30 gennaio 2010

Green Economy una alternativa alla disoccupazione: crescita delle professioni ambientali, 8 su 10 al lavoro dopo l'eco-master

ROMA - Ambiente? Sì, grazie. Soprattutto se si cerca un lavoro o ci si vuole costruire un futuro. Appena un anno dopo il completamento di un master o di un percorso formativo negli eco-settori, infatti, l'80,6% delle persone coinvolte risulta essere occupato. E' questo il dato che emerge dalla ricerca condotta dall'Isfol (Progetto Ambiente) relativa alle ricadute sul versante dell'occupazione della formazione ambientale. Il dato diventa ancora più significativo se lo si studia nel dettaglio: l'80% di chi ha trovato lavoro, dopo il percorso formativo, non ha atteso più di sei mesi dalla sua conclusione; inoltre, l'occupazione trovata è di alto profilo e in buona misura coerente con la formazione realizzata.
Circa il 58% degli occupati ha raggiunto l'obiettivo di far coincidere il proprio percorso di studi con le aspirazioni professionali e il lavoro svolto. Il 68% degli occupati ha trovato una collocazione rispondente al livello formativo acquisito: il 31% circa ha un lavoro nell'ambito delle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, il 31,7% svolge professioni di tipo tecnico ed il 5,2% è collocato nelle posizioni di legislatore, dirigente, imprenditore. A dare maggiori garanzie di successo per quanto concerne la collocazione lavorativa sono i master ambientali di II livello, con l'85% di occupati, seguono i master privati con l'83%.
La formazione ambientale è diffusa ampiamente su tutto il territorio nazionale. Ogni anno vengono realizzati mediamente circa 2000 corsi da più di 500 enti pubblici e privati (scuole, enti di formazione, università, consorzi, associazioni, imprese, etc.). Significativi i dati su la partecipazione media annuale stimata tra le 50.000 e le 55.000 persone. Un importante aumento dell'attività formativa programmata si registra nel Mezzogiorno che segna un incremento del 29,9% nell'anno accademico 2007-2008.
Altro dato interessante è quello legato all'età degli occupati in relazione alla variabile sessuale: solo il 25% delle donne (contro il 49% degli uomini) ha più di 45 anni. Ma la componente femminile del mercato del lavoro ambientale non è solo la più giovane è anche la più qualificata. L'87% delle donne impegnate ha livelli di scolarità medio-alti, contro appena il 54,6% degli uomini. Questo spiega il perché il 61,7% delle donne (contro il 32,2% degli uomini) occupi posizioni di livello medio-alto in professioni intermedie di tipo tecnico.