'Shiva', dalle iniziali di 'Slow to high velocity apparatus' (ma è anche il dio distruttore della religione Indù), è da poco entrato in funzione nei laboratori del gruppo di Roma 1 (sezione di sismologia e tettonofisica) dell'Ingv in via di Vigna Murata a Roma e "rappresenta attualmente la più potente macchina al mondo per effettuare esperimenti di frammentazione delle rocce utili a capire i processi meccanici che precedono e accompagnano lo scatenarsi dei più violenti terremoti della Terra".
Shiva è "uno dei pilastri di un progetto di più ampio respiro, finanziato dalla Unione Europea, che comprende rilevamenti geologici, o studi di terreno, come diciamo noi geologi- aggiunge l'esperto- e altri studi ancora (mineralogici, geochimici, eccetera)". L'idea del progetto è di "offrire un'informazione complementare a quella che otteniamo dall'analisi delle onde sismiche (i tracciati sismici)".