1 luglio 2009

GHEDDAFI ALLA SAPIENZA, TRA FISCHI E CONTESTAZIONI

(Nove Colonne ATG) Roma – Scontri tra studenti e forze dell’ordine all'università La Sapienza di Roma per la visita del leader libico, Muammar Gheddafi. Tenute sotto controllo tutte le vie d’accesso all'ateneo. Ad ogni accesso i carabinieri chiedevano i documenti a chi voleva entrare e controllavano borse e zaini. Qualcuno ha cercato di protestare, ma senza i controlli non si entrava. Sul piazzale Aldo Moro, davanti all'ateneo, la polizia municipale ha rimosso tutte le auto in sosta.

La città universitaria romana si è ritrovata letteralmente blindata. “E’ la prima volta, da tanti anni, che vediamo polizia e carabinieri, in un simile dispiegamento, dentro il perimetro dell’università” afferma uno dei portavoce dell’onda studentesca della Sapienza, Francesco Brancaccio, che spiega: “con Gheddafi, che si è auto-invitato, contestiamo il pacchetto sicurezza e la politica scellerata dei respingimenti". L'onda studentesca, mobilitata, ha organizzato un presidio di fronte la facoltà di lettere ancor prima dell’arrivo del colonnello. Arrivo che era previsto per mezzogiorno e che è stato invece rimandato al primo pomeriggio per via molti ritardi accumulati durante la mattinata dove era previsto il suo discorso al Senato, spostato poi a palazzo Giustiniani per via delle proteste fatte dai senatori. L’attesa però ha fomentato gli animi e verso le due del pomeriggio un centinaio di studenti, a cui si sono uniti anche alcuni immigrati, hanno iniziato a scandire cori del tipo “Gheddafi Berlusconi, Roma vi rifiuta: clandestini siete voi!” Ma la tensione è esplosa dopo il passaggio di una colonna di auto scure, su piazzale della Minerva. Probabilmente era l’ambasciatore libico in Italia. I ragazzi dell'onda hanno iniziato a lanciare vernice rossa contro le forze dell'ordine, macchiando scudi e divise. I carabinieri hanno reagito con una carica di alleggerimento. Poco dopo il leader libico è arrivato. All’ingresso ha ricevuto il saluto di una delegazione di studenti e simpatizzanti libici che lo avevano aspettato dal lato opposto del piazzale dell'ateneo romano. E' stato accolto con bandiere sventolanti e striscioni di benvenuto mentre dall’altra parte gli studenti dell'onda protestavano. Gheddafi ha, inoltre, ricevuto un'ovazione proveniente da un gruppo di curdi che lo attendevano all'ingresso mostrando bandiere con l'effige di Ocalan. Durante l’incontro una studentessa, che si è autodefinita una rappresentante dell’onda studentesca, ha preso la parola per rivolgere una domanda al leader libico, ma dopo poche parole (“Siamo coloro che sono scesi in piazza per difendere la ricerca”) l’audio del suo microfono è stato sfumato. “Volevo solo portare le parole dell’onda della Sapienza, ma mi è stato spento il microfono”, ha commentato la ragazza, sottolineando che voleva solo rivolgere una domanda a Gheddafi. “La nostra – spiega - era una manifestazione pacifica, avevamo solamente voglia di far sentire la nostra voce”. Nell’aula ci sono stati commenti e urla di dissenso che si sono trasformati in fischi e aperte contestazioni quando Gheddafi è uscito dall’università. Il colonnello, protetto dal suo staff, ha lasciato la sala in anticipo rispetto all’orario previsto. Tra le proteste accese dei manifestanti è salito su un’auto bianca che lo ha riaccompagnato a Villa Pamphili, dove ha allestito la sua tenda. A protestare c’erano anche giovani militanti del Movimento Res (Roma Europa Sociale), gruppo di destra vicino al Pdl che hanno una “motorata tricolore”. Una lunga carovana di motorini ha fatto sventolare bandiere italiane lungo le strade vicine proprio a Villa Pamphili..